giovedì 30 giugno 2011

Zenna, valico verso la chiusura. Reguzzoni all'attacco:"Scelta dannosa"

Dogana di Ponte Tresa per la Svizzera nel varesotto

Pino sulla sponda del Lago Maggiore, 30 giugno 2011 - È rivolta ai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, degli Affari Esteri e dell’Economia e delle Finanze l’interrogazione di Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord alla Camera, intervenuto sul problema della chiusura del valico di Zenna-Dirinella. Provvedimento denunciato da Andrea Pellicini, sindaco di Luino (sostenuto da altri primi cittadini della zona), e previsto a partire dal 1 settembre.

«La scelta di chiudere il valico - ha spiegato l’onorevole Reguzzoni -, per altro derivata da una decisione che non ha coinvolto gli organi nazionali ed europei, causerebbe notevoli danni all’economia locale e alla viabilità. La competitività delle imprese locali, infatti, sarebbe seriamente limitata, con oggettivi danni allo sviluppo economico in una zona chiave della provincia di Varese. Senza contare i danni alla viabilità, dovuti alla maggiore percorrenza chilometrica per raggiungere altre dogane e all’aumento esponenziale del traffico verso quella di Ponte Tresa, dove crescerebbe il rischio code per le soste legate all’espletamento delle pratiche». Preso atto della rilevanza del problema, Reguzzoni ha dunque avanzato le sue richieste, auspicando che «i ministri valutino la possibilità di agire per evitare la chiusura del valico di Zenna-Dirinella e che prendano in considerazione anche la possibilità di indire una o più conferenze di servizio, coinvolgendo gli enti direttamente interessati al problema, per proporre una linea di azione sinergica e basata sulle effettive necessità del territorio». L’ex presidente della Provincia di Varese ha colto l’occasione per sottolineare come la zona della sponda lombarda del lago Maggiore, comprese le aree del Luinese e dell’Alto Verbano, siano «da anni interessate da importanti interventi per il miglioramento e il potenziamento della viabilità, alcuni di essi legati alla comunicazione con la Svizzera, essenziale per la crescita economica e turistica. In quest’ottica di rilancio, la chiusura del valico di Zenna potrebbe vanificare gli sforzi di chi ha investito e lavorato per anni, con gravi conseguenze per il territorio». E chi il confine ce l’ha proprio «in casa» è Mauro Fiorini, sindaco di Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, il paese più a nord della provincia di Varese.

«Se dovessero chiudere il valico - spiega - perderemmo una buona percentuale di una popolazione già risicata (224 abitanti al 31 dicembre 2010, ndr). I finanzieri attualmente di stanza al confine, infatti, risiedono proprio lì. L’unico vantaggio è che il valico resterà sempre aperto, ma questo comporterebbe il dover pensare al modo in cui utilizzare gli stabili dismessi. Tra l’altro, gli spedizionieri sono in agitazione: ho sentito parlare dell’ipotesi di realizzare un centro di sdoganamento a Cadenazzo, ma a quel punto perché non mantenere il valico di Zenna? Prima ci hanno portato via i carabinieri, poi la Polizia di Stato, adesso vogliono chiudere anche il confine. Speriamo proprio che non succeda».

Interni. Istituita commissione per riforma della pubblica sicurezza

Roberto MaroniIl ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha firmato oggi il decreto che istituisce la Commissione di studio per il “nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza”.La Commissione procederà all’analisi della legge 121 del 1981 e formulerà, entro la fine dell’anno, proposte di modifica da portare in Parlamento,La commissione sarà presieduta dal prefetto Paola Basilone, vice direttore generale della pubblica sicurezza, preposto all’attività di coordinamento e pianificazione delle forze di polizia.“La riforma dell’81 – ha sottolineato il ministro Maroni – è stata ed è una buona legge, ma è stata scritta in un’epoca diversa. Richiede un aggiornamento per adeguarla al nuovo modello di sicurezza partecipata che abbiamo costruito in questi anni”.

Governo/Sondaggio Demopolis:Elettori Lega vogliono Maroni premier. Ma solo il 38% vuole i ministeri a Monza

Governo/Sondaggio Demopolis:Elettori Lega vogliono Maroni premier

Roma, 30 giu. (TMNews) - Sette elettori leghisti su dieci sostengono che Silvio Berlusconi non dovrebbe ricandidarsi quale candidato premier del centrodestra alle prossime elezioni politiche. È uno dei dati rivelato da una indagine condotta dall'istituto nazionale di ricerche Demopolis per il programma Otto e Mezzo su La7. Il 58% degli elettori leghisti - si legge nella nota dell'emittente tv - ritiene che il Governo non abbia mantenuto le promesse elettorali, un terzo crede che sia accaduto solo in parte, quasi esclusivamente in relazione al federalismo fiscale ed alla sicurezza. Per il 63% degli intervistati, dovrebbe essere Roberto Maroni il futuro candidato a Palazzo Chigi: il ministro degli Interni supera oggi nettamente, nelle preferenze dei leghisti, sia Tremonti al 15%, sia Berlusconi che si ferma all'8%.

