martedì 27 dicembre 2011

Bergamo, Bossi, Calderoli e Maroni di nuovo sul palco. In nome della secessione


ALBINO (Bergamo) – La Lega di lotta si dà appuntamento in provincia di Bergamo, per tre giorni di festa in compagnia dei vertici del partito. Bossi, Maroni, Calderoli, assieme ai colonnelli e ai luogotenenti leghisti si alterneranno sul palco della seconda edizione del “Berghém frecc”, la manifestazione provinciale del Carroccio bergamasco, nelle sere del 27, 28 e 29 dicembre al centro sportivo di via Rio Re ad Albino. Sarà l’occasione per arringare la folla e rinverdire il sentimento padano, lanciando anatemi e maledizioni nei confronti del governo Monti che “è riuscito a distruggere l’Italia un anno prima dei Maya”, come si ironizza sulle pagine facebook dal 22 dicembre scorso, giorno dell’approvazione del decreto “salva-Italia” con il voto di fiducia al Senato, passato nonostante i fischi e la caciara sguaiata proposta dai parlamentari della Lega Nord.

Il clou dell’evento è atteso per il 29 dicembre, quando si concentreranno in un’unica serata gli interventi dei tre big del movimento: gli ex ministri Roberto Calderoli Roberto Maroni oltre ovviamente al Capo, Umberto Bossi. Una serata che si annuncia come la prima grande adunata dopo la fine dell’alleanza con Berlusconi, da mesi uno dei temi di maggiore imbarazzo della base leghista che da tempo sognava di poter tornare a cavalcare sulle ali della libertà verso orizzonti insperati.

C’è da scommetterci, la parola d’ordine della tre giorni bergamasca sarà ancora una volta “secessione”, rincorrendo quel vecchio sogno sfoderato da Bossi e compagni nei momenti di maggior difficoltà. Era stato così a metà degli anni novanta, dopo la fine del primo governo Berlusconi, quando la Lega, da sola contro tutto e tutti, ha incassato un successo senza precedenti. La speranza dei leghisti di oggi è ancora una volta quella di tornare a vincere e convincere, recuperando con qualche sermone ben assestato il terreno perduto nei tre anni passati per colpa dell’esperienza di governo. Per farlo è tornata a battere i vecchi temi sempre cari al popolo del Nord, incassando applausi al grido di “basta tasse”, “salviamo le pensioni” o “l’onda verde sta arrivando”.

Altri interventi politici di rilievo il 28 dicembre, quando sul palco saliranno il senatore Roberto Castelli e il governatore della regione Piemonte Roberto Cota. Nell’arco dei tre giorno è prevista la partecipazione di altri esponenti del partito, da Giacomo Stucchi a Paolo Grimoldi, passando per il consiglieri regionali Roberto Pedretti e Fabrizio Cecchetti.

Emblematica la dichiarazione di Cristian Invernizzi, segretario provinciale della Lega Nord di Bergamo che in vista della festa chiarisce: “Di fronte ad una manovra fatta solo di tasse e sacrifici come quella proposta dal Governo Monti c’è ben poco da festeggiare. L’iniziativa, quindi, sarà un’occasione anche per far conoscere le iniziative che la Lega Nord intende intraprendere sia a livello nazionale sia a livello locale, per fare in modo che ancora una volta non sia il Nord a pagare il prezzo più caro”.

venerdì 23 dicembre 2011

Basta senatori a vita


Mai più un altro caso Monti, diventato premier e - pochi giorni prima - promosso senatore a vita da Giorgio Napolitano. La Lega ha presentato una proposta di legge costituzionale per chiedere l’abrogazione del secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione. Quello che stabilisce che “il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. L’idea è della deputata vicentina Manuela Dal Lago ed è stata sottoscritta pure da altri colleghi del gruppo.  “L’evoluzione del sistema elettorale” dice la Dal Lago “ha fatto sì che i senatori a vita abbiano in molti casi assunto un ruolo politico assai spiccato, fino a determinare grazie al loro voto addirittura la nascita stessa dei governi, in totale contrasto con l’origine dell’istituto”. Non va dimenticato che dal 2006 al 2008, durante l’ultimo governo Prodi, proprio i senatori a vita erano stati decisivi per garantire la sopravvivenza dell’esecutivo di centrosinistra, poi franato per l’addio di Clemente Mastella. Tra i senatori a vita che blindavano Prodi spiccava pure Carlo Azeglio Ciampi, quello che quando era al Colle si proclamava sopra le parti. E che i mass media incensavano. Anche quando sua moglie, la signora Franca, dichiarò che “al Sud la gente è più buona e intelligente”. Carlo Azeglio Ciampi: un altro – come Monti – che non s’è mai candidato in vita sua. 

giovedì 22 dicembre 2011

Governo: Maroni, Berlusconi forse non adeguato, ma Monti peggio

Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "Probabilmente Berlusconi non era adeguato" ad affrontare la crisi ma il governo Monti e' del tutto "inadeguato a trovare soluzioni giuste, eque e efficaci". Lo dice Roberto Maroni a 'Otto e mezzo'.

