giovedì 31 marzo 2011

Via libera del Cdm al federalismo regionale

ROMA - "Tenuto conto dei pareri favorevoli espressi dalle Commissioni parlamentari, il Consiglio ha approvato il decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario. Lo si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi.

CALDEROLI ESULTA, E' VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE COPERNICANA - "Evviva, da oggi il Federalismo diventa realtà! Questa riforma storica ed epocale, che trasforma un Paese centralista in uno federalista, si è concretizzata questa mattina, in Consiglio dei Ministri, dove è stato approvato definitivamente il quinto decreto legislativo attuativo del Federalismo fiscale, il decreto sul Federalismo di Regioni e Province, decreto che la settimana scorsa aveva ricevuto il parere favorevole delle competenti commissioni parlamentari". Lo afferma Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione Legislativa. "Si tratta - prosegue - di una vera e propria rivoluzione copernicana, perché da oggi il cittadino saprà perché paga un tributo, a chi lo paga, dove vanno a finire i suoi soldi e per quale servizio vengono utilizzati e pertanto potrà giudicare con la massima trasparenza, secondo la regola: 'Si paga per quel che fai, per quel che dai e non per quel che spendi'. Ancora una volta questo Governo, grazie alla spinta propulsiva della Lega Nord, si è dimostrato il Governo del fare!".

MARONI: TUNISI RISPETTI ACCORDI!

Rimpatriare gli immigrati arrivati a Lampedusa, o verso la Tunisia o verso altri Paesi europei. E' clamorosa l'assenza di solidarietà da parte di quei Paesi verso i quali gli stessi immigrati sono diretti, come la Francia". Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ospite del direttore di Libero Maurizio Belpietro a La telefonata, interviene nuovamente sull'emergenza-immigrazione a Lampedusa. Frattini ha anche sottolineato come i migranti dalla Tunisia non possano essere considerati profughi: "Non possiamo accettare che dalla Tunisia fugga la gente come se ci fosse la guerra, sono migranti economici". Clandestini, dunque, e quindi da rimpatriare.

"1.200 CLANDESTINI BLOCCATI" - Nelle ultime 48 ore, ha indicato Frattini, la Tunisia ha riferito di aver bloccato "oltre 1.200 persone in partenza dalle sue coste a bordo di una ventina di barconi". Per il titolare della Farnesina si tratta di un primo segnale circa il fatto che gli accordi bilaterali raggiunti venerdì a Tunisi, e finiti al centro di alcune polemiche, cominciano a funzionare.

QUESTIONE LIBIA - Differente la questione per i migranti provenienti dalla Libia. Anche a questo proposito, l'Italia si sta muovendo per delineare gli scenari del dopo-Gheddafi. Lunedì prossimo il ministro avrà un colloquio a Roma con il rappresentante della politica estera del Cnt, il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi: "Ho parlato più volte con il capo di questo gruppo - ha ricordato il capo della Farnesina - anche l'altro ieri a Londra". Frattini ha spiegato che a Bengasi "abbiamo un contatto forte" e c'è "un consolato che è aperto sempre con nostri funzionari che hanno dei contatti". Il ministro allenta l'allarme sulle infiltrazioni di Al Qaeda tra gli insorti: "Ci sono state molto all'inizio, poi ci siamo resi conto che è interesse di questo gruppo di Bengasi isolare fortemente i fondamentalisti". L'Italia, ha poi sottolineato Frattini, ha un "contatto forte con gli insorti libici", a cominciare dal nuovo "consolato a Bengasi". Lo stesso ministro il prossimo lunedì avra "la visita politica del gruppo di Bengasi", che sarà "a Roma per un colloquio".

MARONI: "TUNISI RISPETTI ACCORDI" - Al termine del Consiglio dei Ministri, il ministro degli Interni Roberto Maroni è intervenuto in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il Ministro ha confermato che uno dei principali problemi all'origine del caos immigrazione è la posizione del governo di Tunisi: "C'è l’impegno da parte delle autorità tunisine alla prevenzione e al contrasto dei flussi illegali in uscita dalla Tunisia, che purtroppo non è avvenuto, e non c'è stata disponibilità ad accogliere i rimpatri. Ho chiesto a Berlusconi di sollecitare il primo ministro tunisino, e credo sia necessario recarsi a Tunisi". L'Italia, da parte sua, si impegna per la "realizzazione di altri siti, capaci di accogliere, qualora ce ne fosse bisogno, altri diecimila immigrati", ha spiegato Maroni, ma bisogna fronteggiare il 'no' giunto da diversi Governatori regionali: "I rifiuti di questi giorni sull'individuazione dei siti per ospitare i clandestini non possono essere giustificati, perchè per un’emergenza umanitaria di queste dimensioni serve la solidarietà e il concorso di tutte le Regioni".

"TUTTE LE REGIONI DEVONO COLLABORARE" - Maroni ha precisato che "tutte le regioni tranne l’Abruzzo sono chiamate a dare il loro contributo, se Tunisi si riprenderà tre, quattro o cinque mila tunisini il problema non si porrà, altrimenti il piano è pronto e nessuno può chiamarsi fuori dalla gestione dell’emergenza, comprese le regioni del nord e quelle amministrate dalla Lega". Su quest'ultimo punto, ha precisato Maroni, "non mi faccio condizionare nè dalla campagna elettorale, nè dal fatto che alcune regioni sono governate dal Carroccio". Il Ministro è poi intervenuto sulla promessa di Berlusconi di liberare Lampedusa in massimo tre giorni: "Se lo dice lui, sicuramente sarà così", dice. Gli immigrati giunti fino ad ora sulle coste italiane, però, non sono solo tunisini: "I profughi arrivati dalla Libia sono circa 2000 - spiega Maroni - e abbiamo incluso ovviamente anche la loro situazione nel piano che coinvolge le regioni".