L'Istituto Demopolis ha intervistato, per La7, un campione rappresentativo degli elettori leghisti per comprendere - spiega ancora il comunicato - il grado di condivisione delle condizioni poste a Pontida da Bossi a Berlusconi. Oltre i tre quarti degli elettori approvano la richiesta di riduzione della pressione fiscale e di taglio ai costi della politica, incluso il dimezzamento dei parlamentari. Il 63% concorda con la richiesta di una progressiva riduzione dei contingenti militari all'estero, ed in Libia in particolare; il 59% approva la variante al patto di stabilità interna per una salvaguardia dei Comuni e delle pubbliche amministrazioni virtuose. Il grado di consenso crolla invece al 38% in relazione alla proposta di trasferire a Monza le sedi di alcuni ministeri: un'idea considerata dai più irrilevante rispetto alle esigenze reali del territorio.

mercoledì 29 giugno 2011

Manovra. Tassa su Suv e banche, slittano iva e pensioni donne


Suv e auto potenti nel mirino
Suv e auto potenti nel mirino


ROMA - Spunta la tassa sulle auto di media-alta cilindrata e vengono definite nuove imposte per le operazioni finanziarie. Si lima la normativa sulle pensioni: niente rincaro dei contributi per i collaboratori e donne in pensione a 65 anni solo dal 2030. Anche per l'aumento dell'Iva c'é tempo perche' le aliquote all'11% e al 21% sarebbero nel disegno di legge delega per la riforma e non nel decreto manovra. Sono alcune delle novità sul pacchetto all'esame domani del consiglio dei ministri trapelate oggi. Giornata dunque di intenso lavoro per mettere a punto le ultime misure. Secondo quanto si apprende, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti da questa mattina ha lavorato tutto il giorno nel suo ufficio a Via XX Settembre proprio per fare le ultime verifiche, prima del varo definitivo al consiglio dei ministri convocato per domani alle 15. Il ministro è tornato poi a ribadire che il rigore ha funzionato. Ma "dobbiamo continuare, non abbiamo alternative", ha sottolineato in un'intervista a Famiglia Cristiana.

Giornata dunque ancora di carte, bozze, ipotesi che entrano ed escono. Una di queste riguarda proprio le auto. La misura della tassa che colpirebbe Suv, ma anche auto di cilindrata medio-alta, è nero su bianco nell'ultima bozza di manovra. Ma già fonti vicine al governo fanno sapere che non entrerà nel pacchetto di domani. Come le pensioni: è prevista una diluizione soft dell'età pensionabile delle donne che partirebbe dal 2020 e arriverebbe a regime solo 10 anni dopo. Sarebbe questa la soluzione trovata, nell'ambito del confronto per la messa a punto della manovra economica, per l'innalzamento a 65 anni dell'età per la pensione delle lavoratrici del settore privato. L'ipotesi al momento sembra prevalere sulla possibilità, inizialmente esaminata, di avvio della riforma, sempre in modo graduale ma dal 2015. Ma sulle norme resterà di fatto incertezza fino all'ultimo minuto perché si continuano a fare i conti e si chiarisce, solo di ora in ora, che cosa entrerà in vigore da subito e che cosa invece, soprattutto per la parte fiscale, finirà nel disegno di legge delega con tempi più 'comodi' rispetto al decreto Manovra.

Sulla finanza arriva il bollo sulle transazioni finanziarie (0,15%) e una tassa al 35% sul trading delle banche. Per quanto riguarda le Regioni e gli enti locali spunterebbe un 'contributo' per il biennio 2013-2014 di tutto rispetto: oltre 9 miliardi di euro. Si introduce però la norma che premia, di fatto rispoarmiandoli dai tagli, i Comuni virtuosi. Un contributo alla stretta generale sarà chiesto anche alla Rai il cui tetto massimo di spesa, nell'ambito del contratto di servizio, non potrà superare i ricavi da canone dell'anno precedente. La Cgil è già sul piede di guerra: il leader Susanna Camusso conferma che il sindacato è pronto alla mobilitazione perché "una manovra così rappresenta per il Paese una forma di insopportabilità sociale". Sul fronte opposto il numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia per la quale "la manovra va nella giusta direzione"
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P4/ Bossi: "La Lega voterà per l'arresto di Papa"

Bossi

La Lega nord probabilmente si schierera' a favore della richiesta della procura di Napoli di arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa, coinvolto nell'inchiesta P4. 'Penso di si'', risponde cosi' il leader della Lega Nord Umberto Bossi ai cronisti che davanti Montecitorio gli chiedono se il Carroccio votera' a favore della richiesta di arresto di Papa.

Ancora un rinvio in Giunta per le Autorizzazioni della Camera per Alfonso Papa, il deputato del Pdl finito nell'inchiesta P4. L'organismo di Montecitorio si e' aggiornato a mercoledi' prossimo dopo aver ascoltato la relazione di Francesco Paolo Sisto (Pdl):"Nei confronti di Papa ci sono stati pedinamenti, intercettazioni, foto. Dobbiamo tenere conto di questi parametri, molto gravi, e del fatto che le esigenze cautelari non sono calibrate", ha detto Sisto sostenendo la tesi del 'fumus persecutionis'.

