venerdì 30 settembre 2011

Napolitano: «Il popolo padano non esiste E in Italia niente spazi per la secessione»


Il capo dello Stato: nella Costituzione non c'è possibilità di una via democratica alla separazione

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi a Napoli (Ansa)
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi a Napoli (Ansa)
NAPOLI - «Nell'ambito della Costituzione e delle leggi non c'è spazio per una via democratica alla secessione». È quanto ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso alla facoltà di Giurisprudenza di Napoli. Napolitano ha poi sottolineato che «non c'è un popolo padano». E ancora: «Si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia». Un riferimento indiretto ai raduni della Lega Nord nel «pratone» di Pontida che ogni anno celebrano il movimento di Umberto Bossi nella «città del giuramento» (quello della Lega Lombarda che si unì contro il Barbarossa). Il capo dello Stato ha poi ricordato che «nel '43-'44 l'appena rinato Stato italiano, di fronte a un tentativo di organizzazione armata separatista, non esitò a intervenire in modo piuttosto pesante con la detenzione di Finocchiaro Aprile».
«STATO LOMBARDO-VENETO? GROTTESCO» - «Ho avuto modo di dire che la secessione è fuori dalla storia e ho aggiunto fuori dalla realtà del mondo di oggi - ha detto ancora Napolitano - . Perchè se si guarda al mondo d'oggi appare grottesco semplicemente il proporsi di creare che cosa?. Uno Stato Lombardo-Veneto? Che quindi calchi la scena mondiale competendo poi con la Cina, con l'India, con il Brasile, con gli Stati Uniti, con la Russia... Mi pare che il livello di grottesco sia tale che dovrebbe bastare questo richiamo a far capire che si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia». )
UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE - Secondo Napolitano il sistema elettorale vigente «ha rotto il rapporto di responsabilità tra elettore ed eletto». Per questo ha parlato dell'opportunità di una nuova legge per la scelta dei rappresentanti del popolo in Parlamento. «Ritengo che forse è maturata già da un pezzo - ha sottolineato - e che si stia andando verso un riconoscimento a cui pochi possono sfuggire della necessità di un meccanismo elettorale che faciliti un ritorno di fiducia». «Non voglio idealizzare o idoleggiare i modelli del passato - ha aggiunto però il presidente della Repubblica -, perchè sappiamo quanto la pratica delle preferenze grondasse di negatività ma era una forma di collegamento più diretto» tra eletto ed elettore.
SQUILIBRI UOMINI-DONNE - Napolitano ha affrontato anche altri temi, tra cui quello delle pari opportunità. «Sono rimasti squilibri molto grandi tra gli uomini e le donne - ha detto - ma sono stati fatti anche grandi passi avanti». «Il campo in cui è più sottovalutata la presenza femminile - ha aggiunto - è la politica e le istituzioni e su questo non ci sono dubbi». Il presidente ha poi concluso sottolineando: «Verissimo che non c'è mai stato un presidente della Repubblica donna ma di questo non mi sento colpevole».

Bossi, stop sulle pensioni «Non tocco i poveracci» E ai vescovi: dite messa


Attacco alla Marcegaglia: deve svegliarsi Il gesto Il leader leghista ripropone il dito medio alzato a chi parla di toccare la previdenza Non vogliamo prendere i soldi ai pensionati e darli alle imprese Umberto Bossi Il rilancio Il Senatur: per rilanciare l' economia bisogna mettere d' accordo un po' di teste

