sabato 31 marzo 2012

Maroni,Monti somiglia al Barbarossa Sta schiacciando i comuni, dobbiamo ribellarci

(ANSA) - CASTIGLIONE OLONA (VARESE), 31 MAR - ''Non e' il Barbarossa, ma qualche similitudine col Barbarossa c'e' e noi dobbiamo ribellarci, perche' come il Barbarossa questo governo sta schiacciando i nostri Comuni''. Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni inaugurando insieme a Umberto Bossi una sezione della Lega Nord in provincia di Varese. ''Questo governo - ha aggiunto - si batte con la forza popolare e con la piazza, ecco perche' e' giusta l'iniziativa delle leggi popolari''.

Bossi: Possiamo dichiarare guerra alla Svizzera e arrenderci subito

La strategia padana di Bossi "Arrendiamoci alla Svizzera"
Il leader della Lega Umberto Bossi tuona contro Monti e il suo governo a margine dell'inaugurazione di una sede della Lega Nord a Castiglione Olona in provincia di Varese. "Spero che il governo vada in malora. Bisogna dare una sveglia al signor Monti, quella "disgrazia" è pure di Varese" ha detto il Senatur parlando ai militanti. Secondo Bossi, Monti "si illude che basta avere alle spalle il presidente della Repubblica che lo sostiene per andare avanti all’infinito ma non è così". Per il leader del Carroccio "Monti  non si rende conto che la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese, bisogna andare a ricordaglielo: noi, in aula, a picchiare i pugni sul banco e la forza popolare davanti alla Camera che ci dà una mano". Poi Bossi commenta con entusiasmo la petizione lanciata sul web che chiede un referendum per l'annessione della Lombardia alla Svizzera. "E' una bellissima idea. Possiamo dichiarare guerra alla Svizzera e arrenderci subito" ha scherzato, ma non troppo, il Senatur. Infine Bossi, dopo aver criticato il governo di "sole tasse", sferra l'affondo finale a Monti: "Un Monti, in Germania, non ci sarebbe stato: lo avrebbero bastonato, che è giusto".

Bossi, governo? Spero vada in malora. A Monti ''bisogna dare una sveglia''

Bossi,governo?Spero vada in malora
(ANSA) - CASTIGLIONE OLONA (VARESE), 31 MAR - ''Speriamo proprio di no, spero vada in malora'': con questa battuta il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha risposto con una risata ai giornalisti che a margine dell'inaugurazione di una sede del movimento gli hanno chiesto se ritenga che il governo di Mario Monti arrivi fino alla fine della legislatura. Nel suo intervento dal palco, Bossi ha ripetuto le sue critiche a Monti, al quale ha suggerito di ''dare una sveglia''.

Paraculo Calearo! Cacciatelo via e basta

Che Massimo Calearo fosse la prova vivente del patto tra imprenditoria e lavoratori lo dimostrano le parole dette a Radio 24 ieri dall’onorevole voluto da Veltroni nel Partito Democratico, transitato poi nell’Api di Rutelli e infine finito a reggere il moccolo a Scilipoti in quell’operazione frankenstein denominata Movimento di Responsabilità Nazionale.

Ma che ieri Calearo abbia deciso di vantarsi per la sua Porsche con targa slovacca per pagare meno tasse e della sua assenza dal parlamento che dura ormai da tre mesi, insieme allo stipendio da onorevole che gli serve per pagarsi il mutuo della sua nuova casa è francamente troppo anche per uno come lui.
E per una volta ci vorrebbe che la caccia all’onorevole non sia quella classica e noiosissima che si scatena sui giornali: dovrebbero essere i suoi colleghi, insieme al presidente della Camera, a certificare la sua insostenibile inutilità e lo schiaffo alle miserie del paese chiedendogli di dimettersi e di non farsi più vedere in pubblico almeno finché la sua Porsche non sarà diventata vecchia e da cambiare.
A tutto ci siamo abituati. Ma uno che sbandiera il suo paraculismo militante mentre il paese paga tasse su tasse è davvero troppo. La regina di Alice chiederebbe “Tagliategli la testa”. Per noi, sarebbe uno spreco anche montare il patibolo. Cacciatelo via e basta.


No Tav: Maroni, dopo blitz in Comune Pisapia fa finta di niente

(ASCA) - Milano, 30 mar - ''Far finta di niente in questi casi e' la cosa peggiore che un sindaco puo' fare''. Cosi' l'ex Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si schiera dalla sua pagina Facebook contro il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, colpevole a suo giudizio di non aver ancora denunciato gli attivisti No Tav che nei giorni scorsi hanno fatto irruzione a Palazzo Marino nel tentativo di impedire il regolare svolgimento di un convegno alla presenza del procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli.

''Ecco come non si combatte la violenza'', lamenta Maroni che vede nel comportamento del primo cittadino di Milano ''una vera e propria istigazione a commettere violenza un'altra volta.

Poveri milanesi'', conclude l'ex Ministro.

Governo: Calderoli, Monti implodera' e cadra' a luglio

Roma, 30 mar. (Adnkronos) - Il governo ''non superera' i secondi 100 giorni di esistenza. Implodera' a luglio e cadra' non per i partiti, ma per i numeri''. Lo dice Roberto Calderoli in un'intervista a La Padania di domani. Secondo l'ex ministro leghista, ci sara' una sorta di tregua, di 'pax', per la campagna elettorale per la amministrative, e poi, verso luglio, i nodi verranno al pettine: ''Non credo - spiega - che a far cadere Monti saranno i partiti, ma i numeri. Che lo obbligheranno a mollare. E che stanno certificando il suo fallimento. Il botto, pero', avverra' a luglio''.

Le proposte del Pd sull’immigrazione: Regolarizzazioni, voto e cittadinanza.