Il relatore ha anche chiesto di acquisire le 16mila pagine dell'inchiesta: "In Giunta dobbiamo andare avanti un po' per atti e un po' per la stampa. Un paradosso". Il presidente Pierluigi Castagnetti, pero', a quanto hanno spiegato gli altri partecipanti alla riunione, avrebbe invitato il relatore del Pdl a rinunciare alla richiesta. In assenza di dibattito, e con la Lega che non si e' espressa in Giunta, le posizioni sono rimaste quelle della vigilia.


"Una relazione desolante", per Federico Palomba (Idv). "Le prove sono consistenti, non si vede 'fumus persecutionis'", ha detto l'Udc Pierluigi Mantini. "Il Pd e' per concedere l'autorizzazione. Il Gip e' stato rigoroso nel valutare i fatti", ha spiegato la capogruppo democratica Manuela Samperi. La Giunta dovra' trasmettere gli atti alla presidenza della Camera entro 15 giorni.

BUNGA BUNGA in salsa PD: Pisa, segretaria Pd gira film porno

FOTO AFP
13:54 - Anche la Toscana ha la sua “bocca di rosa” capace di turbare la quiete di un piccolo comune del Comprensorio del Cuoio, in provincia di Pisa. E’ la storia singolare di una neo laureata con la passione della politica e dell’hard. Due amori, a quanto pare, indissolubili per la giovane donna che al tempo stesso era la segretaria di un circolo del Partito democratico di San Miniato e attrice ‘mascherata’ in un film porno. Ma la sua doppia vita è durata poco e una volta scoperta si è dimessa dal circolo.

Nonostante la mascherina indossata durante le scene roventi , la segretaria è stata riconosciuta da alcune persone che hanno pubblicato sulla sua bacheca di Facebook le immagini del film confrontandole con quelle del suo profilo. E il finale è presto detto.

La voce si è sparsa a macchia d’olio nei giorni scorsi arrivando anche ai dirigenti del Pd che hanno dovuto prendere una posizione netta. “Abbiamo evitato la decisione della sospensione immediata - commenta un dirigente dell’unione comunale dei democratici - perché la ragazza ha convenuto con noi che era meglio rassegnare subito le dimissioni e così è stato”.

La tessera al partito è un altro discorso, quella resta. Ma il ruolo di segretaria, meglio accantonarlo: “Nonostante il suo attivismo e l’opera preziosa che ha svolto fino ad oggi – spiegano ancora - è giusto e doveroso che abbia fatto un passo indietro. Sarebbe stato impossibile, per lei, oggi presiedere senza imbarazzo una riunione di sezione”.

Un turbamento che, a ben guardare, sembra aver colpito tutto il paese. E non solo. Il sito internet che promuove il film è bersagliato di accessi e le prodezze della giovane esponente politica sono l’argomento clou degli ultimi giorni. Del resto, come diceva De Andrè, una notizia un po' originale "come una freccia dall'arco scocca vola veloce di bocca in bocca", e da Sant'Ilario a San Miniato la storia non cambia poi tanto.

Rifiuti, Bossi alza le barricate: "Non voglio il decreto in Cdm"

"Speriamo di no". Con queste parole, il leader della Lega Nord, Umberto Bossi ha respinto la possibilità che il decreto rifiuti possa approdare domani in Consiglio dei Ministri. La Lega alza le barricate e rimane ferma nelle sue posizioni. Il Carroccio presenterà in tutti i comuni della provincia di Modena un ordine del giorno per impegnare i sindaci a comunicare a Vasco Errani e alla Regione Emilia Romagna il rifiuto ad accogliere la spazzatura proveniente da Napoli. Caldoro: "Siamo in ritardo con il decreto, l'atteggiamento della Lega è da irresponsabili"

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"Speriamo di no". Con queste parole, il leader della Lega Nord, Umberto Bossi ha respinto la possibilità che il decreto rifiuti possa approdare domani in Consiglio dei Ministri. Insomma la Lega non ci sta. E lo dimostra anche il fatto che nei prossimi giorni il Carroccio presenterà in tutti i comuni della provincia di Modena un ordine del giorno per impegnare i sindaci a comunicare a Vasco Errani e alla Regione Emilia Romagna il rifiuto ad accogliere la spazzatura proveniente da Napoli. "Accettare i rifiuti - è scritto in un comunicato- non avrebbe nulla a che vedere con un astratto concetto di solidarietà, ma sarebbe l’ennesima concreta e offensiva dimostrazione che i cittadini, così come le amministrazioni, si dividono in due categorie: quelli che agiscono nel rispetto delle regole e con capacità ed efficienza e quelli che invece, incapaci di gestire le proprie responsabilità, pretendono di scaricare i problemi da loro creati e i relativi oneri umani e ambientali sui primi. Ciò che la nostra Regione può e deve fare invece, è prendere esempio dal governatore del Veneto Luca Zaia, il quale ha fermamente negato la disponibilità a ricevere rifiuti, ma si è offerto di inviare tecnici specializzati ed esperti a Napoli per aiutare la municipalità a creare un sistema funzionante di riciclo e smaltimento. E questo in ossequio al principio inderogabile che ogni amministrazione, per rispetto dei propri cittadini e della loro salute, deve smaltire unicamente i rifiuti prodotti dalla propria comunità. Qualora, infischiandosene dei diritti dei nostri concittadini, la sinistra decidesse di accogliere i rifiuti napoletani, la Lega Nord metterà in atto ogni forma di protesta che riterrà opportuna, non ultima un presidio all’ingresso dell’inceneritore".