15 senatori leghisti censurati per la bagarre di ieri

ROMA, 22 DIC – Sono 15, in tutto, i senatori della Lega Nord che hanno subito una censura per la bagarre di ieri sera nell' Aula del Senato quando il governo ha posto la fiducia sulla manovra economica. Oltre al capogruppo Federico Bricolo, Roberto Calderoli, Luciano Cagnin, Michelino Davico, Sergio Divina, Massimo Gravaglia, Angela Maraventano, Sandro Mazzatorta, Roberto Mura, Mario Pittoni, Piergiorgio Stiffoni, Giovanni Torri, Gianvittore Vaccari, Gianpaolo Vallardi e Armando Valli''. Il Carroccio e' composto da 25 senatori. La censura non comporta automaticamente sanzioni ma un senatore che e' stato censurato, su decisione del Consiglio di Presidenza, in certi casi di particolare gravita', potrebbe esser interdetto dalla partecipazione ai lavori d'Aula per un periodo non superiore a dieci giorni di seduta.

Lega/ Calderoli:2012 fondamentale per autodeterminazione Padania


La sua indipendenza non passa più da riforme ma da altri percorsi


      INFOPHOTO
Roma, 22 dic. (TMNews) - "La strada che conduce alla Padania adesso non passa più soltanto dal Parlamento di Roma e dalle riforme ma anche da altri percorsi democratici, riconosciuti e tutelati dal diritto internazionale. Uno su tutti: il diritto all'autodeterminazione dei popoli, come quello padano".

Lo ha scritto l'ex ministro leghista delle Riforme e della Semplificazione Roberto Calderoli in un corsivo di auguri di buon Natale e buon anno ai lettori della 'Padania', nel quale definisce il 2012 "anno fondamentale per la nostra battaglia per l'indipendenza della Padania" e "per la lotta in difesa di quello che abbiamo legittimamente conquistato con fatica e lavoro che nessuno ora può portarci via: i nostri risparmi, la nostra casa, le nostre pensioni di anzianità e le certezze sul nostro futuro".

Nell' "archiviare un 2011 che rappresenta un punto di snodo per la battaglia poliotica della Lega", Calderoli ha indicato nelle prossime riunioni ed attività del 'Parlamento della Padania' la "sede opportuna" per definizione di programma e iniziative per l'autodeterminazione padana. Ed ha dato appuntamento a militanti e simpatizzanti leghisti a Milano domenica 22 gennaio per la manifestazione nazionale del Carroccio: "in piazza a Milano - ha detto- ci saremo tutti ad urlare no al governo dei banchieri e dei professori e ad una manovra stangata con lacrime e sangue solo per i padani".

La Campania vuole un altro condono


Una nuova proposta di sanatoria edilizia. Secondo una ricerca dal 1948 in Regione sono stati compiuti oltre 4.600.000 abusi, più di 74.000 ogni anno, 203 al giorno


Ma certo che tocca il cuore, vedere le ruspe abbattere la casa di Bacoli dove viveva Jessica, la ragazza disabile presa a simbolo da tutti gli abusivi. Ed è vero che troppo spesso le rare case buttate giù sono di poveracci che non hanno l'avvocato giusto. Ma la soluzione qual è: un'altra sanatoria come vorrebbe la Regione Campania? Giurando che stavolta sarà davvero l'ultimissimissima?

È ipocrita e pelosa, la solidarietà di troppi politici campani verso gli abusivi (pochi) che in questi giorni, un sacco di anni dopo le prime denunce e le prime sentenze, si sono ritrovati alla porta i caterpillar. Dove erano, mentre intorno a loro la regione intera si riempiva di baracche e villini e laboratori e autorimesse fuorilegge? Dov'erano mentre la nobile via Domiziana veniva stuprata da fabbricati illegali costruiti perfino in mezzo all'antico tracciato sventrando il meraviglioso basolato romano? Dov'erano mentre nella «zona rossa» dei 18 comuni vesuviani, assolutamente vietata, si accatastavano case su case a dispetto degli allarmi su una possibile eruzione (« Hiiiii! Facimm' 'e corna! ») e del piano di evacuazione di circa mezzo milione di sfollati che richiederebbe 12 giorni?


Dice l'autore della proposta galeotta, il pidiellino Luciano Schifone («nomen omen», ringhiano gli ambientalisti) che si tratta solo di sanare i «piccoli abusi» e cioè, come ha spiegato al Mattino , gli aumenti volumetrici non oltre il 35% previsti dal piano casa regionale varato nel dicembre 2009 e ritoccato nel 2010, ma realizzati prima che quel piano fosse approvato. Per di più, dice, «è previsto un aumento del 20% degli oneri di urbanizzazione». Sintesi: in fondo gli abusivi hanno abusato prima che l'abuso fosse legalizzato dalla legge della Regione.
Tornano in mente le assicurazioni di Giuliano Urbani, allora ministro dei Beni Culturali davanti a chi temeva disastri dal condono berlusconiano del 2003: «È solo per piccoli abusi, finestre aperte o chiuse, che riguardano la gente perbene». Alla fine, dopo avere scatenato i peggiori istinti cementieri, finì per essere parzialmente utilizzato anche dai palazzinari che ad Acilia, ad esempio, avevano tirato su a due passi dalla tenuta presidenziale di Castelporziano una selva di condomini per un totale di 283 mila metri cubi totalmente abusivi. Sanati con 1.360 (milletrecentosessanta: uno per appartamento) condoni individuali. Mettiamo che ogni appartamento avesse solo una decina di finestre: 13.600 finestre. Piccoli abusi...


