venerdì 1 aprile 2011

Bossi detta le condizioni: "Profughi al Nord? Con cautela..."

Il leader della Lega rassicura i suoi e punta il dito su La Russa: "Il casino su Fini era meglio evitarlo"

Roma - Gli immigrati di Lampedusa al Nord? Si, ma «con cautela». Non è il foera dai ball dei giorni scorsi, ma nemmeno la consegna delle chiavi della Padania al ministro della Difesa. Ieri è stata un’altra giornata tesa sul fronte dei centri di accoglienza. Ignazio La Russa ha presentato una lista di altri siti dove sistemare provvisoriamente il mix di clandestini e rifugiati che arriva dall’isola siciliana verso il continente. Tutti al nord. Il leader della Lega e ministro delle Riforme non l’ha respinta al mittente, ma non l’ha nemmeno sottoscritta. «Ci penserà Maroni», non La Russa quindi.
Al collega ministro del Pdl Bossi riserva un’altra bacchettata a proposito dell’incidente di mercoledì con Gianfranco Fini. «Sarebbe stato meglio che il casino di ieri non ci fosse stato. I ministri farebbero bene a stare zitti». La Russa «ha fatto solo un regalo all’opposizione perché ha allungato i tempi del dibattito sul processo breve». Bossi infierisce e spiega la reazione del ministro della Difesa con le tensioni della piazza che ieri ha assediato Montecitorio. «Se aveva paura non doveva andare fuori. Oppure me lo diceva - ironizza il Senatùr - gli davo lui (indicando la sua guardia del corpo, ndr) che è cintura nera di karate».
Al leader del Carroccio preme soprattutto tenere i migranti lontani dalle regioni del Nord. E quanto ci tenga, si capisce dalla battuta con la quale ha liquidato le dimissioni del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. «In un partito grosso come il Pdl è difficile mettere d’accordo tutte le anime. Peggio per lui». Come dire, le pressioni che vengono dall’area ex An del Pdl per non concentrare i campi al Sud, per quanto riguarda la Lega, non passeranno. Le parole su Mantovano hanno attirato sul Senatùr le critiche delle opposizioni e, in particolare, degli ex An di Futuro e libertà. Per Carmelo Briguglio sono «dichiarazioni rozze» che dovrebbero indurre nell’esponente del Pdl «riflessioni profonde».
Bossi dedica poche battute al resto. Le trattative con la Tunisia per fermare le carrette porteranno a risultati? «Spero di sì. Chi la dura la vince». Poche parole anche sulle amministrative. «Il Pdl e Berlusconi vogliono un accordo generale sulle amministrative, vediamo. L’importante è che abbiamo portato a casa il federalismo». Anche in questo caso giudizio sospeso. La posta in gioco sono le città del Nord dove il Carroccio cerca di strappare le candidature della coalizione e quelle dove invece vuole correre da solo.
Non Milano. Il via libera alla ricandidatura di Letizia Moratti è un dato acquisito. «È una candidata che almeno conosce i problemi di Milano».
Partita importante quanto quella delle nomine delle società partecipate dal Tesoro: Eni, Enel. Terna e Finmeccanica. Bossi non entra nel dettaglio dei candidati. Molti di quelli in pole position sono appoggiati dalla Lega, ma il ministro si limita a confermare tempi strettissimi per l’accordo.

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