martedì 29 marzo 2011

Immigrati/ Lampedusa al collasso. "In Padania sarà tolleranza zero"

Continua l'emergenza clandestini a Lampedusa. Quasi 2mila gli arrivati in 24 ore, e altri, molti altri in arrivo. L'isola è al collasso. Ed è polemica dopo le parole del presidente della Sicilia Raffaele Lombardo sull'ipotesi che sia il Nord a farsi carico dei profughi e quindi delle tendopoli che dovrebbero ospitarli. "Dopo le parole del buon Vendola ora ci mancavano anche quelle di Raffaele Lombardo" afferma ad Affaritaliani.itDavide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia. "Forse lui non sa che, spesso e volentieri, Lampedusa e la Sicilia sono solo i punti di partenza dell'emergenza. Poi però il vero problema dell'immigrazione irregolare la si risolve sul nostro territorio. E in ogni caso si risolve soprattutto al nord". E sulla proposta del presidente siciliano: "Ovviamente bisogna distinguere i clandestini dai profughi. I primi vanno mandati a casa. Sui profughi invece il Viminale sta preparando un piano che ovviamente vorremo vedere e discutere. In ogni caso verranno individuati dei siti valutati dalle prefetture in accordo con sindaci e province".

L'ITALIA NON E' UN BANCOMAT- Nessun denaro a chi sbarca in Italia però. "Io non credo che questa sia la strada. Il rischio più grave è quello di avere una situazione in cui qualcuno ne approfitti e venga a far bancomat con i nostri soldi. Poi però se si parla di soldi europei è ovvio che devono essere trattati sul territorio dell'Ue e non sul nostro". E sulla scarsa presenza dell'Europa afferma: "Visto il loro disinteressamento dobbiamo adeguarci alla situazione e far valere la nostra legge che dice che chi sbarca illegalmente nel nostro territorio deve essere identificato e poi essere rimandato nel proprio territorio. Faremo così".


RIMANDIAMOLI TUTTI A CASA- E spiega: "Se non si riesce a fare così allora dovremo rimandarli tutti da dove son partiti. Dobbiamo usare tolleranza zero verso i clandestini. La questione umanitaria è un discorso: se si tratta dell'ospitalità di nuclei familiari in regime di guerra è un conto. Si deve stabilizzare la situazione per poi farli tornare nei loro paesi. Per quanto riguarda i tunisini, in particolare quelli che stanno sbarcando a Lampedusa invece è un'altro fatto. Loro devono essere mandati nei centri di identificazione ed espulsione e poi rimandati a casa. Soprattutto visto che la Tunisia non ha accettato, nonostante quello che è stato ratificato con i ministri Maroni e Frattini nell'incontro di venerdì, le nostre modalità di gestione del problema".

E ancora: "Credo che quindi la linea che sta introducendo il ministro sia quella del blocco navale, con la fermata delle imbarcazioni sulle acque internazionali prima dell'arrivo nel territorio italiano. E' questa la strada giusta. Insomma credo che sia corretto non fare arrivare i barconi nemmeno sulle coste ma invece identificarli in mare aperto e rimandarli direttamente in Patria".

GLI INTERESSI DELLA MAFIA- E sulle infiltrazione della mafia negli sbarchi afferma: "La mafia allunga le mani sugli sbarchi per due ragioni sostanzialmente: la prima è che si importa malavita nei nostri territori. La seconda è ha interessi ad avere le forze dell'ordine impegnate sul controllo di queste persone. Noi abbiamo impegnato moltissime forze dell'ordine per tenere sotto controllo questa immigrazione. E questo favorisce i clan nelle loro attività.

ZAIA: "TOLLERANZA ZERO ANCHE IN VENETO"- Tolleranza zero in tutta la Padania quindi. E' d'accordo anche il governatore del Veneto Zaia. "Condivido pienamente la strategia del ministro Maroni. E' l'unico ministro degli Interni che ha portato una politica chiara sull'immigrazione. Ben venga quindi. Auspichiamo ovviamente l'uso di questo distinguo tra profughi immigrati e clandestini. Siamo al fianco del ministro Maroni per quanto riguarda i profughi. Ma utilizzeremo in Veneto la tolleranza zero verso i clandestini che stanno arrivando in Italia. Non credo siano da considerar come profughi i tunisini che fuggono dalla Tunisia pagando 2000 euro, e che arrivano con le scarpe da ginnastica pulite, il giubottino firmato e il telefonino in mano. E soprattutto giungono da un paese nel quale la vita è ripresa normalmente e le imprese lavorano. Parola degli imprenditori veneti che sono lì".

Floriana Rullo

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