Sono contenute in un documento programmatico approvato dal Forum Immigrazione del partito di Bersani. Ecco i punti principali
Roma – 27 marzo 2012 - Abolizione del reato di clandestinità e regolarizzazioni, una di massa e altre “ad personam”. Un nuovo sistema per i flussi d’ingresso, diritto di voto per gli immigrati e riforma della cittadinanza.
Sono alcune delle proposte contenute in un documento programmatico (qui la sintesi) approvato dal Forum immigrazione del Partito democratico.
Tra le norme “immediatamente applicabili”, il documento indica l’abolizione del reato di clandestinità e il superamento dei Centri di identificazione ed Espulsione “per ricondurre l’istituto del trattenimento al limitato e temporaneo scopo dell’identificazione dello straniero”. Andrebbero inoltre rivisti subito i requisti per il ricongiungimento, che oggi sono un ostacolo all’unità familiare, e allungata la durata dei permessi di soggionro per “rendere più stabile il soggiorno regolare” e sottrarre i titolari “alla precarietà indotta dalla perdita del lavoro”.
Il Pd propone poi di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con un disegno di legge delega. Questo dovrebbe introdurre, tra l’altro,  “elementi di flessibilità” nella definizione dei flussi di ingresso, con quote triennali adeguabili anno per anno anche in base ai suggerimenti delle le parti sociali e dell’associazionismo.
Interventi importanti sono previsti sul fronte degli irregolari. Innanzitutto, la regolarizzazione che nel 2009 ha dato un permesso solo a colf e badanti andrebbe estesa “alle altre categorie di lavoratori”, ma si dovrebbero prevedere anche regolarizzazioni “ad persona” concesse dal prefetto su proposta di una commissione territoriale e ridefinire le forme di rimpatrio volontario.
Due i capisaldi indicati per le politiche di integrazione. Sono una “nuova disciplina dell’acquisto della cittadinanza” e il “riconoscimento del diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari”. Non a caso, il Pd ha partecipato attivamente alla raccolta di firme per i progetti di legge popolare della campagna l’”Italia sono anch’io”.
Altra novità indicata nel documento programmatico è l’istituzione di un “ministro per le politiche migratorie”, che riunisca le competenze oggi divise tra Ministero dell’Interno e Welfare. Infine, un “Codice dell’Immigrazione”dovrebbe accorpare tutta la legislazione sugli extracomunitari, per “garantire coerenza logica, sistematica e lessicale a tutta la normativa emanata e contenuta in diversi testi di legge”.

venerdì 30 marzo 2012

Governo, Maroni: Monti già avvezzo ai palazzi romani "Parla, irrita la sua maggioranza, poi si corregge"

Lissone (Mb) - Sul suo consenso e quello dei partiti, il presidente del Consiglio Monti "Ha detto cose che poi ha corretto, perché si è accorto di aver irritato la sua maggioranza. Monti è già diventato avvezzo alla politica politicante dei palazzi romani: le dichiarazioni, le smentite, dire e poi correggere". Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine di un incontro pubblico a Lissone.
Secondo Maroni, "resta, al di là di questo fumo, l'arrosto indigesto dei suoi provvedimenti, soprattutto contro i sindaci, contro i comuni, contro il sistema dell'autonomia. E' da quarant'anni, da quando sono nate le Regioni, non si vedono provvedimenti così negativi nei confronti del mondo delle autonomie. E auspichiamo che da queste elezioni arrivi un segnale di forte dissenso".
Maroni, dal palco, ha ammesso che per la Lega "oggi è difficile, nonostante la forza dei nostri parlamentari, combattere e ottenere risultati a Roma. Per questo noi puntiamo sui nostri sindaci, sui nostri candidati. Vogliamo vincere sui nostri toerritori perché è con i sindaci che vinciamo la battaglia del federalismo". L'ex ministro ha ricordato la richiesta leghista, espressa ieri al presidente della Repubblica, di "far sentire la sua voce" contro il troppo frequente ricorso al voto di fiducia. Bisogna, ha detto, "rispettare di più il ruolo dell'opposizione che oggi è annullato".

Lega Nord incontra presidente Napolitano. Roberto Maroni: “Governo Monti-Dracula è da licenziare”


Roberto Maroni
 LEGA NORD – Nel pomeriggio di ieri al Quirinale è giunta una delegazione della Lega Nord composta dai due ex ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e dai due capigruppo di Camera e Senato Gianpaolo Dozzo e Federico Bricolo, al fine di parlare dei rapporti tra governo e Parlamento, con le opposizioni relegate sempre più a ruolo antidemocraticamente marginale. Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “abbiamo chiesto di intervenire presso i presidenti di Camera e Senato per ristabilire il rispetto delle regole democratiche – scrive Maroni sulla sua pagina Facebook -. Napolitano ci ha ascoltato con grande attenzione, vedremo se il colloquio darà frutti”, sebbene sia da sottolineare il fatto che anche lo stesso Capo dello Stato sia stato bersaglio, in più occasioni, dei dardi infuocati lanciati dal Carroccio.
La delegazione padana ha illustrato al presidente Napolitano tutte le difficoltà che la Lega è costretta a subire in Parlamento essendo l’unica forza di opposizione: “Diritti negati, discussione azzerata, fiducia del governo su tutti i provvedimenti per cancellare il dibattito e le nostre proposte di modifica, commissioni di garanzia e di controllo che spettano per legge all’opposizione e che vengono invece occupate dalla maggioranza, eccetera eccetera”, ha proseguito l’ex responsabile del Viminale sul social network che si augura un risvolto positivo da questo incontro cui non ha partecipato, invece, il leader Umberto Bossi.
Infine Roberto Maroni ha attaccato, dalle pagine di Facebook, l’operato del governo Monti sulla base degli ultimi dati emersi dal Rapporto Eurispes circa le difficoltà delle famiglie italiane ad arrivare a fine mese, causate a suo dire dall’”effetto diretto e perverso delle politiche anti-sociali e recessive del governo Monti-Dracula. Ministro Fornero, ha qualcosa da dirci in merito? Gli unici da licenziare siete voi!”, ha concluso l’ex ministro. Ma siamo davvero sicuri che chi ha preceduto il governo Monti sia esente da colpe?

