martedì 31 maggio 2011

Nichi aumenta le tasse: se questa è la ricetta, Milano presto piangerà

Per coprire il buco della Puglia, Nichi annuncia l'aumento generalizzato dell'addizionale Irpef dello 0,5 per cento. E se il governatore è il maestro di Pisapia, i milanesi possono attendersi altrettanto.

Bari - Ecco il buon governo targato Nichi Vendola: un buco nel bilancio della Regione Puglia obbliga la Giunta a mettere le mani nelle tasche dei pugliesi. "Purtroppo non abbiamo nessuna possibilità di coprire questa cifra con ulteriori risorse del bilancio autonomo - spiega l’assessore regionale pugliese al Bilancio, Michele Pelillo - non c’era altra soluzione che azionare la leva dell’addizionale Irpef". Una manovrina che porterà un rincaro dello 0,5 per cento e che non fa presagire niente di buono per i Comuni che, in questa tornata elettorale, sono finiti nelle mani della sinistra.

D'altra parte il ministro dell'Economia Giulio Tremonti lo aveva detto. "Pisapia metterà le mani sul vostro stipendio". Un avvertimento che oggi suona come una tetra premonizione. E lo spauracchio arriva dalla Puglia dove la Regione ha deciso di modulare l’addizionale Irpef applicando lo 0,3% per i contribuenti con reddito fino a 28mila euro e lo 0,5% per coloro che hanno reddito superiore. "La decisione - viene spiegato dall'assessore al Bilancio - serve a recuperare 93,6 milioni di euro calcolati in più rispetto al reale gettito fiscale della Regione Puglia". Una manovrina che mira a trovare tutte le coperture nel 2011, anche se lo sbilancio riguarda tre annualità. "Nonostante sia stato preso atto - spiega Pelillo - che la Regione Puglia ha coperto con la manovra di previsione il disavanzo per il 2010, non abbiamo nessuna possibilità di coprire questa cifra con ulteriori risorse del bilancio autonomo e, quindi, non c’era altra soluzione che azionare la leva dell’addizionale Irpef".

Non più tardi di settimana scorsa Tremonti aveva avvertito gli elettori mettendo in chiaro i rischi connessi ad avere la sinistra al potere. "Noi - aveva spiegato il titolare del dicastero di via XX Settembre - puntiamo a far tornare Milano il centro della finanza come la City londinese". Ma per raggiungere questo obiettivo, era il ragionamento di Tremonti, ci vuole anche una forte attività di promozione e "ci vogliono persone che ci credano e che preferiscano questa attività ad altre pur dignitose come i centri sociali". Se fino a ieri sul capoluogo lombardo non erano mai state applicate addizionali, Tremonti è sicuro che in futuro "arriveranno a pioggia le addizionali". Se infatti il governatore pugliese è il maestro del nuovo inquilino di Palazzo Marino, i milanesi possono attendersi altrettanto: più tasse per tutti.

Calderoli detta l'agenda a Berlusconi "Esame di coscienza e riforme"

La Lega Nord, per ora, sembra voler tenere in piedi il governo Berlusconi, nonostante i ballottaggi
delle amministrative indichino “chiaramente una sconfitta, ma si vince e si perde tutti insieme” ha dichiarato ieri il ministro per la Semplificazione, il bergamasco Roberto Calderoli, durante una conferenza stampa in via Bellerio. “La migliore risposta, in certi casi, è affrontare ancora i problemi del paese”. La domanda è come, dato che nella Lega serpeggia l’impressione che il premier abbia perso il suo appeal rispetto all’elettorato, anche in casa sua, a Milano. “Bisogna andare avanti con la stessa squadra” secondo Calderoli, posto di fronte al dilemma su un possibile rimpasto di governo, se non addirittura alla richiesta di dimissioni che è arrivata da più parti del centrosinistra. “Nessun cambio, la risposta che deve seguire è lavorare ancora di più. E’ necessario proseguire dando maggiore vigore all’impronta riformatrice del governo. Perché penso che il governo non sia affatto a rischio. Però un esame di coscienza va sicuramente fatto, non tanto per mettersi in discussione, ma per mettere all’ordine del giorno quel che c’è da fare. Andremo avanti con le riforme fino alla fine della legislatura, determinati a realizzare i punti del nostro programma così come determinato a farlo è proprio Berlusconi”. Riforma fiscale, anzitutto, secondo Calderoli, e poi “riforma costituzionale “partendo dalla riduzione dei parlamentari e dalla creazione del Senato federale, per poi puntare al decentramento dei ministeri”.

Immigrati/ Maroni: Ancora un mancato soccorso in mare di Malta

Poteva essere una tragedia per 900 persone sbarcate in Sicilia

Immigrati/ Maroni: Ancora un mancato soccorso in mare di Malta

Roma, 31 mag. (TMNews) - Ancora una volta un mancato soccorso in mare della autorità maltesi. È quanto denuncia il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso dell'audizione davanti al comitato Schengen, in relazione all'arrivo di un'imbarcazione con 908 immigrati sbarcati la notte scorsa a Capo Passero, nel Ragusano. Dopo un analogo episodio avvenuto tra il 28 e il 29 maggio scorso, si è aggiunta la vicenda di questa imbarcazione avvistata in acque Sar (Search and Rescue Area, ndr) maltesi. "Ancora una volta - ha detto Maroni citando un rapporto del dipartimento di Ps - le autorità maltesi hanno applicato in modo singolare le norme di diritto internazionale che disciplinano il soccorso in mare omettendo di intervenire in soccorso dei migranti in un contesto ad elevato rischio".

"E' un altro brutto episodio - ha aggiunto Maroni -. E poteva essere una tragedia".

"Le unità navali di La Valletta, infatti - ha continuato il ministro - pur presenti in mare si sono limitate ad affiancare l'imbarcazione fino al suo ingresso nelle acque Sar italiane, a circa 22 miglia a sud di Capo Passero, limitandosi ad avvisare, solo allora, il comando generale delle Capitanerie di porto".

"Il comportamento delle autorità maltesi - ha proseguito Maroni - è stato aspramente stigmatizzato con i dati di fatto e di diritto da parte della direzione centrale della polizia di frontiera".

Maroni ha poi affermato di aver segnalato "questo ennesimo episodio" alla Commissione Ue. "Io credo che l'Italia stia facendo più di quanto sia tenuta a fare per salvare vite umane. Quando c'è da salvare vite umane lo facciamo. Credo - ha detto Maroni - che la Commissione Ue debba intervenire perchè non è accettabile che alcuni Paesi Ue non applichino le norme internazionali che sono tenute ad applicare".

Maroni: ''Dolore per lo 'sberlone' che abbiamo preso, maggioranza reagisca''

Roberto Maroni (Adnkronos)
Roma, 31 mag. (Adnkronos) - "Mia nonna mi diceva che le sberle fanno male ma alla lunga fanno rinsavire. E fanno imparare la lezione". Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, torna a commentare il voto del secondo turno per le amministrative prima di entrare a Palazzo San Macuto, per l'audizione al Comitato Schengen sull'immigrazione.