Il Pdl cede alla Lega: appoggerà Bernardini

Il Carroccio annuncia l'accordo, gli azzurri non smentiscono. Manes: «Andrò al ballottaggio»

Manes Bernardini

Manes Bernardini

Alla fine l’annuncio della scelta del Pdl l’ha dovuto fare la Lega Nord. Il partito di Berlusconi ha deciso di appoggiare il candidato sindaco del Carroccio Manes Bernardini e ora il giovane avvocato, consigliere regionale, diventa il favorito per andare ad un eventuale ballottaggio contro il candidato del centrosinistra Virginio Merola. Ma la parola fine al tormentone, che durava ormai da mesi, del Pdl l’ha messa ieri paradossalmente un comunicato del commissario della Lega Nord in Emilia Rosi Mauro, che ha espresso soddisfazione per la scelta del partito di Berlusconi di appoggiare Bernardini, una scelta compiuta al termine di un vertice tra i due partiti.

C’è però un piccolo problema. Mentre era già in rete la comunicazione ufficiale sulla scelta del candidato, il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Berselli, rispondeva così: «Io non ne so niente, non mi è stato comunicato nulla. Non sono in condizioni di smentire Rosi Mauro, ma io non ne so niente e per me non c’è niente di ufficiale». Inutile girarci intorno. Se il partito a Roma ha scelto di non seguire la linea politica di Berselli che chiedeva a gran voce di appoggiare il candidato civico Stefano Aldrovandi, e non lo ha nemmeno avvertito della decisione, allora siamo di fronte ad un commissariamento. La cosa incredibile è però che, mentre la Lega annunciava la decisione, nel Pdl a Bologna nessuno sapeva niente. Il vicecoordinatore regionale Giampaolo Bettamio dava per probabile l’accordo su Bernardini interpretando le parole del giorno prima di Bossi e anche il coordinatore cittadino Fabio Garagnani, che pure vede riconosciuta la sua linea politica, non sapeva nulla di un incontro romano. Misteri del Pdl.

Nel corso della giornata, prima dell’annuncio ufficiale, Bettamio aveva proposto di fare una lista unica insieme alla Lega Nord, ma Bernardini aveva bocciato la proposta ricordando semplicemente che il Carroccio la lista l’ha già presentata da qualche giorno. La scelta del Pdl di rinunciare alla candidatura è stata naturalmente sottolineata dagli avversari del Pd. «Per la prima volta dopo tanto tempo — ha fatto notare il segretario Raffaele Donini — il principale partito di opposizione non presenterà un proprio candidato sindaco. Dopo anni di falso civismo arriva ora a un’imbarazzante abdicazione politica. Credo che la confusione prodotta negli elettori del centrodestra non sarà priva di conseguenze elettorali».

Ora il quadro politico in vista delle elezioni amministrative è finalmente chiaro. La candidatura del leghista Bernardini è una novità assoluta nel panorama politico bolognese e a questo punto è lui che ha i favori del pronostico come ruolo di principale sfidante di Merola. Ci sono però delle incognite importanti. Da un lato Bernardini è elettoralmente in grado di andare a prendere voti anche fuori dallo zoccolo duro della Lega a Bologna e persino a sinistra. Ma allo stesso tempo il candidato del Carroccio potrebbe invece non essere scelto da molti elettorati moderati del Pdl, che potrebbero preferire Aldrovandi. Per questo motivo l’ex manager Hera, sostenuto dalle forze civiche e dal Terzo polo potrebbe conservare qualche chance di fare il colpaccio ai danni di Bernardini. Si vedrà. A questo punto è però probabile che il Pdl, lacerato dagli ultimi mesi da incubo, vada incontro ad un’emoraggia di voti e che questi consensi siano divisi tra la lista della Lega e quella di Aldrovandi. «C’è grande entusiasmo — ha detto ieri a caldo Bernardini — e possiamo andare al ballottaggio. Se ci andiamo quest’elezione verranno a seguirla anche la Cnn e il New York Times».

Olivio Romanini

mercoledì 30 marzo 2011

IMMIGRATI: MARONI, I CLANDESTINI SARANNO RIMPATRIATI IN TUNISIA

(ASCA) - Roma, 30 mar - Il governo intende ''distinguere tra rifugiati che debbono essere accolti e clandestini che saranno tutti rimpatriati in Tunisia''. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni nel corso del Question time alla Camera.

''Oggi e' partito il piano di evacuazione che portera' in poche decine di ore allo svuotamento totale di Lampedusa, come ha illustrato oggi lo stesso presidente del Consiglio - ha detto Maroni -. Abbiamo previsto anche compensazioni per Lampedusa. Per quanto riguarda, invece, gli sbarchi occorre distinguere tra rifugiati e clandestini. I primi saranno accolti mentre i secondi verranno portati nei Centri che gia' esistono ed in quelli che stiamo allestendo e saranno rimpatriati in Tunisia. Proprio con la Tunisia abbiamo raggiunto un accordo in questo senso cosi' come l'impegno a fermare le partenze cosi' come fece, a suo tempo, la Libia.

Credo che le autorita' tunisine abbiano compreso la situazione e nel giro di poco tempo la vicenda si concludera' con i rimpatri e la prevenzione''.

Immigrati/ Maroni: da Paesi Ue contributo pari a zero

Roma, 30 mar. (TMNews) - L'Italia ha affrontato da sola l'emergenza sbarchi a Lampedusa. "L'Europa ha lasciato sola l'Italia" nell'affrontare la gestione degli sbarchi dal Nord Africa ed il suo "contributo a favore del governo italiano è stato pari allo 'zero'". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni al Question time alla Camera dove e' tornato a criticare la Ue per le sue azioni in tema di immigrazione.

