martedì 3 maggio 2011

Libia, prove di accordo tra Pdl e Lega

Alla Camera arriva in discussione la mozione del Carroccio sulla missione Nato. Berlusconi: "Potremmo approvarla integralmente o modificarla in parte". E secondo D'Alema: "Alla fine, si impapocchierà un documento confuso per accontentare tutti"


Libia, prove di accordo tra Pdl e Lega




E' previsto per oggi in Parlamento il dibattito sulla mozione della Lega che chiede una data certa per la fine dell'intervento in Libia. Umberto Bossi, riunito il partito per l'intero pomeriggio di lunedì nelle sede federale del Carroccio a via Bellerio a Milano, ha rinviato ancora l'incontro con il Cavaliere, ma ha lasciato intendere che c'è un unico modo per comporre la frattura: "Berlusconi non è scemo, non vota par fare cadere il governo". "Non credo che ci saranno difficoltà per il governo" assicura Berlusconi. La mozione "potremmo approvarla integralmente oppure modificarla in parte, ma il senso è senz'altro da condividere".

Parole rilanciate in mattinata ancheda Geatano Quagliarello, che in un'intervista alla Repubblica sostiene che "nei giorni precedenti al primo voto - spiega - sulla Libia tra noi e la Lega c'erano differenze più pronunciate rispetto a quelle di oggi ma poi ci siamo riuniti, abbiamo discusso, e siamo arrivati a una posizione comune". Del resto, aggiunge l'esponente del Pdl, "il documento di Umberto Bossi si fa carico degli impegni che derivano all'Italia dalla partecipazione agli organismi internazionali" mentre, aggiunge, "è normale che sotto elezioni aumenti la conflittualità tra alleati".

E del fatto che il nervosismo della Lega nasca soprattutto da esigenze elettorali ne è convinto anche Massimo D'Alema, secondo cui "il terrorismo internazionale, la Libia... non c'entrano più nulla. Qui si tratta solo della campagna elettorale". "La Lega ha dovuto digerire una soluzione che non condivideva - sostiene il presidente del Copasir - Adesso deve far vedere ai suoi elettori che loro contano e quindi, alla fine, si impapocchierà un documento confuso per accontentare tutti. Speriamo che l'immagine internazionale dell'Italia, che è già abbastanza caduta in basso, non precipiti. Quando si partecipa a operazioni così complesse - ha concluso D'Alema - bisognerebbe cercare di comportarsi seriamente".

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