mercoledì 28 marzo 2012

Rocco Siffredi in campo nella corsa a sindaco di Palermo. “Contro i politici che fottono”



Non è la prima volta che Rocco Siffredi sceglie di “metterci la faccia”. Lo scorso anno si era impegnato in prima persona in una efficace e ironica campagna contro l’abbandono dei migliori amici dell’uomo, ma oggi ha deciso di fare il salto della quaglia e di mettersi in gioco nella corsa a sindaco di Palermo alle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno il 6 e 7 maggio.
«Ho sempre ritenuto che, nella vita, bisogna fare qualcosa per vivere: io l’ho trovato e in più mi dà piacere quello che faccio e quindi non posso che ritenermi fortunato» scrive Rocco sulla pagina Facebook  ufficiale a sostegno della sua candidatura. Moltissime le manifestazioni d’affetto e di incoraggiamento giunte da parte dei suoi fan.

«Ho deciso di candidarmi – scrive Rocco – perché credo che siate abbastanza stanchi di questa politica falsa e corrotta. E’ giunta l’ora di buttarli tutti fuori. Scegliete voi come, io vi metto a disposizione i miei mezzi.» Ed è partita così la sua campagna di comunicazione, che non lascia spazio a mezzi termini. “Quando il gioco si fa duro… vota Rocco”, per una nuova Palermo. (a.m.)

Maroni (LN): “D’accordo sulla riduzione numero parlamentari ma con il Senato federale”.

Gemonio (Va), 27 marzo 2012- Roberto Maroni si e’ detto “completamente d’accordo” alla riduzione del numero dei parlamentari, “purche’ sia contemporanea all’introduzione del Senato federale”. “Allora si’ che e’ una riforma vera, senno’ e’ una cosa che fa ridere”, ha avvertito l’ex ministro dell’Interno, dopo aver ricordato che la Lega introdusse il taglio dei parlamentari con la devolution del 2006 poi bocciata dal referendum. (AGI)

ITALIA-CINA: FAVA, BENE INVESTIMENTI MA NON ABBIAMO BISOGNO DI NUOVE COLONIZZAZIONI


Roma, 27 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "In un momento di difficolta' della nostra economia come questo, ben vengano investimenti cinesi cosi' come quelli di tutti i paesi. Ma attenzione a dove si fanno gli investimenti: non abbiamo bisogno di nuove colonizzazioni, ma di investitori seri che non facciano speculazione ma che investano nel settore manifatturiero, che in questo momento manca di liquidita'. E servono investimenti di medio-lungo periodo".
Cosi' Giovanni Fava, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, commenta, con LABITALIA, l'invito agli imprenditori cinesi a investire in Italia, fatto dal presidente Hu Jintau in occasione dell'incontro bilaterale con il premier Monti a Seoul.

Per Fava, investimenti stranieri e cinesi in particolare "non dovrebbero essere diretti a settori strategici come quelli del credito, delle telecomunicazioni, dell'energia: sarebbe una svendita".
Non solo. "La Cina -avverte- ha dimostrato scarso interesse per temi che noi riteniamo centrali: non vorremmo che questo tipo di investimenti ci facessero fare passi indetro sul fronte delle conquiste sociali"

L.elettorale: Maroni, maggioranza dopo voto è porcata


GEMONIO (VARESE)  - "Se la nuova triplice, Pdl, Pd e Udc si mette d'accordo per fare una riforma in cui si sceglie la maggioranza dopo il voto sottraendo ai cittadini il potere di decidere, sarebbe la vera porcata". Lo ha detto il leghista Roberto Maroni sull'ipotesi di riforma della legge elettorale.

Arrivando ad una cena con i militanti alla quale è atteso anche Umberto Bossi, Maroni ha osservato che dalle anticipazioni dell'accordo "si tornerebbe al voto proporzionale con l'indicazione della maggioranza dopo le elezioni: se è così, è un ritorno al passato di vent'anni, non penso che Berlusconi possa accettare una cosa del genere e noi men che meno". Ansa

Bossi: “Legge elettorale non passa senza il nostro accordo”


GEMONIO (VARESE), 27 MAR – ''Per passare in Aula dobbiamo essere d'accordo un po' anche noi''. Lo ha detto il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, sull'ipotesi di riforma della legge elettorale.
Arrivando ad una cena con i militanti della Lega, organizzata per Roberto Maroni, vicino alla sua casa di Gemonio, Bossi ha spiegato ai giornalisti di non avere ancora letto la bozza della nuova legge elettorale, ma ha osservato che se sono vere le prime indiscrezioni, ''cambia tutto''.
''Evidentemente – ha detto il leader della Lega a proposito del mancato obbligo di coalizione – questi qui cambiano tutto per affossare il rischio Berlusconi-Lega, la sinistra non sa piu' come vincere le elezioni: il passato glielo ha risolto il presidente della Repubblica, tirando fuori dai piedi Berlusconi, il futuro questa legge elettorale''.
Attacco a Monti. ''Monti minaccia di andarsene? Speriamo, perche' lui e' la garanzia che non si fanno le riforme: fino ad adesso ha fatto tutte controriforme, perche' risponde solo alle banche, all'Europa e non alla gente''. Lo ha detto il segretario federale della Lega, Umberto Bossi, interpellato al suo arrivo ad una cena con i militanti organizzata per Roberto Maroni.
Liste civiche e amministrative. ''Tanti chiedono, pero' per adesso andiamo da soli, anche se qualche eccezione la faro' con le liste civiche''. Il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, ha confermato cosi' la determinazione di correre da soli alle elezioni amministrative di maggio, nonostante le richieste in senso contrario arrivate fino all'ultimo dal Pdl.
Bossi ha detto che per la Lega sara' valido il cosi' detto 'modello Verona', che ''e' di andare con le liste civiche: anche Berlusconi voleva fare le liste civiche cosi' evita di contarsi, e non e' sbagliato neppure da parte sua''. Bossi si e' anche detto di sicuro che il Carroccio raccogliera' un buon numero di consensi al nord: ''Un po' di voti – ha spiegato a margine di una cena con i militanti a Gemonio – li raccogliamo, con le leggi di iniziativa popolare il voto lo spostiamo''.