MILANO - Torna il dito medio più noto d' Italia. E questa volta non è irridente: serve per dare la linea. Umberto Bossi arriva alla Camera e con quel dito chiarisce una volta di più la posizione del Carroccio sulle pensioni. E già che c' è, nel commentare l' argomento, riserva un pensiero poco affettuoso anche ai severi richiami della Confindustria di Emma Marcegaglia nei confronti del governo: «Se il progetto è prendere i soldi ai pensionati e darli alle imprese non cambia niente. Rovini solo i poveracci...». Fortunatamente, aggiunge Bossi «ci siamo noi». Il concetto viene ripetuto perché non sfugga a nessuno: «Non vogliamo mica portare via i soldi ai pensionati per darli agli imprenditori come dice Confindustria, siamo mica matti». Secondo il leader padano, «una volta c' erano gli imprenditori che inventavano il lavoro. Ma oggi sono invecchiati anche loro e quelli che inventano sono in Cina. Devono svegliarsi, non basta mettere i soldi ma servono le idee. Mi riferisco alla Marcegaglia? Certo, anche lei». Eppure, anche Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sono convinti della necessità di metter mano al sistema previdenziale. Ma Bossi, con loro, è ben più mansueto: «Ma no, anche loro vogliono bene ai poveracci». La domanda era se il capo del governo avesse insistito sull' argomento al summit di martedì sera. Ma al di là di ogni considerazione di giornata, il Carroccio resta determinatissimo a fare muro, soprattutto sulle pensioni di anzianità. «Non è vero - sostiene un deputato - quel che vanno dicendo alcuni intelligentoni del Pdl. L' Europa non ci chiede di metter mano alle pensioni. Anzi, proprio in un rapporto dell' Unione Europea del 2009 si può leggere che il sistema pensionistico italiano è in equilibrio fino al 2060. Anzi, è uno dei più stabili del vecchio continente». E allora, come mai tante insistenze da parte degli alleati? «Semplicissimo. I soldi ci sono solo lì, e sono tanti. Qualcuno pensa che prenderli da quel salvadanaio sarebbe facile. Qualcun altro si nasconde dietro al fatto che nessuno ci perderebbe soldi, ma semplicemente andrebbe in pensione un anno più avanti. Ma la realtà è che invece sarebbe una cosa devastante. E chissà: a qualcuno potrebbe anche piacere il fatto che sarebbe devastante soprattutto per gli elettori della Lega». In ogni caso, Umberto Bossi è in vena, e non si limita certo alle pensioni. La dura presa di posizione del presidente della Cei Angelo Bagnasco? «I vescovi dovrebbero dire qualche messa in più» sbuffa il capo padano. Quanto al governatore di Bankitalia, il dado è tratto: «Io preferisco Vittorio Grilli che è di Milano». Il tono è scanzonato, ma la linea, anche qui, tracciata. Anche se Roberto Maroni ricorda che «ad agosto avevamo detto che era giusto mandare uno che aveva indicato Mario Draghi». Restano le tensioni nel governo. Bossi non se le nasconde: «Dobbiamo trovare la via per rilanciare l' economia. Quindi, bisogna mettere d' accordo un po' di teste. Ma Berlusconi e Tremonti sanno che va trovata una soluzione». Ma il governo taglierà il traguardo del 2013? «Non lo so. Oggi è andato». E intanto, il Carroccio fa quadrato. Le difficoltà con la base, che traboccano dai forum politici come dalle interviste dei media, impongono al movimento di serrare i ranghi. Nessuno, ai piani alti del movimento, si illude: il voto che ha confermato la fiducia al ministro Saverio Romano a molti militanti non è piaciuto affatto. E certo non hanno aiutato le ironie di molti esponenti delle opposizioni riguardo al presunto «scambio» tra il salvataggio di Romano e il siluramento del leghista Dario Fruscio, che fino al giugno scorso si ostinava a voler far pagare le multe agli agricoltori che hanno sforato la produzione segnata. E così, ieri Roberto Maroni e il capogruppo Marco Reguzzoni sono stati visti discutere a lungo: qualcuno ieri già parlava del «patto di Montecitorio». Una non belligeranza in nome di Umberto Bossi e del partito. M. Crem.



Spunta il vero Cetto La Qualunque


Ormai per il popolo della Rete Aldo Ubaldo Biondi è diventato il nuovo Cetto La Qualunque, l'incarnazione del personaggio inventato da Antonio Albanese. In un filmato il sindaco di Catenanuova (Enna, Sicilia) intrattiene i compaesani dopo una festa di paese con un discorso degno della star del cinema. I tratti distinti sono gli stessi: problemi con i congiuntivi, frasi sgangherate, passioni inconfessabili ("Evviva u pilu") e appelli bizzarri contro droga e alcool. In Rete è già un divo.


