lunedì 7 novembre 2011

GOVERNO: MARONI SCETTICO SULLA MAGGIORANZA




Roberto Maroni, ministro degli Interni, da' un ulteriore dispiacere a Silvio Berlusconi che ieri ha dovuto prendere atto di nuove defezioni tra le file del Pdl. Intervenendo nella trasmissione ''Che tempo che fa'' di Fabio Fazio, ha detto che ''se ci sara' una maggioranza bene, se no ne prenderemo atto e a quel punto secondo me la strada e' quella delle elezioni''.

Spiega il ministro: ''Il problema serio e' dentro il Pdl, quindi o il Pdl riesce a ricompattare le fila oppure dovremo prendere atto che non c'e' piu' la maggioranza, molto laicamente: in democrazia si vince e si perde''. Poi aggiunge: ''Le notizie di poco fa mi fanno pensare che la maggioranza non c'e' piu' ed e' inutile accanirsi. I problemi non vengono dalla Lega, le notizie sono di fughe dal Pdl: io ho grande stima e amicizia per Angelino Alfano e sono certo che lui si rende conto della gravita' della situazione. Mi auguro ci sia una iniziativa per evitare di arrivare in Parlamento a fare la fine di Prodi''.

Le notizie a cui si riferisce Maroni sono il passaggio dell'onorevole Gabriella Carlucci dal Pdl all'Udc e l'intervento del senatore BeppePisanu, che per ora resta nel Pdl, all'assemblea del Terzo polo. Annuncia Carlucci con un comunicato: ''Aderisco all'Udc, partito che fa parte del Ppe, perche' spero che i moderati possano trovare nuove strade.

Ritengo che un governo di larghe intese possa essere l'unica soluzione per salvare il paese''.

Pisanu, accolto dagli applausi della platea centrista riunita al Salone Tre fontane all'Eur, ribadisce la sua posizione favorevole alla formazione di un governo di responsabilita' nazionale e fa capire che presto potrebbe aderire al progetto di Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli ''che va allargato agli scontenti del Pd e del Pdl''.

Casini ribadisce che in un governo di larghe intese sarebbe irresponsabile lasciare fuori il Pd.

Maroni dichiara intanto l'indisponibilita' del Carroccio a sostenere governi diversi dall'attuale: ''Una grande coalizione non funzionerebbe perche' per esempio se decidesse di toccare le pensioni la Lega ne uscirebbe subito. Stare insieme in maggioranza con l'Udc che ha votato contro il federalismo fiscale non ha senso''. Il ministro ritiene tecnicamente possibile indire elezioni anticipate nel mese di gennaio, anche se la decisione finale spetta al presidente della Repubblica. ''Una nuova legge elettorale si puo' fare in tre settimane, se c'e' la volonta'. A me piaceva molto il Mattarellum'', conclude.

Quanto alla frase pronunciata da Berlusconi nella conferenza stampa a conclusione del G20 secondo cui in Italia i ristoranti sono pieni ed e' difficile prenotare un posto sugli aerei, Maroni illustra la propria posizione: ''La crisi c'e', e' inutile negarlo. C'e' una grande sofferenza.

Incontro tanti piccoli imprenditori in difficolta', perche' le banche non fanno credito. E' giusto non autoflagellarsi, e Berlusconi e' stato bravissimo in questo, ma non dobbiamo nasconderci la verita'. Quella frase poteva anche risparmiarsela''.

Il presidente del Consiglio ha convocato a Palazzo Grazioli ieri seraAngelino Alfano, segretario del Pdl, e il sottosegretario Gianni Letta per fare il punto sui numeri a disposizione del governo alla Camera. Nel pomeriggio, intervenendo telefonicamente alla convention di Azione popolare, il movimento guidato da Silvano Moffa ex Fli, aveva detto: ''Abbiamo verificato in queste ore, con numeri certi, che la maggioranza c'e'. L'unica alternativa al governo e' il voto''.

Per i deputati Roberto Antonione e Luciano Sardelli, che hanno annunciato il no al governo, i numeri a disposizione della maggioranza alla Camera ''sono scesi a 309, forse a 308 deputati''. Secondo la loro opinione, domani, in occasione del voto a Montecitorio sul rendiconto dello Stato gia' bocciato in ottobre, ''Berlusconi potrebbe dare le dimissioni di fronte alla forza dei numeri''.

Proprio domani Pd, Udc e Idv potrebbero presentare una mozione di sfiducia costruttiva, un documento cioe' in cui si indichi l'impegno a un governo di responsabilita' nazionale.

Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, puntualizza rispondendo alle domande di Lucia Annunziata nella trasmissione ''In mezz'ora'': ''Stiamo discutendo in queste ore tra le forze di opposizione. Ascoltiamo le perplessita' e le posizioni che si muovono ai margini della maggioranza.

Quanto agli strumenti, stiamo valutando se sara' una mozione di sfiducia o un'altra iniziativa''.

Il leader del Pd dice no a ipotesi di nuovi governi guidati dal sottosegretario Gianni Letta o dal presidente del Senato Renato Schifani: ''Non cambierebbe nulla. Nel caso ci fosse, sarebbe un governo di centrodestra. Ma non so con quale forza possa presentarsi al mondo e all'Europa per fare le cose che Berlusconi non e' riuscito a fare fin qui. Non e' un governo di questo genere che puo' rappresentare la ricostruzione''.


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