lunedì 10 settembre 2012

Monza, sotto il podio scatta il blitz leghista: «Il Gp non si tocca»


Per la serie: facciamoci riconoscere.
Ci sono due cose che spiccano tra la folla dei 150mila tifosi dell'autodromo, oltre ovviamente al glorioso recupero di Alonso.Uno, la camicia del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, noto habitué dei look estrosi. Stavolta il governatore si è presentato tra gli spalti con la stampa di un enorme dragone nero sulla schiena, quando forse sarebbe stato più azzeccato un cavallino rosso. Al suo fianco il fedelissimo assessore Raffaele Cattaneo che si è invece «limitato» a una sobria camicia bianca con maniche rimboccate. Due, le bandiere leghiste, finite nelle dirette televisive di tutto il mondo. E riprese pure dalla telecamera che Alonso ha impugnato per gioco dal podio per filmare la folla dei tifosi che inneggiavano al suo riscatto dal decimo al terzo posto. Il blitz del Carroccio è riuscito alla grande: in un mare di bandiere rosso Ferrari, ecco che spunta anche il sole della Alpi, bianco e verde. All'estero avranno pensato al simbolo di qualche scuderia, di qualche gruppo di ultrà della Formula Uno. In Italia ci si è subito resi conto del «messaggio occulto» dell'incursione, organizzata dall'assessore provinciale leghista Stefano Bolognini e dai sostenitori padani. La coreografia, studiata ad hoc, è stato un chiaro messaggio a chi, da Roma, tenta da tempo di strappare il Gran Premio dalle mani di Monza. O almeno, di organizzarne un altro. E proprio dalla città in cui la Lega era riuscita, seppur per poco, a portare i suoi ministeri, arriva il messaggio: il Gran premio non si tocca. Tra gli spalti parecchi vip oltre al presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e ai venti sindaci dei comuni colpiti dal terremoto, invitati dall'Aci per mantenere alta l'attenzione verso chi ancora è obbligato, nel mantovano, a vivere in tenda e fatica a riprendere la vita normale». L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che ha utilizzato la gara di Monza e la sorpresa della Ferrari come «l'esempio di un'Italia che funziona». A elogiare le scuderie di Maranello e la performance in pista anche il ministro del Lavoro Elsa Fornero: «La Ferrari - ha dichiarato - rappresenta l'eccellenza del nostro paese»: La vera festa è stata quella dei tifosi: un popolo di 150mila persone, parrucche colorate, magliette rosso fuoco, tifosi affollati in tribuna e arrampicati ovunque, sulle reti e sulle collinette fuori dall'autodromo. D'oro gli affari generati dall'evento sportivo: tra ristoranti, hotel e servizi vari, il Gran Premio, in base ai dati della Camera di commercio di Monza, ha generato introiti pari a oltre 30 milioni di euro.

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