martedì 27 marzo 2012

Bossi: alleati no, liste civiche sì

 MILANO Modello Verona da Monza a Conegliano Veneto, da Treviso a Cantù, con tanto di tappeti rossi per il sostegno delle liste civiche locali. La Lega conferma la sua corsa solitaria alle elezioni del 6 e 7 maggio, ma allo stesso tempo, come ha ribadito qualche settimana fa il pontiere Luca Zaia, «non escludiamo che le nostre strade non possano tornare a incrociarsi». E cosa c'è di meglio che incrociarsi al ballottaggio, correndo in soccorso la Lega del Pdl o viceversa? Un modo semplice per accontentare la base e corroborare una posizione politica coerente con le contestazioni al governo Monti, per i leghisti una sorta di linea del Piave. Dunque, nulla di nuovo sotto il sole delle Alpi. Al primo turno ci si conta, al secondo si vedrà. Praticamente impossibile un ripensamento, anche alla luce degli incontri politici programmati da settimane dai vari leader leghisti. Esempio: ieri Bobo Maroni ha lasciato via Bellerio  alle 18 per correre prima a Erba e poi a Cantù. In entrambe le città della provincia di Como la Lega si era presentata cinque anni fa insieme con il Pdl. Un quadro politico totalmente ribaltato. A Erba, un paio di anni fa, la sindaca del Pdl Marcella Tili ha addirittura cacciato dalla giunta la parlamentare leghista e suo assessore alla Cultura, Erica Rivolta. Questione di scelte politiche inconciliabili. E Maroni è corso a Erba per benedire la corsa della Rivolta come candidato sindaco della Lega. 
 Scovato senza nessuna fatica anche l'aspirante sindaco del partito di Bossi a Cantù, dove i lumbard governano da vent'anni. Sulla rampa di lancio c'è il deputato Nicola Molteni. A Monza, la tanto discussa città capoluogo di Monza-Brianza, il primo cittadino uscente, il leghista Marco Mariani, stanco del balletto sulle deroghe sì, deroghe no, tre giorni fa ha rotto gli indugi ed è partito con la campagna elettorale. «Se il Pdl vuole può sempre accodarsi. Certo che io non farò nessun passo indietro», ha detto il primo cittadino riferendosi all'altalena delle candidature del Pdl, che un giorno sembrerebbe puntare sul presidente della Provincia, Dario Allevi, e l'altro su eventuali outsider.
 Ci rimarrà male Angelino Alfano, che qualche ora prima della riunione di via Bellerio aveva caldeggiato con una battuta scelte concilianti da parte dei vertici leghisti: «Speriamo che Bossi possa concedere alcune deroghe per dimostrare che al Nord uniti si vince». Al Nord, invece, la Lega vuole prevalere da sola. Una preoccupazione di cui si è fatto portavoce lo sfidante di Flavio Tosi, il vicepresidente di Unicredit Luigi Castelletti, che ieri ha chiamato alla mobilitazione l'elettorato moderato e cattolico della sua città:  «Mi pare chiaro a questo punto che Verona sia stata scelta per un esperimento politico autonomistico: fare della Lega il partito egemonico del Nord Italia». Un'egemonia che si può costruire soprattutto a spese del Pdl, ecco perché Angelino Alfano ha sospeso i 14 transfughi citando il rispetto di un simbolo, quello del partito di Berlusconi, che «rappresenta la nostra bandiera». 
  È la linea maroniana del partito unico del Nord, oramai pienamente accettata da Bossi, che impensierisce non poco i vertici degli azzurri. La domanda sempre più ricorrente è: quanti transfughi decideranno di seguire le orme di Vito Giacino (il vicesindaco di Flavio Tosi che ha abbandonato il Pdl) & Company? 
 Mariano Maugeri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/8xAeC

lunedì 26 marzo 2012

LEGA: RIUNIONE SEGRETERIA SU AMMINISTRATIVE E RIFORMA LAVORO


(AGI) - Milano, 26 mar. - E' iniziata, nella sede federale della Lega Nord, la riunione delle segreteria politica del movimento con Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Maroni. In agenda le possibili deroghe alla corsa solitaria 'lumbard' alle amministrative di maggio, anche se la maggior parte delle candidature sono gia' state presentate e sono pochi i casi per i quali e' ancora in discussione un'eventuale alleanza col Pdl (tra questi Gorizia e Monza, dove il sindaco Marco Mariani, in corsa per la riconferma, chiede un'apertura al partito di Angelino Alfano). Sulla questione e' intervenuto ancora una volta proprio il segretario nazionale del Pdl, che, prima di un incontro, a Milano, con i coordinatori provinciali lombardi, ha auspicato: "Spero che dalla Lega arrivino segnali di apertura perche' sarebbe un errore consegnare il nord alla sinistra. Speriamo che Bossi possa fare delle deroghe. Noi siamo disponibili ad andare all'apparentamento dove si vota".
Sul tavolo di via Bellerio, come hanno spiegato i dirigenti del partito nei giorni scorsi, anche l'esame del testo governativo di riforma del mercato del lavoro. La riunione servira' per fare il punto sulle strategie della Lega, che e' contraria al provvedimento, in vista del passaggio della riforma in Parlamento. 