"Abbiamo affrontato una vera emergenza umanitaria - ha sottolineato il responsabile del Viminale - senza precedenti per numeri e intensità degli arrivi in così breve tempo. L'Europa non si e' vista, così come altre istituzioni. Come ha sottolineato anche il Presidente della Repubblica a Lampedusa non si è avuto solo un problema per l'Italia perchè lì c'è anche la frontiera dell'Europa".

DANNEGGIATA LEGA NORD BOLOGNA: BERNARDINI, BRUTTO CLIMA

(AGI) - Bologna, 30 mar. - "E' un brutto segnale: oggi tocca a noi, ieri e' toccato ad altre realta' di Bologna, c'e' un clima negativo che sta coinvolgendo tutta la citta'". E' il commento a caldo di Manes Bernardini, candidato sindaco della Lega Nord a Bologna, sul raid vandalico messo in atto da ignoti che hanno incrinato questa notte, con pietre e pezzi di mattone, la vetrina della centralissima sede del partito in via Ugo Bassi, aperta appena un mese fa; raid che arriva all'indomani degli attentati incendiari ai danni di uffici bolognesi dell'Ibm e dell'Eni. Sulla porta della sede leghista, poco piu' sopra del vetro incrinato, c'e' un cartello per la raccolta firme per la presentazione della lista della Lega Nord. In mattinata alla Lega bolognese e' arrivata la telefonata del Ministro dell'Interno Roberto Maroni, che si e' detto preoccupato e che ha annunciato una visita a Bologna. "Abbiamo sentito il ministro Maroni questa mattina- conferma Bernardini - al di la' di oggi che tocca alla Lega, c'e' comunque una situazione strana. Gli ultimi tre quattro giorni a Bologna c'e' stata veramente una escalation di questi atti vandalici-intimidatori che dobbiamo rifiutare a priori - spiega il candidato sindaco leghista - Dobbiamo richiamarci a quei valori di liberta' che sono stampati anche nel nostro simbolo per la citta', e prendere le distanze tutti, in primis noi candidati, che vogliamo fare una bella campagna elettorale. Ho sempre detto no ai dossier anonimi, no a tutte quelle cose che non c'entrano niente con un confronto serio e rispettoso dei ruoli, sui programmi - conclude Bernardini - Quindi ritengo che questo clima che si sta generando in un momento che deve essere bello, come una campagna elettorale, sia da affrontare subito, con la giusta determinazione, ma anche con la giusta serenita' e tranquillita': perche' sappiamo che invece c'e' una citta' intera si richiama al valore della liberta', che oggi deve essere portato avanti con ancora piu' convinzione e determinazione".
L'azione vandalica contro la Lega Nord e' stata condannata "con forza" dal presidente della Regione Vasco Errani e da diversi esponenti politici tra i quali il deputato Pdl Giuliano Cazzola e i candidati a sindaco Stefano Aldrovandi e Angelo Maria Carcano.

Grana profughi? La colpa è di Prodi e Napolitano

Gli ultimi 200 - tutti tunisini - sono tornati indietro la scorsa notte, restituiti con un calcio nel sedere dalla polizia francese. Così in queste ore l’Italia ha un’altra Lampedusa, sia pure sulla terra ferma. Ventimiglia, confine con la Francia. Sono quasi 1500 gli immigrati clandestini accampati lì, in attesa di un impossibile ricongiungimento con i familiari d’oltralpe. La polizia di Nicolas Sarkozy ha di fatto blindato le frontiere. A Ventimiglia come a Modane, altro valico di passaggio di tunisini, libici e nordafricani via terra. Non era questa la barriera che si immaginava quando l’Europa ha varato il trattato di Shengen. Ma alla Francia questo regalo l’ha fatto proprio l’Italia. E per ben due volte, firmando prima un accordo ufficiale e poi rivisitandolo con uno scambio di lettere. In entrambi i casi a regalarci questo fronte Lampedusa bis è stato un governo guidato da Romano Prodi. Gli accordi che tirano giù la frontiera con la Francia sono stati firmati da due ministri dell’Interno del governo del Professore. La prima volta il 3 ottobre 1997 a Chambery, con firma congiunta di Giorgio Napolitano per l’Italia e di Jean Pierre Chevenement per la Francia. La seconda volta è stata nel 2006. A prendere l’iniziativa di interpretare e rafforzare quell’accordo fu il ministro dell’Interno francese, Nicolas Sarkozy, il 12 giugno.