Il sindaco, ex assessore alla Cultura del piccolo paesino dell'entroterra siciliano, potrebbe addirittura sfruttare l'inaspettata fama per fare carrierea. Quello che al popolo della Rete piace è la genuinità dei suoi discorsi. Certo La Qualunque non era un esempio da seguire: maneggione, tintrratteneva rapporti  con uomini poco raccomandabili. Ma di sicuro Ubaldo Biondi non seguirà il suo esempio.

Stranieri, Pisapia lancia la raccolta di firme per cittadinanza e diritto di voto


Giuliano Pisapia e Basilio Rizzo lanciano la raccolta di firme (Liverani)
Giuliano Pisapia e Basilio Rizzo lanciano la raccolta di firme (Liverani)

MILANO - È iniziata con le firme del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e del presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo la raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare sui temi della cittadinanza e del diritto di voto per gli immigrati. Obiettivo dell'iniziativa «L'Italia sono anch'io», presentata giovedì a Palazzo Marino, è quello di raggiungere le 50 mila firme per ciascuno dei due documenti, affinché possano arrivare al vaglio del Parlamento. La prima proposta di legge va a riformare la legge sulla cittadinanza, sostituendo allo «ius sanguinis» (ovvero la cittadinanza trasmessa per via del sangue e quindi solo se si è figli di italiani) lo «ius soli» (è cittadino chi nasce in Italia). In particolare l'intenzione dei promotori - tra cui Acli, Arci, Cgil, Cisl e alcune associazioni di immigrati - è quella di una modifica della normativa vigente, in modo tale che chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno sia italiano, oltre a dare la possibilità di richiedere la cittadinanza non appena maggiorenne (per chi fa domanda entro i due anni successivi al compimento del 18esimo) a chi è nato in Italia o vi è arrivato entro il decimo anno di età. La modifica della legge coinvolgerebbe anche i sindaci, che potrebbero presentare una istanza al presidente della Repubblica per concedere la cittadinanza agli stranieri legalmente soggiornanti in Italia da 5 anni (attualmente ne occorrono 10).
IL VOTO - La seconda proposta chiede il diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni amministrative (Comuni, Province e Regioni) agli stranieri residenti regolarmente in Italia da 5 anni. I moduli per firmare sono disponibili agli uffici comunali di via Larga e nei nove Consigli di Zona. «È una bellissima iniziativa. Anche il nome è importante: "L'Italia sono anch'io"», ha dichiarato Pisapia. «Una nuova legge - continua il sindaco - della cittadinanza, perché la legge attuale è una legge vecchia, una legge superata che non tiene conto della realtà attuale, e una legge che preveda il diritto di voto amministrativo ai tanti stranieri che sono in Italia e che hanno una vita regolare, che lavorano, operano e studiano in Italia».

UE: messa in mora per rifiuti Napoli. De Magistris pensa alle piste ciclabili


La Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora per la situazione dei rifiuti a Napoli. Il passo successivo, in caso di inadempienza, e’ il ricorso alla Corte di giustizia Ue insieme a sanzioni pecuniarie.
Con questo forte avvertimento la Commissione europea – si legge – ”preme sull’Italia affinché trovi soluzioni efficaci a breve e lungo termine per la gestione dei rifiuti in Campania, regione che su questo fronte è stata al centro di ripetute crisi che destano non poche preoccupazioni in quanto ormai da vari anni stanno mettendo in pericolo la salute umana e l’ambiente”.
Si ricorda poi all’Italia ”la necessità di conformarsi alla sentenza del 2010 della Corte Ue”. ”E’ passato troppo tempo dal nostro primo avvertimento all’Italia sulla questione rifiuti, nulla e’ stato fatto, e ora abbiamo bisogno di vedere risultati a breve termine”, ha motivato il portavoce del commissario Ue all’ambiente, Janez Potocnik.
Il sindaco di Napoli, l’ex magistrato Luigi De Magistris, in carica da 5 mesi,malgrado le 500 tonnellate di spazzatura a terra in città, dichiara le sue priorità: “Darò a Napoli la più grande pista ciclabile del Mezzogiorno”. In mezzo alla munnezza sì, ma piu’ biciclette per tutti!


