martedì 28 giugno 2011

Privilegi borbonici. In Sicilia più auto blu per tutti

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Gran camminatrice e infaticabile fruitrice di mezzi pubblici, Maria Grazia Nicoletti ha visto cambiare la propria vita lo scorso ottobre. QuandoRaffaele Lombardo, presidente della Regione Siciliana, l’ha nominata segretario di giunta. Carica grazie alla quale, assieme all’onore di verbalizzare ogni seduta, la dirigente ha acquisito una fiammante vettura.Ogni mattina l’autista passa a prenderla. E ogni sera l’autista la riporta a casa, «anche se onestamente abito abbastanza vicino» chiarisce lei. Del resto, nell’isola l’auto di servizio è un accessorio imprescindibile, considerato pure l’arcinoto stakanovismo dei parlamentari isolani. «A volte la giunta finisce all’una di notte: qualcuno mi deve pur riportare a casa» spiega Nicoletti, stenografa d’aula passata in pochi mesi dal bus 108 all’auto blu.

Mentre qualunque amministratore d’Italia si arrabatta con alterne fortune per sforbiciare il sovrabbondante, i governanti siciliani remano controcorrente. Macchine e chauffeur per tutti i suoi papaveri: assessori, capi di gabinetto, dirigenti, segretari. E per i vertici della Corte dei conti, dell’Avvocatura dello Stato e del Tar. La giunta della Lombardia ha 11 auto? I soliti polentoni. Quella dell’Emilia-Romagna non supera le cinque? E chi se ne importa. Nelle Marche l’hanno tolta anche al governatore? Barbarità.

In Sicilia continuano a dominare usanze borboniche: 90 accessoriatissime berline a disposizione di capi e capetti. E altre 55 di media cilindrata, dotate comunque di autista e spesso usate per sola rappresentanza: da soprintendenti, ingegneri capi del Genio civile, responsabili di musei, ispettori dell’agricoltura. Tutti scarrozzati da un capo all’altro dell’isola. Privilegio che ogni anno, tra leasing, benzina e stipendi,costa 8,7 milioni di euro: 1,3 solo per il noleggio delle vetture.

La prossima settimana il ministero della Funzione pubblica pubblicherà il nuovo censimento sulle auto blu in Italia. Letti in anteprima, alcuni dati sembrano consolanti. Fra le regioni, la giunta piemontese ha ridotto la sua flotta di cinque veicoli. Quella toscana ha fatto ancora meglio: meno 10. In una teorica classifica degli sciupii, la Sicilia resta invece saldamente al comando, seguita a distanza siderale dalla Campania, che ha 28 berline: cifra considerevole, ma comunque bagatelle rispetto alle smodatezze della Trinacria.

Cinque blindatissime Audi A6 sono a disposizione di Lombardo, il presidente. Don Raffaele non sembra sentire il vento dei tagli, anche se molti suoi rinomati parigrado hanno abbandonato simili sfoggi. Per esempio,Renata Polverini, governatore del Lazio, sotto scorta come lui, ha riconsegnato le berline extralusso in uso al suo predecessore, Piero Marrazzo. Adesso Polverini gira a bordo della sua Fiat Ulysse.

Gli assessori siciliani, invece, hanno un’Audi come Lombardo, ma si accontentano dell’A4. Valter Burrescia, responsabile dell’autoparco della giunta, sostiene: «Hanno bisogno di veicoli di rappresentanza. Hanno funzioni simili a quelle dei ministri. Ricordo che siamo una regione a statuto speciale». Pure la Sardegna è una regione a statuto speciale, però gli assessori, spiega Vincenzo Roggero, direttore del servizio provveditorato, «hanno una Ford Mondeo». E i capi di gabinetto? «Usano il loro mezzo privato».

Provate a dirlo ai loro colleghi siciliani. «L’auto blu è indispensabile» è il verdetto più comune, seguito da accorata preghiera di anonimato. Manifesta e ardimentosa invece la posizione di Franco Nicosia, capo di gabinetto dell’assessorato all’Economia: «Non se ne può fare a meno, a Palermo gli spostamenti sono complicati». Poi il riflusso rigorista: «Alla fine una Panda a metano basta e avanza. Bisogna chiudere con gli spagnolismi a ogni costo».

Disciplina in cui molti siciliani giganteggiano da tempo immemore. La giunta fornisce veicolo e conducente a tutti i dirigenti generali. «È l’unica regione d’Italia a farlo» ammette Carlo Flamment, presidente del Formez, il centro studi incaricato dal ministero di raccogliere e analizzare i dati sulle auto blu delle amministrazioni pubbliche. E quanti sono questi dirigenti scarrozzati come ministri? Un’enormità: 30, collocati negli anfratti più reconditi della burocrazia isolana. Questa bendisposizione deve però risultare dissonante persino ai munifici governanti. Tanto che Lombardo lo scorso ottobre aveva promesso, invano: via le auto blu a dirigenti e capi di gabinetto, «primo atto di una giunta che ridisegnerà il nuovo volto dell’amministrazione regionale, sempre più agile».

Agile come una petroliera durante l’attracco. Dotato di un’accessoriata Peugeot 407 e annesso guidatore è il dirigente generale Ludovico Benfante, a capo dell’Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dall’Ue con ben 17 dipendenti: «La macchina è anche a disposizione dell’ufficio» si giustifica. «Abbiamo riunioni di continuo e spesso abbiamo bisogno di una documentazione voluminosa». Non basterebbe qualcosa di più spartano? «Sì», ammette dopo qualche titubanza. «In effetti anche una vecchia Cinquecento potrebbe bastare».