Qualche mese dopo, il 20 novembre, il ministro dell’Interno italiano, Giuliano Amato, rispose per lettera accettando le nuove condizioni. Sulla carta quell’accordo è bilaterale: c’è reciprocità di norme. In entrambi i paesi, sui confini di Ventimiglia e Modane, sono stati istituiti dei Centri di cooperazione di polizia e doganali che hanno il dovere di scambiarsi informazioni sulla immigrazione clandestina. I poliziotti di una parte e dell’altra possono sconfinare per 30 km per le proprie indagini. Possono fermare clandestini e se trovano la prova di una loro provenienza dall’altro paese (un documento di viaggio, uno scontrino fiscale), possono riconsegnarglieli. Sulla carta è così. Ma nella prassi la reciprocità va a farsi benedire. Perché sono molti di più i clandestini che cercano di entrare dall’Italia in Francia che non quelli che compiono il percorso inverso. Così sbarcano a Lampedusa per ricongiungersi ai familiari in Francia, e quando passano il confine i gendarmi di Sarkozy li pizzicano e con una scusa o con un’altra ce li riportano indietro facendo muro. Per fare approvare la revisione dell’accordo in Senato e all’assemblea nazionale (l’Italia non lo ha invece ratificato in Parlamento), il governo francese ha sbandierato numeri che non lasciano dubbi. Nel 2007 sui due versanti del confine di Ventimiglia sono stati pizzicati 12.762 clandestini. Di questi 9.904 sono stati respinti dai francesi in Italia e solo 2.858 dagli italiani in Francia. Nel 2008 stessa musica: 13.132 pizzicati, 10.073 rimandati in Italia e 3.059 tornati in Francia. Simili i dati del 2009 e ancora più evidenti le proporzioni registrate al confine di Modane: 9.984 fermati nel 2007 e di questi 9.210 presi dai francesi che li hanno riportati in Italia. Perfino peggio nel biennio successivo. Fra l’altro i francesi hanno dato autonomia e rafforzato i loro presidi di polizia al confine, mentre gli italiani per dieci anni hanno discusso che cosa fare, rimpallandosi decisioni e responsabilità e bloccandosi su una trattativa sindacale per anni sul rimborso dei pasti dei suoi poliziotti oltre confine.

L’accordo dunque è un hara-kiri per l’Italia, e chissà se mai l’avevano immaginato i vari Prodi, Napolitano e Amato. Ma sulla filosofia con cui viene vissuto in Francia non ci sono molti dubbi. Il presidente dell’assemblea francese un anno e mezzo fa, al momento della ratifica, ha invitato i suoi deputati a votare sì: «È l’Italia che è inondata di clandestini. L’accordo conviene a noi». E in soli 38 minuti fra commissioni, Senato e Assemblea nazionale, l’accordo è stato approvato. Non solo, lo scorso 4 marzo il nuovo ministro dell’Interno francese è corso a Nizza ad arringare i suoi poliziotti di frontiera. «Gli italiani non devono fare i furbi», ha spiegato Claude Gueant, aggiungendo: «A loro chiediamo di stare al gioco della regola europea. È la responsabilità di ogni paese di accoglienza. Chiediamo loro di trattenere le persone che si presentano sul territorio italiano e di riprendersi quelle che vengono rinviate loro». Già, e al ministro francese facciamo anche un cappuccino in attesa di altri ordini?

Stop alle ditte calabresi, Gratteri: «Castelli non ha capito nulla»


MILANO - Vogliamo essere sicuri che la 'Ndrangheta non infiltri i lavori dell'Expo 2015? «Evitiamo per decreto che a partecipare siano aziende che possano essere collegate con la ‘ndrangheta. In poche parole escludiamo le ditte calabresi». La ricetta del sottosegretario alle infrastrutture Roberto Castelli, ovviamente leghista, è stata affidata alla Padania. Ma non è sfuggito al procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri: «Mi hanno molto meravigliato queste affermazioni di un ex ministro della Giustizia perché forse allora lui ritiene che una ditta di Platì parta da Platì e vada a Milano a partecipare a una gara dell'Expo 2015. Mi sorprende tantissimo, perché allora vuol dire o che non ha capito nulla, o chi per lui, oppure siamo veramente messi male» ha detto Gratteri.

VICINI AL PAREGGIO - Il magistrato ha partecipato a un convegno-dibattito sul tema della legalità con gli studenti di una scuola media di Zumpano, in provincia di Cosenza, ha parlato delle infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord, e dei successi conseguiti nelle indagini. «Stiamo pareggiando. Malgrado gli sforzi enormi che sta facendo la polizia giudiziaria e che stiamo facendo noi magistrati purtroppo il sistema normativo, come più volte ho detto, non è proporzionato alla realtà criminale. Quindi al massimo riusciamo a pareggiare. Dentro abbiamo sempre la voglia e la carica di andare avanti, però se il legislatore non cambia le regole e non investe nella scuola e in cultura, oltre questo non possiamo andare».

Il mega spreco del Sud Vendola & C. gettano 31 miliardi di soldi nostri

Vendola e altri amministratori meridionali piangono miseria, intanto snobbano i fondi dell’Unione europea spendendone appena il 9 per cento. Perché è più facile avere l’alibi dei tagli che rimboccarsi davvero le maniche.


Poi dicono che il Sud è senza soldi. Balle. Il Sud è pie­no di soldi. Baste­rebbe che li prendesse. I soldi sono lì, pronti, cash, a disposizione. Bisogne­reb­be solo compilare l’ap­posito modulo. Bastereb­be averne voglia. Baste­rebbe un’idea. Non ci cre­dete? Stiamo parlando di 31 miliardi, più di 60mila miliardi del­le vecchie li­re, tre volte il Pil dell' Islanda, per intenderci, 15 volte il fat­turato di un gruppo in­ternaziona­le come la Benetton. Sono i soldi che l’Euro­pa­mette a di­sposizione di cinque Regioni meri­dionali. Eppure le Regio­ni meridionali li snobba­no. Li lasciano nel casset­to. Ci sputazzano sopra, insomma. Salvo poi met­tersi a piangere che non hanno soldi. Che è un po’ come morire di fame quando si ha la dispensa piena di biscottial ciocco­lato.