Al governo non importa dell'emergenza rifiuti "Al governo dell'emergenza rifiuti in Campania non importa niente o non è minimamente in grado di affrontarla: nell`ordine del giorno del Cdm di domani non c'è traccia del decreto per fronteggiarla. Dopo i tanti "miracoli" annunciati, il governo chiude gli occhi ancora una volta di fronte al suo fallimento e all’emergenza che a Napoli e nella provincia può diventare emergenza sanitaria". Lo denuncia la responsabile Ambiente del Pd, Stella Bianchi. "Il lieve miglioramento di questi giorni - ha affermato ancora- rischia di essere solo temporaneo se non verranno individuati siti certi dove smaltire i rifiuti. L'esecutivo purtroppo non ascolta neanche la Ue che in assenza di un piano serio non può sbloccare oltre 150mln di euro e minaccia di multarci. Ci sono a Napoli e nella sua provincia energie straordinarie, animate da una voglia di riscossa. C'è però bisogno di provvedimenti nazionali che attenuino l’emergenza e consentano finalmente l’avvio di un ciclo di gestione ordinaria. Ora è il momento della solidarietà nazionale e di un intervento di regione e province per individuare discariche in ambito regionale. Se il governo non è in grado neppure di presentare una proposta di decreto, si dimetta. È molto meglio per gli italiani tutti".

Caldoro: "Lega irresponsabile" "Abbiamo un deficit strutturale enorme in termini di impiantistica, a noi si chiede di fare in tre anni quello che altri hanno fatto in 15", ha lamentato Caldoro, rivendicando tuttavia come la Regione stia "lavorando con grande lena" per affrontare questa "grande sfida". Il governatore campano ha poi sottolineato come "il decreto sia in ritardo di vari giorni, settimane, c’è un comportamento irresponsabile della Lega". Ma "di fronte ad un’emergenza nazionale bisogna intervenire come nel 2008, la richiesta viene da tutti, dal sindaco di Napoli, dalla Regione, è necessario nei momenti di crisi l’aiuto ed il sostegno di tutti", ha detto ancora Caldoro, riferendo di aver "parlato più di una volte con Berlusconi, dobbiamo lavorare per trovare una soluzione, ma il problema è politico, c’è una posizione dura della Lega, che mi auguro possa essere superata in tempi rapidi", dal momento che "siamo con almeno 15-20 giorni di ritardo".

Idv: dalla Lega comportamento criminale Per Leoluca Orlando (Idv) l’esclusione del decreto rifiuti dal Consiglio dei ministri di domani riflette "un comportamento criminale" da parte della Lega Nord. L’esponente dell’Italia dei valori ha sottolineato come lo slittamento del decreto "sia un’offesa verso i napoletani, una dimostrazione di come il governo funzioni per gli amici". "Siamo al federalismo clientelare - ha accusato ancora Orlando - se de Magistris non ce la farà sarà solo colpa del governo".

Errani: siamo in attesa del governo "Siamo in attesa della proposta del governo. A quel punto dovremo incontrarci per decidere le strategie condivise". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle regioni, Vasco Errani, ha commentato l’emergenza rifiuti in Campania a margine del passaggio di consegne al vertice del tavolo regionale dell’imprenditoria. "A quel punto - ha detto il presidente - ciascuno dovrà fare la sua parte con il governo come garante. Intanto Napoli e la Campania devono dare certezze sul processo di smaltimento dei rifiuti, anche costruendo discariche in quel territorio".

Bossi: stiamo scrivendo i nostri emendamenti

«Stiamo scrivendo i nostri emendamenti». Così il ministro per le Riforme e leader della Lega Nord, Umberto Bossi, risponde a chi gli chiede cosa farà il suo partito in merito alla parte del provvedimento riguardante le pensioni per il quale il Carroccio aveva già espresso netta contrarietà. La Lega non è d'accordo sull'ipotesi contenuta nella manovra. Umberto Bossi aveva già lanciato un avvertimento: «il rischio» per il Governo «c'è fin quando non è passata la manovra, su cui bisogna lavorarci ancora». Sul fronte delle pensioni la manovra prevede un adeguamento anticipato del momento di uscita alla speranza di vita al 2014 e una stretta sulle pensioni d'oro con un blocco della rivalutazione automatica.

Il leader della Lega nord, Umberto Bossi, evita anche di esprimersi sul metodo "collegiale" che secondo il Pdl sarebbe stato seguito per la definizione della manovra. A breve infatti inizierà una riunione tra i vertici della Lega Nord al palazzo dei gruppi di Montecitorio.