"Per adesso rimane ancora il dolore dello 'sberlone' che abbiamo preso - rimarca il titolare del Viminale - e spero che nei prossimi giorni, non nelle prossime settimane questo 'sberlone' ci faccia non solo capire perché è andata così, ma prendere le adeguate contromisure".

Riguardo all'incontro che si è svolto oggi tra lo Stato maggiore della Lega e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Maroni spiega: "Non è stato un mini vertice a Palazzo Chigi. Ogni incontro che c'è al Consiglio dei ministri, noi leghisti, padani, siamo non solo puntuali ma sempre in anticipo. Ci siamo trovati io, Bossi e Calderoli nell'anticamera di Palazzo Chigi, poi è arrivato anche Tremonti e abbiamo commentato le cose. Ma non è stato un vertice".

A chi gli chiede se il ministro dell'Economia sia sotto attacco, replica: "Ma no. Sotto attacco è la maggioranza, dal voto degli italiani. Il segnale c'è ed è forte - sottolinea il titolare del Viminale - sufficientemente forte perché non si sottovaluti. E io non lo sottovaluto".

"Adesso - rimarca Maroni - cerchiamo di capire se questa maggioranza ha la capacità di reagire, oppure se rimane inerte, il che sarebbe la cosa peggiore da fare". Per Maroni "la maggioranza deve reagire. Ne discuteremo, io non ho la soluzione - spiega - abbiamo preso questa sberla e abbiamo capito che i nostri elettori ci hanno mandato un segnale forte, di scontentezza. Ora - conclude il ministro dell'Interno - dobbiamo verificare che cosa non è piaciuto nell'azione di governo e reagire. Se invece minimizziamo e diciamo che abbiamo vinto a Rovigo e perso a Napoli e Milano, questo non è sufficiente. Vorrebbe dire sottovalutare e continuare sul piano inclinato".

lunedì 30 maggio 2011

VENETO/SANITA': ZAIA, NETWORK CON POSTE PER PRENOTARE PRESTAZIONI

(ASCA) - Venezia, 24 mag - Partira' in Veneto un progetto sperimentale e innovativo che grazie al network degli uffici postali presenti sui territori permettera' di prenotare proprio alla Posta il 66 per cento delle prestazioni. Lo ha reso noto il governatore del Veneto, Luca Zaia. ''Ci sara' un sportello che si chiamera' sportello amico dove sara' possibile effettuare la prenotazione. Un progetto innovativo che permette di portare sempre di piu' il servizio a casa del cittadino''. La Regione del Veneto, con il presidente Zaia, e Poste Italiane Spa, con l'amministratore delegato Massimo Sarmi, hanno infatti siglato oggi a Venezia un innovativo Accordo Quadro, che comprende una rilevante collaborazione nel realizzare nuove soluzioni progettuali con particolare riferimento ad alcuni servizi al cittadino riguardanti l'area sanitaria. Si tratta del primo accordo di questo genere in Italia. I contenuti sono stati illustrati da Zaia e Sarmi nel corso del punto stampa seguito alla seduta di Giunta di oggi.

Poste Italiane dispone in Veneto di una capillare rete composta da 1.118 sedi e 428 ''sportelli amici''.

Saranno questi, inizialmente in via sperimentale nelle Ullss 4 Alto Vicentino e 8 di Asolo (Treviso), a fornire alcuni importanti servizi, come la prenotazione di visite specialistiche, il pagamento ed incasso dei ticket sanitari, la consegna di referti sanitari in modalita' multicanale, servizi di gestione del rischio clinico e di logistica del farmaco, con la possibilita' di inviare a domicilio medicinali per l'assunzione dei quali non sia necessaria una consulenza medica diretta. ''Questa idea - ha sottolineato Zaia - nasce dalla volonta' reciproca di mettere il network di Poste Italiane al servizio dei nostri cittadini, ai quali offriremo una nuova opportunita' per gestire con piu' comodita' di scelta tutta una serie di loro rapporti con la macchina sanitaria regionale.

Nessuna sovrapposizione con quanto gia' fanno le nostre Ullss - ha aggiunto - ma un nuovo servizio integrativo che potra' essere molto utile a varie categorie di persone. Penso ad esempio - ha detto il governatore - a chi risiede nei tanti nostri piccoli comuni e puo' trovare le risposte all'ufficio postale ed ai molti cittadini, soprattutto anziani, che non hanno dimestichezza con i sistemi informatici e, magari, hanno difficolta' a recarsi agli sportelli delle loro Ullss''. ''Poste Italiane - ha sottolineato l'amministratore delegato Sarmi - e' una grande azienda che pone la massima attenzione al territorio e questo accordo con la Regione del Veneto ne e' un chiaro esempio. Ringraziamo il presidente Zaia per la sensibilita' e l'attenzione dimostrataci, nella convinzione che la tipologia di questo accordo sia utilmente replicabile su tutto il territorio nazionale''. L'accordo quadro siglato oggi prevede anche la messa a disposizione di vari servizi da parte di poste Italiane alla Regione del Veneto per la sua attivita' amministrativa e istituzionale.

AMMINISTRATIVE: BOSSI, LA LEGA HA FATTO IL SUO DOVERE

(AGI) - Milano, 30 mag. - "La Lega ha fatto il suo dovere", ha detto il leader del 'Carroccio' dopo aver votato nel seggio di via Fabriano a Milano. "Il nostro - ha aggiunto - e' un partito che e' un'assicurazione per i cittadini, non potevamo far si' che si costruissero le moschee a Milano. Qualcuno dice che la Lega non ha rischiato e non si e' presentata, noi invece ci siamo presentati". Bossi mostra di non curarsi delle agitazioni interne al Pdl che fanno emergere l'ipotesi di riorganizzazione del partito. "Il Pdl non lo so - ha detto Bossi commentando l'ipotesi di riorganizzazione - io ho gia' da riorganizzare il mio partito ed e' gia' abbastanza".
NOI IN STRADA, LA RUSSA NON SI E' VISTO Risponde con una battuta il leader della Lega, Umberto Bossi, al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che in un'intervista ha affermato che a Milano sono mancati i voti della Lega. "Siamo stati gli unici che in qualche modo siamo andati in strada - ha detto Bossi sorridendo - va be' che La Russa e' da solo e quindi anche se va in strada non lo vede nessuno". BERLUSCONI ATTENDE DATI IN ROMANIA: LA RUSSA "GOVERNO REGGERA'" Silvio Berlusconi, apprendera' in Romania i primi dati sull'esito dei ballottaggi. Li' infatti il presidente del Consiglio e' impegnato, oggi e domani, per un vertice intergovernativo. L'arrivo del premier e' previsto intorno alle 15 ora locale (le 14 italiane) quando manchera' solo un'ora alla chiusura dei seggi. A seguire, Berlusconi incontrera' il Primo ministro romeno, Emil Boc. Il primo appuntamento con la stampa e' previsto per le 17, cioe' le 16 italiane, quando inizieranno ad essere diffuse le prime proiezioni. E' facile immaginare, ad ogni modo, che il premier decida di non commentare ufficialmente i risultati del secondo turno delle amministrative fino a dati definitivi. Il rientro a Roma e' previsto per il primo pomeriggio di domani, dove in serata Berlusconi presiedera' l'ufficio di presidenza del Pdl, convocato appunto per fare il punto sul voto. Il dibattito, per la verita' e' partito gia' dopo il primo turno: Ignazio La Russa ha osservato che "la Lega si aspettava un esito elettorale migliore. Ha perso 4-5 punti che sono quelli che mancano". Il coordinatore Pdl guarda avanti e ha assicurato che "comunque vada il governo reggera': la sconfitta mascherata dal Pd, la crescita dei partiti antisistema portano a dire che Berlusconi non rischia. Non vedo possibilita' di un governo alternativo. E nessuno credo voglia elezioni anticipate". Vero e', anche per La Russa, che per il Pdl "questo e' un momento delicato. Credo sia importante dare linfa ai partiti". Per questo il ministro conferma di aver consegnato "due mesi fa a Berlusconi un piano dettagliato.
Penso a comitati operativi che si occupino di programma, enti locali, territorio, propaganda. Ognuno sarebbe formato da 4 o 5 persone che insieme vanno a comporre un organismo intermedio fra l'attuale ufficio di presidenza e il coordinamento vero e proprio".

