mercoledì 23 gennaio 2013

Cameron: "Se saro' rieletto subito un referendum sulla Ue"

(AGI) - Londra, 23 gen. - Con un discorso che ha gia' suscitato infuocate reazioni, il premier britannico, il conservatore David Cameron, si e' impegnato a un referendum entro 5 anni sulla permanenza o meno nell'Unione Europea, qualora vincesse le prossime elezioni. Rispondendo alle pressioni dagli euroscettici anche nel suo partito, il premier ha detto che il Regno Unito, che si uni' alla Comunita' Economica Europea 40 anni fa, non vuole uscirne, ma che la delusione per l'Ue "e' a picchi mai cosi' alti". "E' tempo che i britannici possano dire la loro, e' il momento di risolvere la questione europea nella politica britannica", ha detto; e il suo partito, Tory, fara' campagna elettorale nel 2015 promettendo di rinegoziare l'adesione all'Ue. Cameron ha infatti spiegato che alle prossime elezioni chiedera' ai britannici "che autorizzino il governo conservatore a negoziare un nuovo accordo con gli alleati europei"; e sottoporra' a referendum questo "nuovo accordo" con l'Ue. "Daremo ai britannici un referendum con una scelta molto semplice, rimanere nell'Ue con queste nuove condizioni o venirne fuori complessivamente. Sara' un referendum dentro o fuori". All'Ue ha chiesto maggiore flessibilita', di evitare una maggiore integrazione politica e restituire poteri al Parlamenti nazionali (Londra fara' un audit per capire quali poteri ora in capo a Bruxelles possano essere restituiti ai Paese membri), una 'ricetta' che sara' difficilmente vendibile agli altri partner. Cameron ha accompagnato la sua proposta con un'appassionata difesa della permanenza all'interno dell'Ue (ha detto che lottera' "con il cuore e l'anima", ma per un'Unione piu' snella e competitiva, costruita attorno a un mercato unico consolidato) e ha avvertito gli elettori che, se il Paese decidera' di uscire, sara' "un biglietto d'andata, e non un biglietto d'andata e ritorno". "Non sono un britannico isolazionista", ha osservato, ma ha insistito che il blocco deve cambiare e raggiungere una maggiore competivita' in un momento in cui aumenta la distanza con i cittadini. "Non voglio solo un miglior accordo per il Regno Unito, voglio anche un miglior accordo per l'Europa", ha aggiunto, denunciando la "sclerosi" nei meccanismi decisionali a Bruxelles. "So che ci sara' chi dira' che la visione delineata e' impossibile da realizzare, che i nostri partner non collaboreranno, che il popolo britannico si e' posto su un inevitabile cammino di uscita; e che se non stiamo bene dopo 40 anni nell'Ue, non staremo mai bene. Ma mi rifiuto di assumere un atteggiamento disfattista, per la Gran Bretagna o per l'Europa". Il discorso, rimandato in varie occasioni, era molto atteso; e mentre il premier parlava la sterlina e' scesa ai livelli minimi sul dollaro da 5 mesi mesi. Gelida, come prevedibile la reazione dei partner europei.

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