giovedì 17 novembre 2011

Il governo Monti ha aperto una prateria per la Lega


Che sia tecnico o politico, il governo Monti ha fatto il regalo più grosso alla Lega. Umberto Bossi dovrebbe ringraziare il neosenatore a vita di aver creato un governo partito zoppo. Difficilmente arriverà al 2013, ma anche se fosse lascerebbe giusto il tempo al Carroccio di tornare il partito di una volta: la Lega di lotta. Monti ha aperto una prateria in cui le camicie verdi potranno pascolare raccogliendo consensi.

La ragione è presto detta. L'esecutivo Monti si trova davanti una bella gatta da pelare. Deve rilanciare l'economia e ridare lustro alle istituzioni appannate dal governo Berlusconi. E' indubbio che Monti sappia già come agire, ma il problema sarà avere l'appoggio dei partiti. Il Pdl si metterà di traverso su certi temi, come la patrimoniale. E il Pd su molti altri, ad esempio i licenziamenti. Tra i due litiganti sarà la Lega a godere. Bossi avrà l'opportunità di rifarsi una verginità. Potrà lanciare invettive contro l'inciucio, contro Roma ladrona, contro i poteri forti che hanno messo al governo un tecnocrate-marionetta delle banche e dell'Europa. Il Senatùr farà appello al 'suo popolo' perché si prepari alla secessione e alla difesa del Nord. Sarà l'unico leader a non essersi 'immischiato' con Monti e questo porterà il suo partito a raccogliere sempre più consensi, specie in un panorama politico in cui Berlusconi, azzoppato, ha deluso la base del Centrodestra.

Proprio oggi la segreteria politica del Carroccio ha deciso la riapertura del Parlamento Padano. Un organismo non istituzionalmente riconosciuto, che ha lo scopo di creare un governo ombra che dia voce ai 'popoli liberi del nord'. Un atto simbolico, ma che rende l'idea del tono della conversazione che Bossi vuole mantenere. C'è poi l'affronto portato al neopremier. Durante le consultazioni prima della formazione del governo, Monti ha incontrato di persona tutti i leader dei partiti politici, tranne uno: Umberto Bossi. Il Senatùr si è limitato a telefonare al neo premier per comunicargli che la Lega non avrebbe votato la fiducia al governo tecnico.
 
bossi pontida 420
Anche la base leghista si scalda e torna a chiedere la secessione, bacchetta Berlusconi, grida al colpo di Stato. La rabbia dei leghisti 'graffia' i microfoni di Radio Padania, che non a caso ha deciso di tenere i telefoni aperti, 16 ore no-stop dalle 6 fino alle 22. Si susseguono gli interventi dei radioascoltatori che puntano il dito contro il Professore e prendono di mira il Capo dello Stato, responsabile di "un vero e proprio golpe". Più volte ne vengono sottolineate le origini campane, mentre si aprono le scommesse sulle "vittime del nuovo fantagoverno".

Tra chi teme i licenziamenti facili, chi già prevede un attacco alle pensioni, il ritorno dell'Ici e la temuta patrimoniale, non manca chi confessa che, già da domani, andrà "a prelevare i risparmi: sono solo seimila euro", spiega un radioascoltatore", ma non voglio che prendano neanche un centesimo dei miei soldi". "Fucili alla mano, Padania libera", tuona un altro 'lumbard', mentre la base del Carroccio si ricompatta "attorno al leader indiscusso": Umberto Bossi. "Coraggioso", "fermo", "responsabile", "granitico" nella sua decisione di non prender parte "all'ammucchiata".

"Bossi, dimmi quello che devo fare e io lo faccio". "Scendiamo in piazza e mostriamo la nostra gente come facevamo una volta", spiega una camicia verde. "Facciamo vedere la nostra forza e sentire il nostro grido di dolore". Governo Monti espressione e sinonimo, per la base leghista, dei "poteri forti": "diventeremo schiavi delle banche", lamentano più voci, "con quale faccia la sinistra e Di Pietro potranno appoggiarlo?". "E' questa la cosa che sopra ogni altra mi meraviglia", dice Osvaldo da Brescia. "Oltre al fatto che poi la gente continuerà a votare questi voltagabbana. Mentre la Lega pensa alla gente comune, e non solo a quella del Nord".

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