Beffa per gli anziani ricoverati: l’Imu è doppia


Se la degenza è lunga l’imposta si calcola come se si trattasse di una seconda casa

PAOLO RUSSO
ROMA
Per gli anziani ricoverati «a vita» nelle case di riposo e nelle residenze socio assistenziali pubbliche arriva la beffa della «Super-Imu», la nuova imposta sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici. Come conseguenza dell’articolo 13 del decreto «Salva Italia», infatti, se il ricovero è permanente il tributo per il 2012 deve essere calcolato come per la seconda casa. Ossia quasi il doppio: 7,6 per mille contro il 4 dovuto per l’abitazione principale. A svelare la beffa è lo Spi Cgil, il sindacato pensionati che ha analizzato bene la norma, dove genericamente è stabilito che anche chi sia in possesso di una sola abitazione ma abbia la residenza altrove su quell’unico immobile in suo possesso deve comunque pagare l’imposta nella versione maxi prevista per la seconda casa.

Questo, spiegano al sindacato, è appunto il caso dei non pochi anziani che possiedono una sola casa ma risiedono in via permanente in case di riposo private o in strutture residenziali socio-assistenziali pubbliche. Risultato: a giugno per circa 300mila anziani ricoverati in via permanente arriverà una stangata di parecchie migliaia di euro se il governo non si affretterà a correre ai ripari, o con una norma ad hoc o con una circolare interpretativa.

Allo stato attuale i ricoverati a tempo indeterminato ma proprietari di casa non sfuggiranno al tributo, dal quale fino a ieri erano completamente esentati e che ora dovranno versare in versione «super». Anche perché nella stragrande maggioranza dei Comuni sull’Imu sono pronte a scattare le addizionali che il decreto prevede possano arrivare fino a un più tre per mille. Sulla base delle prime indiscrezioni sulle addizionali comunali Imu la stangata per gli anziani in ricovero permanente potrebbe aggirarsi tra i 1.500 e i 2.000 euro, aggiuntivi rispetto a quello che si sarebbe dovuto pagare se l’imposta fosse stata calcolata sulla prima casa.

Un salasso insopportabile per chi spesso in quell’unica abitazione ha una indispensabile integrazione al reddito di pensione, denaro necessario a pagare le rette (sempre più salate) dovute sia per le case di riposo private che per le residenze socio assistenziali pubbliche. Un’indagine della Cgil funzione pubblica rileva che, complici le ultime politiche di tagli, per le strutture private la retta a carico dell’assistito è ormai salita in media a circa duemila euro al mese mentre nelle strutture pubbliche in media il super-ticket a carico degli anziani si aggira intorno ai 1.400.

Troppo per chi in media possiede pensioni di 800 euro lordi mensili e che ora si troverà costretto a versare la superImu. «E’ una norma vergognosa - dichiara senza mezzi termini il Segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone - perché fa cassa sulle persone in assoluto più fragili ed esposte. Confidiamo nel fatto che il Governo non si sia accorto di questo obbrobrio e che corra ai ripari. Nemmeno il Principe Giovanni in Robin Hood avrebbe osato così. Non si può imporre una patrimoniale sulla pelle degli anziani non autosufficienti».

Rafael ottiene il permesso di soggiorno dopo le nozze con un cittadino italiano

Rafael, giovane uruguayano sposato con un cittadino italiano, ha ottenuto un permesso di soggiorno nel nostro Paese dopo aver presentato un ricorso al tribunale di Reggio Emilia che lo ha accolto. L'Associazione Radicale "Certi Diritti", che ha sostenuto il ricorso della coppia gay, evidenzia che si tratta della prima in cui in Italia viene rilasciato un documento ufficiale che dà efficacia al riconoscimento dello status famigliare delle coppie omosessuali. 
Il permesso di soggiorno è stato rilasciato dalla questura di Reggio Emilia che in un primo momento aveva respinto la richiesta di Rafael poichè in Italia il loro matrimonio non è riconosciuto. Nel ricorso presentato successivamente pur non richiedendo la trascrizione del matrimonio, materia che con il diritto di famiglia viene lasciata alla competenza esclusiva di ogni Stato membro dell'Unione europea, si chiedeva l'applicazione delle norme che regolamentano la libera circolazione dei cittadini europei e dei loro famigliari. Queste normative europee, ratificate dall'Italia, devono essere applicate anche nel nostro Paese. 
Il tribunale ha quindi accolto il ricorso ai sensi del decreto legislativo 30/2007, legge che dà attuazione alla direttiva 2004/38/CE, sul riconoscimento del diritto di soggiorno ai familiari (anche stranieri) dei cittadini dell'Unione europea. Nel ricorso si era fatto riferimento alla sentenza n. 1328/2011 della Cassazione che afferma: a) la nozione di "coniuge" prevista dall`art. 2 d.lgs. n. 30/2007 deve essere determinata alla luce dell'ordinamento straniero in cui il vincolo matrimoniale è stato contratto e che b) lo straniero che abbia contratto in Spagna un matrimonio con un cittadino dell'Unione dello stesso sesso deve essere qualificato quale "familiare", ai fini del diritto al soggiorno in Italia. La sentenza si è richiamata alla sentenza della Corte costituzionale n. 138 del 2010 che afferma, tra l`altro, che l`unione omosessuale, "intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso", spetta "il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia" e che il "diritto all'unità della famiglia che si esprime nella garanzia della convivenza del nucleo familiare (…) costituisce espressione di un diritto fondamentale della persona umana" (TmNews). 