C’è da credergli? La sua sobrietà d’intenti è teoricamente condivisa da molti colleghi. Romeo Palma, magistrato contabile a capo dell’ufficio legale, dopo qualche divagare ammette: «A me francamente serve poco». Ma ricchi premi e cotillon valgono per tutti, indistintamente. Così, beneficiario di un’auto blu è pure Francesco Attaguile, capo del Dipartimento della regione a Bruxelles. Che a Palermo capita assai di rado. Il foglio di marcia della sua macchina ha segnato l’anno scorso appena 3.597 chilometri: «L’uso andrebbe razionalizzato» sostiene Attaguile «ma noi abbiamo poteri più ampi dei nostri omologhi delle regioni ordinarie. La regione qui sostituisce lo Stato».

In ossequio a questo principio mutualistico, nel 1992 la giunta ha deciso, caso unico in tutt’Italia, di automunire a proprie spese i vertici degli uffici statali di stanza nell’isola: Avvocatura, Corte dei conti, Tar, Consiglio di giustizia amministrativa e Intendenza di finanza. In totale, fanno 14 eleganti Alfa Romeo 159 color blu notte. Luciano Pagliaro, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti, non vede il problema: «Che paghi lo Stato o la regione alla fine cosa cambia?». Controreplica: perché un controllore che ha il compito di scovare e sanzionare sciali gestionali deve accettare regali da un controllato piuttosto aduso agli sperperi? «Non insinuiamo, per favore». Fatto sta che ai quattro presidenti regionali di sezione della Corte dei conti vengono assegnate altrettante auto blu. Un numero semplicemente strabiliante: in tutt’Italia solo altri quattro magistrati contabili godono di simili privilegi. Cioè i vertici supremi (e nazionali) della Corte: i due presidenti e i due procuratori generali.

Per madre regione, i servitori dello Stato vanno trattati con le attenzioni più impareggiabili. Altre quattro auto blu vengono cavallerescamente concesse all’Avvocatura. «Non serve solo per portarmi a casa, ma anche per presenziare ai procedimenti» precisa Giancarlo Genovese, avvocato distrettuale di Messina. «È una vettura quasi necessaria». E i suoi omologhi in continente? «Non credo abbiano macchine. Noi però abbiamo fatto richiesta alla regione. E loro ce l’hanno data».

Figurarsi, una carrozza non viene negata a nessuno. E sempre con il fidato cocchiere al seguito. Tutti i veicoli del parco auto regionale hanno il conducente, persino le sette Fiat Panda a metano. Cioè i veicoli usati dai portalettere per smistare la corrispondenza da un palazzo all’altro della Regione Siciliana. Pure loro non possono fare un metro senza chauffeur. Nel resto d’Italia, per ovviare alla spesa, hanno trovato un metodo sorprendente: le auto di servizio vengono guidate da messi, funzionari, dirigenti che ne hanno bisogno. Abitudine sconosciuta ai regionali isolani. Se la Regione Emilia-Romagna si fa bastare sei conducenti, in Sicilia ne servono 145. Ogni anno, solo di stipendi, costano quasi 6 milioni di euro. Quelli al volante delle auto blu vengono premiati con una cospicua indennità, che fa lievitare il loro stipendio a una media di 60 mila euro l’anno: quasi quanto un dirigente. Miracoli dello statuto speciale? Basta riappellarsi a Roggero, da cui dipende l’autoparco sardo: «Da noi guadagnano a stento 30 mila euro. Compresa l’indennità, ovviamente».

Meno lussuose di quelle fornite ai servitori dello Stato sono le 54 Fiat Bravo: quelle destinate agli uffici periferici spersi in provincia. La Regione Siciliana le classifica come «auto grigie», cioè di servizio, ma la maggior parte viene usata per rappresentanza. Ognuna, ovviamente, dotata di conducente.

Ci sono macchine per tutti. Per gli ispettorati provinciali dell’agricoltura. Per il Genio civile. Per gli ispettorati e i dipartimenti più vari: «Oggi, per esempio, ho una riunione a Salemi» informa Francesco Genova, direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro di Trapani. «Come farei senza la mia macchina?». Nove vetture vanno poi alle sovrintendenze. Ben due di queste finiscono nel più remoto entroterra, in provincia di Enna. Fulvia Caffo, la sovrintendente, ragguaglia: «Una la uso soprattutto io, per incontri istituzionali e ispezioni. L’altra è per l’ufficio». Anche con loro la giunta siciliana non ha lesinato: basti pensare che in tutta la Lombardia c’è solo un mezzo di servizio, assegnato alla soprintendenza regionale.

In Sicilia non si dimenticano di nessuno. Neppure i funzionari in servizio nei luoghi più ameni. Non si sono scordati nemmeno di Ferdinando Maurici, dirigente della Biblioteca museo Luigi Pirandello di Agrigento. «E meno male» esulta lui «abbiamo tre sedi e io devo correre da un posto all’altro per fare da raccordo con tutti i dipendenti. Bisogna monitorare, se mi tolgono la macchina, posso anche chiudere». Pure lei in auto blu? «Non sono d’accordo» ironizza Maurici «se non altro per un fatto di cromia: la mia è marrò». Pirandelliano come il museo che si pregia di dirigere. E come i governanti siciliani che, in ossequio alle novelle dello scrittore agrigentino, coltivano senza sosta il gusto del paradossale.


http://blog.panorama.it/italia/2011/06/20/privilegi-borbonici-in-sicilia-piu-auto-blu-per-tutti/

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