giovedì 30 agosto 2012

FECONDAZIONE: LEGA DI MARONI PER LIBERTA' COSCIENZA SU TEMI ETICI


(AGI) - Milano, 28 ago. - Nella Lega di Roberto Maroni la linea, dettata dallo stesso segretario federale al congresso di Assago, e' la "massima liberta' di coscienza sui temi etici". E questo riguarda anche i temi della fecondazione assistita, fanno notare in via Bellerio, dopo che la Corte europea di Strasburgo ha accolto il ricorso di una coppia italiana sostenendo che la Legge 40 e' incoerente e viola i diritti umani.

La scelta di apertura alle varie posizioni personali interne al Carroccio e' talmente netta che 'La Padania' domani pubblichera', in prima pagina, gli interventi antitetici di due parlamentari leghisti, Francesca Martini e Massimo Polledri, lasciando liberi lettori e militanti di farsi un'opinione. 

In una nota, diffusa oggi, infatti, Martini, sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi, ha definito la sentenza di Strasburgo un "passo fondamentale di civilta'". "Un passo - ha sostenuto - che permettera' alle coppie che desiderano avere figli e sono portatrici di patologie di procreare nel rispetto della salute del nascituro.
La natalita' in Italia va sostenuta e non ostacolata. Per questo ritengo necessaria una profonda e generale revisione della legge 40 sulla procreazione medicamente assistita che allinei l'Italia alle legislazioni piu' avanzate d'Europa".
Di diverso avviso il parlamentare emiliano Polledri. "La legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita - ha commentato, in una nota - e' frutto di una convergenza tra le forze parlamentari, espressione di una volonta' popolare che la Corte di Giustizia europea dovrebbe rispettare, peraltro in una materia in cui gli Stati hanno piena autonomia decisionale".
"Esprimo pieno rispetto - prosegue Polledri - per le posizioni della coppia tuttavia occorre chiarire che cio' che la legge vuole impedire e' la possibilita' di selezionare gli embrioni.
Nel loro caso infatti, l'unico motivo che spinge alla fecondazione assistita e' eliminare gli embrioni malati, procedura vietata in quanto aprirebbe le porte ad una vera e propria discriminazione. Il concepito, anche se malato, e' un soggetto di diritti ed in quanto tale non puo' essere discriminato". 

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