mercoledì 30 marzo 2011

Il mega spreco del Sud Vendola & C. gettano 31 miliardi di soldi nostri

Vendola e altri amministratori meridionali piangono miseria, intanto snobbano i fondi dell’Unione europea spendendone appena il 9 per cento. Perché è più facile avere l’alibi dei tagli che rimboccarsi davvero le maniche.


Poi dicono che il Sud è senza soldi. Balle. Il Sud è pie­no di soldi. Baste­rebbe che li prendesse. I soldi sono lì, pronti, cash, a disposizione. Bisogne­reb­be solo compilare l’ap­posito modulo. Bastereb­be averne voglia. Baste­rebbe un’idea. Non ci cre­dete? Stiamo parlando di 31 miliardi, più di 60mila miliardi del­le vecchie li­re, tre volte il Pil dell' Islanda, per intenderci, 15 volte il fat­turato di un gruppo in­ternaziona­le come la Benetton. Sono i soldi che l’Euro­pa­mette a di­sposizione di cinque Regioni meri­dionali. Eppure le Regio­ni meridionali li snobba­no. Li lasciano nel casset­to. Ci sputazzano sopra, insomma. Salvo poi met­tersi a piangere che non hanno soldi. Che è un po’ come morire di fame quando si ha la dispensa piena di biscottial ciocco­lato.

Per carità, all’universi­tà del lamento noi italiani siamo tutti laureati. I go­vernanti del Sud, però, hanno pure ilmaster.Ro­ba da Harvard, docenza specializzata in piagni­steo multiplo e ripetuto, con irrorazione di lacri­me comparate. A volte viene da pensare che se gli amministratori meri­dionali sapessero gestire la cosa pubblica come ge­stis­cono la faccia di circo­stanza, oggi la Calabria sa­rebbe una specie di Nor­vegia felice e la Sicilia la dimostrazione dell’esi­stenza del Paradiso terre­stre. Invece sono in diffi­coltà. Co­me la Pu­glia, come la Campa­nia. Non rie­scono a ge­s­tire non di­ciamo le emergen­ze, manem­meno l’o­rdi­nario quoti­diano. Poi se la pren­dono con lo Stato che li abbandona. Con l’Euro­pa che li trascura. E con la politica filo leghista del governo. Un modo come un altro per chiedere altri soldi. Altri aiuti. Altri con­tributi, piccole cassedel­mezzogiorno d’occasio­ne, gepi&agensud di cir­costanza e piani straordi­nari. Si può dire di no? Di fronte a tante lacrime? Di fronte a tante emergen­ze? Si può essere così egoi­sti e antisolidali da non mettere mano al portafo­glio? Da non far scorrere giorno dopo giorno nuo­vi fiumi di denaro come nei giorni dell’Iri funesta? Per l’amor del cielo. Si proceda: altri soldi. Altri aiuti. Altri contributi. Che è u n po’ come versare metà dello stipendio a uno che t i chiede l’elemosina, salvo poi scoprire che tiene sotto il materasso l’eredità milionaria della zia.

Poi dicono che il Sud è senza soldi. Balle. Il sud è pieno di soldi. Solo che li tiene sotto i l materasso come l’eredità della zia. Anzi, no: l i tiene nei forzieri d i Bruxelles. La quota di fondi del programma 2007-2013 utilizzata dalle cinque Regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Basilicata) ammonta al 9 per cento. Avete letto bene: proprio 9 per cento. Trasformato in voto scolastico non sarebb e nemmeno un «1». Diciamo: «1 meno meno». D’incoraggiamento. Fra l’altro tenete presente che quei soldi, a differenza d i quelli che si mettono sotto il m aterasso, non si conservano. Al contrario: deperiscono. Svaniscono nel nulla come i conigli nel cilindro del mago Alexander. Riflettete: il programma parte nel 2007. Siamo arrivati oltre la metà e siamo al 9 per cento: l'anno scorso l'Europa voleva già decurtare la dotazione. «Tanto non la usate». Ci fu u n intervento del governo, il pericolo fu scongiurato. O, per lo meno, rimandato. Ma tutto il denaro che non avremo i ncassato entro il 2013, cioè entro i prossimi due anni, andrà perduto per sempre. Dirottato verso le regioni dell'Est Europa, che piangono uguale. M a almeno lavorano di più.

A luglio, quando Tremonti rimproverò la «cialtronaggine » dei governatori del Sud, incapaci d i sfruttare i soldi messi a disposizione dall'Europa, ci fu una levata di scudi. «Non s i fa, non s i dice, m a per carità, il solito filo leghista, il ventriloquo di Bossi, il ragioniere della Valtellina ecc.». Tremonti, invece, aveva ragione. Eccome. L o dimostrano i numeri che vi stiamo fornendo e che non sono stime, calcoli approssimati, opinioni varie e occasionali: sono dati della Ragioneria dello Stato. Praticamente il vangelo dei conti nazionali. La bocca della verità economica. E allora ripetiamo con Tremonti: questi governanti del Sud sono dei cialtroni. Va bene, diamo pure il beneficio a quelli eletti da un anno di essere ancora non giudicabili, ma per gli altri non ci può essere pietà. Bassolino, Loiero, Vendola, Cuffaro, Lombardo: hanno governato per anni o governano da anni e hanno lasciato per strada tutto questo patrimonio. Capaci soltanto d i chiagnere e fottere. Perché non solo hanno peccat o d'omissione, non solo si sono rivelati incapaci di sfruttare la ricchezza della loro meravigliosa terra, il talento e l'intelligenza dei loro straordinari cittadini, le bellezze naturali, le risorse storiche e culturali, mancando ogni occasione di crescita e sviluppo. Ma hanno anche fallito nell' azione più semplice del mondo: quella di prendere i soldi (i nostri soldi, si badi bene) offerti come u n regalo di Natale da Santa Claus Europa. Perché non l'hanno fatto? Boh. Forse perché si sono persi nei labirinti della burocrazia. Forse perché si sono persi nella mancanza di progett i e d i idee. O forse, semplicemente, perché con i soldi in tasca sarebbero finiti gli alibi. Toccava darsi da fare. E smettere di piangere. Che, come è noto, per quanto faticoso, è pur sempre meglio che lavorare.

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