giovedì 29 settembre 2011

Palermo paga i dipendenti per spalare neve a luglio


Il caso di un dipendente della provincia siciliana che, solo ad agosto, ha richiesto il pagamento di 200 ore di straordinario per lo spalamento di una neve che non c'è. Altre 215 ore gli erano state pagate nei mesi precedenti. Fino a quando qualcuno in Provincia ha bloccato i pagamentidi SEBASTIANO MESSINA

PALERMO - C'è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c'è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c'è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell'isola del sole c'è la neve. 
Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale? Questo, al momento, è un segreto. Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario notturno) per "spalamento neve". 
Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell'inverno scorso. Macché. Quelli glieli avevano liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo. Tutto lavoro straordinario, pagato a parte, che dall'inizio dell'anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell'instancabile Di Grazia di una cifretta pari a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.
Poi, a marzo - purtroppo - persino sulle cime delle Madonie l'ultima neve si è sciolta. E gli spalatori hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari). Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull'isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha continuato a spalare una neve che vedeva solo lui. E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto all'ufficio del personale. Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi). Cinquantatre sotto il sole di maggio. Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno. Lui spalava, spalava, e la neve non finiva mai. Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava. Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all'ombra). Per toccare, in pieno agosto, l'apice dello sforzo: duecento ore.

Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha bloccato il pagamento, quando ormai l'instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di straordinario. Il poveretto dev'essere rimasto di sasso - lo immaginiamo con la vanga a mezz'aria, davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria - perché l'anno scorso nessuno aveva battuto ciglio quando s'era fatto pagare centodiciassette ore di "spalamento neve" straordinario nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia il disgelo di fine estate).

Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l'ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.



http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/09/29/news/neve_agosto-22392932/

mercoledì 28 settembre 2011

Bossi, riforma pensioni? Basta soldi a imprenditori Leader leghista: 'Non vogliamo mica portare via i soldi ai pensionati per darli agli imprenditori'

ROMA - Prima il gesto del dito medio e poi la spiegazione: "Non vogliamo mica portare via i soldi ai pensionati per darli agli imprenditori come dice Confindustria, siamo mica matti". Il ministro Umberto Bossi, conversando con i cronisti a Montecitorio, torna a blindare le pensione ed esclude l'ipotesi di 'ritocchi'. "Ma Berlusconi e Tremonti ieri sera al vertice di Palazzo Grazioli hanno insistito?", domandano i cronisti: "No - replica il leader leghista - Anche loro bene vogliono bene ai poveracci"

Ddl riforme prossima settimana in Senato Il progetto prevede tra l'altro il taglio dei parlamentari

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Ddl riforme prossima settimana in Senato
(ANSA) - ROMA, 28 SET - Il ddl Calderoli che prevede, tra le altre cose, il taglio dei parlamentari, approdera' in Senato la prossima settimana. Lo ha detto lo stesso ministro nell' Aula del Senato affermando che ''al di la' dei tempi necessari per la firma'' da parte del Quirinale arrivera' ''al massimo l'inizio della settimana prossima''.

Rifiuti, Bruxelles mette in mora De Magistris Ma Giggino non aveva già ripulito Napoli?


Ora De Magistris è nei guai. Aveva gridato al miracolo, aveva giurato di aver risolto l'emergenza rifiuti. Invece l'allarme resta e l'Ue fa sapere che partirà una lettera per metter in mora il Belpaese: il 4 marzo 2010 l'Italia era già stata condannata dalla Corte di giustizia. Sto al contratto con l'Olanda