venerdì 23 marzo 2012

Lega, 7 liste per Tosi a Verona Carroccio piu' sei civiche


Flavio TosiFlavio Tosi
Lega, 7 liste per Tosi a Verona
MILANO - Saranno sette liste - quella della Lega e sei civiche - a sostenere la ricandidatura di Flavio Tosi a sindaco di Verona e in tutte ci sara' la dicitura ''per Tosi''.
Questo, a quanto s'e' appreso a Milano, l'accordo raggiunto nella riunione pomeridiana con Umberto Bossi nella sede federale della Lega Nord di via Bellerio.
In particolare ci sarà una lista, tra le sei civiche, che sarà composta da candidati vicini al sindaco di Verona. Si chiamerà "Civica per Verona - Tosi sindaco". Per quanto riguarda la lista del Carroccio, il simbolo riporterà la dicitura "Lega Nord - Liga Veneta per Tosi" mantenendo il nome di Bossi nella parte inferiore. Simboli e aggiustamenti grafici sono stati esaminati nel pomeriggio dai vertici leghisti a Milano prima del via libera definitivo. In via Bellerio, intanto, è stato fatto sapere ai giornalisti che sulla questione verrà diramata una nota a Verona dalla Lega con i dettagli della questione.

La Lega trasferisce il congresso da Milano a Bergamo

Contrordine. Il congresso della Lega Lombarda si terrà a Bergamo, al Creberg Teatro, anziché nella Villa Borromeo a Senago (Milano). Confermate le date: 1, 2 e 3 giugno. Lo spostamento dell’assise s’è reso necessario per i problemi logistici dovuti alla visita del Santo Padre in occasione del “VII Incontro Mondiale delle Famiglie” e che richiamerà centinaia di migliaia di pellegrini.
Venuta meno l’opzione Milano, in via Bellerio hanno immediatamente pensato a Bergamo. 

Lega, ora Pd si ricorda del Parlamento. Dozzo, non possibile che prerogative siano svilite da esecutivo

(ANSA) - ROMA, 23 MAR - ''Dalle dichiarazioni di autorevolissimi esponenti del Pd, a cominciare dal segretario Bersani, notiamo che finalmente anche loro si sono accorti dell'esistenza del Parlamento e della necessita' che il Governo la smetta di procedere a colpi di decreti legge e voti di fiducia. Non e' piu' accettabile che le prerogative delle Camere e dei singoli parlamentari vengano costantemente svilite dall'Esecutivo''. Lo dice il presidente dei deputati della Lega Nord, Gianpaolo Dozzo. 

Modena, sentenza choc "Sono nati in Italia niente espulsione"


Il giudice di pace libera due fratelli bosniaci dal centro di identificazione: "Non possono restare lì"


Niente Cie per i figli di stranieri nati in Italia. Sulla base di questo principio, affermato per la prima volta nel nostro Paese, il giudice di pace di Modena ha liberato due fratelli di origine bosniaca che erano trattenuti da oltre un mese nel Centro di identificazione ed espulsione modenese.
Motivo? La decisione del giudice di pace modenese potrebbe aprire la strada al una legge per lo ius soli, vale a dire il diritto di cittadinanza italiana che si acquisisce in virtù del solo fatto di essere nato nel nostro Paese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori e dal loro status giuridico. Una legge auspicata anche recentemente dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Mi auguro che in Parlamento si possa affronare anche la questione dela cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Nagarla è un’autentica follia, un’assurdita».Una vicenda, quella di Andrea e Senad Seferovic, che si è trasformata in un caso politico, con il Pdl e la Lega Nord che hanno annunciato un’interrogazione parlamentare, mentre il centrosinistra attacca la legge Bossi-Fini e parla di una «sentenza importantissima».
E veniamo al caso su cui si è pronunciato il giudice di pace di Modena. I due fratelli, di 23 e 24 anni, nati e cresciuti in Italia, erano stati fermati dalla polizia il 10 febbraio, nel corso di un servizio volto al contrasto di reati predatori. Alle loro spalle, precisa la questura, alcuni provvedimenti coercitivi per sentenze passate in giudicato. Privi di permesso di soggiorno da quando i genitori avevano perso il lavoro, e quindi anche i documenti per restare in Italia, nei loro confronti sono stati emessi due provvedimenti di espulsione, «nel rispetto - precisa la questura - della normativa vigente».
Questa mattina, però, il giudice di pace ha annullato i provvedimenti e ha disposto la liberazione di Andrea e Senad, che ora sognano «una vita normale», anche se la questura «valuterà l’opportunità di disporre ulteriori misure di prevenzione». La sentenza, nel frattempo, ha scatenato le reazioni della politica. Secondo il sindaco di Modena, «fa chiarezza e deve essere rispettata». Parla di decisione «storica» l’Arci, che spera «induca il Parlamento a calendarizzare al più presto la discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare» depositata lo scorso 6 marzo per modificare l’attuale normativa sulla cittadinanza.
L’Arci invita il Parlamento a rivedere al più presto la Legge Bossi-Fini, mentre il senatore Pd Roberto Di Giovan Paolo chiede anche di «attivare un processo per arrivare allo ius soli e fare dell’Italia un Paese davvero europeo». Il senatore Carlo Giovanardi, che ricorda la «pericolosità sociale» dei due bosniaci, parla di «sentenza creativa». «Ormai ognuno si inventa la sua legge», rincara la dose la vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini. 
Critica anche la Lega Nord; il segretario emiliano, Angelo Alessandri, parla di «razzismo al contrario»: «Si premiano gli stranieri a danno dei cittadini onesti».