sabato 28 maggio 2011

MARONI: STOP SANATORIA IMMIGRATI

Il Ministro Maroni sospende la circolare migranti che recepiva le disposizioni del Consiglio di Stato sulla sanatoria del 2009.
Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Brescia, Fabio Rolfi, è intervenuto per commentare la nuova circolare emanata dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, con la quale viene sospeso il riesame delle praticherespinte per gli immigrati clandestini.
“Bravo Maroni!”, scrive sul suo sito Rolfi, “Era ed è necessario ribadire con chiarezza e fermezza che serve introdurre, alla luce delle recenti sentenze, una legislazione adeguata, e che non si può risolvere una situazione delicata e ingarbugliata come questa, con una semplice circolare di qualche zelante prefetto”. “Alla luce degli stravolgimenti creati dalla Corte europea e dal Consiglio di Stato”, afferma il vice sindaco leghista, “è necessaria una nuova legge che introduca definitivamente, come in Grecia, Danimarca, Germania, Francia e in altri stati europei, il reato di clandestinità, per confermare e rinnovare l’azione di contrasto all’immigrazione irregolare e garantire così il controllo del fenomeno migratorio, che è ciò che la gente chiede alle istituzioni di fare.”
Su possibili proteste degli immigrati che, già venerdì sera hanno inscenato un corteo pacifico per le strade del centro storico di Brescia, Rolfi, durante il consiglio di giunta di venerdì ha dichiarato che si augura prevalga il buonsenso, "senza contare il fatto che il prefetto, attualmente, non è autorizzato a prendere scelte diverse da quelle che ha seguito fino ad oggi. Ci sono dei tempi tecnici che devono essere rispettati, poi deciderà il ministero".
Sul retro front del ministero dell’Interno sono diverse le voci politiche bresciane che si sono espresse: per l’onorevole del Carroccio Davide Caparini "il ministro Maroni conferma la linea rigorosa contro l’immigrazione clandestina”, mentre il primo cittadino Adriano Paroli ha affermato che “se gli immigrati che hanno protestato hanno effettivamente dei diritti gli verranno riconosciuti”.

venerdì 27 maggio 2011

I rom falsi di Pisapia? Smascherata l'ipocrisia: sono tutti veri nomadi travestiti da Rom

Una fan del candidato sindaco vede al mercato una nomade con la borsa "Vota Pisapia" e l’accusa di essere una figurante pagata dal Pdl. La zingara si difende: "Me l’avete data voi"