I numeri sono mostruosi. Secondo l'urbanista Paolo Berdini autore di una ricerca capillare su tutta la penisola, «dal 1948 a oggi sono stati (...) compiuti oltre 4.600.000 abusi, più di 74.000 ogni anno, 203 al giorno». E l'Agenzia del Territorio, come ricorda il dossier Legambiente del 2010, «dal 2007 a oggi ha censito più di due milioni di edifici non accatastasti, per l'esattezza 2.076.250 particelle clandestine». Nella grande maggioranza concentrati al Sud. E chi è in testa alle regioni-canaglia secondo un'indagine del Cresme, con 19,8 case abusive su 100 esistenti? La Campania. Nonostante un dossier dell'Ispra dica che «l'Italia è uno dei Paesi a maggiore pericolosità vulcanica» e che «le condizioni di maggior rischio riguardano l'area vesuviana e flegrea, l'isola d'Ischia...».


Non si dica che si tratta solo di scelte sventurate di povera gente educata da una cattiva politica ad arrangiarsi «perché tanto prima o poi con lo Stato ci si mette d'accordo». Certo, questa è la tesi. Che non a caso ha scelto come simbolo la famiglia di quella Jessica di cui dicevamo all'inizio, difesa l'altra sera da una fiaccolata per le vie di Bacoli, in faccia a Pozzuoli, alla quale ha partecipato («È solo per stare vicino alle famiglie che hanno fatto le case in modo illegale, ma non per speculazione. Non hanno altro e una volta messi fuori che faranno?») perfino il vescovo Gennaro Pascarella.


No, c'è di più. Lo spiega un recente rapporto di Legambiente: «In Campania ben il 67% dei Comuni che sono stati sciolti per mafia dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio. A Giugliano, nell'hinterland napoletano, la Procura di Napoli procede all'arresto di ben 23 vigili urbani e individua nel locale Comando dei vigili il "covo" dal quale si gestiva il business dell'abusivismo sull'intero territorio comunale. E ancora il triste primato detenuto dagli abitanti di quel luogo che un tempo si definiva "agro" sarnese nocerino, tredici comuni per un totale di 158 chilometri quadrati e che di agricolo hanno conservato ben poco, dove circa il 10% della popolazione residente, neonati compresi (ben 27.000 persone su 285.000), è stato denunciato almeno una volta per abusi edilizi».


Vale per Giugliano, vale per il Lago Patria devastato dal mattone illegale e selvaggio, vale per Ischia che con 62 mila abitanti vanta il record di 28 mila abusi edilizi, vale per San Sebastiano al Vesuvio dove il sindaco Giuseppe Capasso, nel contempo presidente della Comunità del Parco del Vesuvio, si spinse a lagnarsi con l'allora governatore Antonio Bassolino perché «i tanto attesi effetti di una possibile ripresa economica» dovuti al «piano casa» spinto da Silvio Berlusconi avrebbero potuto «non investire l'area vesuviana» a causa proprio delle regole sulla «zona rossa». Zona ad alto rischio che sta nel gozzo anche al sindaco di Sant'Anastasia, Carmine Esposito, che un paio di settimane fa si è avventurato a sostenere che «la Regione Campania deve un ristoro economico per aver bloccato i territori vesuviani in zona rossa».


Parole che Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato nel settembre 2010 perché cercava di difendere il parco del Cilento dall'assalto del cemento camorrista, non avrebbe mai pronunciato. Mai. Ma lui cercava di spiegare ai suoi cittadini che la difesa dell'ambiente era innanzitutto un interesse «loro». Non ammiccava alle cattive abitudini per raccattare voti...


mercoledì 21 dicembre 2011

Manovra, la Lega contro Monti "La gente verrà a prenderla a casa"


Respinta in Aula la pregiudiziale del Carroccio, domani il voto

«Presidente Monti si ritiri, dia le dimissioni, perchè diversamente ci sarà tanta gente, operai, pensionati, piccoli imprenditori, che la verranno a prendere a casa». Lo ha detto Roberto Calderoli in Senato illustrando la pregiudiziale della Lega alla manovra: stamane è iniziato in Senato l'esame della manovra, che le commissioni FInanze e Bilancio hanno approvato stanotte senza apportare modifiche rispetto al testo della Camera.