Per carità, all’universi­tà del lamento noi italiani siamo tutti laureati. I go­vernanti del Sud, però, hanno pure ilmaster.Ro­ba da Harvard, docenza specializzata in piagni­steo multiplo e ripetuto, con irrorazione di lacri­me comparate. A volte viene da pensare che se gli amministratori meri­dionali sapessero gestire la cosa pubblica come ge­stis­cono la faccia di circo­stanza, oggi la Calabria sa­rebbe una specie di Nor­vegia felice e la Sicilia la dimostrazione dell’esi­stenza del Paradiso terre­stre. Invece sono in diffi­coltà. Co­me la Pu­glia, come la Campa­nia. Non rie­scono a ge­s­tire non di­ciamo le emergen­ze, manem­meno l’o­rdi­nario quoti­diano. Poi se la pren­dono con lo Stato che li abbandona. Con l’Euro­pa che li trascura. E con la politica filo leghista del governo. Un modo come un altro per chiedere altri soldi. Altri aiuti. Altri con­tributi, piccole cassedel­mezzogiorno d’occasio­ne, gepi&agensud di cir­costanza e piani straordi­nari. Si può dire di no? Di fronte a tante lacrime? Di fronte a tante emergen­ze? Si può essere così egoi­sti e antisolidali da non mettere mano al portafo­glio? Da non far scorrere giorno dopo giorno nuo­vi fiumi di denaro come nei giorni dell’Iri funesta? Per l’amor del cielo. Si proceda: altri soldi. Altri aiuti. Altri contributi. Che è u n po’ come versare metà dello stipendio a uno che t i chiede l’elemosina, salvo poi scoprire che tiene sotto il materasso l’eredità milionaria della zia.

Poi dicono che il Sud è senza soldi. Balle. Il sud è pieno di soldi. Solo che li tiene sotto i l materasso come l’eredità della zia. Anzi, no: l i tiene nei forzieri d i Bruxelles. La quota di fondi del programma 2007-2013 utilizzata dalle cinque Regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Basilicata) ammonta al 9 per cento. Avete letto bene: proprio 9 per cento. Trasformato in voto scolastico non sarebb e nemmeno un «1». Diciamo: «1 meno meno». D’incoraggiamento. Fra l’altro tenete presente che quei soldi, a differenza d i quelli che si mettono sotto il m aterasso, non si conservano. Al contrario: deperiscono. Svaniscono nel nulla come i conigli nel cilindro del mago Alexander. Riflettete: il programma parte nel 2007. Siamo arrivati oltre la metà e siamo al 9 per cento: l'anno scorso l'Europa voleva già decurtare la dotazione. «Tanto non la usate». Ci fu u n intervento del governo, il pericolo fu scongiurato. O, per lo meno, rimandato. Ma tutto il denaro che non avremo i ncassato entro il 2013, cioè entro i prossimi due anni, andrà perduto per sempre. Dirottato verso le regioni dell'Est Europa, che piangono uguale. M a almeno lavorano di più.

A luglio, quando Tremonti rimproverò la «cialtronaggine » dei governatori del Sud, incapaci d i sfruttare i soldi messi a disposizione dall'Europa, ci fu una levata di scudi. «Non s i fa, non s i dice, m a per carità, il solito filo leghista, il ventriloquo di Bossi, il ragioniere della Valtellina ecc.». Tremonti, invece, aveva ragione. Eccome. L o dimostrano i numeri che vi stiamo fornendo e che non sono stime, calcoli approssimati, opinioni varie e occasionali: sono dati della Ragioneria dello Stato. Praticamente il vangelo dei conti nazionali. La bocca della verità economica. E allora ripetiamo con Tremonti: questi governanti del Sud sono dei cialtroni. Va bene, diamo pure il beneficio a quelli eletti da un anno di essere ancora non giudicabili, ma per gli altri non ci può essere pietà. Bassolino, Loiero, Vendola, Cuffaro, Lombardo: hanno governato per anni o governano da anni e hanno lasciato per strada tutto questo patrimonio. Capaci soltanto d i chiagnere e fottere. Perché non solo hanno peccat o d'omissione, non solo si sono rivelati incapaci di sfruttare la ricchezza della loro meravigliosa terra, il talento e l'intelligenza dei loro straordinari cittadini, le bellezze naturali, le risorse storiche e culturali, mancando ogni occasione di crescita e sviluppo. Ma hanno anche fallito nell' azione più semplice del mondo: quella di prendere i soldi (i nostri soldi, si badi bene) offerti come u n regalo di Natale da Santa Claus Europa. Perché non l'hanno fatto? Boh. Forse perché si sono persi nei labirinti della burocrazia. Forse perché si sono persi nella mancanza di progett i e d i idee. O forse, semplicemente, perché con i soldi in tasca sarebbero finiti gli alibi. Toccava darsi da fare. E smettere di piangere. Che, come è noto, per quanto faticoso, è pur sempre meglio che lavorare.

"Lampedusa svuotata entro sera" Maroni: mille tornano in Tunisia

Il premier oggi andrà a Lampedusa per constatare di persona la situazione sull'isola e per risolvere l'emergenza dei profughi. Cominciano ad arrivare le sei navi che distribuiranno circa diecimila immigrati nei vari centri di accoglienza del territorio italiano prima di rimpatriarli nel loro paese d'origine. Secondo il Corriere della sera, il governo starebbe trattando con le autorità tunisine per rimpatriare mille migranti entro domenica. Il Cav: "Il problema di Lampedusa sarà risolto e i cittadini non saranno lasciati soli"

Commenti
Condividi la tua opinione con gli altri lettori de ilGiornale.it
Log in / Registrati alla community e lascia il tuo commento

Roma - "Sono poveri cristi, la loro è una fuga da un mondo senza libertà, democrazia e benessere. È proprio ciò che vanno cercando da noi". Silvio Berlusconi durante il vertice di ieri sera a Palazzo Grazioli si è espresso con queste parole, parlando dell’emergenza profughi a Lampedusa. Toni diversi da quelli usati dal ministro leghista Bossi che è invece sbottato in un "foeura di ball". Il premier ha chiesto ai ministri il massimo impegno di fronte a quella che ha definito una "emergenza umanitaria" spiegando di voler andare di persona oggi sull’isola per dare un segno di massima attenzione e illustrare le molte misure e gli interventi compensativi ipotizzati nel vertice di questa sera per l’isola che comunque verrà sgomerata dagli immigrati. Per il presidente del Consiglio quello che è stato un "disagio può trasformarsi per gli abitanti di Lampedusa in una grande opportunità".