Avvocato Giuliano Pisapia, ho trovato quel­li che si travestono da rom e si spacciano per suoi sostenitori. Non ci crederà, ma sono veri rom che si vestono da rom. Suoi amici che rac­contano di essere suoi amici. E ho trovato anche quei brutti razzisti che considerano i nomadi gente da tenere alla larga. Da nascondere e di cui perfino vergognarsi. Sono suoi soste­nitori. Di lei, Pisapia. E che non hanno bisogno di trave­stirsi da niente. Perché forse un po’ razzismo,suvvia lo am­metta, è nel fondo di tutti. An­che a sinistra. E se vuole sono pronto anche a raccontarlo ai giudici. Anche a quelli che hanno da lei ricevuto l’espo­sto per denunciare «una serie di episodi di una gravità incre­dibile ».Come l’arruolamento di finti zingari e sedicenti ra­ga­zzi dei centri sociali che mo­lestano i passeggeri del metrò. Con la «regia occulta» del cen­trodestra e di Letizia Moratti. Ebbene, eccomi qua a rac­contare un «episodio di una gravità incredibile», di cui so­no stato testimone. Sono pron­to a giurare di non essere un «figurante». Non un gran gior­­nalista, ma il titolare della tes­sera numero 56399 dell’Ordi­ne professionale. Ieri alle ore 12,10 mi trovavo al mercato del giovedì di via Pietro Calvi, tra corso XXII Marzo e piazza Risorgimento. Lì ci sono casa mia e la storica sezione del Pd (fu Pci) di via Archimede. A vo­lantinare per la Moratti facce da boy scout, a occhio roba ciellina che spiega con pazien­za alla vecchietta che donna Letizia è un buon sindaco. Non molto entusiasmo, ma la sana ingenuità della bella gio­ventù. Organizzatissimi, inve­ce, i suoi «volantinatori». Buo­na borghesia, ché il quartiere è di quelli buoni. Uomini e donne. Qualche ragazzotto che tacchina quelle di cielle («Venite alla festa di Pisapia? Siete per la Moratti? Ma che importa, venite che beviamo una birra e poi ci divertia­mo »). La faccia bella della poli­tica. Restate così.Perché quel­l­a brutta è già pronta all’incro­cio. Ho il sacchetto delle frago­le (servisse per il verbale, le ho comprate al banco di fronte a via Lincoln, quello delle caset­te de­i ferrovieri che oggi costa­no un occhio. Le fragole, inve­ce, le ho pagate con lo sconto: 2 euro quattro cestini. Buo­ne). Pochi passi e vedo una donna ben vestita che si agita parlando con un’altra. Quella ben vestita ha la spilla «Giulia­no Pisapia sindaco» e un pac­co di volantini. Con lei un uo­mo ben vestito con spilla e vo­lantini. Lei appesa alla spalla ha una borsa. Di quelle di tela arancione con «Giuliano Pisa­pia sindaco». Uguale a quella dell’altra don­na. Giovane e con un’amica. Dall’abbi­gliamento sono indu­bitabilmente zingare. A tracolla il sacco aran­cione di stoffa. «Dove l’hai presa? - le chiede brusca la donna ben vestita - chi te l’ha da­ta? ». L’altra risponde: «Uno con i volantini». «Dove?». «Qui vici­no ». «Vieni con me, ti devo parlare», si fa se­ria quella ben vestita. E la trascina dove via Calvi sfocia in piazza Risorgimento. Dove nessuno possa vederla. Ma io sono curioso. Mi colpisce il to­no, l’arroganza.Ma cosa dice? «Vieni con me»? Odio l’arro­ganza. Ma chi sei? Sto per chie­derglielo, ma voglio vedere do­ve arriva. «Ora ti spiego - dice la donna ben vestita alla no­made- . Noi siamo amici di Pi­sapia e domenica si vota». La nomade sorride, meno spa­ventata. «Anch’io - risponde ­sono amica di Pisapia». Chia­ro, ha la borsa arancione. «Al­lora mi devi aiutare. Dammi quella borsa». E le cose dove le mette? Una mattinata di ele­mosine: un po’ di frutta,verdu­ra, pane, bicchieri di carta. «Se mi dai quella borsa, io te ne compro un’altra».La zinga­ra la svuota. «Mi serve una bor­sa », dice concitata la donna ben vestita. Un ghanese irre­golare fiuta l’affare e arriva con una Louis Vuitton taroc­ca. Comincia la trattativa. Poi ci ripensa. Costa troppo. «Me ne serve una di plastica». Di plastica non c’è. La zingara ri­mette il cibo dentro quella arancione. L’uomo ben vesti­to ha un’idea: «Ti do 5 euro se me la dai e te ne vai subito di qui. Subito». La zingara ci sta. La donna ben vestita no. «Macché 5 euro. Dammi subi­to quella borsa oppure chia­mo la polizia e ti faccio arresta­re ». Arrestare? Sto per interve­nire. Odio l’arroganza. Aspet­to. La zingara è spaventata. «Perché arrestare? Cosa ho fat­to di male? La borsa me l’ha data uno di voi». Nessun moti­vo per non crederle. Ma an­che se così non fosse, cosa c’è di male se una rom gira per il mercato con una borsa di Pisa­pia? Forse che i nomadi van­no bene nel programma del candidato sindaco, meno se girano «griffati» Pisapia? For­se c’è da vergognarsi a dire che i rom sono «amici di Pisa­pia »? Forse che i rom sono co­m­e polvere da nascondere sot­to il tappeto? Da non far vede­re a tre giorni dal voto? Ma non facevano parte di quella meravigliosa città multicultu­rale che Pisapia predica? Del­la meravigliosa esperienza di «autocostruzione» con cui ab­bandoneranno le favelas e spontaneamente edificheran­no p­alazzine dopo secoli di no­madismo? La rom non molla: «Se vuoi la borsa, dammi 5 euro». Il ghanese si agita con la simil Vuitton che vuol vendere alla donna ben vestita che insulta l’uomo ben vestito: «Ma cosa ti è venuto in mente di promet­terle 5 euro?». È furibonda. «Se non mi dai la borsa - alza la voce- ti faccio arrestare». Ar­riva quello del furgone della gastronomia. «Fatele arresta­re. Fuori dalle palle devono an­dare. Che quelle rubano i por­tafogli ». L’uomo ben vestito si riscopre garantista: «Non dica così». Un’anziana conferma: «A me l’hanno preso dalla bor­sa con tutti i soldi. Nemmeno me ne sono accorta».La zinga­ra fiuta l’aria e se ne va. La don­na ben vestita va in cerca del vigile. Per denunciare una donna rom che passeggia per il mercato con una borsa aran­cione di Pisapia­che le ha rega­lato uno del comitato elettora­le di Pisapia. Robe da pazzi. Per fortuna domenica si vota. P.S.: avvocato Pisapia, che sia il caso di chiedere scusa al­la donna rom, non travestita da rom, sua sostenitrice che racconta di essere una sua so­stenitrice e assalita da una sua sostenitrice non travestita da sua sostenitrice?

giovedì 26 maggio 2011

CONFINDUSTRIA: CALDEROLI, FACCIA IMPRESA NON POLITICA

(ASCA) - Roma, 26 mag - ''Ora Confindustria metta l'impegno a farel'impresa, solo l'impresa, rinunciando a fare politica o attivita' di lobbies''. Cosi' in una nota il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord e ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli.

''I temi posti oggi dall'assemblea di Confindustria, ovvero liberalizzazioni, semplificazioni, infrastrutture e riforma fiscale, sono le sfide che il governo sta affrontando e intende vincere - continua l'esponente del Carroccio - . Le grandi riforme le abbiamo affrontate e le stiamo affrontando, le abbiamo realizzate e le stiamo realizzando, e non si puo' dimenticare tutto quello che abbiamo gia' fatto finora nonostante un periodo di crisi internazionale: ora, in quest'ultima parte della legislatura, dobbiamo dedicarci al mondo delle impresa e soprattutto al mondo del lavoro, ma prima di tutto al reddito delle famiglie...''.

Ministeri Nord, Calderoli: no rappresentanza, no tasse


<p>Il premier Silvio Berlusconi e il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli. REUTERS/Tony Gentile</p>

ROMA (Reuters) - Dopo che ieri il premier Silvio Berlusconi ha minimizzato sulla richiesta di trasferire sedi di ministeri al Nord spiegando che si tratterebbe di aprire solo qualche "ufficio di rappresentanza", oggi il ministro leghista Roberto Calderoli ha avvertito che senza rappresentanza non si pagano neanche le tasse.

"Ci sono problemi sui ministeri al Nord?", ha scritto Calderoli, ministro della Semplificazione normativa, in un brevissimo comunicato diffuso oggi.

"Benissimo, vorrà dire che la frase 'No Taxation without Representation' diventerà ‘No representation? No Taxation'", ha concluso Calderoli.

La settimana scorsa, l'esponente leghista aveva annunciato una "grande sorpresa" per Milano, dove nel fine settimana si vota per il ballottaggio, a cui stavano lavorando Berlusconi e Umberto Bossi. Successivamente i leghisti hanno annunciato il trasferimento di alcuni ministeri nell'Italia settentrionale, che poi nelle parole del premier sono diventati "dipartimenti".

All'idea del trasferimento, che vede contraria l'opposizione di centro e centrosinistra, si è dichiarato contrario anche il gruppo parlamentare del Pdl, con alcuni distinguo però nel partito, come quello del ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, contrarissimo, ha invece chiesto un voto del Parlamento su una simile iniziativa.

