Il leader di Fli ha paura e dice che il voto alle amministrative non conta. Il motivo? Il suo partito non supera il 2%
Il Terzo Polo insomma è già morto e sepolto, Fini e l'allegra compagnia dell' opposizione assomigliano sempre più alla definizione che Winston Churchill diede dei suoi colleghi «abili a prevedere quello che accadrà domani ma più abili a spiegare, poi, perché non è accaduto». E l'ultima, di una lunga serie di fesserie, era che il governo sarebbe caduto oggi sul voto per continuare la missione militare in Libia. Bossi il pacifista contro Berlusconi guerrafondaio. Delle tante panzane sentite in questi mesi è la più assurda. Il premier vuole uscire dalla guerra tanto quanto la Lega, e se avesse la certezza che bombe alleate hanno davvero ucciso il figlio e i nipotini di Gheddafi lo farebbe anche subito, alla faccia degli impegni e dei trattati internazionali. «L'Onu non ci ha dato il mandato di uccidere i bambini», si è sfogato il presidente del Consiglio con i suoi collaboratori nelle ultime ore.
Ma al di là del merito della questione, quello che non appare in discussione è l'asse Bossi-Berlusconi, il quale non necessariamente coincide con quello Lega- Pdl. Che tra i due partiti ci siano reciproci malumori e tensioni non è un mistero. Né cosa particolarmente grave in piena campagna elettorale. Ognuno tira acqua al proprio mulino. Eventuali conti saranno regolati a urne chiuse, in base ai risultati, in particolare quello per la riconferma di Letizia Moratti a sindaco di Milano.
Questa maggioranza, quindi, tiene anche in politica estera. La mozione che sarà approvata oggi in Parlamento è di buon senso. In sintesi l'Italia pone condizioni operative e temporali per l'operazione Libia e apre nuove possibilità di soluzione politica del caso.
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