Trattative con Tunisi Secondo il quotidiano di via Solferino, "è possibile che almeno una nave faccia rotta verso Tunisi, ma soltanto se arriverà il via libera dalle autorità locali". In quel caso, il Corriere parla di un "rimpatrio di mille tunisini già entro domenica". La trattativa in corso e a svolgere la funzione da mediatore sarebbe il finanziere Tarak Ben Ammar.

Il problema sarà risolto Silvio Berlusconi ha garantito che il problema dell’emergenza immigrati a Lampedusa sarà comunque risolto e che i cittadini non saranno lasciati soli. Il governo farà la sua parte. Berlusconi non ha nascosto ai ministri presenti alla riunione la sua preoccupazione per una situazione da non sottovalutare, ma ha garantito l'impegno dell'esecutivo e della sua stessa persona. "I siciliani possono stare tranquilli e dormire tra due guanciali perché da parte di tutto il governo e in prima persone dal premier Silvio Berlusconi c’è il massimo impegno per risolvere la situazione", ha confermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa al termine della riunione a palazzo Grazioli sull’emergenza immigrazione. Il premier Silvio Berlusconi ha a cuore "il benessere di Lampedusa e di tutta la Sicilia. È una certezza - ha continuato La Russa, parlando poi del piano di rilancio previsto per l'isola. "Quello del governo, sarà un grande piano di rilancio, non solo dell’isola di Lampedusa ma di tutta la Sicilia. E voi sapete quando il premier prende a cuore una cosa ci butta anima e corpo...". "Il presidente Berlusconi - ha spiegato Miccichè - è fortemente convinto di volersi spendere per Lampedusa e il ministro dell’Economia sta valutando i costi delle misure necessarie". Il rilancio dell’isola, dunque, "passerà attraverso iniziative riguardanti sia le infrastrutture, sia l’ambiente, sia il turismo, sia il piano culturale".

Tregua di sbarchi Nella notte non si è registrato alcun arrivo di extracomunitari. Ma la situazione sull’isola è sempre d’emergenza con la presenza di oltre seimila migranti. Per la prima volta, dopo giorni di sbarchi incessanti, la Capitaneria di Porto dell’isola riferisce di una notte "assolutamente tranquilla", durante la quale non si sono registrati nuovi approdi di immigrati nordafricani. Uno sbarco, invece, a Linosa dove i carabinieri hanno intercettato già a terra 31 tunisini che erano arrivati senza essere stati avvistati. Questa mattina intanto sono attese in porto le sei navi civili che dovranno imbarcare gli oltre 6200 extracomunitari presenti al momento sull’isola, per trasferirli verso altri centri in tutta la penisola. Al momento a Lampedusa sono già arrivate la motonave "Catania", e la San Marco della Marina militare. Sempre per oggi, poi, è atteso l’arrivo sull’isola del presidente. Oltre alle sei navi che saranno impegnate nella spola con vari centri di accoglienza provvisoria in Italia, in attesa di rimpatriare i tunisini nel loro paese d'origine, a Lampedusa sarà ormeggiata anche una nave fissa a disposizione di nuovi sgomberi che di volta in volta - in vista anche della bella stagione - dovessero rendersi necessari.

martedì 29 marzo 2011

MARONI: CI SARA' IL RIMPATRIO DEI CLANDESTINI

21.22
Il ministro dell’Interno Maroni ha dichiarato in un’intervista al Tg5 che “grazie a un accordo con la Tunisia ci sarà il rimpatrio dei clandestini una volta accertata la loro identità,mentre a chi viene da una zona di guerra sarà consentito di rimanere fino a quando i permessi di soggiorno lo garantiranno”.
Maroni ha poi ricordato che nel 2011 ci sono stati 21725 sbarchi e che domani il presidente del Consiglio annuncerà misure risarcitorie e compensatorie per i lampedusani.

Sapete perché la Francia può chiudere le frontiere? e perché può rispedire in Italia gli immigrati? Grazie ad un accordo bilaterale firmato da Prodi

Trascrivo questo articolo che ho trovato in questo blog:

http://www.daw-blog.com



Tutti sono giustamente indignati per come gli esportatori di diritti umani e di libertà francesi si stanno comportando alla frontiera con l’Italia, nei pressi di Ventimiglia. Non fanno passare nessun clandestino, chiudono la dogana e rimandano indietro tutti, indistintamente. Tunisini, Eritrei, Libici. Tutti.

D’altronde, qualche settimana fa, il Ministro degli Interni Guéant si è presentato a Mentone sostenendo che “nessun clandestino passerà mai quel confine”. Lessico abbastanza stupefacente per un esponente chiave del Governo dei moderni missionari salvavita. Eppure, può farlo.

Che ci piaccia o no, la Francia ha tutto il diritto di rispedire in Italia gli immigrati clandestini che tentano di passare il confine.

E sapete grazie a chi Parigi può lavarsene le mani? Grazie a Romano Prodi. Eh già, sempre lui. Nel 1997, infatti, firmò a Chambery un accordo bilaterale con cui si istituivano sulla linea di confine due Centri di Cooperazione di Polizia di Dogana, uno a Ventimiglia, l’altro a Modane.