Ieri sera Berlusconi, ospite della trasmissione tv Rai "Porta a porta" ha poi precisato: "Cosa vuol dire portare un dipartimento di un ministero in provincia di Monza, Napoli o Caserta? vuol dire aprire un ufficio di rappresentanza come quelli che già ci sono. Eè stato fatto uno scandalo sul nulla...".

mercoledì 25 maggio 2011

SICUREZZA URBANA: MARONI A PARMA RILANCIA POTERE DEI SINDACI

16:37 24 MAG 2011

(AGI) - Parma, 24 mag. - Nel giro di pochi giorni, dunque, sarà pronto il provvedimento legislativo d'urgenza che consentirà ai sindaci di mantenere i poteri in materia di sicurezza urbana, previsti dal decreto legge nato dalla Carta di Parma, dopo le critiche sollevate dalla Corte Costituzionale. La bozza legislativa sarà poi inviata e condivisa con i sindaci. E' quanto emerso durante l'incontro di questa mattina in Municipio a Parma tra il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni e alcuni sindaci sottoscrittori della Carta. All'incontro erano rappresentate 18 città: Alessandria, Ancona, Asti, Bergamo, Brescia, Carrara, Cremona, Como, Fano, Lucca, Mantova, Parma, Pavia, Prato, Rovigo, Verona, Vicenza, Vigevano. A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Parma Pietro Vignali, il quale a conclusione dell'incontro ha spiegato che nel corso della riunione si è parlato della legge che dovrebbe superare le problematiche formali sollevate dalla Corte Costituzionale. "Il ministro ci ha rassicurato che il provvedimento legislativo d'urgenza sarà portato in Consiglio dei Ministri entro i primi quindici giorni di giugno. Affronterà quattro punti: le ordinanze, con l'obiettivo di ridare ai sindaci il potere di emettere ordinanze in materia di sicurezza urbana; la riforma della Polizia locale; l'accattonaggio e, infine, il tema della prostituzione. Sono sicuro che con questo provvedimento faremo un ulteriore passo avanti dal punto di vista della sicurezza urbana e della qualità delle nostre città. Il ministro Maroni - ha poi continuato Vignali - per l'ennesima volta ci mette la faccia e insieme ai sindaci cerca una soluzione per questioni cruciali per la qualità della vita nelle nostre città. Il ministro, come sappiamo, è solito incontrare tutti. Per questo mi sembra molto strumentale e pretestuosa la polemica di alcuni colleghi che non hanno partecipato all'incontro anche perché, come sappiamo, le ordinanze previste dai decreti ministeriali seguiti alla Carta di Parma le hanno applicate tutti i sindaci d'Italia, di qualsiasi colore politico. Chi non partecipa al confronto perde una buona occasione di dialogo", ha affermato il sindaco Pietro Vignali.

CAMORRA: ARRESTO BOSS GIUSEPPE DELL'AQUILA MARONI, SUCCESSO INVESTIGATIVO. ALTRA VITTORIA

(ASCA) - Roma, 25 mag - ''E' un successo investigativo di altissimo livello e soprattutto un'altra grande vittoria dello Stato contro la criminalita' organizzata''. Questo il commento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni sull'arresto del boss della Camorra Giuseppe Dell'Aquila latitante da 9 anni.

Maroni, riferisce il Viminale, ha telefonato al capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, per congratularsi dell'operazione condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli e dal Servizio Centrale Operativo.

MINISTERI AL NORD, CALDEROLI L'OPERAZIONE ANDRA' AVANTI

10:34 25 MAG 2011

(AGI) - Roma, 25 mag. - L'operazione 'ministeri al Nord' andra' avanti, perche' Silvio Berlusconi "ha dato la sua parola alla Lega". Il senso del vertice di ieri dunque e' quello di 'neutralizzare' la questione in vista dei ballottaggi, evitando che possa essere "strumentalmente interpretata".

E' Roberto Calderoli a fornire l'interpetazione autentica, di parte lumbard, sullo stato dell'arte, nella nota in cui spiega: "Nessuno stop allo spostamento dei dipartimenti al Nord, ma la questione e' cosi' importante da non poter essere strumentalmente interpretata come semplice argomento da campagna elettorale per i ballottaggi". Il ministro per la Semplificazione Normativa, e coordinatore federale della Lega Nord, aggiunge dunque che lo spostamento "si fara' e comunque, il presidente Berlusconi ci ha dato la sua parola".

martedì 24 maggio 2011

LEGA: Presentato al Senato un ddl per regolamentare la costruzione delle moschee


Roma - No alla costruzione di nuove moschee fino a un’eventuale intesa tra Stato e islam mentre, in via transitoria, ogni edificio di culto dovrà essere autorizzato dalla Regione previo referendum tra la popolazione del Comune interessato. A chiederlo è un disegno di legge depositato in Senato dalla Lega Nord e che prevede la creazione di albi degli imam. Il testo si basa sull’articolo 8 della Costituzione che stabilisce che i rapporti delle confessioni religiose con lo Stato siano regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. A smorzare i toni ci pensa invece la Cei ricordando che la libertà religiosa è sancita dalla Costituzione, per quanto debba essere regolamentata dalla legge.

"Il diritto di esercitare una fede non è messo in discussione, ma altra cosa sono gli edifici di culto che hanno un impatto sul territorio", ha spiegato il vicecapogruppo del Carroccio Sandro Mazzatorta. "Tutti a parole dicono di voler disciplinare la materia, ma nessuno fino a oggi ha avuto il coraggio di farlo", ha aggiunto l'esponente leghista. Da qui i dieci articoli proposti dai lumbard. Il Carroccio si pone il problema di regolare in concreto la presenza di comunità molto numerose che rivendicano a vari livelli il mantenimento di una loro identità culturale e religiosa contrapponendosi alla nostra.

Il fatto stesso che all’interno di numerose moschee italiane siano state segnalate pericolose contaminazioni di matrice fondamentalista e concrete attività terroristiche ha spinto la Lega a non perdere tempo e lavorare per una disciplina legislativa che "garantisca l’integrità della sovranità statuale e l’ordine pubblico e la sicurezza stessa dei cittadini". Secondo Mazzatorta, infatti, c'è il "fondato sospetto" che "spesso la moschea sia anche un luogo 'militare' e le cronache quotidiane sono piene di fatti raccapriccianti".

In via transitoria, le Regioni potranno autorizzare comunque i luoghi di culto. Per ottenere il permesso, la confessione religiosa dovrà presentare domanda alla Regione "corredata del progetto edilizio, del piano economico-finanziario con indicazione anche degli eventuali contributi pubblici richiesti e dell’elenco degli eventuali finanziatori italiani o stranieri". L’edificio "deve avere dimensioni stabilite in rapporto al numero degli aderenti alla confessione religiosa che lo ha presentato". Il progetto sarà, quindi, trasmesso al sindaco del Comune in cui sorgerà l’edificio e potrà essere autorizzato dalla Regione solo previo referendum. Saranno sempre le Regioni a dover provvedere alla redazione del piano di insediamento dei nuovi edifici "tenendo conto del numero di immigrati legalmente residenti". Il piano poi andrà trasmesso al ministero dell’Interno e aggiornato ogni cinque anni. Nel ddl non mancano tutta una serie di paletti che puntano a garantire la sicurezza dei cittadini: non potrà esserci nel raggio di un chilometro un altro edificio di culto diverso (per esempio una chiesa); sarà vietata la diffusione con altoparlanti della preghiera del muezzin; i Comuni potranno individuare aree in cui sarà vietato costruire moschee.

