venerdì 12 ottobre 2012

Informativa urgente del Governo in merito alla vicenda del bambino prelevato coattivamente da agenti di polizia in una scuola elementare in provincia di Padova (12.10.12 ore 11,20). Intervento di MASSIMO BITONCI


Signor Presidente, ho trovato sinceramente fuori luogo le dichiarazioni di molti colleghi in questi gior
ni e in queste ore, colleghi che non conoscevano minimamente la situazione. Spero che dopo l'informativa di oggi, dopo quello che abbiamo detto tutti e abbiamo appreso oggi, le cose effettivamente si chiariscano.
Signor sottosegretario siamo tutti d'accordo che questa grave situazione poteva essere evitata. Lo dico in qualità di ex sindaco di Cittadella, proprio della città dove ciò è successo. Ero sindaco fino a qualche mese fa e di queste cose purtroppo ne ho viste tante. In quasi diciotto anni di situazioni di questo tipo, di conflitti familiari, ne ho viste decine e decine, e purtroppo in questo campo non ci sono soluzioni. Questi casi si ripetono con troppa frequenza e i bambini vengono usati come merce di scambio per colpire l'altro genitore. Questa è la realtà.
Nell'ambito delle separazioni tra coniugi, quando c'è di mezzo un minore, è innanzitutto il suo benessere psicofisico che deve essere tutelato, anche se - questo è chiaro in qualsiasi situazione - proprio per tutelare il minore, sarebbero da scongiurare conflitti e rappresentazioni di isteria, come quelle che abbiamo visto e che sono state riprese. Un passo indietro soprattutto da parte dei genitori ed i parenti del minore è preferibile rispetto a tutto quello che abbiamo visto. In questo caso i genitori erano separati da tempo e la madre, come succede spesso, non aveva rispettato gli accordi relativi al diritto del padre di vedere il figlio.
Questo ci fa comprendere come esista un sottobosco di situazioni dove i bambini, che hanno il diritto - il diritto - di frequentare tutti e due i genitori, nonni e parenti, vengono utilizzati dall'una o dall'altra parte per colpire proprio il genitore non affidatario.
La situazione è talmente degenerata che il padre si è rivolto al tribunale dei minori. L'autorità giudiziaria, vista poi l'insorgenza di alcune gravi patologie in capo al bambino, patologie psicologiche, ha dichiarato la decadenza della madre dalla potestà genitoriale e ha affidato il bambino ai servizi sociali, incaricandoli di attuare un piano di riavvicinamento tra padre e figlio. Di fatto, quella decisione non ha prodotto alcun miglioramento e, dopo vari giudizi, la corte di appello, nell'agosto di quest'anno, ha infine disposto l'allontanamento urgente del bambino dalla famiglia materna e ha affidato il piccolo al padre, disponendo l'inserimento temporaneo del minore in una struttura residenziale educativa e che riprendesse a frequentare serenamente il padre.
I servizi sociali di Padova, non di Cittadella, e la forza pubblica hanno tentato due volte di prelevare il bambino, per allontanarlo dalla famiglia materna, senza riuscirvi. Due giorni fa sono accadute le scene che abbiamo visto tutti: il bambino è stato portato in una casa famiglia, sta frequentando assiduamente il padre ed è seguito da psicoterapeuti qualificati e, una volta guarito, riprenderà a frequentare entrambi i genitori. Quello che non è stato sottolineato oggi è che il bambino riprenderà a frequentare serenamente entrambi i genitori. Questo è quello che è successo! Sicuramente si poteva evitare che questa operazione fosse fatta proprio a scuola, davanti a bambini, genitori e maestri, questo è vero. C'è stata sicuramente una sottovalutazione del contesto e dell'opposizione dei familiari, come si poteva evitare, per la tutela del piccolo, di diffondere quelle immagini che hanno visto tutti gli italiani, che, ovviamente, si sono sentiti giustamente colpiti. Chi lo ha fatto non ha reso un buon servizio né al piccolo né alla comunità. Purtroppo, i bambini pagano sempre colpe non loro. Siamo ancora troppo lontani dalla convivenza pacifica tra i genitori che si separano, che scaricano spesso le loro colpe proprio su coloro che dovrebbero essere i più tutelati e che soffrono di più.
Le scuse delle forze dell'ordine e i chiarimenti del sottosegretario speriamo possano portare in futuro ad un'adeguata tutela e alla garanzia che fatti di questo tipo non si ripetano più. Un bambino non appartiene a nessuno, non è né di sua madre né di suo padre. Un bambino è un essere umano, peraltro indifeso, di cui non si può disporre, utilizzandolo come una pietra di scambio nella risoluzione dei conflitti tra i genitori. Un bambino va protetto sempre, anche al prezzo della propria dignità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

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