giovedì 21 luglio 2011

Manovra: Zaia ha sospeso i ticket nel Veneto

VENEZIA. Il Veneto ha congelato i ticket sanitari previsti dalla manovra di Governo. A partire da oggi, chi ha bisogno di cure avrebbe dovuto versare ulteriori 10 euro per le ricette specialistiche e 25 per i codici bianchi (visite di minima urgenza) del pronto soccorso. Ma non sarà così.Il governatore regionale Luca Zaia, con un decreto d'urgenza, ne ha sospeso l'applicazione: a breve deciderà se accantonare definitivamente il provvedimento o utilizzarlo previa una drastica riduzione di aliquote.Il punto di partenza è rappresentato dai tagli di Tremonti al Fondo sanitario nazionale, che priverà le Regioni di ingenti risorse nel quadriennio 2010-1024. Nel Veneto, le minori entrate sono calcolate in 30 milioni nell'anno in corso, 60 nel prossimo, 180 e 250 nei successivi.Per compensare l'emorragia, il ministro dell'Economia ha "concesso" ai governatori la facoltà di introdurre i fatidici nuovi ticket: un vero e proprio prelievo fiscale supplementare (da compiere nell'ingrata veste di sostituti d'imposta del Tesoro), respinto fin dall'inizio come «ingiusto e inefficace» dall'amministrazione di Palazzo Balbi e di altre regioni del centro-nord.L'opposizione a queste misure, in effetti, sorge da tre ordini di motivazioni. Anzitutto, la sanità del Veneto ha i conti in ordine. Nonostante l'eredità debitoria della stagione Galan (1,31 miliardi di passivo da ripianare con rate annuali di 60 milioni), la rinuncia ai superticket e l'abrogazione dell'imposta addizionale sull'Irpef, quest'anno i bilanci hanno chiuso in attivo: come giustificare allora un'ulteriore gabella?Ancora, i ticket ipotizzati dal Governo sono stati giudicati eccessivi e penalizzanti, soprattutto per i gruppi sociali più deboli che non rientrano nelle categorie protette (bambini, disoccupati, pensionati sociali e al minimo, invalidi e malati cronici, portatori di patologie rare) e sono quindi escluse dall'esenzione. Infine, l'entità del gettito "compensativo" da ticket prevista dal Governo è ritenuta poco plausibile: «L'effetto sarebbe quello di dirottare i pazienti verso i poliambulatori privati, concorrenziali sui prezzi, e di "estrogenare" i codici urgenti e gratuiti al pronto soccorso, con inevitabile contrazione delle entrate pubbliche», è stata la diagnosi di Domenico Mantoan, top manager della sanità nostrana. Insomma, massimo dell'impopolarità e minimo dell'efficacia amministrativa. Abbastanza per consigliare al presidente leghista di soprassedere. La decisione è maturata nella tarda mattinata di ieri, a conclusione di un colloquio tra Zaia e l'assessore alla sanità Luca Coletto. «I cittadini veneti sono già tartassati dalle tasse», riflette quest'ultimo «è una fase difficile per le famiglie, per gli anziani, per i disoccupati e i precari, per le imprese: non saremo noi a mettere le mani in tasca a chi già fatica a sbarcare il lunario. Se ci sono sacrifici da compiere, ce ne assumeremo la responsabilità in quanto amministratori, cercheremo di risparmiare ancora di più, daremo la caccia a ogni minimo spreco, ma non graveremo sulla nostra gente. E' una questione di etica». Resta il capitolo delle mancate entrate... «Sì, ce ne faremo carico. La verità è che questa manovra evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, l'urgenza di un autentico federalismo fiscale. Il Governo ha scaricato il peso dei tagli sanitari sulle Regioni: deve far quadrare i conti, non lo metto in dubbio, ma almeno sia riconosciuta al territorio la completa autonomia gestionale, oneri e onori, responsabilità finanziaria ma anche libertà di scelta». E ora? Luca Zaia si riserva l'ultima parola sui ticket ma la sensazione è che si farà di tutto per scongiurarli, puntando soprattutto sulla riduzione dei costi consentita dalla riorganizzazione delle Usl. Non basta, però. La scure sul Fondo nazionale costringe a fronteggiare una progressiva contrazione di risorse, che raggiungerà il culmine nel 2014. «L'unica strada per conseguire l'abbattimento strutturale dei costi è la ristrutturazione della rete ospedaliera, secondo criteri di gerarchia e funzionalità, abbinata alla riforma della medicina di base», fa sapere Mantoan, reduce da una domenica trascorsa a spulciare grafici di spesa e simulazioni d'entrata. L'allusione, neanche tanto indiretta, corre al Piano socio-sanitario, che sta muovendo i primi passi nelle aule della Regione. Un masterplan ispirato a una strategia di lungo periodo, contenente scelte innovative sul piano degli investimenti, delle dismissioni e della revisione complessiva dell'offerta medico-ospedaliera. Inevitabili le resistenze, sia localistiche che di lobby, e tutt'altro che scontato l'assenso dell'inquieto alleato pidiellino. Ecco, la prossima partita di giunta potrebbe giocarsi proprio su questo terreno, con l'impegno di Zaia e del plotone leghista a rinunciare - definitivamente - ad addizionale e superticket in cambio del via libera in tempi ragionevoli (e senza stravolgimenti) al progetto. Un argomento forte, che in tempi di caduta verticale del consenso governativo, potrebbe rivelarsi vincente.

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