venerdì 22 giugno 2012

Milano nega la cittadinanza al Dalai Lama la Lega Nord no e raddoppia

Pisapia scivola sull’onorificenza al leader spirituale tibetano, dopo che il consiglio comunale l'aveva  approvata all'unanimità, dice no alla cittadinanza onoraria al Dalai Lama.
Di fronte alle minacce cinesi di un boicottaggio economico su Expo 2015, il sindaco milanese ingrana la retromarcia! Ennesima prova di sottomissione e ai poteri forti economici ma sopratutto cinesi.
Il Sindaco Pisapia, da si l'onorificenza a Saviano, pensa di comprare un tendone per far pregare i musulmani, abbraccia Vendola e i suoi fratelli Rom, ma non abbraccia il massimo esponente per i diritti civili nonchè premio Nobel.
Notizia però importante è che alcuni Consiglieri della Lega Nord in Regione Lombardia stanno facendo domanda di Onorificenza e cittadinanza lombarda, come a dire, se il rispetto per un uomo che per anni ha fatto della libertà per il Tibet il suo credo, non ce l'ha la giunta rossa milanese, ce l'ha la Lega Nord, che di libertà ne parla da 25 anni.


Ma chi è il Dalai Lama??
E' un monaco buddhista tibetano. È stato la più alta autorità teocratica del Tibet, essendo tuttora il capo della scuola Gelug del Buddhismo tibetano, e, dalla metà del 1600 fino al 1959sovrano assoluto del Tibet.


da wikipedia:

Descrizione [modifica]

Il titolo di Dalai Lama è tratto da una combinazione della parola mongola Dalai, che significa «Oceano», e pronunciabile in tibetano come tale' i, con Lama, equivalente tibetano del termine sanscrito guru, ovvero «Maestro spirituale». Dalai Lama sarebbe dunque traducibile come «Maestro oceano», ma si preferisce utilizzare la più elegante espressione «Oceano disaggezza».
Questa denominazione fu attribuita nel 1578 da Altan Khan, il sovrano dell'Impero mongolo, al monaco buddhista tibetano Sonam Gyatso, signore religioso della corrente dei Gelug e Khenpo del monastero di Drepung, a Lhasa, il più grande monastero del Tibet.Sonam Gyatso era considerato un tulku, ossia un Lama reincarnato, pertanto attribuì il titolo di Dalai Lama alle sue precedenti incarnazioni, Gendun Gyatso e Gendun Drup, divenendo in tal modo il terzo.
Successivamente, sempre con il sostegno dei monarchi mongoli, il Quinto Dalai Lama divenne anche il sovrano assoluto del Tibet, che a quel punto divenne una teocrazia lamaista. La sua residenza divenne il Palazzo del Potala, nuovo simbolo del potere sia temporale che spirituale della nazione insieme al Palazzo d' Estate, il Norbulingka, anch' esso a Lhasa.
Il Dalai Lama è venerato come manifestazione di Cenresig il Buddha della Compassione, e i tibetani si rivolgono a lui chiamandoloKyabgon, il «Salvatore», e Kundun, «la Presenza».

Successione [modifica]

Il Dalai Lama è il più famoso esempio di tulku, cioè di Lama reincarnato: quando un Dalai Lama muore, il Panchen Lama, il Reting Rinpoce e altri insigni monaci qualificati avviano le indagini atte a scoprire la sua reincarnazione servendosi degli oracoli, interpretando i presagi e i sogni. Una volta che la reincarnazione viene identificata, solitamente quando è ancora un bambino molto piccolo, viene consacrato novizio e intronizzato ufficialmente, dando inizio al suo percorso di studi, ma fino alla sua maggiore età il potere esecutivo è esercitato da un Reggente.
Secondo un' antica tradizione, alla famiglia del bambino reincarnato vengono concessi un titolo nobiliare e una proprietà fondiaria.

In Mongolia [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Buddhismo in Mongolia.
Per tradizione, i Dalai Lama esercitano una profonda influenza anche in Mongolia, dove la religione più diffusa è il Buddhismo tibetano. Le varie incarnazioni del Bodhisattva Avalokitesvara sono state a stretto contatto con i Jebtsundamba Khutuktu, lignaggio di tulku a capo della scuola Gelug del Dharma tibetano nella terra dei Khan.

L'attuale Dalai Lama [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Tenzin Gyatso.
L'attuale Dalai Lama, il quattordicesimo, è Tenzin Gyatso, nato a Taktser, nell'Amdo. Dal 1959, a causa dell' occupazione politica e militare da parte della Cina, risiede a Dharamsala, nello Stato di Himachal Pradesh, nel nord dell'India: l' allora Primo ministro indianoJawaharlal Nehru si prodigò per garantire la sopravvivenza della civiltà tibetana e del Buddhismo, messi in pericolo nello stesso Tibet a causa di una forte campagna voluta dalle autorità cinesi per fare del Paese delle Nevi un avamposto completamente cinese.
Capo del Governo tibetano in esilio fino all'11 marzo 2011, data in cui ha ufficialmente presentato le dimissioni in favore di un successore eletto dal Parlamento esule, dopo aver peraltro promosso una riforma atta a ridisegnare i propri poteri politici, Tenzin Gyatso ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1989 per la resistenza non violenta contro la Cina. Ancora detentore della propria autorità religiosa, oltre ad insegnare il Buddhismo in tutto il mondo, guadagnandosi stima e rispetto in buona parte dei Paesi esteri, sostiene energicamente i rifugiati tibetani nella costruzione dei templi e nella salvaguardia della loro cultura.

Il futuro del Dalai Lama [modifica]

Malgrado la figura del Dalai Lama sia secolare e rappresenti un caposaldo per tutta la cultura tibetana, la Cina ha deciso di arrogarsi il diritto di nominare in futuro le nuove reincarnazioni di questa importante carica religiosa, prerogativa che spetta invece ai soli lamatibetani.
Il primo passo da parte dei cinesi è stato compiuto nel 1995 quando rapirono la supposta reincarnazione del decimo Panchen Lama, seconda autorità lamaista del Tibet, sottoposta solo a quella del Dalai Lama. Il Panchen Lama e il Dalai Lama sono legati da un antico vincolo nella ricerca delle reciproche reincarnazioni. Il potenziale undicesimo Panchen Lama fu identificato da Tenzin Gyatso nella persona di Gedhun Choekyi, ma dal 1995 non si hanno più notizie di lui e della sua famiglia, che ufficialmente sono posti sotto la «tutela protettiva» del governo di Pechino. Nel settembre 2007, la Cina ha affermato che tutti gli alti monaci tibetani dovranno essere nominati dal suo governo e che, in futuro, questi dovranno eleggere il 15º Dalai Lama sotto la supervisione del loro Panchen LamaJizun Losang Qamba Lhunzhub Qoigyijabu Baisangbu.
In risposta a questo scenario, Tashi Wangdi, il rappresentante del Dalai Lama in Europa[1], ha affermato che le elezioni in quel caso sarebbero del tutto illegittime, aggiungendo:
« Non si possono imporre imam o vescovi alle altre religioni. La decisione di nominare lama e monaci spetta ai tibetani. I cinesi possono usare la loro forza politica, ma le loro decisioni sarà comunque senza valore. Così è stato per l'usurpatore del Panchen Lama, così sarà per ogni carica non eletta dai tibetani. »

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