Il Carroccio chiede un esecutivo più forte. L'ipotesi di un vicepremier lumbard
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il ministro per le Riforme e leader della Lega Nord Umberto Bossi (Ansa) |
Nessuno di loro sembra avere la risposta in tasca. Discuteranno certamente del nuovo ministro della Giustizia, da nominare quando Alfano traslocherà al partito: per qualcuno non è tramontata l'ipotesi che possa andare alla Lega, che punterebbe anche alla poltrona di vicepremier. Continueranno comunque tutti a confrontarsi su una riforma del fisco che non arriva nei tempi che il Cavaliere vorrebbe e che è complicata dall'obbligo di una manovra finanziaria che l'Italia ha già garantito all'Unione Europea.
Per il Cavaliere, che ieri ad Arcore si diceva «preoccupato» per lo stato della maggioranza, è una questione di sopravvivenza: è consapevole il capo del governo che senza una scossa, per quanto difficile e poco compatibile con lo stato del bilancio pubblico, non soltanto il centrodestra si avvia a perdere le prossime elezioni politiche, ma rischia di affrontarle prima del tempo, certamente molto prima della scadenza naturale della legislatura.
Quanto Bossi gli starà a fianco, nel pressing su Tremonti, è un'altra delle domande che oggi troveranno forse risposta: nella Lega, dal giorno della sconfitta alle Amministrative, l'immagine del ministro brilla un po' meno, e c'è anche chi imputa alla rigidità finanziaria del Tesoro una fetta della perdita di consenso del partito del Senatur.
Di certo si parlerà anche di rimpasto, della voglia della Lega di avere altri posti nell'esecutivo, della necessità di occupare tutte le caselle in vista della verifica parlamentare che si terrà a fine giugno. Nel Carroccio non si smette di credere che il premier possa accettare di vedersi affiancare un vice targato Lega. Roberto Maroni potrebbe essere in cima alle richieste leghiste, per rafforzare l'immagine del partito agli occhi dei suoi elettori.
Nessun commento:
Posta un commento