E sapete qual è uno dei principali compiti assegnati a questi centri? La riammissione di stranieri irregolari. Sostanzialmente, l’Accordo consente di “ricondurre nel territorio dell’altro Paese persone rintracciate sul proprio territorio in posizione irregolare di cui si possa provare, attraverso una serie di elementi oggettivi, la provenienza dall’altro Stato”.

E tra le prove oggettive, pensate un po’, è compreso un semplicissimo biglietto ferroviario. Insomma, se un clandestino da Lampedusa si presenta alla dogana francese, i gendarmi transalpini hanno tutto il diritto di rimandarcelo indietro. E questo grazie alla favolosa politica dell’allora Premier Prodi, dell’allora Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano e dell’allora Ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco.

E’ grazie a questo fantastico trittico se oggi il vecchio confine di Ventimiglia è diventato una barriera insuperabile per le migliaia di clandestini che dall’Italia vogliono trasferirsi in Francia. Il bello è chenon possiamo farci niente, neppure lamentarci. Complimenti davvero per la genialata.

++AGGIORNAMENTO++

Rispondiamo alle contestazioni o ai dubbi di chi sostiene che le disposizioni in materia di riammissione degli stranieri irregolari non si troverebbero nel dettato dell’Accordo di Chambery sottoscritto da Prodi il 3 ottobre 1997. Queste disposizioni si trovano nell’Annesso al medesimo Accordo, come testimoniato dalla Gazzetta Ufficiale n. 164 del 15.07.2000.


http://www.daw-blog.com/2011/03/29/grazie-prodi/


Parmalat: Bossi, bloccato tutto, francesi non prendono niente

Roma, 29 mar. (Adnkronos) - I francesi si prendono Parmalat? "Non si prenderanno niente". Ne e' convinto Umberto Bossi che risponde cosi' ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono di Parmalat. "Noi - aggiunge il leader della Lega - abbiamo gia' dato la nostra risposta all'ultimo Cdm. Abbiamo spostato il Cda di Parmalat e bloccato tutto. Non prendono niente...".

Immigrati: Bossi, Soluzione? 'Fora Da i Ball'

(ASCA) - Roma, 29 mar - Qual e' la soluzione per far fronte all'emergenza immigrati a Lampedusa? ''Fora da i ball!''. Risponde cosi', con un'espressione dialettale lombarda, il leader della Lega nord, Umberto Bossi, ai cronisti a Montecitorio.

La (dis)informazione dilagante a sinistra. La BUFALA dell'emendamento "salva pedofili (1707)

Nell’ultimo mese siamo stati bombardati da link su facebook riguardanti un emendamento c.d. “salva pedofili”(n°1707) introdotto nel ddl 1611 e firmato da sette senatori della maggioranza, sen. Maurizio Gasparri (Pdl), sen. Federico Bricolo (Lega Nord),sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),sen. Roberto Centaro (Pdl),sen. Filippo Berselli (Pdl),sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord) e il sen. Sergio Divina (Lega Nord).

Questi link dai titoli d’effetto per far abboccare i poco informati e aizzarli contro una maggioranza “pedofila” rimandavano a blog di sinistra che non facevano altro che far infervorare la folla con stralci dell’emendamento, senza ricollegarlo al codice penale.
Io sono da sempre un sostenitore della libertà di internet e sono contrario ad ogni bavaglio, però bisogna anche essere responsabili per quello che si scrive e prima di farsi un’idea sbagliata, cercare la fonte senza fermarsi al primo link. Ed è quello che ho fatto per riuscire a scrivere questa nota.

Su questa pagina del Senato della Repubblica possiamo trovare la discussione in senato riguardante l’emendamento e il suo successivo accantonamento, proverò a spiegarvi brevemente e il più semplicemente possibile il testo attraverso le mie competenze e l’utilizzo del codice.

Il problema principale era quello di correggere il comma 22 del ddl 1611 per evitare che l’obbligo di arresto fosse escluso per la violenza sessuale di minore entità ma non per gli atti sessuali con minorenni di minore entità.
In pratica si era formata una situazione che prevedeva l’arresto il flagrante sia del “vero” pedofilosia del ragazzino adolescente di 17 anni che compieva non una “violenza sessuale” ma un ”atto sessuale di minore gravità” nei confronti di una minore di 14.
Ciò che determina la minore gravità può essere in certi casi la quasi coetaneità tra consenzienti(come in questo caso) o il fatto che appunto non ci sia una vera e propria violenza carnale ma “psicologica” come potrebbero essere degli apprezzamenti maleducati.

Attingendo al codice penale (art 609 bis e quater)e al codice di procedura penale(art 380) e alla discussione in senato da me linkata vediamo come: l’articolo 380 del codice di procedura penale non prevede il reato di atti sessuali con minorenni, di cui all’articolo 609-quater, fra quelli per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza, mentre lo prevede per la violenza sessuale, di cui all’articolo 609-bis, escludendo però la predetta obbligatorietà per i casi di minore gravità: era quindi logico che, una volta inserito il reato di cui al 609-quater fra quelli per i quali è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza, che venisse prevista un’analoga causa di esclusione.
Quindi in principio il codice di procedura penale prevedeva l’arresto in caso di atti tra maggiorenni, mentre non lo prevedeva per quelli tra minorenni.
A questa mancanza è stato posto rimedio, ma in modo asimmetrico: per i maggiorenni la legge prevedeva già la non obbligatorietà dell’arresto per i casi “di minore gravità” (quelli non violenti) mentre per i minorenni, no.
Precisando, l'obbligo di arresto è previsto dall'art. 380 per i reati di violenza sessuale, ed esclude, già ora, i casi di minore entità.

