martedì 18 giugno 2013

Lombardia: Maroni, portero' in Ue grido di dolore delle nostre imprese

Lombardia: Maroni, portero' in Ue grido di dolore delle nostre imprese

(ASCA) - Milano, 17 giu - ''Quando nei prossimi giorni vedro' a Bruxelles il presidente Barroso per parlare di Expo, portero' l'auspicio che l'Europa non sia solo matrigna, ma sia di aiuto e sostegno alle aree in difficolta''' perche' ''il grido d'allarme, quasi di dolore, che viene dal mondo delle imprese lo sento bene e lo voglio portare all'attenzione di tutte le autorita', soprattutto quelle europee''. E' quanto ha dichiarato il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo questa mattina al convegno 'Europa, Euro, Italia', promosso dalla Federazione nazionale Cavalieri del Lavoro. Per Maroni, il tema del lavoro, dello sviluppo e il modo di contrastare la crisi ''dovrebbero vedere l'Europa protagonista''.


Maroni, nel corso del suo intervento, ha ribadito che ''il lavoro e' per me la priorita' numero uno''. Presenti, tra gli altri, il presidente della Federazione italiana Cavalieri del Lavoro Benito Benedini, il presidente della Rai Anna Maria Tarantola, Antonio Padoa Schioppa, Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis.

''In Lombardia - ha spiegato il presidente - abbiamo gia' deciso una serie di misure, per consentire alle imprese di lavorare. L'occupazione infatti non si crea per decreto, ma consentendo alle imprese di lavorare e, quindi, di assumere''. ''A breve - ha aggiunto Maroni - sara' approvato in Giunta un pacchetto di interventi da 1 miliardo di euro, che permettera' di dare sostegno a oltre 45.000 imprese''.

Come spiegato dallo stesso Maroni, ''il mio compito e' introdurre misure per creare lavoro: non ho tutte le competenze, ma ho il dovere di creare le condizioni, perche' nella mia regione si attuino tutte le politiche, europee, nazionali, regionali e locali in grado dicontrastare quella che rischia di essere un'emergenza sociale''.

A questo proposito Maroni ha sottolineato che ''le difficolta' delle imprese, dei lavoratori e dei giovani rischiano di trasformare il dato fisiologico della disoccupazione in dato patologico''.

Dal 2008 al 2012, infatti, il tasso di disoccupazione e' raddoppiato in Lombardia, quello giovanile ha superato il 25 per cento: ''e' per me necessario - ha ribadito Maroni - attivare tutte le leve regionali e quelle che stanno a Roma e Bruxelles, perche' a questa emergenza si diano risposte concrete e immediate''.

A proposito dell'euro, Maroni ha notato come sia ''una realta' che viviamo con un po' di apprensione e con valutazioni anche diverse''. ''Oggi - ha detto ancora il presidente - ci sono voci critiche in Italia e in Europa. Ci sono soggetti politici in diversi Paesi, che sono euro-critici ed euro-scettici. La richiesta di uscire dall'euro, che c'e' in giro in Europa, molti la considerano una boutade; io la ritengo una cosa seria, perche' puo' portare alla disgregazione''.

venerdì 14 giugno 2013

Lombardia: Maroni incontra Cota e Burlando, strategie comuni con Liguria


(ASCA) - Milano, 13 giu - Stabilire sinergie e dare vita ad azioni comuni, per sfruttare tutte le potenzialita' di un territorio omogeneo. E' l'intendimento dimostrato oggi a Genova dai governatori di Lombardia, Piemonte e Liguria.

''Regione Lombardia e' interessata a iniziative comuni, che riguardino il porto di Genova e il terzo valico, e a un piu' stretto collegamento sul piano istituzionale fra le nostre tre realta''' ha spiegato il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha aggiunto: ''Genova e la Liguria sono il porto naturale per la Lombardia, dobbiamo intensificare i rapporti, perche' abbiamo interessi comuni. E noi, al di la' delle differenziazioni politiche, rappresentando le istituzioni, abbiamo il dovere di fare cio' che serve nell'interesse dei nostri cittadini''. Il problema, secondo Maroni, e' che ''non tutto dipende da noi''. Percio' ''coinvolgeremo anche il Governo e l'Unione europea e certamente cercheremo anche la collaborazione di tutti i soggetti interessati, a partire dai nostri parlamentari e consiglieri regionali''.

Da Maroni anche una riflessione sul ruolo strategico ''che potra' essere ricoperto da Genova e dalla Liguria'' in vista dell'Expo. ''Questo territorio - ha ribadito - deve essere coinvolto per la valorizzazione degli eventi Expo''.

domenica 9 giugno 2013

AFGHANISTAN: MARONI, SAREBBE UTILE LASCIARE QUESTO TEATRO DI GUERRA

Roma, 9 giu. (Adnkronos) - "Noi abbiamo sostenuto la missione ma dopo oltre 10 anni, con costi esorbitanti perche' si parla di 50 milioni al mese con la crisi che c'e', sarebbe utile ripensarci e lasciare questo teatro di guerra". Lo ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni a 'L'intervista' su SkyTg24.

IMMIGRAZIONE: MARONI, IUS SOLI COSA SENZA SENSO KYENGE SU QUESTO GENERA CONFLITTO

MILANO, 9 GIU - Dare la cittadinanza a chi e' nato in Italia e' una ipotesi a cui RobertoMaroni e' contrario. ''Io sono contrario - ha detto su Skytg24 - perche' l'Italia e' un Paese di confine. Significa favorire l'immigrazione clandestina. E' una cosa senza senso e solo ideologica''. Il ministro Cecile Kyenge ''quando parla di ius soli - ha aggiunto - si muove malissimo, perche' genera conflitto''.

Clandestinità è reato: lo dice anche la Cassazione

In una rara dimostrazione di sanità mentale,  la Cassazione ha di fatto confermato che la clandestinità è reato. Non ostante gli schiamazzi di Boldrini e congolese.
I giudici della Corte infatti, con la sentenza n. 24877/13, hanno confermato la pronuncia di secondo grado che ha inflitto la pena pecuniaria di 5000,00 euro a un extracomunitario che, in violazione dell’art. 10bis del D.Lgs. n. 286/1998, dimorò in territorio italiano senza essere provvisto di permesso di soggiorno.
Contro la sentenza di condanna in appello, vi fu, incredibilmente, l’impugnazione del Procuratore Generale – ovvero chi dovrebbe rappresentare in un certo senso la pubblica accusa – il quale argomentò contro la sentenza d’appello, che, secondo lui, la norma contrastava con la nostra Costituzione e le norme europee.  Con questa sentenza la Cassazione dà ragione alla Corte d’Appello e torto al Procuratore Generale, affermando una volta per tutte che il reato di ingresso e permanenza illegale sul territorio italiano è conforme alla nostra Costituzione (come affermato dalla stessa Corte Costituzionale con sent n. 250/10) e non contrasta nemmeno con la Direttiva UE 115/2008 (così come anche esplicitamente sancito dalla Corte di Giustizia Europea con la decisione del 6/12/12).
Secondo la Cassazione infatti, la norma che prevede il reato di immigrazione clandestina “non punisce una condizione ontologica” (la condizione di straniero), ma una precisa condotta penalmente rilevante: l’essere, lo straniero, penetrato nel territorio nazionale illegalmente, e cioè in violazione delle norme che regolano i flussi migratori, che lo Stato italiano è legittimato a controllare.
Insomma, le frontiere esistono, e lo Stato ha il diritto – e il dovere – di farle rispettare in nome della comunità dei cittadini italiani. Resistono, anche nella magistratura, sacche di buon senso.