giovedì 15 dicembre 2011

“Tagli agli stipendi della casta? alla Lega esistono già…”. Ecco lo stipendio dell’on. Grimoldi


“Sono favorevole ai tagli degli stipendi dei parlamentari. Non a caso laLega Nord, da sempre contro i privilegi della “casta”, si è data una sorta di autoregolamentazione.”
A parlare è l’Onorevole Paolo Grimoldi, giovane deputato leghista al secondo mandato. Ex leader del movimento dei Giovani Padani, Grimoldi ha il dente avvelenato nei confronti della “casta” perchè, dice, questa storia dei privilegi allontana la gente dalla politica.
Parlava di “autoregolamentazione”, in che senso?
“La questione è che ci sono dei rimborsi spese totalmente ingiustificati. Tutti i parlamentari leghisti, ad esempio, rinunciano al rimborso per le spese di rappresentanza all’atto della candidatura. In concreto: i portaborse eventuali ce li paghiamo noi direttamente e come sede di lavoro utilizziamo l’ufficio che la Camera ci mette a disposizione. Lo stipendio del deputato oltre al rimborso si compone di diaria e indennità. Di questo noi versiamo il 35% al Movimento. A conti fatti quindi noi della Lega, con la storia che rinunciamo in partenza a un terzo di quello che ci spetterebbe, in tutto guadagniamo circa la metà degli altri deputati.”
Tradotto in soldoni a fine mese Lei al netto quanto si trova sul conto corrente?
“Circa 7.000, 7.500 euro. Bisogna però calcolare le spese di vitto e alloggio a Roma che sono a nostro carico e senza andare al Grand Hotel per una pensione decente vanno via circa 1.500 euro al mese”
Fossero anche 5.000 quelli portati a casa comunque non sono pochi.
“No, non lo sono, ma quando noi della Lega ce ne andiamo da Roma iniziamo il vero lavoro cioè quello di portare sul territorio la politica. Si parla di centinaia di chilometri alla settimana per avvicinare la gente a quello che accade nei Palazzi romani.”
Paolo Grimoldi
Paolo Grimoldi
Con le nuove regole cosa cambierà per Lei, per esempio, in materia di pensioni?
“Sarò onesto: io non ci ho ancora pensato. Per quanto mi riguarda per la pensione se ne parla almeno tra 30 anni, quindi non ho ancora fatto i conti”
Significa che non ha raggiunto la soglia minima per aver diritto al vitalizio?
“No. Io sono al secondo mandato. Durante la prima legislatura bisognava avere 2 anni 6 mesi e 1 giorno di anzianità per averne diritto e io non ci sono arrivato. In quella successiva l’asticella si era alzata ai 5 anni, ma dal 1 gennaio 2012 subentra il sistema contributivo e quindi non sono comunque nei limiti”
Dica la verità, umanamente, un po’ non Le dispiace?
“Per estrazione politica e culturale sono stato abituato a pensare che ogni soldo risparmiato a Roma è un soldo in più che arriva in padania e quindi è un guadagno doppio per noi. Quindi no, non mi dispiace, anzi sono felice di essere valutato come un normale cittadino che lavora. Come impostazione politica la Lega ha sempre desiderato smontare l’impalcatura dei palazzi romani quindi tutto quello che lavora in quel senso è benvenuto. L’unica cosa che va garantita però è l’equo compenso. Quello che si sta verificando in questo periodo è un forte distacco dalla politica da parte della gente che è stufa di seguirla e ancora di più di farla. Tagliare i fondi implicherebbe che chi è giovane, pieno di idee ed energie non potrebbe accedere a quel mondo perchè non verrebbe retribuito. Le conseguenze sarebbero gravissime per la democrazia. La politica diventerebbe una roba per ricchi (leggere l’opinione di Alessandra Mussolini) che dall’alto delle loro poltrone muoverebbero i fili del consenso. Se non vogliamo un governo alla Montezemolo che già oggi si serve dei tecnici per fare i propri interessi e domani potrebbe decidere di muoversi in prima persona nella politica, serve poter avere l’accesso diretto alla rappresentanza democratica e questo passa anche attraverso l’accredito di un equo compenso per chi dedica la propria vita al bene pubblico”


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