lunedì 18 aprile 2011

Arrivati in Veneto i tunisini: sono 106 e non resteranno

IERI POMERIGGIO. Scene simili a Verona, Padova, Mestre e altri centri
Molti di loro, dotati del permesso di soggiorno temporaneo, hanno subito chiesto di essere accompagnati alle stazioni: l'obiettivo è la Francia.
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Immigrati in fila per permessi

Il Veneto? «È solo una tappa. Voglio andare in Francia anche se qui mi sono trovato bene e sono stato trattato bene». È solo una delle voci raccolte ieri a Villafranca (Vr), dopo ore di viaggio in pullman, ma rappresenta di fatto il sogno dei 106 tunisini giunti proprio nel primo pomeriggio, i primi in Veneto dopo le tante trattative e discussioni di queste settimane sull'emergenza sbarchi dall'Africa del Nord.
In effetti i nuovi arrivati in gran parte, a quanto pare, hanno già rinunciato all'ospitalità «diffusa» predisposta dalle strutture caritatevoli in accordo con le prefetture del Veneto e la protezione civile per andare a caccia dei treni per raggiungere Ventimiglia.
Il viaggio con destinazione Veneto - di fatto «trampolino» verso altre mete - per i 106 immigrati tunisini, tutti muniti del permesso di soggiorno temporaneo e conseguente piena facoltà di movimento, era cominciato nella notte di venerdì con la partenza, in pullman, dalla Campania.
Paradigmatico è appunto quanto accaduto a Verona. Quando sono giunti nella base militare di «Caluri» a Villafranca i tunisini - quasi tutti maschi - erano stremati dalla fatica, dal caldo e dal sonno. Ricevuti dal comandante della base hanno mangiato un panino e dopo un messaggio di benvenuto di mons. Giuliano Ceschi, direttore della Caritas scaligera, e i controlli di rito, hanno chiesto di potersi riposare. Poi però da parte di molti di loro è arrivata la richiesta della via più breve verso la stazione ferroviaria anche se ad esempio ha osservato: «Qui sto veramente bene, altro che la Campania». Poi però, come pentito, ha aggiunto: «Ma andrò a Parma perché lì ho degli amici e poi vedrò come andare in Francia». I tunisini giunti in Veneto sono tutti giovani, con alle spalle soprattutto storie di sofferenza e povertà. I migranti hanno lasciato le rispettive famiglie in Tunisia e, secondo quanto hanno detto, la maggior parte di loro va appunto a caccia di un lavoro e del miraggio transalpino.
Così dei 106 destinati all'ospitalità in Veneto quelli che hanno di fatto usufruito delle strutture predisposte si contano sulle dita delle mani. E chi è rimasto, a quanto pare, lo farà solo per riposare, prendere un po' di fiato, e poi dirigersi nei prossimi giorni verso Nizza.
Nel Veronese erano attesi in una trentina: in otto hanno detto subito che volevano andarsene, poi se ne sono aggiunti altri. Analoga situazione a Marghera (ne erano attesi 24), Belluno, Feltre e Treviso. A Padova ne sono giunti in pullman 27 (anche lì quasi tutti giovani maschi), scortati e accolti come previsto nella "Casa a colori", centro di prima accoglienza.
«Si è verificato quello che immaginavamo - ha commentato nel pomeriggio il presidente veneto Luca Zaia - sono scesi dal pullman, hanno chiesto dov'è la stazione e si sono avviati verso Nizza». «Dei 106 - precisa Zaia - la quasi totalità è partita, ad eccezione di qualcuno che ha chiesto, per una notte, di ristorarsi».

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