Col comma 22 del ddl 1611 in discussione veniva aggiunto l'obbligo di arresto anche per il reato di atti sessuali (non violenza sessuale). Ma si erano dimenticati di escludere anche per questo reato i casi di minore entità, come per la violenza sessuale. Così che ci sarebbe stato l'assurdo per cui conveniva dire che c'era violenza anche se non c'era stata.
Quindi il problema principale per il quale è stato pensato questo emendamento è la necessità di evitare l’arresto obbligatorio in caso di rapporti fra adolescenti… e questo a dirlo è stato un senatore del Partito Democratico, non un “pedofilo”della maggioranza!!!!

In conclusione questo testo è sicuramente mal scritto, un tentativo di chiudere una falla nel nostro sistema penale in maniera troppo rapida e in un contesto troppo diverso dagli argomenti trattati in quanto incluso nel ddl 1611 che discute soprattutto le intercettazioni; ma di certo NON un emendamento salva pedofili o salva clero come spesso è stato definito.
Sicuramente data la sensibilità della materia è più giusto che a questo argomento sia data una importanza maggiore, infatti l’emendamento è stato soppresso e per riuscire a far fronte del problema presente, molto probabilmente si studierà una legge apposita al ritorno in aula a settembre, riformulata e meno ambigua.

ERREFFE

Immigrati/ Lampedusa al collasso. "In Padania sarà tolleranza zero"

Continua l'emergenza clandestini a Lampedusa. Quasi 2mila gli arrivati in 24 ore, e altri, molti altri in arrivo. L'isola è al collasso. Ed è polemica dopo le parole del presidente della Sicilia Raffaele Lombardo sull'ipotesi che sia il Nord a farsi carico dei profughi e quindi delle tendopoli che dovrebbero ospitarli. "Dopo le parole del buon Vendola ora ci mancavano anche quelle di Raffaele Lombardo" afferma ad Affaritaliani.itDavide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia. "Forse lui non sa che, spesso e volentieri, Lampedusa e la Sicilia sono solo i punti di partenza dell'emergenza. Poi però il vero problema dell'immigrazione irregolare la si risolve sul nostro territorio. E in ogni caso si risolve soprattutto al nord". E sulla proposta del presidente siciliano: "Ovviamente bisogna distinguere i clandestini dai profughi. I primi vanno mandati a casa. Sui profughi invece il Viminale sta preparando un piano che ovviamente vorremo vedere e discutere. In ogni caso verranno individuati dei siti valutati dalle prefetture in accordo con sindaci e province".

L'ITALIA NON E' UN BANCOMAT- Nessun denaro a chi sbarca in Italia però. "Io non credo che questa sia la strada. Il rischio più grave è quello di avere una situazione in cui qualcuno ne approfitti e venga a far bancomat con i nostri soldi. Poi però se si parla di soldi europei è ovvio che devono essere trattati sul territorio dell'Ue e non sul nostro". E sulla scarsa presenza dell'Europa afferma: "Visto il loro disinteressamento dobbiamo adeguarci alla situazione e far valere la nostra legge che dice che chi sbarca illegalmente nel nostro territorio deve essere identificato e poi essere rimandato nel proprio territorio. Faremo così".


RIMANDIAMOLI TUTTI A CASA- E spiega: "Se non si riesce a fare così allora dovremo rimandarli tutti da dove son partiti. Dobbiamo usare tolleranza zero verso i clandestini. La questione umanitaria è un discorso: se si tratta dell'ospitalità di nuclei familiari in regime di guerra è un conto. Si deve stabilizzare la situazione per poi farli tornare nei loro paesi. Per quanto riguarda i tunisini, in particolare quelli che stanno sbarcando a Lampedusa invece è un'altro fatto. Loro devono essere mandati nei centri di identificazione ed espulsione e poi rimandati a casa. Soprattutto visto che la Tunisia non ha accettato, nonostante quello che è stato ratificato con i ministri Maroni e Frattini nell'incontro di venerdì, le nostre modalità di gestione del problema".

E ancora: "Credo che quindi la linea che sta introducendo il ministro sia quella del blocco navale, con la fermata delle imbarcazioni sulle acque internazionali prima dell'arrivo nel territorio italiano. E' questa la strada giusta. Insomma credo che sia corretto non fare arrivare i barconi nemmeno sulle coste ma invece identificarli in mare aperto e rimandarli direttamente in Patria".

GLI INTERESSI DELLA MAFIA- E sulle infiltrazione della mafia negli sbarchi afferma: "La mafia allunga le mani sugli sbarchi per due ragioni sostanzialmente: la prima è che si importa malavita nei nostri territori. La seconda è ha interessi ad avere le forze dell'ordine impegnate sul controllo di queste persone. Noi abbiamo impegnato moltissime forze dell'ordine per tenere sotto controllo questa immigrazione. E questo favorisce i clan nelle loro attività.

ZAIA: "TOLLERANZA ZERO ANCHE IN VENETO"- Tolleranza zero in tutta la Padania quindi. E' d'accordo anche il governatore del Veneto Zaia. "Condivido pienamente la strategia del ministro Maroni. E' l'unico ministro degli Interni che ha portato una politica chiara sull'immigrazione. Ben venga quindi. Auspichiamo ovviamente l'uso di questo distinguo tra profughi immigrati e clandestini. Siamo al fianco del ministro Maroni per quanto riguarda i profughi. Ma utilizzeremo in Veneto la tolleranza zero verso i clandestini che stanno arrivando in Italia. Non credo siano da considerar come profughi i tunisini che fuggono dalla Tunisia pagando 2000 euro, e che arrivano con le scarpe da ginnastica pulite, il giubottino firmato e il telefonino in mano. E soprattutto giungono da un paese nel quale la vita è ripresa normalmente e le imprese lavorano. Parola degli imprenditori veneti che sono lì".

Floriana Rullo