giovedì 31 marzo 2011

Il Pdl cede alla Lega: appoggerà Bernardini

Il Carroccio annuncia l'accordo, gli azzurri non smentiscono. Manes: «Andrò al ballottaggio»

Manes Bernardini

Manes Bernardini

Alla fine l’annuncio della scelta del Pdl l’ha dovuto fare la Lega Nord. Il partito di Berlusconi ha deciso di appoggiare il candidato sindaco del Carroccio Manes Bernardini e ora il giovane avvocato, consigliere regionale, diventa il favorito per andare ad un eventuale ballottaggio contro il candidato del centrosinistra Virginio Merola. Ma la parola fine al tormentone, che durava ormai da mesi, del Pdl l’ha messa ieri paradossalmente un comunicato del commissario della Lega Nord in Emilia Rosi Mauro, che ha espresso soddisfazione per la scelta del partito di Berlusconi di appoggiare Bernardini, una scelta compiuta al termine di un vertice tra i due partiti.

C’è però un piccolo problema. Mentre era già in rete la comunicazione ufficiale sulla scelta del candidato, il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Berselli, rispondeva così: «Io non ne so niente, non mi è stato comunicato nulla. Non sono in condizioni di smentire Rosi Mauro, ma io non ne so niente e per me non c’è niente di ufficiale». Inutile girarci intorno. Se il partito a Roma ha scelto di non seguire la linea politica di Berselli che chiedeva a gran voce di appoggiare il candidato civico Stefano Aldrovandi, e non lo ha nemmeno avvertito della decisione, allora siamo di fronte ad un commissariamento. La cosa incredibile è però che, mentre la Lega annunciava la decisione, nel Pdl a Bologna nessuno sapeva niente. Il vicecoordinatore regionale Giampaolo Bettamio dava per probabile l’accordo su Bernardini interpretando le parole del giorno prima di Bossi e anche il coordinatore cittadino Fabio Garagnani, che pure vede riconosciuta la sua linea politica, non sapeva nulla di un incontro romano. Misteri del Pdl.

Nel corso della giornata, prima dell’annuncio ufficiale, Bettamio aveva proposto di fare una lista unica insieme alla Lega Nord, ma Bernardini aveva bocciato la proposta ricordando semplicemente che il Carroccio la lista l’ha già presentata da qualche giorno. La scelta del Pdl di rinunciare alla candidatura è stata naturalmente sottolineata dagli avversari del Pd. «Per la prima volta dopo tanto tempo — ha fatto notare il segretario Raffaele Donini — il principale partito di opposizione non presenterà un proprio candidato sindaco. Dopo anni di falso civismo arriva ora a un’imbarazzante abdicazione politica. Credo che la confusione prodotta negli elettori del centrodestra non sarà priva di conseguenze elettorali».

Ora il quadro politico in vista delle elezioni amministrative è finalmente chiaro. La candidatura del leghista Bernardini è una novità assoluta nel panorama politico bolognese e a questo punto è lui che ha i favori del pronostico come ruolo di principale sfidante di Merola. Ci sono però delle incognite importanti. Da un lato Bernardini è elettoralmente in grado di andare a prendere voti anche fuori dallo zoccolo duro della Lega a Bologna e persino a sinistra. Ma allo stesso tempo il candidato del Carroccio potrebbe invece non essere scelto da molti elettorati moderati del Pdl, che potrebbero preferire Aldrovandi. Per questo motivo l’ex manager Hera, sostenuto dalle forze civiche e dal Terzo polo potrebbe conservare qualche chance di fare il colpaccio ai danni di Bernardini. Si vedrà. A questo punto è però probabile che il Pdl, lacerato dagli ultimi mesi da incubo, vada incontro ad un’emoraggia di voti e che questi consensi siano divisi tra la lista della Lega e quella di Aldrovandi. «C’è grande entusiasmo — ha detto ieri a caldo Bernardini — e possiamo andare al ballottaggio. Se ci andiamo quest’elezione verranno a seguirla anche la Cnn e il New York Times».

Olivio Romanini

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