giovedì 22 settembre 2011

Lampedusa, scontri tra isolani e tunisini. Viminale: entro 48 ore tutti rimpatriati


Lampedusa, 21 set. (Adnkronos/Ign) - Alta tensione tra gli immigrati che protestano contro i rimpatri e i cittadini di Lampedusa. Un gruppo di tunisini ha rubato dal centro di accoglienza alcune bombole di gas e le ha portate nei pressi di una pompa di benzina al porto vecchio, minacciando di farle saltare in aria e tenendo un accendino in mano.
Immediatamente una cinquantina di lampedusani si sono avventati contro i tunisini ed è nato un parapiglia. E' stato necessario l'intervento di polizia e carabinieri, in tenuta anti sommossa per disperdere la folla inferocita.
Violenti scontri si sono registrati poi tra un gruppo di immigrati tunisini e la polizia che, in tenuta antisommossa, ha caricato i migranti che avevano minacciato di fare scoppiare le bombole di gas. Nello stesso tempo un gruppo di lampedusani ha iniziato a tirare pietre contro i tunisini gridando loro: "Andate via subito, non vi vogliamo più. Adesso basta".
Poco dopo due giovani hanno avvicinato un tunisino e lo hanno picchiato. Immediatamente sono intervenuti i poliziotti e i finanzieri facendo da scudo all'immigrato. "Ve ne dovete andare, bastardi - hanno gridato i lampedusani ai tunisini - avete rovinato un'isola. Non vi vogliamo più".
Negli scontri davanti al distributore si sono registrati feriti. Trasferito in elisoccorso a Palermo un tunisino che ha riportato una grave ferita alla testa. Altri sei tunisini sono stati medicati al poliambulatorio. Hanno riportato traumi vari, escoriazioni e ferite su tutto il corpo. Sono invece quattro i rappresentanti delle Forze dell'ordine, tre poliziotti e un carabiniere, medicati al poliambulatorio per ferite varie e contusioni. Ma le loro condizioni non sono gravi.
La tensione si è poi allentata, anche se di poco. Gran parte dei 900 immigrati fuggiti ieri dal centro d'accoglienza dato alle fiamme sono stati riaccompagnati all'interno della struttura di contrada Imbriacola. I tunisini si trovano nel cortile del Centro d'accoglienza, che ha due edifici inagibili perché distrutti dalle fiamme.
Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, asserragliato nella sua stanza al Municipio dell'isola, ha denunciato: ''Qui c'è uno scenario di guerra, i lampedusani sono inferociti e c'è il rischio che questa volta ci possa scappare il morto. E noi siamo stati abbandonati''.
''Tengo un bastone sulla scrivania così mi posso difendere - ha detto il sindaco mostrando il legno - qui la situazione è veramente tragica. E' da dieci giorni che chiedo che vengano fatti immediatamente i trasferimenti perché i migranti stavano diventando pericolosi. E ho avuto ragione perché ieri hanno incendiato il centro d'accoglienza'' e ''centinaia di tunisini sono fuggiti dal centro e hanno occupato tutte le strade''.
Poi, il sindaco parla dell'episodio di un gruppo di tunisini che ha minacciato di fare saltare in aria delle bombole di gas nei pressi del benzinaio. ''Si è scatenata la guerra tra tuninisi e lampedusani. E le forze dell'ordine sono rimaste in attesa di ordini. La carica è arrivata solo dopo che i lampedusani hanno tirato dei sassi contro i tunisini facendosi giustizia da soli''.
I bambini che questa mattina sono andati a scuola sono rimasti chiusi nelle aule su ordine dello stesso sindaco. ''Ho chiamato la preside - ha detto - e ho ordinato di non fare uscire per un po' i bambini''. ''Un prefetto del ministro dell'Interno mi ha rassicurato che l'isola verrà liberata entro le prossime 24 ore. Ho visto già arrivare la nave militare''.
Poi, ha tenuto a sottolineare: ''Anch'io ho rischiato di essere aggredito questa mattina e la Digos mi sta scortando. Mi si accusa di essere stato troppo accogliente. Qui non siamo più davanti ad un'emergenza umanitaria ma ad uno smercio umano su cui qualcuno lucra. E i lampedusani hanno ragione a difendersi da soli. Nessuno si azzardi ad accusarci di razzismo''.
In risposta alla situazione drammatica, il sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione e asilo Sonia Viale ha assicurato: "Entro le prossime 48 ore tutti i clandestini presenti a Lampedusa saranno trasferiti per essere poi rimpatriati".
Sono stati 91, quindi, i tunisini rimpatriati oggi da Lampedusa, con due voli, partiti da Palermo per Tunisi. Nel riferirlo, le fonti del Viminale sottolineano che il piano rimpatri va avanti, nel rispetto degli ultimi accordi siglati dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, col governo tunisino lo scorso 12 settembre. Accordi che prevedono, appunto il 'ritorno in patria' di 100 tunisini al giorno, con due voli di 50 ciascuno, e che 'superano' i 30 rimpatri al giorno fissati dall'accordo base siglato il 5 aprile.
Il sindaco De Rubeis aveva confermato, dopo le parole di Viale: "Il ministero dell'Interno ha già predisposto 11 voli per trasferire i tunisini che si trovano ancora qui -ha spiegato De Rubeis- così l'isola potrà tornare alla normalità". De Rubeis sostiene poi di avere appreso da Maroni che non ci saranno più sbarchi a Lampedusa perche' "dopo l'incendio che ha devastato in parte il centro d'accoglienza non si saprebbe neppure dove alloggiarli". Quindi i migranti verrebbero trasferiti direttamente dalle motovedette sulla terra ferma.
Decine di lampedusani hanno presidiato questa mattina il Comune di Lampedusa per protestare contro l'incendio appiccato ieri al centro di accoglienza ma soprattutto perché chiedono che i tunisini non girino liberamente per l'isola. Il Comune si trova proprio di fronte al campo sportivo dove oltre 300 tunisini hanno trascorso la notte all'addiaccio per l'inagibilità di gran parte della struttura incendiata.
Sull'isola c'è poi un clima d'odio da parte dei lampedusani contro i giornalisti . Un cameraman della Rai è stato aggredito. Altri giornalisti, anche l'Adnkronos, sono stati malamente allontanati. L'inviato di Sky e il suo operatore, che già ieri era stato aggredito e medicato al poliambulatorio, sono stati accostati da un gruppo di lampedusani che hanno urlato contro i giornalisti: "Ve ne dovete andare".

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