Calderoli ha definito il presidente del Consiglio ogni volta che lo ha nominato «ragionier Monti»,
contestandone la legittimità ed anche le capacità nello scrivere questo decreto. La manovra, ha detto Roberto Calderoli illustrando per la Lega la pregiudiziale, «non è procedibile perchè è figlia di un governo illegittimo» non eletto dai cittadini. «Il ragionier Monti - ha aggiunto - non è stato eletto mai nemmeno in una assemblea condominiale». Inoltre il provvedimento «è razzista verso il Nord» e viola l'articolo 3 della Costituzione perchè «discrimina la Padania».

 A contestare le tesi del Carroccio è stato il costituzionalista del Pd, Stefano Ceccanti: «Facciamo finta che ci sia una pregiudiziale - ha detto - perchè in realtà non c'è. Abbiamo assistito a un comizio sul merito del decreto che non dice nulla sua sua costituzionalità». Quanto alla legittimità del governo Monti, Ceccanti ha ricordato che la Lega appoggiò il governo Dini nel 1995 dopo aver provocato la caduta di Berlusconi. Inoltre poche settimane fa era stato lo stesso Umberto Bossi a sollecitare le dimissioni del premier Berlusconi, al cui posto ci sarebbe dovuto essere un governo Alfano. «Non si capisce perchè quel governo sarebbe stato legittimo e questo no».  Quanto alla Padania che sarebbe discriminata dal decreto, essa, ha detto Ceccanti, «è un corpo mitologico».
«Introduciamo nella dottrina - ha concluso - il concetto di corpo mitologico, e gli studiosi saranno molto interessati a questa innovazione».

E' stata quindi respinta la pregiudiziale della Lega. Se il governo porrà la questione di fiducia sulla manovra economica al Senato, il presidente Renato Schifani convocherà la capigruppo, in modo che domani mattina possa cominciare la discussione e, successivamente, svolgersi la votazione.
Lo ha puntualizzato Schifani in aula a palazzo Madama, spiegando che ci sono iscritti a parlare per oltre 6 ore. Per questa ragione la seduta pomeridiana, prevista dalle ore 16 alle 21, sarà anticipata alle ore 14 e la discussione generale si concluderà questa sera.  Secondo i calcoli fatti dagli uffici, ha precisato ancora Schifani, la seduta dovrebbe concludersi entro le ore 19. Nel caso fosse
posta la fiducia, verrà convocata la conferenza dei capigruppo per stabilire le modalità di svolgimento della votazione sul documento economico, in modo che domani mattina presto si possa iniziare il dibattito sulla fiducia.

CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDIA, APPROVATO ODG LEGA: 5 PER MILLE A LAVORATORI IN DIFFICOLTÀ

Una proposta per consentire ai cittadini e contribuenti lombardi di aiutare i lavoratori in difficoltà, destinando a loro il 5 per mille dell’Irpef e incrementare così il fondo regionale straordinario già ad essi dedicato. L’idea, contenuta in un ordine del giorno approvato oggi dal Consiglio Regionale nell’ambito della discussione sul bilancio, è della consigliere regionale della Lega Nord, Luciana Ruffinelli. “L’ordine del giorno – spiega la rappresentante del Carroccio – impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché venga data la possibilità ai contribuenti di vincolare la quota del 5 per mille ad azioni di solidarietà per tamponare gli effetti della crisi ed aiutare i lavoratori in difficoltà.” “Ogni giorno – continua la consigliere Ruffinelli – si allunga il bollettino delle aziende costrette a chiudere o a ridimensionarsi: solo per quanto riguarda la provincia di Varese si è dovuta registrare nell’ultimo anno la perdita di 16 mila posti di lavoro. Nonostante il sistema Lombardia abbia retto meglio di altri, il tasso di disoccupazione regionale è cresciuto in 3 anni dal 3,4% al 5,6%. E’ necessario quindi limitare fortemente l’impatto sociale causato dalla crisi economica.”
“Non è nostra intenzione – conclude Luciana Ruffinelli – togliere in alcun modo risorse al mondo del volontariato, ma far leva piuttosto su una quota importante del 5 per mille sul quale manca la scelta di destinazione.”

Calderoli: in Italia la democrazia non c'è più

  In Italia la democrazia «non c'è più», almeno secondo l'ex ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. «Le dimissioni di Berlusconi non sono state spontanee, ma sono state fortemente sollecitate dai poteri forti. Il Governo Monti è un Governo non legittimato e domani mattina, nella  presentazione della questione pregiudiziale sul decreto legge al Senato, ne illustrerò i motivi».
 Roberto Calderoli commenta le parole di Napolitano e spiega che domani in Senato dirà perché «la democrazia non c'è più, immolata sull'altare degli interessi delle banche». In questo momento, ha detto l'ex ministro, «non c'è una sospensione della democrazia, semplicemente perché la democrazia,  intesa come mandato popolare, non c'è più essendo stata immolata sull'altare degli interessi delle banche, degli interessi dei poteri forti, degli interessi francesi, tedeschi e della Goldman Sachs e degli interessi di bottega di forze politiche che ora non sanno più come gestire una situazione impazzita».

