giovedì 24 marzo 2011

Federalismo, dopo l'ok delle Regioni sì in bicamerale

La commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale ha dato il via libera al dl sul federalismo regionale. I voti favorevoli sono stati quelli della maggioranza: 15 i sì, 10 le astensioni provenienti dalle file del Pd e 5 i voti contrari (Terzo polo e Idv). Ha spianato la strada il semaforo verde dei governatori al provvedimento dopo le garanzie ricevute dal governo sugli emendamenti e sui fondi per il trasporto pubblico locale.
15 i sì, 5 no e 10  astensioni

15 i sì, 5 no e 10 astensioni

Roma, 24-03-2011

La commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, alla presenza di Umberto Bossi, ha dato il via libera al decreto legislativo sul federalismo regionale. I voti favorevoli sono stati quelli della maggioranza: 15 i sì, 10 le astensioni provenienti dalle file del Pd e cinque i voti contrari del terzo polo e dell'Idv. A spianare la strada per l'accordo è stato il semaforo verde dei governatori al provvedimento dopo le garanzie ricevute dal governo sugli emendamenti e sui fondi per il trasporto pubblico locale. Passaggio che ha così permesso l'astensione del Pd in commissione.

Un risultato reso possibile dall'opera di mediazione svolta dal ministro e maggiorente leghista Roberto Calderoli. A sancire l'accordo in Bicameralina è stata l'approvazione di un emendamento, a firma del relatore di minoranza Francesco Boccia, sulla cosiddetta clausola di salvaguardia che tutela le Regioni nel 2013 dai tagli disposti con la manovra 2010. La Bicameralina ha inoltre approvato l'emendamento delle Regioni che prevede il reintegro di 425 milioni per il trasporto pubblico locale.

Che la giornata di oggi potesse essere decisiva lo si è capito stamane quando i governatori riuniti a Roma per la Conferenza delle Regioni hanno incassato l'ok del governo alle loro richieste. "Possiamo affermare che il governo rispetta tutti i punti dell'accordo del 16 dicembre", ha detto al termine il presidente Vasco Errani per conto di tutte le Regioni. "Sono garantiti i 425 milioni di euro aggiuntivi a coprire i tagli al trasporto pubblico locale fuori dal patto di stabilità, quindi spendibili - ha detto ancora il governatore emiliano-romagnolo -. La fiscalizzazione a partire dal primo gennaio del 2012 del tpl. La revisione dei tagli del decreto 78, poi legge di stabilità, relativi alle Regioni che rispettano il patto di stabilità.

Scelta questa fondamentale per poter avviare il percorso del Federalismo fiscale. Come abbiamo sempre detto le Regioni, che hanno lavorato tantissimo con determinazione per raggiungere questo risultato, rispetteranno l'accordo".

Sono stati accolti anche una serie di emendamenti importanti per le Regioni come i fondi di perequazione, l'addizionale Irpef, che non scatterà dal 2011 ma nel 2013, e il meccanismo di garanzia della copertura di minori gettiti. "Considerato quello di oggi un passo in avanti, adesso dobbiamo semplicemente verificare che all'accordo corrispondano le scritture".

Soddisfatta anche la governatrice del Lazio, Renata Polverini, che in anticipo ha sottolineato come il governo "abbia accolto tutti i nostri emendamenti".

Oltre ai 425 milioni di euro per il Tpl il decreto legislativo dispone lo sblocco dell'addizionale Irpef in tre tempi. Alla parte fissa pari allo 0,9 per cento, che sarà rideterminata entro un anno con un decreto del presidente del Consiglio, le Regioni potranno aggiungere fino allo 0,5 per cento per l'anno 2013; all'1,1 per cento per il 2014; al 2,1 per cento a partire dall'anno 2015.

Fino al 2013 rimangono ferme le aliquote dell'addizionale regionale all'Irpef delle Regioni che, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, sono superiori allo 0,9 per cento, salva la facoltà delle medesime Regioni di deliberare la loro riduzione fino allo 0,9 per cento. Resta fermo il limite della maggiorazione dello 0,5 per cento se la Regione ha disposto la riduzione dell'Irap.

Fini: si rischia di finire come il Belgio
Il presidente della Camera Gianfranco Fini non crede al rischio di una secessione. Piuttosto, per Fini c'è il rischio "che venga meno la coesione, che vengano meno le ragioni e la solidarietà di stare insieme. C'è il rischio quindi di trovarsi in una situazione come quella del Belgio in cui non c'è una secessione ma non c'è neppure una coesione". Un timore manifestato dal presidente della Camera e leader di Fli nel corso di un incontro alla villa Reale di Monza nell'ambito della tre giorni Nord Camp, promossa dall'associazione TrecentoSessanta di Enrico Letta.

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