Toh, leghisti laziali: “Portiamo qui il modello Nord di Bossi”. Nuove leghe crescono ben al di sotto del Po


Nuove leghe crescono ben al di sotto del Po. Qui per la verità siamo più vicini al Tevere di Roma (ladrona), ma qualcosa di verde si muove. La cosa leghista viterbese ha un nome, Lega federalista, un simbolo, diverso dall’Alberto da Giussano, ma con cui ha sfilato, con l’ok del coordinatore leghista Calderoli, sotto gli occhi di Bossi, Maroni e gli altri big del Carroccio. 












Ma cos’è questa Lega laziale? 

“Vogliamo portare il modello Nord anche in questa regione” dice il Bossi alla viterbese, Umberto Fusco, che ha guidato il corteo dei leghisti laziali a Milano, a gennaio, contro il governo dei Monti raptor. “Noi seguiamo l’esempio della Lega di Bossi, perché vediamo anche noi nel federalismo l’unica strada possibile per un vero ammodernamento del Paese. Il nostro partito fa del “modello Nord” il suo vessillo, vogliamo lavorare per portare la stessa efficienza anche nel centro-sud dell’Italia” spiega Fusco. Le parole d’ordine di Bossi e compagni padani riecheggiano nel lontano Lazio, profondo centro (centralista). Da tempo la Lega studia come scendere nelle regioni del centro Italia, e in molti casi ci è già riuscita. Nelle Marche il Carroccio è una realtà già sviluppata, in Umbria anche, per non parlare di Toscana ed Emilia Romagna, dove si registra un boom. Nel Lazio la conquista è più complicata, poiché è la regione di Roma, nemico costante della propaganda federalista leghista. Alle regionali 2010 si ventilò l’ipotesi di presentare il marchio leghista alle amministrative, ma poi non se ne fece nulla, probabilmente per evitare inutili flop. Più percorribile l’altra strada, quella delle liste amiche, sotto il comune segno del federalismo. Tipo appunto la Lega federalista, che conta già tre consiglieri al Comune di Viterbo, lo stesso Fusco (capogruppo), poi  Alfiero Spadoni e Maurizio Pinna. Leghisti veri e propri, seguaci di Bossi. Anche nella difesa delle Province: “E’ insensato pensare di abolire le Province – dicono quelli della Lega Federalista - quando tutte le organizzazioni, le associazioni, le Prefetture e tutte le altre istituzioni d’Italia sono organizzate su base provinciale. Il Governo vorrebbe trasformare le Province in un generico Ente di coordinamento, sostanzialmente privo di competenze, che sarebbero assegnate alle Regioni e ai Comuni. Non è così che si riducono i costi della pubblica amministrazione. Togliere di mezzo le 107 Province italiane è inaccettabile e rischia di rivelarsi pericoloso”. E mentre Zaia e Cota sfilano con gli agricoltori, i loro emuli laziali fanno lo stesso. Quando il Lazio è stato messo in ginocchio dalla super nevicata (Roma per prima), i leghisti laziali hanno fatto un accordo con gli agricoltori della zona, facendo in quattro e quattr’otto l’associazione Risorsa Verde. “Grazie a trattori e pale è stato quindi possibile liberare le zone periferiche della città e alleggerire le difficoltà di molte famiglie bloccate dalla neve”. Nell’elenco delle sedi e sezioni ufficiali della Lega nord, il Lazio non c’è, si arriva a sfiorarlo ma la regione è assente (http://www.leganord.org/ilmovimento/elenco_sedi.asp). Chissà che la Lega federalista non apra un varco ai barbari sognanti per conquistare il Lazio. 

giovedì 22 marzo 2012

Secessione: la Sardegna approva un ordine del giorno

 Il rischio secessione soffia da Cagliari e non solo dalla sede della Lega Nord di Via Bellerio a Milano. Per la prima volta nella storia italiana una Regione sottoporrà a verifica le ragioni della permanenza nello Stato, il fisco, il sistema dei diritti e dei doveri, gli obblighi di sussidiarietà e leale collaborazione tra istituzioni. In altre parole: le ragioni dello stare insieme. Con 31 voti favorevoli e 25 contrari ieri il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato l'ordine del giorno presentato da Partito sardo d'azione, Sel, Udc, Fli, Idv, Api. Ha votato a favore una parte del Pdl e contro tutto il PD e i Riformatori.
 Ecco coda dice l'ordine del giorno approvato: "Il Consiglio regionale, preso atto delle ripetute violazioni dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione da parte del Governo e dello Stato italiano nei confronti della Regione Sardegna  delibera di avviare una sessione speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda, per la verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato, che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della regione Sardegna nella repubblica italiana". 
 "Accadrà tutto in modo pacifico e legale e senza esiti precostituiti. Per la prima volta la Sardegna giudicherà l'Italia, senza separatismi, senza eversione – si legge nel sito del Partito sardo d'azione - ma solo ponendo sul piatto una questione semplice: stare in uno Stato comporta la vigenza di un patto equilibrato e giusto, quale oggi questo patto non è.  Adesso, per lo meno, se ne parla. L'altra novità è che il tema Sardegna attraversa gli schieramenti, si radica soprattutto nelle forze libere dal dogmatismo bipolare e scompagina le appartenenze per crearne di nuove e di più fresche. Da qui si deve partire per costruire una novità". 
di Roberto Galullo - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/zsDF1

