lunedì 21 marzo 2011

LIBIA: ANCHE TORNADO ITALIANI BOMBARDANO IL BUNKER DI GHEDDAFI

Consiglio dei ministri straordinario questa mattina alle 10,30 per fare il punto sulla crisi libica. L'impegno italiano a mettere in pratica la risoluzione dell'Onu che intende proteggere la popolazione civile della Libia e' diventato nelle ultime ore anche intervento militare diretto e non solo logistico con la concessione delle basi sul proprio territorio.

Se all'inizio del conflitto, a bombardare le postazioni militari di Tripoli nel quadro dell'operazione denominata ''Odissea all'alba'' erano stati aerei francesi, britannici e statunitensi, da ieri sera ai raid contro le truppe del colonnello Gheddafi partecipano pure aerei italiani. Intorno alle 20 tre Tornado italiani sono infatti decollati dalla base di Trapani.

I velivoli sono partiti a distanza di pochissimi minuti l'uno dall'altro con destinazione Libia. Un quarto Tornado si e' alzato in volo alle 20,30, seguito da altri due che sono stati utilizzati per il rifornimento in volo. Tutti i Tornado sono rientrati nella base di Trapani alle 22,20 dopo aver partecipato all'operazione di bombardamento della contraerea fedele a Gheddafi a Tripoli mentre gli aerei francesi e britannici colpivano la zona della capitale dove si trova il bunker del colonnello.

L'escalation dell'impegno italiano potrebbe riaccendere le polemiche all'interno della maggioranza. La Lega conferma infatti il proprio dissenso. Umberto Bossi continua a ripetere che avrebbe preferito un'Italia attestata su una posizione piu' defilata, come quella assunta dalla Germania.

Il leader del Carroccio sostiene che nel Cdm che ha discusso la scorsa settimana della crisi libica si sarebbe convenuto su un impegno italiano piu' sfumato rispetto a quanto sta accadendo. La Lega non ha inoltre apprezzato che, nel vertice internazionale di sabato a Parigi, Silvio Berlusconi si sia trovato di fronte a decisioni gia' assunte da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Ignazio La Russa, ministro della Difesa, nella trasmissione ''In mezz'ora'' su Raitre, ha intanto precisato che le operazioni contro Gheddafi ''hanno un unico comando, che e' a Napoli e che e' retto dall'ammiraglio Usa Samuel J. Locklear, che resterebbe lo stesso qualora il comando passasse dalla coalizione alla Nato''.

Quanto alla non partecipazione della Lega alla riunione delle commissioni Esteri di Camera e Senato che ha dato il via libera all'impegno italiano sulla linea della risoluzione dell'Onu, La Russa ha precisato ''non e' che non abbia rilievo'' ma ha aggiunto che il Carroccio ''si e' limitato alla non partecipazione esprimendo delle perplessita' e ha il tempo necessario per maturare un piu' completo convincimento senza frapporre ostacoli all'attivita' e al comportamento del nostro Parlamento e del nostro governo''.

''L'Italia non e' in guerra contro la Libia ma partecipa a un'operazione autorizzata dalle Nazioni Unite. E, in una situazione cosi' drammatica, bisogna evitare di cedere alle paure, ad allarmismi e anche ad assolute fantasie che sono soltanto tese a suscitare allarmismi immotivati'', ha intanto dichiarato il presidente Giorgio Napolitano, che ieri era in visita ufficiale a Milano.

Il capo dello Stato ha aggiunto: ''In Libia abbiamo avuto una repressione forsennata e violenta rivolta contro la stessa popolazione libica da parte del governo e del suo leader Gheddafi. La Carta dell'Onu prevede anche azioni delle forze armate volte anche a reprimere le violazioni della pace''.

Le opposizioni, pur condividendo la linea interventista del governo, puntano l'indice sulle divisioni presenti nella maggioranza. Per Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, ''sarebbe meglio che i diversi ministri stessero zitti e il governo parlasse con voce univoca e venisse nelle commissioni competenti a definire meglio il nostro profilo in questa vicenda''.

Pier Ferdinando Casini e' polemico con il leader della Lega: ''Bossi dovrebbe avere una responsabilita' ben superiore alla nostra: i suoi ministri occupano posti importanti, alludo ad esempio, al ministero dell'Interno''. Il leader dell'Udc sottolinea: ''Un'opposizione responsabile non puo' augurarsi che il governo si spacchi su argomenti simili''.

Critico per la non partecipazione italiana nel nucleo di comando delle operazioni in Libia e' Italo Bocchino, vicepresidente di Fli: ''Se la nostra condotta fosse stata piu' seria, l'Italia sarebbe stata al comando della missione.

Ma hanno fatto troppe cose con Gheddafi e nel modo sbagliato.

Non si puo' passare, in tre mesi, dal baciamano ai bombardamenti''.

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