Bruxelles - Ma Giggino non aveva messo a posto tutto quanto? Non aveva fatto il miracolo liberando Napoli dai rifiuti? A detta dei vertici dell'Eurozona il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, avrebbe toppato in pieno. Insomma, il capoluogo campano non è stato liberato dalla piaga dei rifiuti, tanto che, a detta dell'Ansa che ha sentito fonti Ue vicine al dossier, sarebbe già pronta una lettera per mettere in mora l'Italia per la situazione dei rifiuti a Napoli. La Commissione Ue deciderà giovedì prossimo e, salvo cambiamenti dell’ultima ora, l’Italia avrà due mesi di tempo per reagire. Il passo successivo è, infatti, la Corte di giustizia e le sanzioni.
Come aveva già denunciato il Giornale settimane fa, sotto al Vesuvio era rispuntato il pattume. Qualche centinaio di tonnellate lasciate a marcire sotto il sole tiepido di settembre. La soluzione portata avanti da De Magistris è quella di portare i rifiuti in Olanda via mare.  E Napoli è tornata ad essere nel mirino dell'Unione europea. Nonostante i prclami del neosindaco, la situazione p ancora incandescente. L'emergenza non è stata risolta e ora si muove Bruxelles. E', infatti, da diversi mesi che il commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnik, mette in guardia sull'emergenza rifiuti nel capoluogo campano affermando che in assenza di miglioramenti non avrà altra scelta che proseguire con la procedura d’infrazione europea e le conseguenti sanzioni pecuniarie. Il 4 marzo 2010, infatti, il Belpaese ha subito la prima condanna della Corte di giustizia europea per "non aver adottato tutte le misure necessarie per smaltire i rifiuti". In caso di una seconda condanna, le sanzioni della comunità europea verrebbero applicate sulle carenze di gestione passate e future. 
In realtà, settimana scorsa, Dagospia ha smentito l'esponente dell'Idv: "Si doveva partire a settembre, ma ora si inizia a parlare di autunno. Il sito di via Brin, che dovrebbe essere usato per stoccare la munnezza in transito prima dell'imbarco, non è pronto". Non solo. Sempre Dagospia rivela che "il neuroparlamentare olandese Cornelis de Jong solleva dubbi sulla regolarità di un eventuale accordo tra il Comune e il colosso olandese dell'incenerimento dei rifiuti Avr e più in generale di tutta l'operazione waste cruises". Insomma, l'emergenza rifiuti è tutt'altro che risolta.

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Cicciolina ci riprova: "Voglio diventare il sindaco di Monza"


Cicciolina parlamentare (Fotogramma)
Cicciolina parlamentare (Fotogramma)
Monza, 28 settembre 2011 - Il 26 novembre compirà 60 anni, e da quel giorno comincerà a percepire la pensione da ex parlamentare. Tremila euro al mese per i 5 anni passati a Montecitorio nelle liste dei Radicali, fra il 1987 e il 1992. Ma ora Cicciolina, al secolo Ilona Staller, vuole tornare in politica. E ritenta la scalata a sindaco di Monza.
«Voglio diventare sindaco di Monza», dice, anche se ammette di non sapere neppure quando si svolgeranno. Dopo la candidatura del 2002 l’ex pornostar Ilona Staller annuncia il suo ritorno in politica e rilancia quello che definisce il suo «antico progetto»: sedersi sulla poltronissima di Monza. Le idee le ha già chiare, ripescandole dal programma di nove anni fa: «La farei diventare una città eccitante. Ne ha tutte le potenzialità. Per esempio, se si trasformasse la Villa Reale in un lussuoso Casinò arriverebbero soldi a palate per il Comune». Per farlo «intendiamo fondare un partito di tipo ottimista-futurista. Basta con i partiti del magna-magna, i voti pilotati, gli appalti e le corruzioni. Pensiamo a un partito degli onesti: antimilitarista e per i diritti dei deboli. Andrei fra la gente - promette -, come al tempo dei Radicali, ad ascoltare i problemi».
E proprio come quando si candidò per la lista dei Libertari del coordinatore Gregorio Grassi. Anche allora era convinta che Monza dovesse diventare «una città eccitante e per questo ho pensato di trasformare la Villa Reale in un casinò e il parco nella Disneyland della Brianza». Auspicava pure che la facessero provincia: «Se lo merita perché è una città splendida e io mi impegnerò per renderla ancora più bella. Bisogna risolvere i problemi di traffico, migliorare la qualità della vita e valorizzare le ricchezze della città come l’autodromo».

