martedì 22 marzo 2011

Maroni: rischio di esodo di massa

ROMA
La preoccupazione politica della Lega è comunque un fatto: a Lampedusa ci sono ormai 5mila 400 immigrati, in gran parte tunisini. Hanno in pratica raddoppiato la popolazione locale. Dall'inizio dell'anno – in realtà da febbraio – sono sbarcati 14.918 clandestini, ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine del Consiglio dei ministri.
In tutto il 2008, l'anno nero degli afflussi di migranti, giunsero sulle coste siciliane oltre 36mila disperati: oggi, dunque, siamo in due mesi già quasi alla metà. Sono arrivati in 1.200 sabato e in 1.300 domenica scorsa. Da notare, poi, che nelle spiagge della provincia di Catania sono sbarcati un centinaio di immigrati che hanno detto di essere libici. Alla fine si è accertato che erano egiziani, ma il segnale che dalla Libia in guerra possano cominciare a partire lo hanno capito tutti. E il «grande esodo» dalle coste nordafricane paventato da Maroni è solo all'inizio. Secondo il ministro i migranti sbarcati «non possono essere considerati rifugiati, la grande maggioranza sono stati sistemati nei Cie, che sono saturi, e l'intensità degli sbarchi sta creando disagi forti a Lampedusa». Per questo, ha annunciato a palazzo Chigi la nascita di un comitato per l'emergenza nell'isola e lo studio di «misure compensative», presieduto dal sottosegretario all'Economia Sonia Viale con il deputato Vincenzo Fontana (Pdl) e la senatrice Angela Maraventano (Lega). «Lo sforzo dei lampedusani è straordinario e studieremo meccanismi economici per compensare l'impatto di un'immigrazione dai numeri impressionanti, che ha stravolto la vita dell'isola» sottolinea Fontana. Arriva, poi, l'apprezzamento del capo dello Stato, Giorgio Napolitano: in visita a Varese, sottolinea di aver «apprezzato l'impegno del ministro Maroni. Lavoriamo in piena sintonia, per quanto le mie responsabilità non siano quelle di governo». Napolitano ricorda le questioni «dei flussi migratori, dell'accoglienza di chi arriva, della vigilanza rispetto a tutto quello che si può mescolare di torbido negli sbarchi verso le nostre coste».
A fianco di Napolitano c'era proprio Maroni. E il ministro dell'Interno in mattinata aveva ribadito che dopo la crisi libica è stato deciso di intensificare l'attività informativa e investigativa per proteggere gli obiettivi sensibili, è stato convocato permanentemente il Casa-comitato strategico di analisi antiterrorismo ed è stato intensificato il monitoraggio di soggetti che in passato hanno evidenziato contatti con il fondamentalismo islamico. Domani, intanto, il responsabile del Viminale volerà a Tunisi per rivedere gli accordi di rimpatrio con le autorità locali e limitare, se possibile, le partenze verso le nostre coste. Per Lampedusa, comunque, «oltre all'azione diplomatica» è stato deciso di «inviare da subito la nave San Marco attualmente a Lampedusa per evacuare rapidamente i clandestini, così da dare una risposta concreta all'emergenza che c'è».
Fondamentale poi viene ritenuto l'incontro in programma oggi al ministero dell'Interno tra il ministri, i massimi vertici dell'amministrazione e i rappresentanti delle Regioni, dei Comuni e delle Province. L'idea è di verificare, al secondo incontro - il primo si è svolto una decina di giorni fa - a che punto è il sistema di accoglienza - alloggi, alberghi, attrezzature logistiche di sostegno - di fronte all'impatto di migranti che si teme. Con numeri, cioè, che vanno ben oltre le cifre del 2008. Qualche governatore si è già fatto avanti - il presidente della Toscana Rossi e quello della Lombardia Formigoni, anche se «eventualmente» e per «un tempo limitato». Ma l'obiettivo è quello di avere il maggior numero di posti disponibili per distribuire così i migranti e svuotare il Centro di accoglienza Lampedusa, quasi al collasso. Nel frattempo circola l'ipotesi che alle Regioni venga chiesto di attivarsi subito con l'istituzione della tassa sulle calamità, prevista dalle norme sul milleproroghe, allo scopo di raccogliere risorse da destinare all'emergenza umanitaria.
Ieri è intervenuto l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, che in una nota ufficiale ha chiesto di avviare «urgentemente» i trasferimenti dei migranti e ha espresso «grave preoccupazione» per una «situazione insostenibile, nonostante gli sforzi degli operatori». Uno scenario in cui si registrano «condizioni igieniche critiche» e «l'assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi». Ancora più preoccupato il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo. «C'è il rischio di un'epidemia, mancano le condizioni igieniche e di sicurezza, c'è carenza di acqua potabile».

I NUMERI

14.918
Gli arrivi da gennaio
Dall'inizio di gennaio sono sbarcati 14.918 immigrati, in gran parte clandestini e provenienti dalla
Tunisia. È il bilancio comunicato ieri dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
5.400
Gli stranieri a Lampedusa
Sull'isola ci sono 5.400 stranieri, solo cento in meno di tutta la popolazione lampedusana, 2.800 dei quali accampati all'aperto lungo il molo in condizioni igieniche pessime, 230 minori che dormono per terra in una sede comunale e il resto a in giro per le vie del paese. Dopo giorni di sbarchi e nonostante il mare calmo, ieri il numero dei migranti sbarcati è stato notevolmente più basso rispetto ai 1.200 di sabato e i 1.300 di domenica.

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