Imposta di bollo sulle transazioni finanziarie Tremonti: il bilancio ha tenuto

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha detto a Famiglia Cristiana in edicola la prossima settimana che «Fuori dai confini qualcuno pensava che i primi a saltare saremmo stati noi. E invece no. E certo, oggi nel pieno di una crisi che continua partendo dalla Grecia, dobbiamo continuare. Non abbiamo alternative». Nell'intervista anticipata oggi il ministro si è detto preoccupato «soprattutto il divario tra Nord e Sud. La grande questione italiana resta ancora la questione meridionale. L'Italia è un Paese duale, ma non deve e non può essere un Paese diviso». Il ministro ha spiegato che «non è solo questione di soldi, ma di capacità e civiltà di governo. I fondi europei, provvisti dall'Italia a Bruxelles e da questa ristornati all'Italia, hanno un volume enorme. Ma ancora più enorme è appunto il fatto che non vengono spesi. O poco. E che il resto va poi perso, a vantaggio di altri Paesi», conclude Tremonti.

Arriva l'imposta di bollo, nella misura dello 0,15%, sulle transazioni finanziarie. Il Titolo V della bozza della manovra con le Disposizioni in materia di entrate stabilisce che le operazioni «concluse per il tramite di banche o imprese d'investimento sono soggette all'imposta di bollo». Sono esclusi i titoli di Stato. «L'imposta - si legge - é determinata applicando l'aliquota dell'1,5 per mille sul valore delle transazioni».

Fitto: nella manovra nessun intervento sui fondi Fas

Intanto il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto ha chiarito che nella manovra, che domani alle ore 15 arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri, non é previsto nessun intervento sui fondi Fas. Rispondendo a un'interrogazione al Question time alla Camera sul piano per il Sud, Fitto ha anche ricordato che dall'approvazione del Piano in Consiglio dei ministri, avvenuta a novembre del 2010, il Governo «ha portato avanti anche una ricognizione sulle ingenti risorse non spese destinate proprio a progetti per il Sud».

Tagli a Regioni ed enti locali per 3,2 mdl nel 2013 e 6,5 mld dal 2014 Regioni ed Enti locali contribuiranno alla Manovra di "Stabilizzazione

finanziaria" per 3,2 miliardi nel 2013 e 6,5 miliardi a partire dal 2014. Lo segnala l'ultima bozza del decreto legge, datata 29 giugno, che Radiocor ha anticipato. La ripartizione tra Regioni, Province e Comuni non é ancora indicata, ma é stabilito che fino all'entrata in vigore del nuovo Patto di stabilità interno, «fondato, nel rispetto dei principi del federalismo fiscale, sui saldi, sulla virtuosità degli Enti e sulla riferibilità delle regole a criteri europei"» le misure previste dalla manovra precedente (il decreto legge 78 del 2010) s'intendono prolungate fino al 2014. Sono previste sanzioni per chi viola il Patto.


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-29/bossi-stiamo-scrivendo-nostri-151211.shtml?uuid=AaY3XzjD

CARBURANTI: DA OGGI AUMENTO ACCISA 4 CENT PER EMERGENZA IMMIGRATI

(ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

Padova, marocchino sgozza la moglie adultera L'imam lo difende: "Lapidazione? E' nel Corano"

Scoperto il tradimento, il marocchino uccide la moglie. Maher Selmi, mediatore culturale e portavoce dell’associazione che gestisce la moschea di via Anelli, non condanna: "La lapidazione in quanto pena o punizione c’è nel Corano". Scoppia la polemica. La Sbai: "Apologia di reato"


Padova - Le immagini di Sakineh avevano bucato i teleschermi del Vecchio Continente. L'orrore per la decisione di condannare alla lapidazione la donna, accusata di adulterio e omicidio, aveva portato in piazza migliaia di persone per sensibilizzare il tribunale iraniano. Oggi, la violenza del diktat coranico torna a dividere l'Italia. A scatenare la polemica è stato Maher Selmi, mediatore culturale nonché portavoce dell’associazione Rahma che a Padova gestisce la moschea di via Anelli. "La lapidazione in quanto pena o punizione c’è nel Corano - spiega Selmi all'Adnkronos - un musulmano non la può negare. Però bisogna stare attenti all’interpretazione: ci sono dei criteri per infliggerla".

La lapidazione usata per punire le donne che tradiscono i mariti. E' una pratica comune nei Paesi islamici. Negli ultimi anni, però, anche l'Italia è vittima di episodi di violenza: uomini che vogliono "educare" le mogli o le figlie che si stanno occidentalizzando. Ieri, a Padova, Zrhaida Hammadi, 38enne carpentiere di origini marocchine, quando si è visto mancare di rispetto non ha saputo trattenersi e all’ennesima lite con la moglie l’ha aggredita con un coltello colpendola al collo recidendole la giugulare. Secondo gli inquirenti, la donna, Fatima Chabani (33 anni), aveva aderito a "uno stile di vita piu occidentale" ma avrebbe minato l’onore del marito sopratutto perché avrebbe frequentato un altro uomo. Selmi dice di non voler commentare l'omicidio, ma mette le mani avanti: "Occorre la certezza sui motivi che hanno portato al gesto e poi c’è una persona scomparsa alla quale dobbiamo rispetto".