Eppure i suoi buoni propositi e la sua candidatura non vennero evidentemente presi troppo sul serio: alle urne raggiunse poco più dell’1%, 1009 voti. Ben al di sotto delle aspettative annunciate di poter arrivare al 4%. E al flop alle urne si aggiunse anche l’inchiesta sulle firme false a sostegno della candidatura di Cicciolina che tuttavia non spostò l’esito elettorale e si chiuse con il pagamento di una oblazione di 666 euro. Adesso Ilona Staller torna in corsa. Corsi e ricorsi. E lei assicura: «Si sentirà ancora parlare di Cicciolina in politica».
«Monza è una città longobarda e i Longobardi venivano dall’Ungheria. Quindi Ilona Staller, che è nata a Budapest, potrebbe essere l’erede della regina Teodolinda». Così Cicciolina venne sponsorizzata da Gregorio Grassi, coordinatore cittadino de «I Libertari».
di Marco Galvani


Stucchi (Lega): la sinistra gioca sporco ma non incanta nessuno


Giacomo Stucchi
Giacomo Stucchi
ROMA — “La solita strategia della sinistra che mira a incunearsi nella coalizione di governo, sia con le trappole in Parlamento, sia fomentando un clima di antipolitica diretto prevalentemente contro la maggioranza, non incanta nessuno”. Così il parlamentare della Lega Nord, e Segretario dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi, in un articolo pubblicato sul suo blog.
“Un gioco sporco – continua il parlamentare bergamasco – al quale si sono aggiunti i nuovi oppositori del Governo, ovvero i promotori del fallito voto di sfiducia del 14 dicembre 2010. Costoro, essendo a rischio di rielezione, devono per forza di cose trovare una nuova collocazione politica, altrimenti nessuno ne parla più. Sia la sinistra, sia gli alleati dell’ultima ora di Bersani e Di Pietro, sappiano però – conclude Stucchi – che gli elettori non sono ingenui e ciò che in passato ha già fallito non potrà essere riproposto come la panacea di tutti i mali”.


lunedì 26 settembre 2011

Lega, no a rifinaziamento missione Libia

(ANSA) - ROMA, 26 SET - Il ministro Roberto Calderoli conferma il 'no' della Lega Nord all'ipotesi di rifinanziamento della missione militare in Libia. ''Se lo ha detto Bossi, non c'e' altro da dire'', spiega l'esponente del Carroccio conversando con i cronisti a Montecitorio. Ieri sera, ad una festa della Lega vicino a Malpensa, il senatur aveva sottolineato che sulla missione "hanno detto che a settembre finiva e a settembre è meglio che finisca...".

GOVERNO: CALDEROLI A FORMIGONI, VOTO NEL 2012? PENSI AL PDL CHE ALLA LEGA PENSIAMO NOI


(ASCA) - Roma, 26 set - ''Formigoni chieda pure le primarie nel Pdl, ma lasci a noi della Lega la nostra autonomia.

Altrimenti venga a fare le primarie nella Lega...''. Lo afferma il ministro della Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, commentando con i cronisti a Montecitorio le parole del governatore della Lombardia,Roberto Formigoni, secondo il quale qualora si arrivasse al referendum contro il 'Porcellum' la Lega Nord staccherebbe la spina e si andrebbe al voto nel 2012.

Riforme/Calderoli: Presentata a Napolitano bozza revisione Carta Prima dobbiamo modificare Costituzione e poi la legge elettorale





Roma, 26 set. (TMNews) - "Sono salito al Colle per presentare la bozza di riforma costituzionale". Lo afferma il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, rispondendo alla Camera ai cronisti che gli chiedono del suo incontro con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Quanto all'ipotesi di cambiare la legge elettorale in tempi brevi, ha aggiunto: "Prima facciamo la riforma costituzionale e poi viene la legge elettorale".

domenica 25 settembre 2011

Morti e feriti in Bulgaria, è rivolta contro i rom Due morti e 127 arresti


Uccidono un ragazzo e poi scappano. I familiari del ragazzo si fanno giustizia da soli e assalgono il campo rom. La rivolta dura tutta la notte