sabato 17 dicembre 2011

La bufala di Spider Truman: “i leghisti dimessisi per il vitalizio”. No, erano obbligati a farlo


di Riccardo Ghezzi
Spider Truman alias Francesco Caruso, ex deputato di Rifondazione Comunista, ha colpito ancora. Lo “straordinario” scoop del blog “I segreti della casta di Montecitorio”, fucina di bufale e populismo che però attira molti utenti (e parecchi iscritti alla sua fan page su facebook. Anche questa è l’Italia) stavolta ha preso di mira due deputati leghisti: Ettore Pirovano e Luciano Dussin. Entrambi sono stati accusati dallo stesso blog in passato, ma per il motivo opposto. Ed è proprio qui che sta l’anomalia. Oggi “I segreti della casta di Montecitorio” ha titolato  in pompa magna: “E sono due! Un altro deputato leghista si dimette per garantirsi il vitalizio prima dei 60 anni”. Vale la pena riportare l’incipit dell’articolo:
Dopo Ettore Pirovano della Lega Nord, un altro deputato leghista lascia in fretta e furia la poltrona di Montecitorio. Anche Luciano Dussin non vuol attendere i 60 anni per percepire il suo lauto vitalizio.
I due, come detto, erano già stati bacchettati dallo stesso blog per il motivo opposto: avevano entrambi un doppio incarico e non si erano ancora dimessi. Oltre ad essere deputati, Ettore Pirovano è infatti al contempo presidente della provincia di Bergamo; Luciano Dussin sindaco di Castelfranco Veneto. Scontata l’indignazione del popolo della sinistra, abituato a muoversi in massa su internet: “è una vergogna”, “si devono dimettere”, “non è giusto”, “sono attaccati alle poltrone”, “Lega ladrona” ecc ecc.
Nel frattempo è arrivata pure una sentenza della Corte Costituzionale (la 277/2011, datata ottobre 2011, quindi di appena due mesi fa, ciò che stranamente Spider Truman omette) che ha provveduto ad abolire la possibilità di mantenere il doppio incarico ai parlamentari che rivestono anche altre cariche pubbliche.
Quindi, Pirovano e Dussin erano obbligati a dimettersi. Non solo moralmente, ma anche in virtù di una sentenza della Corte Costituzionale di due mesi fa (due mesi, non anni, Spider Truman!)
Niente da fare, lo scatenato blogger anti-casta, dopo averne invocato le dimissioni, ora non ci sta più: secondo lui i due leghisti si sono dimessi solo per poter percepire sin da subito il vitalizio, che da gennaio 2012 potrà essere corrisposto solo ai parlamentari con due o più mandati alle spalle che hanno almeno 60 anni di età.
Dussin ha 52 anni, quindi rientra nella categoria di coloro che devono aspettare ancora qualche anno prima di poter percepire l’agognato vitalizio (nel suo caso 8 anni). Dimettendosi ora, invece, lo potrà percepire sin da subito. Pirovano però è nato nel 1949, di anni ne ha 62 e ha tre legislature e mezzo da parlamentare alle spalle: il suo vitalizio non era a rischio, neppure con le novità introdotte a partire dal gennaio 2012.
Se nel caso di Pirovano quella di Spider Truman è quindi una menzogna bella e buona, nel caso di Dussin si tratta di una mezza verità: è vero che il sindaco di Castelfranco Veneto dimettendosi percepirà il vitalizio da subito e non tra 8 anni, il problema è che era obbligato a dimettersi per non mantenere il doppio incarico. Come Pirovano.
La regole sui vitalizi, con le novità introdotte e le relative anomalie, valgono per tutti.

venerdì 16 dicembre 2011

Sì del Governo all'Odg sull'asta per le frequenze tv

Il Governo ha accolto nell'aula della Camera gli ordini del giorno analoghi, di Pd, Idv e Lega, che lo impegna ad annullare l'assegnazione gratuita delle frequenze Tv, e a indire una successiva asta «a titolo oneroso». Il documento, essendo stato accolto, non è stato posto ai voti. 
Le richieste, a firma Gentiloni, Maroni e Di Pietro, hanno tutte come obiettivo, con sfumature diverse, l'annullamento del beauty contest deciso dal precedente governo. Il ministro per i Rapporti con il parlamento Piero Giarda aveva chiesto in un primo tempo l'accantonamento degli odg Lega e Idv, ma poi ha preso la parola e ha dato parere favorevole a tutti i testi che sono stati accolti senza votazione dell'Aula. 

L'ordine del giorno della Lega, di cui il primo firmatario è Roberto Maroni, ricorda il cosiddetto «beauty contest», cioè il bando di gara per l'assegnazione gratuito delle frequenze in digitale terrestre. 
Al contrario «la recente gara 4G per il mercato delle tlc ha generato un incasso superiore alle più rosee aspettative, garantendo una entrata di circa 4 miliardi». La Lega sottolinea «l'imprescindibile necessità» di puntare sulla banda larga, per la quale una gara potrebbe «generare nuovo gettito». 