Le parole del mediatore culturale fanno scoppiare un vero caso. Per la parlamentare del Pdl Souad Sbai ricorda che prima della fine del processo per Sanaa toccò a Begm Shnez essere lapidata in casa. E attacca duramente la poszione di Selmi che "si permette di elogiare la lapidazione e di riconoscere solo la legge islamica". Per la Sbai, "questa è apologia di reato". Per questo, a breve il numero uno della moschea di via Anelli ne risponderà davanti ad un giudice. "Oggi partirà infatti una lettera di denuncia al Procuratore di Padova - spiega la Sbai - per far sì che questo mediatore fai da te ed estremista venga allontanato al più presto dal ruolo".

Aconra una volta emerge con prepotenza la necessità di maggiori controlli sulle moschee e su chi vi lavora dento. "Occorre - puntualizza la Sbai - un controllo preventivo sui mediatori culturali nonchè la previsione dell’espulsione diretta con rimpatrio immediato per chi fomenta l’odio". Ma il mediatore non ci sta e rincara la dose: "I musulmani che vivono in Europa devono cominciare a leggere e rileggere il loro testo sacro e reinterpretarlo in modo che vada bene per la società in cui vivono". Sebbene ammetta che gli islamici non possono vivere in Italia nel modo in cui vivo in Marocco o in Egitto, Selmi non condanna la pratica della lapidazione per le adultere. Anzi. "Ci sono delle condizioni che devono coesistere per l’esecuzione ossia quattro testimonianze coincidenti dell’adulterio - spiega - è chiaro che questa non è una legge fatta per punire ma per allontanare. E poi non penso che nessuna adultera andrà mai in un luogo pubblico a fare certe cose - conclude - ribadisco che non posso negare che la lapidazione c’è ma bisogna capire".


SENATUR: VITTORIA SUI COMUNI MA IL GOVERNO E' SOTTO TIRO

Libero-news.it

U

mberto Bossi tiene ancora sulla corda il governo. Pochi minuti dopo la fine del vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli tutto incentrato sulla riforma, il Senatùr esce allo scoperto annunciando una vittoria per la Lega e qualche incognita. "Siamo riusciti ad ottenere la modifica del patto di stabilità per i Comuni virtuosi", spiega ai giornalisti in agguato. Un successo importante per tutto il Nord, perché dal Veneto alla Lombardia erano tanti gli Enti locali in mano al Carroccio che premevano per il nullaosta del governo. Poi, però, le dolenti note. Sui rifiuti Bossi fila via con un preoccupante "Lasciamo stare" (Frattini ha rivelato che di questo argomento non si è parlato) e sulle prospettive immediate: il governo "rischia fin quando non è passata la manovra", aggiunge sibillino il leader della Lega.

L'0ttimismo di Alfano - Pochi minuti prima, aveva parlato anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che aveva provato ad allontanare gli spettri. "C'è l'ok della Lega, sulla manovra ha avuto un atteggiamento assolutamente collaborativo e costruttivo", aveva commentato il Guardasigilli, aggiungendo che a Palazzo Grazioli "si è rafforzato il senso di coesione di questa squadra che governa il Paese, sui temi cruciali c'è un accordo di fondo".

Le richiesta della Lega - Il Carroccio, però, non vuole sciogliere le riserve sulla manovra firmata da Tremonti. La posizione è stata confermata anche dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni: "Le nostre richieste sono quello che il Senatùr aveva già anticipato a Pontida: in base alle risposte che avremo o non avremo, decideremo il da farsi in CdM sulla manovra. Ma non è soltanto la Lega ad aver messo nel mirino Tremonti: rimbomba infatti ancora il duro attacco di Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, al ministro a cui erano seguite le voci sull'ipotesi dimissioni del titolare di via XX Settembre. "La possibilità che il ministro dell'Economia possa dimettersi non è credibile", ha però tagliato corto il deputato del Pdl, Osvaldo Napoli.

Questione rifiuti e 'pax bossiana' - L'altro grande argomento al centro dei vertici di martedì era come detto il decreto rifiuti, anche in considerazione della mezza apertura della Lega sulla possibilità di spostare i rifiuti. "O nel decreto c'è scritto che potranno essere portati solo nelle regioni confinanti alla Campania, in modo che restino lì, oppure quel decreto non passerà": il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoliha dettato le condizioni sulla questione napoletana e, in qualche modo, ha sigillato la 'pace' raggiunta in casa Lega sul delicato nodo-decreto e non solo.

Usa, licenziata per il velo commessa fa causa alla catena Abercrombie


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San Francisco - Ancora una volta un velo indossato fa scoppiare un caso. Una ragazza di venti anni è stata licenziata perché si è rifiutata di toglierselo a lavoro. La giovane, Hani Khan, commessa in un negozio di abbigliamento, aveva chiesto - e ottenuto - il permesso di indossare il suo hijab, purché fosse "in tinta" con i colori della compagnia, la famosa catena Abercrombie & Fitch. Poi però c'è stato il ripensamento. E la commessa è stata licenziata. E lei ha fatto causa per discriminazione. Il fatto è avvenuto a San Mateo, in California.

