mercoledì 13 aprile 2011

Processo breve, la Camera dice sì.

Roma, 13 apr. (Adnkronos/Ign) - Con 314 sì e 296 no la Camera ha approvato il disegno di legge contenente la norma sulla prescrizione breve e che modifica l'originario testo sul processo breve. Il testo passa ora al Senato.


Esulta il Pdl: ''Siamo una vera e propria macchina da guerra''. Anche Silvio Berlusconi ha accolto con soddisfazione l'esito del voto. La maggioranza ha tenuto, abbiamo dimostrato di essere compatti anche stavolta, avrebbe commentato il Cavaliere con chi ha avuto modo di sentirlo. L'opposizione ha dimostrato di non aver fatto bene i conti, ci fa una pessima figura e ora quota 330 è davvero qualcosa di concreto, sarebbe stato il ragionamento del presidente del Consiglio.

Il premier ha poi convocato per domani mattina, a palazzo Grazioli, lo stato maggiore del Pdl. All'incontro saranno presenti i capigruppo e i coordinatori del partito. Qualcuno non esclude che al summit potrebbero partecipare anche i capigruppo della Lega, trasformando così l'incontro in un vertice di maggioranza.

Sul versante della cronaca, dopo una mattinata tesa, nel pomeriggio è arrivato il primo atteso via libera della Camera all'articolo tre del disegno di legge, che introduce la prescrizione breve. In pratica per gliincensurati e in assenza di sentenza di primo grado, la prescrizione, una volta ripresa a decorrere dopo l'interruzione, potrà essere aumentata di un sesto rispetto al termine di un quarto previsto per i recidivi. Sono esclusi i reati di grave allarme sociale.

Mentre si votava in aula, fuori Montecitorio è tornato a protestare il popolo viola che ha pesantemente contestato il sottosegretario Daniela Santanchè con fischi, slogan e insulti. Oltre alle bandiere dei partiti di opposizione, ai rappresentanti del Popolo viola, sulla piazza le associazioni dei familiari delle vittime in attesa dei processi che, questo è il loro timore, rischiano di non arrivare mai alla sentenza definitiva.

La giornata a Montecitorio era iniziata con il presidente della Camera Gianfranco Fini che aveva respinto la richiesta della minoranza "di ulteriore ampliamento dei tempi" oltre a quello già concesso. ''Sarà comunque garantito un tempo di dieci minuti a ciascun Gruppo per la dichiarazione di voto finale" ha chiarito.

I lavori sono andati avanti con le votazioni sugli emendamenti, tra questi quello per stralciare dal provvedimento i reati legati a stragi come quella dell'Aquila. Il Pd ha chiesto di sostenere l'emendamento, sottoscritto anche da Idv e Fli, ma l'invito non è stato seguito dalla maggioranza che l'ha bocciato.

"Abbiamo chiesto ai singoli deputati della maggioranza - ha detto il capogruppo del Pd, Dario Franceschini - di votare o di astenersi o di non partecipare al voto per consentire che almeno il reato di omicidio colposo plurimo, che fa prescrivere prima i processi che riguardano il terremoto dell'Aquila e la strage di Viareggio, venisse stralciato. Nemmeno su quello c'è stata un'obiezione di coscienza".

La seduta alla Camera è partita subito caldissima. Roberto Giachetti del Pd ha duramente attaccato Fini definendolo "il peggiore presidente per l'opposizione" per via delle sue decisioni sui tempi a disposizione della minoranza. Subito dopo è intervenuto, a difesa del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che ha definito "inaccettabile" l'attacco. Giachetti ha accusato Fini di non essere più imparziale da quando Pdl e Lega spingono per le sue dimissioni. Che più tardi ha precisato: ''E' chiaro che in giorni di stress e di nervosismo ho pronunciato un discorso duro ma che non mette minimamente in discussione la stima e il rispetto che nutro per il presidente della Camera''.

Da parte sua il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha poi spiegato: "Giachetti ha esagerato ma il suo giudizio era rivolto su un punto specifico dei lavori dell'Aula. Non si è trattato di un giudizio complessivo sulla persona".

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