martedì 10 gennaio 2012

Il razzismo dell’antirazzismo

di Riccardo Ghezzi


Non ci sarà alcuna “Giornata Globale dei diritti dei migranti”, non sarà apposta alcuna targhetta con dedica né ci saranno richiami al razzismo. Eppure, il delitto che si è consumato a Roma è tra i più atroci che si possano immaginare, e le vittime sono due cinesi: Zhou Zeng, il padre, e la figlioletta Joy di appena 6 mesi. Uccisa come se fosse un’esecuzione: un colpo in testa. Difficile immaginare qualcosa di più cruento e ignobile, ma nulla che possa commuovere la “Rete Antirazzista” che tanto si era mobilitata per l’omicidio dei due senegalesi a Firenze, arrivando ad organizzare una giornata di cortei in tutta Italia e persino ad imporre una targhetta commemorativa, “Uccisi dall’odio razzista e fascista”, con discutibile cinismo e acclarata intenzione di strumentalizzare politicamente l’evento: l’assassino, Gian Luca Casseri, poi suicidatosi, era infatti simpatizzante di Casapound.
Ma qual è la differenza tra i due cinesi e i due senegalesi? Apparentemente nessuna. Entrambi stranieri in Italia, entrambi morti ammazzati. In realtà, l’uccisione della piccola Joy, colpita in testa dallo stesso proiettile che ha poi perforato il cuore del papà, dovrebbe suscitare maggiore indignazione, commuovere di più. Invece no: gli “anti-razzisti” hanno reagito timidamente, facendosi vedere con uno striscione firmato dalla solita falce con martello dall’interlocutoria richiesta “Basta criminalità nel quartiere” (Strano, non era un cavallo di battaglia “populista” e “demagogico” dei partiti di destra?) quando ancora non si conosceva la nazionalità dei carnefici. Circolava voce fossero due italiani, o meglio “con l’accento romano”. Tanto bastava a far girare link sulla rete i cui commenti più teneri erano del tenore “Avete visto gli animali di casa nostra? Non sono solo gli stranieri che delinquono” e altri slogan simili. Cautela estrema, però, poiché ancora nulla si sapeva sulle idee politiche dei killer: avrebbero pure potuto essere “compagni” dei centri sociali, in quel caso niente coro indignato di proteste.
Ma ecco il colpo di scena fresco di giornata. Gli assassini sono due, non sono ancora stati arrestati ma sono stati individuati. E pare che siano maghrebini. O meglio: uno è un 30enne nordafricano con precedenti penali, il suo complice dovrebbe essere un connazionale. Imbarazzo assoluto, silenzio eloquente da parte della sinistra e di tutti i “Movimenti Anti-Razzisti”. Domani ci sarà una fiaccolata a Roma per ricordare le vittime, ma non basteranno le foto della piccola Joy, neonata con ancora tutta la vita davanti, a commuovere gli anti-razzisti: la partecipazione, prevediamo, sarà scarsina, anche perché la manifestazione è stata organizzata prima di conoscere la nazionalità degli assassini.
Morti di serie A e di serie B? Oggi sappiamo che per gli “anti-razzisti” un nero vale più di un cinese, e quest’ultimo si presume valga più di un italiano o un “bianco” assassinato”.
E’ il politicamente corretto, bellezza.
Non resta che lamentarsi della “Roma di Alemanno”, che secondo gli avversari politici avrebbe perso la partita sulla sicurezza, non mantenendo le promesse. “A Roma ci sono sempre più omicidi, cosa ne dice Alemanno?”. Eh sì, cari anti-razzisti, non vi resta altro per dare un colore politico all’evento. I cinesi non vi interessano, anche se tra le vittime c’è una bambina di 6 mesi. Se poi sono uccisi da nordafricani e non da italiani, allora non fanno nemmeno notizia.
Povera piccola Joy, per essere ricordata da chi dice di difendere i tuoi diritti, avresti dovuto scegliere meglio i tuoi killer.
Nella speranza che qualcuno decida di dedicare una targhetta alle due vittime, una soprattutto particolarmente innocente, è il caso di aprire una seria riflessione su cosa abbia portato il multi-culturalismo in Italia.
Finti anti-razzisti permettendo.

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