Di qui l'impegno al governo ad «annullare il bando di gara per l'assegnazione di diritto d'uso di frequenze in banda televisiva ed il conseguente disciplinare di gara, che finirebbe per implementare a titolo gratuito la già rilevante detenzione di frequenze di soggetti già operanti», e ad annullare conseguentemente il beauty contest.  Il documento della Lega dà indicazioni tecniche per come impostare la nuova gara per l'assegnazione delle frequenze che, in ogni caso, dovranno essere «oggetto di asta a titolo oneroso». 

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-16/governo-asta-frequenze-183155.shtml?uuid=AabprwUE


Bossi e Maroni in coro: “No al dialogo con Berlusconi perché ha votato la fiducia a Monti”


Camera   varazione bilancio
Dopo aver lanciato negli ultimi giorni tanti messaggi all’ex alleato di Governo Silvio Berlusconi, il segretario federale della Lega Nord Umberto Bossi ha chiuso le porte al dialogo dopo che oggi il Popolo della libertà ha votato alla Camera dei Deputati la fiducia al Governo Monti sulle modifiche da apportare alla manovra economica. Il Senatur ha dichiarato di non voler incontrare Berlusconi. «Sarebbe bastato che lui non avesse votato la fiducia – ha attaccato Bossi -. Si è messo con i comunisti». Il segretario del Carroccio ha poi parlato del Governo Monti dichiarando che non arriverà al 2013.

L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni ha ripetuto il discorso di Bossi, precisando che è difficile dialogare tra partiti con posizioni diametralmente opposte sul sostegno al Governo tecnico presieduto da Mario Monti.
«Noi siamo un partito serio – ha assicurato Maroni -, rispettiamo gli accordi. Nel 2008 dicemmo che non si toccavano le pensioni e si toglieva l’Ici sulla prima casa; ora il Pdl ha cambiato idea e a livello centrale i rapporti sono interrotti. Sul territorio, invece, gli accordi del 2010 restano validi – ha aggiunto Maroni -, anche perché noi siamo un partito federale, che non decide tutto nella segreteria politica».
Ieri durante la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, l’ex premier Silvio Berlusconi ha espresso dubbi sulla durata del Governo Monti e ha ribadito di credere fortemente nell’alleanza con la Lega Nord.
Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ha infatti cercato di smorzare le polemiche sulla battutaccia “rustica e ruvida” di Umberto Bossi “Se vedo Berlusconi mi metto a ridere” con un pizzico di vena polemica. Per di più in linea con quanto detto più volte nelle ultime settimane dal leader della Lega,Berlusconi ha dichiarato che l’attuale Governo può anche non durare fino al 2013.

Bangladesh: lei voleva studiare, il marito le ha mozzato le dita



DACCA – Un uomo di 25 anni e' stato arrestato dalla polizia in Bangladesh per aver mozzato con un machete le dita della moglie perche' voleva continuare gli studi. Il giovane, un lavoratore emigrato a Dubai, ha confessato il reato, secondo quanto ha riferito la polizia al quotidiano bengalese The Daily Star.
La vicenda, avvenuta nel villaggio di Narsingdi, a circa 50 chilometri a nord-est di Dacca, ha sollevato molto clamore e un coro di condanne da parte delle organizzazioni di difesa dei diritti umani, preoccupate per l'aumento delle violenze tra le mura domestiche.
Due settimane fa, la vittima, Hawa Akhter Jui, 21 anni, era stata attirata a casa della cognata con la scusa che il marito, Rafiqul Islam, le avrebbe portato un regalo dagli Emirati. Quando dopo pochi giorni e' arrivato, l'ha chiusa in una stanza e poi l'ha bendata e imbavagliata, dicendole che voleva farle una sorpresa. Poi con un machete le ha brutalmente mozzato tutte le dita della mano destra.
''Se non fosse intervenuta mia cognata sfondando la porta, avrebbe fatto lo stesso anche con la mia mano sinistra'' ha raccontato Jui, che ora si trova a casa dei genitori e che e' determinata a proseguire gli studi imparando a scrivere con la mano sinistra.
I due si erano sposati tre anni fa, ma mentre lui aveva abbandonato gli studi per andare a lavorare nel Golfo, la ragazza si era iscritta all'universita', contro il parere del marito.
I dottori hanno detto che dita non potevano essere riattaccate. E' emerso infatti che la ragazza e' stata portata all'ospedale locale solo tre ore dopo e che in un primo momento aveva detto che si era trattato di ''un incidente domestico''.
Soltanto quando i medici hanno insistito per sapere dove erano i resti della mano, Rafiqul ha confessato di averli buttati nella spazzatura, dove sono stati recuperati dopo molto tempo, quando ormai erano inutilizzabili per un'operazione chirurgica.


BOSSI NON INCONTRA BERLUSCONI LEGA IN PIAZZA IL 22 GENNAIO


15 DIC 2011 
(AGI) - Roma, 15 dic. - "No". Si limita a questa risposta il leader della Lega, Umberto Bossi, quando uscendo da Montecitorio gli viene chiesto se sta andando ad incontrare Silvio Berlusconi, come lo stesso ex premier aveva annunciato ieri.
 
