giovedì 19 maggio 2011

La Lega salva gli insegnanti del Nord

«Il decreto-legge sullo sviluppo appena emanato, recepisce quattro delle otto richieste che abbiamo formulato al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini sulla questione degli insegnanti precari. Questi al Centro-Nord, con la riapertura delle graduatorie, rischiano di perdere il posto in conseguenza dei punteggi elevatissimi maturati in alcune aree del Paese. Nel provvedimento, su nostra indicazione, c’è un preciso riferimento alla possibilità di attingere alle liste attuali, e quindi a chi potrebbe perdere il posto, per gli inserimenti in ruolo. Un’altra nostra richiesta (punti per la permanenza), in base agli accordi, entrerà nel decreto in corso d’opera. C’è poi l’impegno del Ministro sugli altri tre punti, fra cui l’avvio del tavolo per la riforma del reclutamento, sulla base del progetto innovativo che ha già la disponibilità di alcune tra le principali forze sindacali». Questo il commento del senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, dopo il via libera del Capo dello Stato al decreto-legge recante disposizioni urgenti per l’economia. «Sugli insegnanti precari - sottolinea il parlamentare – è in gioco la sopravvivenza stessa del corpo docente del Centro-Nord, che non può essere spazzato via da meccanismi perversi che poco hanno a che fare con il merito, oltre a fornire dati palesemente in contraddizione con le valutazioni internazionali. Non sarebbe corretto fare di tutta l’erba un fascio – analizza il senatore Pittoni – ma su otto voci che concorrono a fare punti, almeno cinque si prestano a giochi scorretti. C’è chi alimenta un vero e proprio “mercato” dei punti, che costringe a versare soldi, offrire lavoro a titolo gratuito o anche semplicemente “acquistare” punti per salire in graduatoria, anche persone che non si sarebbero mai sognate di scendere a certi compromessi. Questa è un'emergenza vera. A vivere il dramma del rischio di mancato rinnovo del contratto in seguito alla riapertura delle graduatorie, sono insegnanti già inseriti con la famiglia nel tessuto sociale locale, che hanno acceso mutui, fatto debiti... ridotti ora alla disperazione. Ennesima conferma - commenta Pittoni - che il sistema è ormai alla frutta. C'è un solo modo per uscirne ed è la riforma del reclutamento. Il nostro progetto, pur garantendo la libera scelta del territorio ove posizionarsi, consente finalmente di scalare le liste per merito, a parità di condizioni con i candidati del posto (le regole saranno le stesse per tutte le regioni). Cosa, peraltro, che è la norma nei Paesi dove il titolo di studio non ha valore legale. La nostra proposta – conclude Pittoni – ha già incassato la disponibilità dei sindacati della scuola (Cgil esclusa), ed è perfettamente in linea con Costituzione, legge nazionale e normativa europea».

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