Exploit leghista tra gli immigrati: 7 stranieri su 100 votano Bossi


bossi trota 20Umberto Bossi
All'indomani della giornata mondiale contro il razzismo, si moltiplicano le richieste da più parti politiche di estendere il diritto di voti anche ai cittadini stranieri, almeno a quelli dell'Unione Europea. Ma come voterebbero gli extracomunitari.Affaritaliani.it lo ha chiesto a uno dei principali sondaggisti, Nicola Piepoli. I risultati sono a dir poco sorprendenti.
Il 50%, ovvero la metà esatta sceglierebbe un partito di centrosinistra. Con un incremento di Sel e Idv sul Pd, che comunque resterebbe la principale forza, rispetto agli elettori italiani. Il Terzo Polo di Udc, Fli e Api si attesta complessivamente tra i cittadini stranieri al 15%, ovvero lo stesso dato che ottiene tra gli italiani. Nessuna variazione dunque.
E qui arrivano i colpi di scena. Il centrodestra, notoriamente più distante dai cittadini non italiani cala rispetto al voto "ufficiale" ma soltanto di 5 punti percentuali. Ovvero dal 35 al 30%. E all'interno di questo dato soprendentemente la Lega Nord raccoglie ben il 7% dei consensi tra i cittadini extracomuntiari. Un dato inatteso considerando la posizione dura del Carroccio nei confronti degli stranieri. Il Pdl, anch'esso più basso rispetto al dato "ufficiale" si attesta invece attorno al 23%.
Per quanto riguarda la città di Milano, dove la Lega è più forte rispetto al dato nazionale, le proporzioni tra i partiti rimangono più o meno le stesse. Ma da sottolineare, secondo le stime di Piepoli, che il Carroccio si attesterebbe addirittura al 10% tra i cittadini comunitari.

Crisi: Calderoli, da Lega Nord 10 proposte legge d'iniziativa popolare


Crisi: Calderoli, da Lega Nord 10 proposte legge d'iniziativa popolare


(ASCA) - Roma, 21 mar - Una delegazione della Lega Nord, capitanata dal segretario federale, Umberto Bossi, ha depositato alla Corte di Cassazione dieci proposte di legge di iniziativa popolare contro la crisi, che si aggiungono a quella depositata due settimane fa sulle pensioni.

''Queste nostre proposte - spiega il coordinatore delle segreterie nazionali, Roberto Calderoli - rappresentano le prime risposte provenienti dalla Lega Nord, cui ne seguiranno altre, per superare questa situazione di crisi e venire incontro alle crescenti difficolta' delle famiglie e delle imprese e per contribuire ad un recupero della democrazia''.

Le proposte di legge verranno illustrate alla stampa la prossima settimana e riguardano: garanzia del credito a famiglie e imprese: separazione tra credito produttivo e attivita' finanziaria speculativa; Tfr in busta e prestito del lavoro; busta paga pesante: abolizione del sostituto d'imposta; disposizioni atte a garantire l'autonomia finanziaria dei comuni, delle province e delle regioni; attribuzione dell'Imu ai comuni e abrogazione dell'imposta sulla prima casa; misure dirette ad evitare l'infiltrazione mafiosa nei territori padani; tutela della sovranita' popolare; trasformazione in senso federale dello Stato e tagli alla spesa pubblica; federalismo fiscale portuale: attribuzione al porto di Genova e ai porti di interesse internazionale di quote del gettito derivante dai tributi erariali; interventi a favore del settore agricolo e abolizione dell'Imu in agricoltura.

“La Fornero fa shopping in auto blu” - La Lega all'attacco del ministro del lavoro


Attenzione a misurare le parole sulla riforma del lavoro, evitando di accentuare i toni sulla figura del ministro Elsa Fornero. E’ il richiamo giunto in aula alla Camera, alla vigilia della presentazione del testo con cui il governo punta a un profondo riassetto del mondo del lavoro.
LO SHOPPING - Tutto e’ nato da un intervento in aula del leghista Stefano Allasia, che ha riferito di un episodio riportato da un “quotidiano on line” avvenuto nei giorni passati a Torino. “Il ministro Fornero -ha dichiarato Allasia- si e’ recata a fare shopping in centro con quattro auto di servizio, scortata da una decina di agenti con dei costi notevoli per lo Stato. Viste le difficolta’ che devono affrontare gli italiani, il ministro avrebbe dovuto evitarlo”.
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LE SCRITTE SUI MURI – Parole che hanno fatto il paio con le scritte apparse sui muri di alcune citta’ contro la titolare del Welfare. “Non possiamo non manifestare una profondissima preoccupazione – ha affermato Roberto Giachetti del Pd – purtroppo il passato ci ammonisce. Nel prendere atto che al ministro Fornero e’ stato rafforzato il servizio di sicurezza, esprimiamo la nostra preoccupazione e la nostra solidarieta’, cosi’ come avremmo fatto nei confronti di qualsiasi altro ministro che si fosse trovato nella stessa situazione”.”Il clima nel nostro Paese si sta imbarbarendo -ha aggiunto Renato Cambursano, ex Idv ora al gruppo Misto- non giovano certamente le scritte ‘Fornero al cimitero’ apparse sui muri o di fianco alle quali si e’ fatto ritrarre un segretario di partito. Parole che ci riportano indietro nel tempo e contro le quali occorre fare quadrato. Sulla riforma ognuno puo’ avere le proprie opinioni ma e’ necessario che il clima non degeneri”.

LA SOLIDARIETA’ – “Voglio associarmi alla solidarieta’ espressa la ministro Fornero -ha dichiarato Paola Binetti a nome dell’Udc- che sta svolgendo con determinazione un compito difficilissimo. Il momento e’ molto complicato e c’e’ bisogno di coesione sociale che si costruisce anche con l’integrita’ di una comunicazione serena e misurata, che non faccia mai della diversita’ dei punti di vista un bersaglio”. “Non possiamo non solidarizzare con il ministro -ha detto Francesco Barbato dell’Idv- pero’ vogliamo anche allertare il governo e le forze politiche a non contribuire ad alimentare tensioni sociali e a mettere a rischio l’ordine e la sicurezza pubblica. Con la modifica dell’articolo 18 il governo getta benzina sul fuoco”. (ADNKRONOS)