"IL PARLAMENTO RIFLETTE NERVOSISMO DEL PAESE"
Per Bossi, le fibrillazioni alla Camera e al Senato sono frutto del clima generale. "E' un momento cosi', il Paese e' nervoso e logicamente il parlamento riflette il nervosismo del Paese", ha detto il leader della Lega all'uscita di Montecitorio. Quanto all'espulsione di due leghisti dall'Aula di Montecitorio questa mattina, "non ero la' e non ho visto", si e' limitato a dire. Alla domanda poi se stesse andando a incontrare Silvio Berlusconi, Bossi ha risposto: "No, no".
Il leader del Carroccio ha poi messo una pietra sulla richiesta di Roberto Maroni di cambiare il capogruppo alla Camera: "Abbiamo altro cui pensare", ha tagliato corto.
 
CALDEROLI, LEGA IN PIAZZA DUOMO MILANO IL 22 GENNAIO
La Lega sara' in piazza a gennaio. Il coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, ha annunciato che il Carroccio scendera' in Piazza del Duomo il 22 gennaio. La partenza del corteo sara' da piazza Castello, con una manifestazione per protestare contro le misure previste dalla manovra economica.

LEGA NORD: A TREVISO MARONI INCONTRA IMPRENDITORI, ATTESO ANCHE ZAIA


(ASCA) - Treviso, 16 dic - La Lega Nord riparte da un nuovo dialogo con l'imprenditoria veneta, dopo il passaggio all'opposizione, criticato da alcuni ambienti imprenditoriali, in particolare dal presidente di Confindustria Vicenza, Zuccato.

L'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, infatti, incontrera' nel pomeriggio,a porte chiuse, centinaia di operatori economici del Veneto, convocati in un grade albergo alla periferia della citta'. Il saluto sara' portato dal sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo, anche nella sua veste di segretario della Liga Veneta. Gli onori di casa li fara', tra gli altri, l'assessore regionale all'agricoltura, Franco Manzato. 

E' atteso anche il presidente della Regione, Luca Zaia,, che si dice certo della comprensione, da parte dell'imprenditoria veneta, della nuova posizione del partito di maggioranza relativa. ''Anche loro - ha detto in questi giorni - sono rimasti delusi della Manovra di Monti, nel quale avevano riposto grandi attese. La manovra, infatti, e' depressiva, recessiva''. I risultati del confronto saranno illustrati ai giornalisti, al termine dei lavori, dallo stesso Maroni, da Gobbo e da Alberto Baban, neopresidente delle Piccole Imprese di Confindustria Veneto, che e' tra i promotori dell'iniziativa. In serata l'appuntamento di Maroni col popolo leghista. Significativo il fatto che avvenga in casa di Gobbo, il quale contende con il maroniano Flavio Tosi la leaderschip futura del movimento regionale.

giovedì 15 dicembre 2011

L’Imu di Monti non è la semplice anticipazione dell’Imu di Calderoli, è proprio il ritorno dell’Ici

di Riccardo Ghezzi



Ovviamente su internet la disinformazione dilaga. Non sapendo come difendere la reintroduzione dell’Ici, che si chiamerà Imu, si inventano teorie strampalate per dare la colpa al precedente governo.
L’Ici, ossia l’imposta comunale sugli immobili, era stata introdotta dal governo Amato nel 1992 all’interno della medesima famigerata manovra che prevedeva il prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti correnti bancari. Avrebbe dovuto essere una tassa temporanea e straordinaria, invece non è mai stata abolita: un po’ come le accise sulla benzina per le guerre in Abissinia e terremoti vari. Ci ha pensato il governo Berlusconi nel 2008, ma l’eliminazione dell’Ici è stata giudicata “un’anomalia tutta italiana” dal nuovo premier Mario Monti. Come possa essere anomala l’abolizione di una tassa straordinaria e temporanea non è dato saperlo, fatto sta che il buon Monti per reintrodurla aveva a disposizione due possibilità: anticipare la nuova imposta municipale (Imu) dal 2014 al 2012 estendendola all’abitazione principale oppure puntare su una “service tax” aggiuntiva. Ha scelto la prima opzione. Ha anticipato l’Imu, tassa inventata dal precedente ministro della semplificazione normativa Roberto Calderoli che sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2014, e l’ha estesa alla prima casa. Già, l’ha estesa, perché l’Imu di Calderoli altro non era che una tassa che in un solo adempimento fiscale avrebbe accorpato le varie forme di tassazione che gravano sugli immobili: tariffa rifiuti, Irpef, Iva, imposte di registro, imposte catastali e imposte sui mutui. Un’imposta unica, come suggerisce il nome stesso, su base territoriale e riscossa dai Comuni. La prima casa non sarebbe stata soggetta ad imposizioni. Men che meno era prevista o già entrata in vigore alcuna rivalutazione catastale, specialmente del 60%.
Ecco perché è inutile sostenere che coloro che oggi protestano contro l’Imu di Monti, Lega in primis, siano gli stessi che hanno inventato la medesima tassa. Semplicemente, tanto per cambiare, è una falsità.
Se proprio vogliamo parlare di incoerenza, sarebbe opportuno chiedersi per quale motivo Pd e Terzo Polo fossero contrari all’Imu che avrebbe voluto introdurre il precedente governo, mentre nulla hanno da eccepire in quanto alla super-Imu di Mario Monti.
Tanto più che, a differenza dell’Imu “inventata da Calderoli”, questa nuova Ici non porterà alcun beneficio ai comuni.
L’Imu, la nuova Ici, non porterà più soldi ai Comuni ma allo Stato, questa è la fregatura. Bisognerebbe chiamarla imposta statale sugli immobili. Anzi ai Comuni viene chiesto un ulteriore contributo di 1,4 miliardi
Chi l’ha detto? Il sindaco di Firenze Matteo Renzi, del Pd. Partito che non sta all’opposizione del governo Monti.

