lunedì 28 marzo 2011

IMMIGRATI; MARONI, TUNISIA BLOCCHI O RIMPATRIO

(AGI) - Roma, 28 mar. - Roberto Maroni da' due giorni di tempo alla Tunisia per attivare i controlli concordati nel corso della sua missione a Tunisi la settimana scorsa. Altrimenti il governo, ha avvertito, procedera' con "rimpatri forzosi". "Il punto lo faremo mercoledi' in Consiglio dei ministri", ha spiegato il titolare del Viminale.
Intanto sono attualmente 5.496 gli immigrati presenti a Lampedusa, 1.200 dei quali nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola, 200 nella ex base Loran, 550 in strutture messe a disposizione dalla Chiesa e il resto, circa 3.500, si trova nella stazione marittima. A questi vanno aggiunti i 250 stranieri ancora bloccati a Linosa.Alcuni consiglieri comunali di centrodestra si sono incatenati al porto di Lampedusa per protestare contro la situazione determinata dalla presenza di migliaia di tunisini sull'isola. Alla protesta partecipano anche molti isolani. Tra i timori, quelli legati all'arrivo degli ispettori sanitari inviati dal ministero della Salute e dalla Regione. Ma vi sono almeno due i barconi partiti dalla Libia dai quali in queste ore e' stato lanciato l's.o.s.
attraverso telefoni satellitari e dei quali finora non e' stata trovata traccia. La conferma viene da Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr. Sul fronte piu' squisitamente politico vi e' da registrare lo scontro Maroni-Lombardo: "Il grido di dolore di Lampedusa e' il grido di tutta la Sicilia, che pretende rispetto ed efficienza per se', oltre che per i migranti poveri disperati che devono essere assistiti in modo civile", ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
Immediata la replica di Maroni che respinge le critiche al governo: "Lombardo e' andato a Lampedusa a fare una sceneggiata", ha replicato il ministro dell'Interno. Maroni ha ricordato che e' stata chiesta alla Regione Sicilia "una serie di interventi, ma stiamo ancora aspettando", ha sostenuto. "Quando l'emergenza sara' finita", ha aggiunto, "potremo dire chi ha fatto e chi ha solo chiacchierato". Da segnalare un intervento del cardinale Angelo Scola, che riassume cosi' la posizione della Chiesa: "Un conto e' l'impeto di accoglienza, che dev'essere immediata verso chi si trova in una situazione di difficolta' cosi' pesante. Un conto e' la politica che deve essere ordinata ed organica anche in un caso di grave emergenza come questo. Il problema - spiega l'alto prelato - e' assumersi tutti una corresponsabilita', tutta l'Europa e' chiamata a giocarsi in questa situazione".
Sull'accoglienza dei rifugiati politici e' intervenuto il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Il prefetto mi ha garantito che, per quanto il Lazio fara' la sua parte, nell'area metropolitana di Roma, non ci saranno nuovi insediamenti".

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