venerdì 9 settembre 2011

Gimondi sul Giro della Padania: “E’ una corsa, avrei partecipato”


“Il Giro della Padania? Una corsa come un’altra. Io non avrei rinunciato a partecipare”. Cerca di buttare acqua sul fuoco delle polemiche Felice Gimondi, leggenda bergamasca del ciclismo, campione del mondo nel 1973. Non vuol sentire parlare di 
Felice Gimondicommistioni tra sport e politica e condanna le violenze sui ciclisti avvenute ieri al Giro della Padania: "Un ciclista va dove ci sono le gare, Cina, Russia o Padania che sia, non bisogna guardare alla politica. Chi protesta se la prenda con gli organizzatori, o con qualcun altro, aggredire un corridore è inammissibile".  Gimondi, tre volte vincitore del Giro d'Italia, spiega di aver sempre corso senza pensare ad altro che al suo lavoro e il Giro della Padania, a suo avviso, è una corsa come un'altra, che ha ricevuto le autorizzazioni previste: "E una situazione strana, è diventato un problema politico, ma lo sport non si deve mai confondere con la politica. Tutti hanno il diritto di manifestare, ma non se la prendano con i corridori che fanno il loro lavoro. Ieri è stato preso a sberle un ragazzo di 20 anni, uno stagista che corre gratis alla sua prima gara importante, che non ha nessuna colpa. Che esperienza può essere stata per lui?. Dal punto di vista sportivo, inoltre bisogna valutare che questa gara a tappe viene svolta in un periodo ideale in vista del Campionato del Mondo. Per i ciclisti è importante gareggiare e non credo che qualcuno di loro abbia pensato di rinunciare per il nome della corsa. Io non lo avrei fatto".


Bergamonews

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