domenica 21 agosto 2011

Bossi insiste: "Non toccare le pensioni"

Manovra economica. Il presidente del Consiglio cerca una sintesi tra le diverse posizioni all'interno della sua maggioranza, in vista dell'arrivo, martedì, alle Commissioni del Senato del maxi-provvedimento. Si potrebbe mettere mano al contributo di solidarietà per i redditi oltre i 90mila euro e rivedere l'età pensionabile, come vorrebbero i 'frondisti' del Pdl

Calderoli e Bossi
ROMA -
Sarà ''un'unica proposta comune sulle modifiche da apportare alla manovra'' a garantire credibilità al governo e a far superare l'impasse fra Pdl e Lega su alcuni aspetti decisivi del provvedimento all'esame del Parlamento come il nodo sulle pensioni e gli enti locali. Ma se Roberto Calderoli lo ha voluto chiarire, lanciando un appello soprattutto ai suoi alleati, da Umberto Bossi arriva, nella tarda serata di sabato, un nuovo stop a interventi sulle pensioni, che suona come un ultimatum: ''L'ho detto al premier - dice il senatur nel consueto comizio serale - non toccare le pensioni, troveremo un'altra via''. E dal palco il leader del Carroccio lancia insulti anche Pier Ferdinando Casini, colpevole di essersi dichiarato favorevole ad una revisione delle pensioni (''uno stronzo'') e non risparmia i giornalisti (''delinquenti'') per i loro resoconti sulle sue vacanze in Cadore. Lunedì in via Bellerio sarà riunita la segreteria politica per decidere una linea unitaria del Carroccio (pressato, in una difficile sintesi, dalla base e dalle esigenze di governo) sulle modifiche alla manovra mentre i tempi stringono. E il ministro della Semplificazione ha chiesto che anche il Pdl faccia altrettanto, prima di un confronto definitivo in seno alla maggioranza. ''In questo momento - ha sostenuto Calderoli - è davvero troppo importante avere un'unitarietà nella maggioranza rispetto ad un altrettanto troppo evidente attacco dei poteri forti''. I quali, a suo giudizio, sono pronti a tentare ''l'ennesima spallata'' al governo, tanto da paventare ''un'emergenza democratica''. Ma non è solo col Pdl che appare necessario uno scatto. È anche - e forse soprattutto - all'interno della stessa Lega che si deve trovare una sintesi delle proposte da avanzare, alla ricerca di un risultato che influirà certamente sugli umori di un partito diviso e con un leader, Bossi, definito oggi da 'Famiglia Cristiana' ''un ombra'' sulla scena politica e difeso a spada tratta da Calderoli (''sono come mercanti nel tempio'').


Berlusconi si ritrova così stretto tra due fuochi: il fermo 'no' della Lega sull'ipotesi di intervenire sulle pensioni, e i 'frondisti' interni del Pdl che chiedono di rinunciare al contributo di solidarietà. I 'frondisti' guidati da Guido Crosetto si sono fatti sentire anche ieri, invitando il segretario politico del Pdl Angelino Alfano ad ''approfondire il lavoro di ricognizione e di sintesi'' nel partito per 'migliorare' la manovra. In una nota congiunta i frondisti ribadiscono - fermi restando i saldi della nuova finanziaria - il loro ''no a nuove tasse'' e propongono ''l'innalzamento dell'età di pensione agli standard europei''.

Insomma nel Pdl si registrano tensioni sulla manovra. Ma non solo. Il governatore Roberto Formigoni''ricorda'' ad Alfano che ''occorre andare a primarie rapidamente'' ed indica anche un termine: ad ottobre. Immediata arriva la replica del capogruppo Fabrizio Cicchitto: ''Tutto si sta svolgendo secondo gli impegni presi'', afferma spiegando che ''prima bisogna chiudere il tesseramento''. Cicchitto poi si rivolge alle Lega ed interviene sulla manovra: ''L'eventuale diminuzione dei tagli sugli enti locali - dice - deve essere per forza accompagnata e bilanciata da un intervento strutturale sulle pensioni''.


http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-8104c2d9-c739-4bc1-baae-79fae78577c9.html

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