lunedì 16 maggio 2011

Sanità, Cota taglia le liste d'attesa

Su scala regionale le prenotazioni recuperabili attraverso «recall» diventerebbero circa 800 mila

Varata la riorganizzazione

del sistema sanitario per
evitare sprechi e accelerare
le operazioni burocratiche
Il governatore: «Sarà anche
una battaglia culturale»

TORINO

La Regione Piemonte taglierà le liste di attesa mettendo in campo «una vasta riorganizzazione, i cui risultati dovranno essere visibili entro la fine dell’anno»: lo ha reso noto il Presidente della Regione, Roberto Cota, illustrando il progetto insieme all’assessore alla Sanità, Caterina Ferrero. Alle misure concrete, ha sottolineato Cota, sarà necessario affiancare anche «una battaglia culturale», mirata a sensibilizzare i cittadini.

I capisaldi dell’intervento saranno cinque. Il primo è il «Recall», che consiste nel contattare il paziente qualche giorno prima della data fissata per l’esame o la visita per avere conferma dell’appuntamento. In caso di disdetta si potrà così prenotare un altro paziente. Nel 2010 attraverso questo sistema l’Asl Torino 1, che per prima l’ha sperimentato, ha recuperato quasi 13 mila prenotazioni, pari al 6% del totale. Su scala regionale, ha sottolineato Ferrero, le prenotazioni recuperabili diventerebbero circa 800 mila.

La seconda linea di intervento è l’accesso diretto. Alcune prestazioni saranno erogate senza prenotazione, semplicemente presentandosi con la richiesta medica. Sarà così per gli esami di laboratorio, l’elettrocardiogramma, i principali esami radiologici. Il terzo punto è il «Cup integrato», che prevede l’aumento dei posti tramite l’inserimento delle disponibilità delle strutture private accreditate nel sistema di prenotazione delle aziende sanitarie pubbliche. Il quarto intervento è l’aumento dell’offerta per alcune tipologie di prestazioni, quelle per cui oggi l’attesa è superiore agli standard. Gli esempi spaziano dalle visite cardiologiche e gastroenterologiche all’ecografia.

L’ultimo punto è stato denominato «Sistema Rao», (Raggruppamenti attesa omogenei). Consiste, hanno spiegato Ferrero e Cota, nel «governo dell’appropriatezza». Prevede la stesura e l’applicazione di protocolli condivisi, mirati a fare in modo che ai pazienti venga attribuita la corretta priorità. Sarà così stabilito entro quanti giorni ciascuna prestazione deve essere garantita. Ma servirà anche per far capire ai pazienti qual’è la loro priorità, e quindi a evitare che si preoccupino inutilmente per attese legate a situazioni non urgenti.

«Se vogliamo far funzionare meglio il sistema - ha detto Cota - ognuno deve fare la propria parte. Anche i cittadini devono rendersi conto del fatto che se prenotano una visita e poi non ci vanno danneggiano il sistema, oppure che pretendendo il farmaco non generico quando esiste il generico fanno aumentare i costi della sanità regionale, impegnando inutilmente risorse che potrebbero essere spese meglio».

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