mercoledì 27 aprile 2011

Salta il Cdm di venerdì sulla crisi libica. Berlusconi alle prese con l'ira di Bossi

Berlusconi con Bossi (Olycom)Berlusconi con Bossi (Olycom)

Il Consiglio dei ministri che slitta alla prossima settimana e un clima tesissimo tra il premier e il Carroccio. Il cambio di strategia in Libia sta creando parecchi grattacapi a Silvio Berlusconi e rischia di incrinare l'asse con Umberto Bossi. Che dopo aver manifestato ieritutto il suo disappunto («le guerre non si fanno e non si annunciano», ha detto il Senatur assai contrariato), ha ribadito oggi alla Padania l'irritazione per la scelta dell'alleato. Così il Consiglio dei ministri, possibile teatro dello scontro tra il premier e il Senatur, è stato fatto slittare alla prossima settimana per dare il tempo alle diplomazie delle due sponde di provare a ricucire la frattura. Senza contare il pressing dell'opposizione che preme per un voto delle Camere. «Bisognerà verificare in Parlamento lo stato delle cose», avverte il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.

Forse già stasera Berlusconi vedrà il Senatur
Berlusconi e Bossi forse si vedranno già stasera, ma il colloquio di oggi del ministro delle Riforme con il quotidiano La Padania non lascia presagire un confronto disteso tra il premier e il Senatur. «Siamo diventati una colonia francese - aveva detto ieri Bossi - . Berlusconi pensava che dicendo sì a tutto potesse acquisire nuovo peso internazionale, ma è il contrario. Non è bombardando poveracci in Libia che si conta di più. Sei forte solo quando sai dire no». E il Cavaliere, a detta del leader leghista, di no davanti al presidente Nicolas Sarkozy ne ha pronunciati troppo pochi.

La Padania: ieri telefonata tra Bossi e Napolitano Nel mirino del Carroccio le scelte non concordate
A innervosire ancor di più il Senatur ha contribuito infatti anche l'esito del vertice di ieri tra Italia e Francia che ha sancito, dal punto di vista del Carroccio, l'impotenza del governo italiano. Capace di strappare solo l'ok per Mario Draghi alla Bce, ma costretto a incassare una pesante sconfitta su tutto il fronte dall'economia (con l'Opa di Lactalis su Parmalat) alla Libia. Ed è quest'ultimo versante ad aver fatto infuriare il Senatur con l'annuncio della partecipazione italiana ai raid della Libia. «Bersaglio del malumore del leader del Carroccio - scrive oggi la Padania dando voce agli umori ai piani alti di Via Bellerio - sono le scelte non concordate, benché meno condivise del premier Silvio Berlusconi».

Il quotidiano del Carroccio racconta anche di una telefonata tra Bossi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano in cui il Senatur avrebbe ricordato al presidente della Repubblica che «il Consiglio dei ministri non ha mai detto sì» ai bombardamenti. Insomma, nessuna cambiale in bianco firmata dal Carroccio per una inversione di rotta nella partecipazione italiana all'operazione "Odissea all'alba". Oggi alle 14 sono previste le comunicazioni dei ministri Franco Frattini e Ignazio La Russa sulla crisi libica alle commissioni congiunte Esteri e DIfesa di Camera e Senato e la Lega potrebbe disertare la riunione come già avvenne all'inizio dell'intervento militare italiano in Libia quando ci fu invece il sì di Pd, Udc e Fli. Berlusconi è convinto di riuscire anche stavolta a persuadere Bossi. Ma intanto il Pd guarda con attenzione alle mosse leghiste e sta valutando la presentazione di una mozione da votare in Parlamento per far esplodere la frattura interna alla maggioranza.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-04-27/salta-venerdi-crisi-libica-121555.shtml


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