Le confessioni devono essere organizzate secondo statuti conformi ai principi dell’ordinamento giuridico. Statuti che dovranno essere approvati dal ministero dell’Interno e dalle Camera. Non solo. Per i ministri del culto, i formatori spirituali e le guide di culto il ddl prevede un apposito registro, un sorta di "albo" che sarà gestito dal ministero dell’Interno: per l’iscrizione sarà necessario avere la cittadinanza italiana e non avere condanne a carcere passate in giudicato. A questi sarà vietato lo "svolgimento di attività non strettamente collegate all’esercizio del culto negli edifici autorizzati", comprese "le attività di istruzione e di formazione e le attività culturali e commerciali". Ma sarà, soprattutto, vietato l’uso di lingue diverse da quella italiana in tutte le attività pubbliche che non siano strettamente collegate all’esercizio del culto e l’abbigliamento dovrà consentire l’identificazione della persona.
A rispondere indirettamente alla Lega Nord ci pensa monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. "La costruzione di una moschea - spiega Crociata - risponde al diritto fondamentale della libertà religiosa e di poter disporre di luoghi di culto, ma non essendo la moschea solo luogo di culto, ma anche di aggregazione sociale, deve rispondere anche alle esigenze di vita sociale e comunitaria secondo la nostra comunità civile, la nostra Costituzione e le leggi che in Italia regolano la convivenza".

BOSSI: Se fosse stato per noi non saremmo andati in Libia

Il numero uno del Carroccio lancia un paio di messaggi al Cavaliere e alla maggioranza. Il primo è sulla Libia dove non sembra del tutto digerita l'irritazione della Lega per la decisione dell'Italia di partecipare ai raid mirati. Tanto che, davanti alla domanda dei giornalisti su un eventuale ritiro, il Senatur glissa lasciando però emergere il suo disappunto. «Non ho voglia di parlarne - replica -, fosse stato per la Lega non ci saremmo andati». L'altro puntello è invece sul taglio delle tasse più volte evocato dal Cavaliere. Ebbene per Bossi «in questo momento bisogna tenere i conti in ordine». Praticamente le stesse parole di Giulio Tremonti con il quale la sintonia è massima visto che il Senatur si premura di aggiungere una postilla. «Tremonti ha ragione altrimenti il paese salta in aria». Come a dire: nessuno spazio, almeno per ora, per il sogno del premier.

BOSSI: Il referendum? Attraenti alcuni quesiti come quello sull'acqua

Il referendum? Attraenti alcuni quesiti come quello sull'acqua
Ma a colpire questa volta non sono tanto i consueti toni del Senatur e la convinzione di riuscire a persuadere il Cavaliere, quanto piuttosto l'endorsement inaspettato sui referendum, non prima di aver consegnato ai cronisti una delle sue pernacchie. Poi, però, Bossi torna serio e ammette che «alcuni quesiti sono attraenti», ad esempio «quello sull'acqua». Quindi la rivelazione che non ti aspetti: «Avevamo detto a Berlusconi di fare una legge sull'acqua e noi l'avremmo appoggiato. Poi - conclude - si è messo di mezzo Fitto» e la legge sull'acqua «alla fine nessuno l'ha fatta».

lunedì 23 maggio 2011

Emergenza profughi, Zaia: «Noi non abbiamo dichiarato guerra alla Libia»

Il governatore: «i sindaci hanno ragione. Non siamo responsabili di quello che sta succedendo»

Il governatore Luca Zaia (archivio)

Il governatore Luca Zaia (archivio)

TREVISO - Sulla questione immigrati «i sindaci hanno assolutamente ragione». Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia a margine della Festa della Polizia. «La loro preoccupazione - ha spiegato Zaia, riferendosi alle polemiche sui piani di ospitalità - è anche la mia e di tutti i veneti. Noi non abbiamo dichiarato guerra alla Libia e non siamo responsabili di tutto quello che sta accadendo e tutte le Regioni italiane sono state chiamate all’ospitalità, ma l’accoglienza non dipende dal Veneto». Per quanto riguarda le critiche che vengono dalla Lega, Zaia ha detto di non «sentirsi solo. Dopo più di 20 anni nella Lega - ha osservato - so benissimo quali sono i nostri dettami.

Noi siamo per aiutare gli extracomunitari a casa loro, qui posto per loro non ce n’è considerato che abbiamo 172 mila disoccupati, di cui 30 mila sono immigrati. Il Veneto è la regione che ne ha ospitato di piu «circa 600 mila». Per Zaia «questa ondata di profughi la possiamo subire o gestire. Comunque oggi la partita non è piu» della Regione, ma del prefetto Lamorgese, per cui staremo a capire quali soluzioni verranno proposte . Siamo in attesa - ha rilevato ancora Zaia - della nomina del soggetto attuatore dell’ordinanza ministeriale dei profughi, che molto probabilmente sarà il prefetto di Venezia e tutti quindi discuteranno con lui». Zaia ha ricordato che sono stati gestiti nella prima fase 600 immigrati «e i cittadini non se ne sono neppure accorti. Da qui in poi non so cosa accadrà perché non è piu "cosa nostra"». «Il progetto dell’accoglienza diffusa - ha concluso - è una proposta, ma se il territorio non lo vuole si può dire di no come abbiamo fatto noi. Se ci sono sindaci che non li vogliono fanno bene a dirlo, io per primo sono al loro fianco. Però sappiano che se i profughi arrivano, in qualche parte dovranno andare». (Ansa).

"Tagliarsi i cosiddetti" Ecco come il Senatùr torna alla Lega di lotta...

Il messaggio di Bossi è chiaro: basta fare gli schizzinosi sulla sciura Moratti, non è il momento di portare nelle urne i mal di pancia su Berlusconi

Bossi non usa giri di parole. Su Mi­lano- dice il leader della Lega- ci giochiamo le palle. E lui, come noto, agli attributi ci tiene. Il mes­saggio agli elettori del Carroccio è chia­ro: basta fare gli schizzinosi sulla sciura Moratti, non è il momento di portare nel­le urne i mal di pancia su Berlusconi. Do­menica prossima si vada a votare senza se e senza ma, perché una vittoria di Pisa­pia potrebbe avere effetti devastanti an­che per gli obiettivi della Lega, e non so­lo a Milano. Parole chiare, che gelano i soliti esperti politologi che già avevano prefigurato un salto della quaglia del Carroccio.L’asse tiene,al di là delle pole­miche sui ministeri da trasferire al Nord, problema del quale non si intuisce l’ur­genza e a naso neppure la necessità.

