domenica 2 settembre 2012

Maroni: “Con un presidente della Lombardia leghista, Cota in Piemonte e Zaia in Veneto faremmo la Padania. Pensateci”


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“Con un presidente della Lombardia leghista, Cota in Piemonte e Zaia in Veneto faremmo la Padania. Pensateci”. Il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni arriva ad Alzano sotto il diluvio, ma il popolo del carroccio risponde presente. Centinaia di persone affollano il tendone della Bèrghem fest, giunta ormai al penultimo giorno. Sul palco il nuovo numero uno di via Bellerio trova un alleato in Vittorio Feltri, che si dimostra più che mai vicino alle posizioni del partito: via dall’euro, no a Monti, abbasso le tasse, critiche a Berlusconi, Formigoni a casa. E’ proprio su quest’ultimo punto che Maroni insisten, incalzato dalle domande del giornalista bergamasco. “Se uno governa la Lombardia, ma non vede l’ora di andare a Roma, è meglio che se ne vada – spiega -. Ci pensiamo volentieri noi alla Lombardia. Non c’è paragone tra fare il ministro o il governatore. Formigoni non si preoccupi, la Lega Nord è pronta ad assumersi la responsabilità di guidare la Lombardia. Per ora lo sosteniamo perché siamo persone serie. Abbiamo preso un impegno e lo manteniamo, anche se non è facile. Non è bello vivere tutti i giorni queste situazioni, ma d’altronde non ce l’ha ordinato il medico di stare con Formigoni”.
L’obbiettivo del partito del Nord è stato, è e sarà sempre quello: il federalismo. “Non mi interessano le alleanze, mi interessa che la Lega si rinforzi qui. Dobbiamo diventare il primo partito del Nord, solo così possiamo ottenere il nostro obbiettivo. Finché c’è la Lega c’è speranza nel federalismo”. Il tutto nonostante le vicende travagliate che hanno investito i vertici del movimento. “Sono stati mesi difficili, però a differenza degli altri partiti abbiamo reagito con un cambiamento vero”.
Anche su Napolitano Maroni è chiarissimo. “Qui c’è di mezzo la trattativa tra lo Stato e la mafia, quella che io ho sempre combattuto. Pretendo di sapere se c’è stata una trattativa. E il presidente della repubblica è uguale a qualsiasi altro cittadino. Se vuole dimostrare la sua estraneità, non deve far altro che pubblicare le intercettazioni”.

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