Permesso concesso, poi ritirato La particolare stranezza di questo caso è che la ragazza non aveva nascosto la propria intenzione e, anzi, al momento dell'assunzione (nell'ottobre 2009) aveva espressamente chiesto di poter indossare il velo, lasciando comunque scoperto il viso. Il responabile del negozio le aveva dato l’autorizzazione, ponendo solo una condizione: il velo doveva essere "in tinta" con i colori della compagnia. Nonostante questo, quattro mesi dopo (febbraio 2010) la commessa ha ricevuto la richiesta dall’ufficio personale di togliersi il velo e, di fronte al suo rifiuto, è scattato il licenziamento. Nel settembre 2010 la Commissione di lotta contro le discriminazioni al lavoro (Eeoc) ha stabilito che la ragazza è stata licenziata ingiustamente, ma i "tentativi di conciliazione tra le due parti sono falliti nel gennaio 2011".

Causa ad Abercrombie & Fitch La ragazza, sostenuta dalle organizzazioni per i diritti della comunità islamica d’America, ha fatto causa alla catena di negozi, Abercrombie & Fitch, che in passato ha dovuto affrontare altre cause da parte di dipendenti ispanici ed asiatici, che contestavano regole di abbigliamento ispirate, a detta dei ricorrenti, a un’immagine "troppo bianca".

Diritti e libertà "Sono cresciuta in questo paese dove il Bill of Rights garantisce la libertà di religione e quindi mi sono sentita tradita - ha detto la Khan, che studia scienze politiche -. Il mio è un ricorso tutto di principio per tutelare la libertà di esprimere liberamente la propria religione e il diritto al lavoro". Da parte sua la compagnia si è difesa affermando di seguire regole anti-discriminazione e rispettare la legge riguardo alle "ragionevoli manifestazioni religiose".


martedì 28 giugno 2011

La mancata attuazione del federalismo fiscale nel triennio 2007-9 è costata al Veneto 16,6 miliardi di euro

RICERCA UNIONCAMERE. Anche dal rapporto tra consumi e redditi effettivi emerge lo squilibrio nelle risorse distribuite Nel 2001 la Costituzione è cambiata, ma nei fatti la regione cede questa cifra ogni anno al resto d'Italia
28/06/2011
La mancata attuazione del federalismo fiscale nel triennio 2007-9 è costata al Veneto 16,6 miliardi di euro l'anno, mentre dal 2001 al 2009 la stessa regione ha contribuito alla solidarietà nazionale con oltre 140 miliardi di euro. Lo svela una ricerca di Unioncamere Veneto presentata ieri. In sostanza, il Veneto è fra le realtà più virtuose d'Italia sul fronte dell'evasione fiscale (vedi grafico a lato), ma questo non lo ha premiato rispetto alle regioni del Sud che da una parte denotano un alto tasso di evasione e dall'altra beneficiano della perequazione nazionale nella distribuzione di risorse pubbliche. La ricerca «Federalismo, sussidiarietà ed evasione fiscale» è stata realizzata da Unioncamere e Consiglio veneto nell'ambito dell'Osservatorio regionale sul federalismo e la finanza pubblica, con il contributo dell'assessorato alle politiche per i consumatori. All'incontro, con il direttore di Unioncamere Gian Angelo Bellati, sono intervenuti anche il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e l'assessore regionale Franco Manzato.Nel 2010 la pressione fiscale complessiva in Italia è stata pari al 42,6% del Pil, ma potrebbe toccare il 52% - è stato ricordato - al netto dell'economia sommersa. Nel 2010 le spese totali della pubblica amministrazione sono state pari al 51,2% del Pil. A livello regionale, la ricerca Unioncamere ha evidenziato una distribuzione disequilibrata delle risorse.

L'incidenza della spesa del settore pubblico sul Pil delle regioni del Sud è nettamente superiore a quella del Centro-Nord. Il totale delle risorse che ogni anno in Italia vengono trasferite dalle Regioni più ricche a quelle più povere per la perequazione nazionale è di circa 80 miliardi. Dal Veneto lo Stato preleva molto più di quanto restituisca in termini di spesa pubblica: le risorse aggiuntive prelevate dallo Stato in Veneto e destinate alla perequazione territoriale (nel triennio 2007-2009) sono ammontate appunto a 16,6 miliardi di euro: 3.405 euro per abitante. Dal 2001 - anno in cui l'Italia è diventata uno Stato federale anche se solo formalmente - al 2009, il Veneto ha contribuito alla solidarietà nazionale per oltre 140 miliardi di euro. Per valore del residuo fiscale (cioè consumi che non superano il reddito disponibile) il Veneto si colloca al 3° posto tra le Regioni in avanzo finanziario, dietro a Lombardia ed Emilia. A consumare più del reddito dichiarato (segno di evasione?) sono Umbria, Abruzzo, Campania, Puglia, Molise, Sardegna, Valle d'Aosta, Basilicata e, in fondo alla classifica, Sicilia e Calabria.

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Regione/265225__no_federalismo_il_veneto_perde_166_miliardi/

BOSSI; In manovra modifica patto stabilità per i comuni virtuosi

ROMA, 28 giugno (Reuters) - La Lega Nord è riuscita ad inserire nella bozza della manovra che dovrebbe essere varata dal consiglio dei ministri giovedì prossimo una modifica del patto di stabilità per i comuni virtuosi. Lo ha detto il capo della Lega Umberto Bossi.