So­no i misteri della politica che ogni gior­no riserva delle sorprese. Per esempio sorprende come una parte della curia milanese e del mondo cattolico mene­ghino si stia dando da fare per aiutare Pisapia. Matrimoni gay, droga libera, ateismo formale e sostanziale (cose pre­viste nel programma della sinistra) sono così attraenti per il cardinale Tettaman­zi? Evidentemente sì, perché non soltan­to il principe della Chiesa ambrosiana non ha dato indicazioni chiare al suo gregge, ma le sue mezze frasi e la sua no­ta ambiguità sono certamente un aiuto ai mangiapreti alla Pisapia. Non conten­to di aver quasi distrutto la diocesi, oggi Tettamanzi e compagni cercano di di­struggere anche la città, tanto lui, il cardi­nale, tra pochi mesi andrà (finalmente) in pensione e i cocci saranno tutti nostri.

Su questo tema, per esempio, mi aspet­terei una parola chiara del cardinale lai­co della città, il governatore Formigoni, che invece ieri l’altro ha dichiarato che in fondo lui lavorerebbe bene anche con Pisapia. In che senso, governatore? Su­gli affari dell’Expo o sulle nuove politi­che a sostegno della famiglia tradiziona­le? Sui consigli di amministrazione del­le società pubbliche o su norme a soste­gno della sussidiarietà? Io penso che a questo punto i cattolici milanesi abbia­no diritto di sentire dai loro punti di rife­rimento, laici e religiosi, parole chiare e definitive su come orientarsi in questo casino. O ancora una volta, come già è successo su presepi, crocifissi,radici cri­stiane dell’Europa, i cattolici per sentirsi difesi e rappresentati devono aggrappar­si al Bossi e al suo Dio Po?

venerdì 20 maggio 2011

LN AGRICOLTURA: CAPITANI, CREMONA CAPITALE ITALIANA LATTE

(Ln - Cremona, 20 mag) "Cremona ha sviluppato una filiera agro-alimentare tra le più avanzate e competitive a livello europeo. Grazie alle straordinarie capacità dei suoi allevatori questo territorio è in grado di produrre una quantità elevata di latte, mantenendo livelli altissimi di qualità. Latte destinato per lo più alla trasformazione in Grana Padano e Provolone". Lo ha affermato l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, nel corso della visita di oggi a Cremona, penultima tappa dell'AgricolTOUR per gli Istituti Tecnici di Agraria delle province lombarde, dove ha incontrato gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore 'Stanga'.
Ad accoglierlo, accanto al dirigente scolastico Giuseppe Strada, anche l'assessore provinciale all'agricoltura Gianluca Pinotti e il consigliere regionale Agostino Alloni.
Rispondendo alle domande dei ragazzi, De Capitani ha trattato i principali temi del settore primario lombardo e in particolare quelli "più sentiti" nella provincia di Cremona, dall'applicazione della Direttiva nitrati alla riforma della Pac, dal Pacchetto latte ai Distretti agricoli come strumento per aumentare la competitività delle nostre imprese contro le oscillazioni sempre più frequenti dei mercati.
"La provincia di Cremona - ha ricordato l'assessore - partecipa a 4 Distretti agricoli: Ortofrutticolo Lombardo, in particolare con le aziende del pomodoro da industria, Agroalimentare di qualità Po di Lombardia, del Vivaismo Plantaregina e Agroenergetico". La produzione agricola cremonese mostra una spiccata vocazione per la filiera lattiero-casearia. Il settore zootecnico registra un patrimonio suinicolo di 1.000.000 di capi, mentre i bovini superano le 300.000 unità. Una voce che da sola costituisce l'8% del Pil provinciale "Cremona è la capitale italiana del latte.
Non a caso - ha concluso l'assessore - è anche la sede della Fiera internazionale del bovino da latte, un punto di riferimento per tutti gli allevatori nazionali ed europei".ppato una filiera agro-alimentare tra le più avanzate e competitive a livello europeo. Grazie alle straordinarie capacità dei suoi allevatori questo territorio è in grado di produrre una quantità elevata di latte, mantenendo livelli altissimi di qualità. Latte destinato per lo più alla trasformazione in Grana Padano e Provolone". Lo ha affermato l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, nel corso della visita di oggi a Cremona, penultima tappa dell'AgricolTOUR per gli Istituti Tecnici di Agraria delle province lombarde, dove ha incontrato gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore 'Stanga'.
Ad accoglierlo, accanto al dirigente scolastico Giuseppe Strada, anche l'assessore provinciale all'agricoltura Gianluca Pinotti e il consigliere regionale Agostino Alloni.
Rispondendo alle domande dei ragazzi, De Capitani ha trattato i principali temi del settore primario lombardo e in particolare quelli "più sentiti" nella provincia di Cremona, dall'applicazione della Direttiva nitrati alla riforma della Pac, dal Pacchetto latte ai Distretti agricoli come strumento per aumentare la competitività delle nostre imprese contro le oscillazioni sempre più frequenti dei mercati.
"La provincia di Cremona - ha ricordato l'assessore - partecipa a 4 Distretti agricoli: Ortofrutticolo Lombardo, in particolare con le aziende del pomodoro da industria, Agroalimentare di qualità Po di Lombardia, del Vivaismo Plantaregina e Agroenergetico". La produzione agricola cremonese mostra una spiccata vocazione per la filiera lattiero-casearia. Il settore zootecnico registra un patrimonio suinicolo di 1.000.000 di capi, mentre i bovini superano le 300.000 unità. Una voce che da sola costituisce l'8% del Pil provinciale "Cremona è la capitale italiana del latte.
Non a caso - ha concluso l'assessore - è anche la sede della Fiera internazionale del bovino da latte, un punto di riferimento per tutti gli allevatori nazionali ed europei".

MILANO: Bolognini, Cascine risorsa agricola e ricchezza per turismo non possono essere deturpate concedendole ai rom

Roma, 19 MAG (Il Velino) - "Le cascine sono una risorsa agricola e una ricchezza per il turismo del nostro territorio. Non possono essere deturpate pensando di concederle ai rom, come vuole fare la sinistra e come ha dichiarato Majorino in tv. Piuttosto, in vista di Expo, le nostre cascine abbandonate potrebbero essere trasformate in bed & breakfast o strutture di accoglienza turistica alternativa". Lo dichiara l'assessore al Turismo e alla Sicurezza della Provincia di Milano, Stefano Bolognini, capodelegazione della Lega Nord in giunta. "Affidare le cascine ai rom perche' le riqualifichino e' una vana speranza oltre che un danno per il nostro territorio e contribuirebbe a costituire assieme alla proposta di 'autocostruzione' di cui parla il programma della sinistra a far diventare la nostra citta', come dice Bossi, una zingaropoli"."Dobbiamo puntare invece, come prevede il programma del centrodestra, alla 'valorizzazione e recupero delle cascine ai fini agricoli, turistici e didattici'. Noi della Lega Nord ci batteremo perche' la ricchezza, anche ambientale, del nostro territorio non venga danneggiata e perche' la nostra citta' non diventi una zingaropoli".

