martedì 19 aprile 2011

Civitavecchia, la rivolta della pasta. I tunisini non la vogliono per protesta.

Un pasto per gli immigrati
E adesso ci mancava anche lo sciopero della fame. Dopo dieci giorni di permanenza all’interno dell’ex caserma De Carolis a Civitavecchia, comincia a serpeggiare malumore tra gli immigrati. Solo ieri sono arrivati i primi cinquanta permessi temporanei di soggiorno, ma il tam tam telefonico tra il Centro di Civitavecchia e gli altri dislocati nel resto d’Italia, non ha giovato alla serenità all’interno dell’ex caserma di via Braccianese Claudia. Immigrati infuriati. L’altra sera hanno rifiutato la cena.
L'altra sera hanno rifiutato la cena (minestra di piselli, uva, verdure e frutta) gettandola a terra con sfregio. Peggio è andata ieri, quando gli inservienti addetti alla distribuzione si sono visti rifiutare il pranzo. E così 750 pasti sono tornati al mittente con gravi ripercussioni economiche, visto che il vitto costa. Otto euro circa al giorno tra colazione, pranzo e cena e qualcosa come 5000 e passa euro complessivamente buttati nella spazzatura. C'è tensione, ed è innegabile. Adesso ai profughi non va bene il cibo, che è lo stesso che viene servito dal giorno del loro arrivo. Ieri a pranzo il menù prevedeva pasta al sugo, arrosto, verdure cotte e kiwi, esattamente quello che mangiano i nostri figli alla mensa scolastica, lo stesso che invece hanno mangiato i volontari nella ex caserma De Carolis. È chiaro che sono solo pretesti per richiamare l'attenzione sulla mancata distribuzione dei permessi di soggiorno, mentre da altre parti molti immigrati hanno già lasciato i campi da giorni. Ma la protesta è indegna perché mortifica i volontari di Croce Rossa, Protezione Civile, Amministrazione comunale, Città Pulita e delle stesse forze dell'ordine, che da dieci giorni lavorano sodo per garantire un'ospitalità all'avanguardia. Ne è testimonianza l'impegno in prima persona dell'assessore con delega alla Protezione civile Andrea Pierfederici, che ha fatto allestire cinque sale tv e portato docce e acqua calda in tempi brevissimi. Nel pomeriggio la protesta s'è fatta più dura. Gli immigrati si sono tutti radunati in cortile davanti all'ingresso, ammutinati in attesa che venissero accolte le loro istanze. Non contenti, hanno preso brandine, materassi e lenzuola e li hanno portati in mezzo ai vialoni del Centro d'accoglienza sotto lo sguardo pietrificato del personale di Croce Rossa, Protezione Civile e forze dell'ordine. Poi all'improvviso sono arrivati i primi permessi e l'atmosfera è tornata distesa. Grazie all'ausilio del pulmino della Croce Rossa gli immigrati hanno potuto lasciare il Centro e sono stati accompagnati alla stazione ferroviaria. Qui il Comune, in accordo con la polizia ferroviaria, ha provveduto a farli salire sui treni. I primi sono partiti alla volta di Francia, Belgio, Olanda e Germania per ricongiungersi con i familiari, altri hanno preso la strada del sud, della Sicilia. Prima di partire hanno, però, pensato bene di prendersi il pranzo che avevano rifiutato e lo hanno mangiato sulle banchine della stazione di Civitavecchia Centrale in attesa della partenza dei treni. Intanto il sindaco Moscherini, di concerto con l'assessore Pierfederici, il comandante della polizia municipale Carlo Sisti e il coordinatore della Protezione Civile Valentino Arillo, ha chiesto l'attivazione del centro operativo intercomunale alla Regione Lazio per far fronte alle emergenze, visto che tra qualche giorno Civitavecchia sarà interessata dall'arrivo di oltre 50mila pellegrini provenienti da mezza Europa per la beatificazione di Giovanni Paolo II e proprio in città sarà allestita una mega-tendopoli per accogliere i giovani. Sono stati, invece, dirottati presso strutture Cie delle provincie di Bari, Bologna, Catanzaro, Milano, Modena, Roma e Torino i trecento tunisini sbarcati ieri mattina al porto di Civitavecchia a bordo del traghetto Excelsior della «Grandi Navi Veloci». Tornando alla De Carolis, per oggi sono attesi altri permessi, e sarà così per tutta la settimana fino allo smaltimento dei sedttecento immigrati complessivi ospiti all'interno del Centro di Accoglienza.

Massimo Ciccognani
www.iltempo.it

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