“Tagli agli stipendi della casta? alla Lega esistono già…”. Ecco lo stipendio dell’on. Grimoldi


“Sono favorevole ai tagli degli stipendi dei parlamentari. Non a caso laLega Nord, da sempre contro i privilegi della “casta”, si è data una sorta di autoregolamentazione.”
A parlare è l’Onorevole Paolo Grimoldi, giovane deputato leghista al secondo mandato. Ex leader del movimento dei Giovani Padani, Grimoldi ha il dente avvelenato nei confronti della “casta” perchè, dice, questa storia dei privilegi allontana la gente dalla politica.
Parlava di “autoregolamentazione”, in che senso?
“La questione è che ci sono dei rimborsi spese totalmente ingiustificati. Tutti i parlamentari leghisti, ad esempio, rinunciano al rimborso per le spese di rappresentanza all’atto della candidatura. In concreto: i portaborse eventuali ce li paghiamo noi direttamente e come sede di lavoro utilizziamo l’ufficio che la Camera ci mette a disposizione. Lo stipendio del deputato oltre al rimborso si compone di diaria e indennità. Di questo noi versiamo il 35% al Movimento. A conti fatti quindi noi della Lega, con la storia che rinunciamo in partenza a un terzo di quello che ci spetterebbe, in tutto guadagniamo circa la metà degli altri deputati.”
Tradotto in soldoni a fine mese Lei al netto quanto si trova sul conto corrente?
“Circa 7.000, 7.500 euro. Bisogna però calcolare le spese di vitto e alloggio a Roma che sono a nostro carico e senza andare al Grand Hotel per una pensione decente vanno via circa 1.500 euro al mese”
Fossero anche 5.000 quelli portati a casa comunque non sono pochi.
“No, non lo sono, ma quando noi della Lega ce ne andiamo da Roma iniziamo il vero lavoro cioè quello di portare sul territorio la politica. Si parla di centinaia di chilometri alla settimana per avvicinare la gente a quello che accade nei Palazzi romani.”
Paolo Grimoldi
Paolo Grimoldi
Con le nuove regole cosa cambierà per Lei, per esempio, in materia di pensioni?
“Sarò onesto: io non ci ho ancora pensato. Per quanto mi riguarda per la pensione se ne parla almeno tra 30 anni, quindi non ho ancora fatto i conti”
Significa che non ha raggiunto la soglia minima per aver diritto al vitalizio?
“No. Io sono al secondo mandato. Durante la prima legislatura bisognava avere 2 anni 6 mesi e 1 giorno di anzianità per averne diritto e io non ci sono arrivato. In quella successiva l’asticella si era alzata ai 5 anni, ma dal 1 gennaio 2012 subentra il sistema contributivo e quindi non sono comunque nei limiti”
Dica la verità, umanamente, un po’ non Le dispiace?
“Per estrazione politica e culturale sono stato abituato a pensare che ogni soldo risparmiato a Roma è un soldo in più che arriva in padania e quindi è un guadagno doppio per noi. Quindi no, non mi dispiace, anzi sono felice di essere valutato come un normale cittadino che lavora. Come impostazione politica la Lega ha sempre desiderato smontare l’impalcatura dei palazzi romani quindi tutto quello che lavora in quel senso è benvenuto. L’unica cosa che va garantita però è l’equo compenso. Quello che si sta verificando in questo periodo è un forte distacco dalla politica da parte della gente che è stufa di seguirla e ancora di più di farla. Tagliare i fondi implicherebbe che chi è giovane, pieno di idee ed energie non potrebbe accedere a quel mondo perchè non verrebbe retribuito. Le conseguenze sarebbero gravissime per la democrazia. La politica diventerebbe una roba per ricchi (leggere l’opinione di Alessandra Mussolini) che dall’alto delle loro poltrone muoverebbero i fili del consenso. Se non vogliamo un governo alla Montezemolo che già oggi si serve dei tecnici per fare i propri interessi e domani potrebbe decidere di muoversi in prima persona nella politica, serve poter avere l’accesso diretto alla rappresentanza democratica e questo passa anche attraverso l’accredito di un equo compenso per chi dedica la propria vita al bene pubblico”