domenica 4 novembre 2012

Ecco tutti i numeri del fallimento di Monti


Il governo Monti non ha ancora compiuto un anno, essendo in carica dal 16 novembre 2011, e la sua indubbia autorevolezza internazionale è stata un fattore positivo per l’Italia. Ma per un giudizio più completo e il più possibilmente oggettivo il percorso corretto è l’analisi degli indicatori economici. Il Supplemento al Bollettino Statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” del 15 ottobre, pubblicato dalla Banca d’Italia, è a questo proposito utilissimo. Vediamo.
Il debito pubblico registra un aumento esponenziale da molti anni, ma con l’avvento di Monti la sua crescita è stata superiore ai governi precedenti. Il debito pubblico italiano al 31 agosto 2012 è infatti arrivato 1.975, 63 miliardi di euro. Nel 2011 era cresciuto del 3%. Se consideriamo gli ultimi dodici mesi del governo Berlusconi (31 ottobre 2010-31 ottobre 2011) il debito era invece cresciuto del 2,38%. Se consideriamo solo il periodo dei “professori”, la crescita del debito è stata del 3,09% e se ci soffermiamo ad analizzare i dati del 2012 la crescita arriva al 3,61%. I numeri dicono dunque che l’azione del governo Monti sta, inequivocabilmente, facendo crescere il debito più del governo Berlusconi.
Se poi consideriamo il debito pubblico in relazione al Pil, i dati sono ancora peggiori. Nel 2008 era il 106,1% del Pil; nel 2009 è salito al 116,4%; nel 2010 è arrivato al 119,2%, nel 2011 ha superato il 120% e nel 2012 sarà sicuramente superiore al 125%, massimo assoluto dal 1970. Secondo calcoli pessimistici potrebbe arrivare perfino al 130% o ad una cifra molto vicina: se il debito negli ultimi 4 mesi dell’anno dovesse crescere di altri 25 miliardi e quindi arrivare in prossimità dei 2.000 miliardi e se si dovesse confermare una riduzione del Pil del 2,6%, in questo caso l’Italia si ritroverebbe con un debito vicino al 130%.
Le cifre sono ancora più drammatiche se si considera che il debito continua ad aumentare pur in presenza di un aumento delle entrate. Nel 2012, grazie all’aumento delle tasse, il governo Monti beneficerà di entrate non inferiori a 755 miliardi di euro, il 48,3% del Pil a fronte di entrate fiscali pari al 46,1% del 2011. Ovviamente l’aumento delle imposte e delle tasse continua ad essere un punto all’ordine del giorno del governo Monti, che contribuisce a deprimere la domanda, per cui è facile aspettarsi un peggioramento della situazione.
La disoccupazione, infine, sempre secondo i dati del Fmi è passata dall’8,4 del 2011 al 10,5 nel 2012 e continuerà a crescere nel 2013.

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