giovedì 19 maggio 2011

La Lega salva gli insegnanti del Nord

«Il decreto-legge sullo sviluppo appena emanato, recepisce quattro delle otto richieste che abbiamo formulato al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini sulla questione degli insegnanti precari. Questi al Centro-Nord, con la riapertura delle graduatorie, rischiano di perdere il posto in conseguenza dei punteggi elevatissimi maturati in alcune aree del Paese. Nel provvedimento, su nostra indicazione, c’è un preciso riferimento alla possibilità di attingere alle liste attuali, e quindi a chi potrebbe perdere il posto, per gli inserimenti in ruolo. Un’altra nostra richiesta (punti per la permanenza), in base agli accordi, entrerà nel decreto in corso d’opera. C’è poi l’impegno del Ministro sugli altri tre punti, fra cui l’avvio del tavolo per la riforma del reclutamento, sulla base del progetto innovativo che ha già la disponibilità di alcune tra le principali forze sindacali». Questo il commento del senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, dopo il via libera del Capo dello Stato al decreto-legge recante disposizioni urgenti per l’economia. «Sugli insegnanti precari - sottolinea il parlamentare – è in gioco la sopravvivenza stessa del corpo docente del Centro-Nord, che non può essere spazzato via da meccanismi perversi che poco hanno a che fare con il merito, oltre a fornire dati palesemente in contraddizione con le valutazioni internazionali. Non sarebbe corretto fare di tutta l’erba un fascio – analizza il senatore Pittoni – ma su otto voci che concorrono a fare punti, almeno cinque si prestano a giochi scorretti. C’è chi alimenta un vero e proprio “mercato” dei punti, che costringe a versare soldi, offrire lavoro a titolo gratuito o anche semplicemente “acquistare” punti per salire in graduatoria, anche persone che non si sarebbero mai sognate di scendere a certi compromessi. Questa è un'emergenza vera. A vivere il dramma del rischio di mancato rinnovo del contratto in seguito alla riapertura delle graduatorie, sono insegnanti già inseriti con la famiglia nel tessuto sociale locale, che hanno acceso mutui, fatto debiti... ridotti ora alla disperazione. Ennesima conferma - commenta Pittoni - che il sistema è ormai alla frutta. C'è un solo modo per uscirne ed è la riforma del reclutamento. Il nostro progetto, pur garantendo la libera scelta del territorio ove posizionarsi, consente finalmente di scalare le liste per merito, a parità di condizioni con i candidati del posto (le regole saranno le stesse per tutte le regioni). Cosa, peraltro, che è la norma nei Paesi dove il titolo di studio non ha valore legale. La nostra proposta – conclude Pittoni – ha già incassato la disponibilità dei sindacati della scuola (Cgil esclusa), ed è perfettamente in linea con Costituzione, legge nazionale e normativa europea».

IMPRESE, GIBELLI: "L'attrattività del territorio lombardo è la vera sfida delle sfide, su questo si deve lavorare"

(Ln - Uboldo/Va, 19 mag) "L'attrattività del territorio lombardo è la vera sfida delle sfide, su questo si deve lavorare". E' cominciata con questa dichiarazione la ventottesima tappa dell''Assessorato itinerante' del vice presidente di Regione Lombardia e assessore all'Industria e all'Artigianato Andrea Gibelli. L'iniziativa istituzionale è tornata, dopo alcuni mesi, nella provincia di Varese e ha avuto come meta l'azienda Sidac, che opera nel campo della chimica e che produce nastri. Il vice presidente è tornato a sottolineare l'importanza dei "patti territoriali, laddove le istituzioni e le imprese fanno sistema e questo è un tema fondamentale". Altro tema che è stato evidenziato è stato quello della sburocratizzazione: un capitolo che Regione Lombardia "sta affrontando in maniera forte per venire incontro alle imprese nel difficile compito di rimanere sul mercato". Gibelli ha sottolineato anche quanto sia complesso il tema urbanistico "che, spesso, non facilita l'allargamento e l'ampliamento delle produzioni. E su questo serve mettere mano proprio in materia di burocrazia". "Da un lato - ha proseguito il vice presidente regionale - l'imprenditore chiede di allargare le sue disponibilità di spazio, ma, contestualmente, aumentano le aree dismesse ed è per questo che serve una regia comune per arrivare a un accompagnamento più esteso. Bisogna aiutare gli industriali a capire quali siano le loro esigenze e quindi indirizzarli nelle aree che non sono utilizzate e che sono state abbandonate". All'incontro con i vertici dell'azienda era presente anche Luciana Ruffinelli presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale lombardo.

BOSSI CONTRO PISAPIA: E' MATTO, VUOLE ZINGAROPOLI A MILANO

13:11 19 MAG 2011

(AGI) - Roma, 19 mag. - "I milanesi non daranno la citta' in mano agli estremisti di sinistra. La Lega si impegnera'. Non la lasciamo in mano ad un matto, Pisapia, che vuole riempirla di clandestini, moschee e vuole trasformarla in una zingaropoli.
Non abbandoniamo Milano nelle mani di questa gente". Lo ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, conversando con i giornalisti davanti a Montecitorio, dopo aver incontrato Silvio Berlusconi. Incontro che, a detta del Senatur, e' andato "bene". Non c'e' stato alcuno strappo con il Presidente del Consiglio, ha assicurato, rispondendo alle domande dei giornalisti. Bossi si e' detto sicuro della vittoria di Letizia Moratti ai ballottaggi: "Vinceremo - ha concluso - e una citta' che rinascera'".

BERLUSCONI: GOVERNO E' SOLIDO MA EVITIAMO INCIDENTI

Berlusconi ha parlato prima di incontrare Bossi al Consiglio dei ministri. "Dobbiamo stare attenti ad evitare episodi di ieri che non hanno alcun valore politico" ha detto, spiegando ai ministri che "non c'e' alcun problema nel governo". Il premier ha ribadito che "non c'e' alcuna alternativa" a questo esecutivo. "Pero' - ha sottolineato - dobbiamo evitare incidenti come quelli di ieri che si prestano a strumentalizzazioni. Ora andiamo avanti sereni, il governo e' solido non c'e' alcun motivo di preoccupazione", ha concluso il Cavaliere.

BOSSI, FARE UN PROGETTO PER IL CAMBIAMENTO

"Gli incidenti di ieri in aula non si ripeteranno" ha assicurato il leader della Lega, Umberto Bossi, parlando con i giornalisti dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Che, ha aggiunto il Senatur, "mi e' sembrato abbastanza sicuro". E comunque, ha concluso, "questi problemi devono essere risolti. adeguatamente". I giornalisti hanno chiesto: Silvio Berlusconi ha offerto il posto di vicepremier a Tremonti? "No, ma il problema e' fare un progetto per il cambiamento, fare le riforme - ha risposto Bossi -. Abbiamo fatto il federalismo fiscale ma dara' effetti solo tra qualche anno. Il governo - ha aggiunto Bossi - non puo' non fare niente. Bisogna fare delle scelte. Anche noi abbiamo fatto degli errori".