I pm di Milano si sono precipitati a scarcerare quasi tutti gli irregolari, anche quelli che erano detenuti per reati comuni. Ma l’ordine della Cassazione alle procure di adeguarsi alla sentenza europea che boccia la Bossi-Fini è arrivato solo ieri.
«Abbiamo dovuto provvedere in tutta fretta - spiega al Giornale una fonte giudiziaria - perché dopo la decisione dell’Alta Corte tutti questi stranieri erano di fatto in carcere senza motivo, e se non li avessimo immediatamente liberati avrebbero potuto denunciare lo Stato italiano e chiedere un risarcimento dei danni».
Secondo un primo calcolo, nel solo distretto giudiziario di Milano sono stati scarcerati in queste ore tra i centocinquanta e di duecento clandestini, tutti già condannati con sentenza passata in giudicato. Gli uffici matricola delle carceri lombarde si sono visti piovere addosso una valanga di fax tutti uguali: «ordine di scarcerazione». Centinaia di detenuti - quasi tutti, racconta chi lavora in carcere, assolutamente impreparati alla notizia - si sono visti invitare a raccogliere le loro cose e ad accomodarsi all’uscita. Da oggi sono di nuovo uomini liberi.
Già da alcuni mesi a Milano su decisione del procuratore Bruti Liberati il quinto comma non veniva più applicato, in ossequio a decisioni precedenti della giustizia europea. Ma nelle carceri di San Vittore, Opera e Bollate era ancora folta la colonia di irregolari arrestati e condannati nei mesi precedenti. E sono questi clandestini, se non detenuti per altri motivi, a lasciare in queste ore le loro celle. Devono ringraziare uno di loro: Soufi Karim, il giovane algerino condannato l’anno scorso a Trento per essersi ben guardato dall’abbandonare l’Italia nonostante un ordine di allontanamento, e per questo condannato a un anno di carcere. Ma Soufi Karim non s’è dato per vinto, ha presentato ricorso all’Alta Corte europea, con l’appoggio della Corte d’appello di Trento. E la sentenza che il 28 maggio ha accolto il suo ricorso ha travolto di fatto l’intero reato di clandestinità.
Non sempre le decisioni della giustizia europea vengono applicate così rapidamente. Ma in questo caso la Procura generale della Cassazione ha ritenuto che non fosse necessario aspettare altro. La decisione della Corte di Lussemburgo crea la situazione che l’articolo 673 del codice di procedura penale prevede «nel caso di abrogazione o di dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice»: e cioè la scarcerazione immediata.
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