Sofia - Due morti, decine di feriti, compresi alcuni poliziotti, e 127 arresti. Questo il bilancio della rivolta contro i rom, scoppiata a Katunitsa, nel sud della Bulgaria, roccaforte di un potente clan rom. Un ragazzo venerdì sera passeggiava con il suo cane per le vie della città quando un' auto che viaggiava ad alta velocità con a bordo Kiril Rashkov, noto come "il re Kirò", leader della comunità rom della cittadina bulgara, ha investito il ragazzo uccidendolo e trascinandolo per 15 metri sull'asfalto. L’episodio ha provocato la rivolta degli abitanti bulgari di Katunitsa. Amici e parenti di Anghel sono arrivati anche da Plovdiv, per chiedere giustizia e l’espulsione del clan di Rashkov dal paese.
Il silenzio delle autorità ha fatto degenerare la protesta, sfociata in aperti scontri di piazza. Ieri sera circa duemila bulgari hanno assalito una delle tenute di re Kiro, dando fuoco a tre dei suoi palazzi. Per ripristinare l’ordine sono intervenuti la gendarmeria e i reparti speciali, che hanno respinto la folla inferocita, arrestando più di cento persone. Nel corso delle proteste è morto per infarto un altro giovane, il sedicenne Pavel, malato di cuore e amico di Anghel. La gendarmeria ha coperto la fuga del rom e della sua famiglia verso una direzione sconosciuta. Intanto la polizia ha bloccato alla frontiera il 55enne autista assassino, mentre tentava di fuggire in Turchia. E dalle testimonianze la figura di "re Kiro" non è accettata neanche dalla stessa comunità rom. "Il clan di Rashkov maltratta anche i suoi uomini, non fa differenza tra rom, bulgari e turchi, loro sono i padroni e tutti gli altri sono degli schiavi", ha detto Tsvetelin Kancev, leader della Euroroma, un’organizzazione dei rom in Bulgaria.


Immigrati, Maroni: "Da Lampedusa rimpatriati già 600 tunisini"


Il ministro degli Interni, Roberto MaroniIl ministro degli Interni, Roberto Maroni
ultimo aggiornamento: 24 settembre, ore 15:23
Castellanza (Varese) - (Adnkronos) - "L'accordo con la Tunisia funziona bene e proprio ieri la Guardia costiera tunisina ha fermato un barcone che stava partendo per l'Italia"
   
Castellanza (Varese), 24 set. - (Adnkronos) - "Abbiamo evacuato Lampedusa. Nell'ultima settimana sono stati rimpatriati 600 tunisini. Oggi partono due voli e la prossima settimana ne partiranno altri dieci quindi quelli che sono stati prelevati dall'isola e si trovano ora a Palermo sarano tutti rimpatriati nel giro di pochi giorni". E' quanto ha sottolineato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, oggi a Castellanza, in provincia di Varese, dove due unita' immobiliari sequestrate alla criminalita' organizzata sono state affidate al Comune della citta'.In merito alla situazione di Lampedusa, il ministro Maroni ha sottolineato come "l'accordo con la Tunisia funziona bene e, anche se i giornali non ne hanno parlato, proprio ieri la Guardia costiera tunisina ha fermato un barcone che stava partendo per l'Italia. Sono quindi soddisfatto per l'accordo ma soprattutto per il fatto -ha concluso Maroni- che i rimpatri continuano".

Calderoli,Marcegaglia come sul Titanic. Suona l'orchestra, ma noi abbiamo visto iceberg

(ANSA) - ROMA, 23 SET - ''Marcegaglia, opposizioni e direttori di quotidiani e tv: mi sembra di vedere l'orchestra che continua a suonare sul Titanic che sta andando contro l'iceberg. Qualcuno anche allora si salvo' e noi abbiamo tutte le intenzioni di farlo''. Il ministro Roberto Calderoli, interpellato telefonicamente dall'Ansa,commenta le parole della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. ''Noi l'iceberg lo abbiamo visto e abbiamo le idee ben chiare su come evitarlo e su chi si salvera' ''.