"Siamo riusciti ad ottenere una modifica del patto di stabilità per i comuni virtuosi", ha detto Bossi ai giornalisti, rientrando a Montecitorio dopo il vertice di maggioranza a casa del premier Silvio Berlusconi.

"Mi interessava dare ai comuni, che hanno un sacco di miliardi, la possibilità di spenderli", ha aggiunto.

Bufera Enac, appalti e tangenti: preso l'ex consulente di Bersani

Bufera nel Pd. Inchiesta su presunte irregolarità legate a un appalto del settore aereo per il collegamento dell'Isola d'Elba con l'aeroporto di Roma Urbe. A Pronzato è contestata una tangente da 40mila euro: il dirigente si sarebbe "messo a disposizione" della Rotkopf, per il tramite di Vincenzo Morichini, imprenditore vicino a Massimo D’Alema, per agevolare la partecipazione della Rotkopf all’appalto dell’Enac. Spunta anche un appunto, dove accanto a sei-sette nomi, anche di politici e di soggetti istituzionali, ci sono scritte somme di danaro


Roma - Franco Pronzato, componente del consiglio di amministrazione dell’Enac nonché ex consulente dell'allora ministro dei Trasporti Pierluigi Bersani e attuale coordinatore del settore trasporto aereo del Pd, è stato arrestato a Genova nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sul bando di gara dell’Enac, del valore di circa 1 milione di euro, per garantire i voli di collegamento tra l’Isola d’Elba e l’aeroporto di Roma Urbe. Gli uomini della Guardia di finanza di Roma, assistiti dai loro colleghi liguri, hanno compiuto anche una perquisizione nell’appartamento.

La tangente da 40mila euro Una tangente da 40mila euro è quanto contesta la procura di Roma a Pronzato. Il dirigente, secondo l’accusa, si sarebbe "messo a disposizione" della Rotkopf, per il tramite di Vincenzo Morichini, ex amministratore del consorzio di agenzie Ina Assitalia di Roma, imprenditore vicino a Massimo D’Alema, al fine di agevolare la partecipazione della Rotkopf all’appalto, da un milione di euro, dell’Enac. In particolare, Pronzato avrebbe agevolato la società di trasporto aereo per l’ottenimento del Coa, il certificato di operatore aereo, necessario per la partecipazione alla gara. E ciò, attraverso pressioni presso l’Enac. È stato lo stesso Morichini, uno dei sei indagati nell’inchiesta del pm Paolo Ielo, ad ammettere di aver ricevuto i 40 mila euro da Viscardo Paganelli e di averli consegnata a Pronzato. Questi, a sua volta, avrebbe dato 20 mila euro a Morichini. Proprio le conferme di Morichini, insieme con le intercettazioni telefoniche, hanno determinato l’operazione di oggi del nucleo valutario della Guardia di Finanza, guidato da Leandro Cuzzocrea. L’altro episodio al centro dell’inchiesta è relativa ad una falsa fattura da 28mila euro riconducibile alla Rotkopf e per la cui liquidazione Pronzato fece delle pressioni. Solo per questo caso è coinvolto l’imprenditore Smeriglio.

Nomi di politici e somme di denaro Nell’inchiesta romana, spunta anche un appunto, sequestrato all’amministratore della Rotkopf Viscardo Paganelli, dove accanto a sei-sette nomi, anche di politici e di soggetti istituzionali, ci sono scritte somme di danaro. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di cifre ammontanti complessivamente a circa 150/200mila euro. lcune somme sono contabilizzate e fanno riferimento a versamenti, come nel caso della Fondazione Italiana Europei, assolutamente leciti. Diversa la natura di altri casi, come per i 40mila euro destinanti all’ex dirigente di Enac Franco Pronzato. Il sospetto è quello di un giro di tangenti più ampio ed ora il pm Paolo Ielo vuole fare luce non solo su queste altre somme di danaro, ma anche a che tipo di affari facciano riferimento. Se siano, cioè, sempre collegati all'affaire del servizio aereo per l’Elba o riguardino altre situazioni. Sarà, questo, uno dei temi dell’interrogatorio di garanzia al quale sarà sottoposto Viscardo Paganelli nei prossimi giorni. Dell’appunto si parla anche nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Tamburelli nella parte in cui, parlando degli elementi probatori, afferma che "le dichiarazioni di Piccini, quelle di Morichini, le conversazioni intercettate fino ai documenti sequestrati", compreso l’appunto, convergono tutti "a indicare come del tutto verosimile ed anzi probabile l’ipotesi accusatoria, che cioè si sia in presenza di una prassi diffusa di ricorso al meccanismo della corruzione ad esponenti delle istituzioni e della politica".

Gli altri arrestati Oltre a Pronzato sono quattro complessivamente le persone arrestate: Viscardo e Riccardo Paganelli, che sono direttore e amministratore della Società aerea Rotcopf Aviation Limited, controllata dalla Rotcopf Aviation Italia, e Giuseppe Smeriglio, imprenditore. L’accusa per tutti è quella di corruzione. A firmare i provvedimenti di arresto è stato il Gip Elvira Tamburelli. Per quanto riguarda la posizione di Smeriglio, l’ordine di custodia cautelare avrà efficacia per 45 giorni
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