ROMA, 9 AGO - ''L'analisi della Bce misura la febbre ma dimentica la causa della malattia. Le imprese del nostro paese subiscono un livello di tassazione societaria troppo elevato a partire dagli inizi degli anni '90 e infatti proprio da li il nostro paese inizia a crescere meno della media europea mentre prima e' sempre cresciuto di piu'''. E' il commento di Massimo Garavaglia, sull'analisi della Bce riguardo l'aumento del tasso di insolvenza delle imprese italiane. L'abbinamento dell' euro e quindi la fine della svalutazione competitiva con un livello di tassazione societaria elevato, fa notare il senatore della Lega Nord ''inevitabilmente comporta bassa crescita. Nella prima fase della crisi hanno sofferto le aziende piu' sane, quelle maggiormente rivolte all' esportazione poiche' e' stato un crollo della domanda globale. L'anno scorso e nel 2012, purtroppo, e' crollata la domanda interna mettendo in sofferenza le aziende che ad essa si rivolgono. Tuttavia - ricorda il responsabile del Dipartimento fisco, finanze ed enti locali di Via Bellerio - sono aziende che se avessero un livello di tassazione pari a quello delle nazioni che ci circondano andrebbero alla grande. Quindi, al di la' dell' ovvia analisi della Bce occorre agire alla radice del problema abbassando drasticamente le imposte sulle imprese altrimenti continuera' l'esodo di chi puo', nelle nazioni confinanti e purtroppo la chiusura di tante Pmi''.
''La competitiva' - dice dal canto suo l'on. Maurizio Fugatti capogruppo in commissione Finanze della Camera - la crei o abbassando la tassazione oppure creando una competitivita' europea rispetto ai competitor asiatici. Dobbiamo creare un sistema di protezione europeo - sostiene il parlamentare della Lega Nord - come ha scritto pochi giorni orsono Fattori sul Corriere della Sera: il manifatturiero italiano ed europeo si salvano solo con protezioni europee di fronte alla selvaggia importazione di prodotti a basso valore con prezzi stracciati''.
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