Riina jr: «Vengo a vivere al Nord». Insorge la Lega: «Da noi non lo vogliamo»


Ieri il sì del giudice. Insorge la Lega: «Da noi non lo vogliamo» In tribunale «Voglio rifarmi una vita, nonostante il cognome che porto». Ma il figlio del boss di Corleone dovrà sottostare per due anni a misure di sorveglianza speciale

PAVIA - «Signor giudice, voglio rifarmi una vita da persona per bene, nonostante il nome che porto» dice il giovanotto in tribunale. L' hanno accontentato: dal 2 ottobre prossimo, lasciandosi alle spalle i cancelli del supercarcere di Voghera dopo aver scontato una condanna a otto anni, Salvuccio non tornerà più nella sua Sicilia. Una normale storia di reinserimento sociale? No, a renderla speciale è il cognome del protagonista: Riina. Per la precisione Giuseppe Salvatore Riina, 34 anni, figlio del boss dei boss. «Salvuccio» ha deciso di tagliare i ponti con Corleone, con l' ambiente mafioso, con l' ingombrante famiglia e giocarsi la seconda chance di vita al Nord, prendendo casa e lavorando per una onlus. Destinazione tenuta al momento segreta, i rumors la indicano nella zona di Padova ma il fatto più importante è ovviamente la rottura tra Riina junior e le sue radici. E la Lega, che ai suoi esordi aveva scatenato una battaglia proprio contro l' invio al Nord di personaggi legati a Cosa Nostra, non ci sta: «Vale lo stesso discorso di 30 anni fa: sono personaggi pericolosi, qui non li vogliamo» attacca Gianluca Buonanno, deputato del Carroccio e già componente della Commissione antimafia. Il giudice di Pavia Maria Teresa Gandini, competente per la questione, ha depositato ieri mattina la sua decisione: dopo la scarcerazione Riina potrà risiedere nel Nord Italia. Ma conformemente a quanto richiesto dal procuratore capo Gustavo Cioppa, che ritiene il personaggio ancora «potenzialmente pericoloso», ha sottoposto il figlio del boss per 2 anni a misure del vigilanza speciale: Salvuccio dovrà rincasare sempre prima delle 22, non potrà incontrare pregiudicati e deve sottoporsi all' obbligo di firma. Per il resto sarà libero di prendersi casa e lavoro. «Sia chiaro che il signor Riina non è un pentito - precisa il suo legale avvocato Francesca Casarotto - e rimane in ottimi rapporti con i suoi congiunti. Semplicemente ha manifestato al giudice la sua volontà di non ritornare in Sicilia e di fermarsi in un luogo dove ritiene di avere più possibilità di ricominciare una vita da persona onesta lontano dall' ambiente che gli ha provocato guai con la giustizia». Determinanti nella svolta sono stati alcuni incontri con i volontari nel carcere di Voghera, gli studi compiuti (informatica in particolare) e l' opportunità offerta al detenuto dalla onlus presso la quale lavorerà come impiegato. Ma come detto non tutti sono disposti a porgere metaforicamente l' altra guancia. «Se sapessi che uno così viene a vivere nel mio comune affiggerei manifesti con la sua faccia e la scritta "Via da qui"; un Riina deve sentire l' ostilità dell' ambiente che lo circonda» dice Gianluca Buonanno. E aggiunge il deputato leghista: «Non vogliamo che la storia e gli errori degli anni 70 si ripetano; allora l' applicazione dei soggiorni obbligati significò l' arrivo della mafia nelle nostre regioni. Oggi il pericolo è aumentato perché queste organizzazioni possono contare su ramificazioni più forti». Claudio Del Frate RIPRODUZIONE RISERVATA **** Chi è Giuseppe Salvatore Riina, 34 anni, è il figlio minore di Totò, considerato il «capo dei capi» di Cosa Nostra. «Salvuccio» sta finendo di scontare una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa nel supercarcere di Voghera, in seguito a un' inchiesta della Procura di Palermo. Ora Riina junior ha deciso di stabilirsi al Nord.