Il Consiglio dei ministri che slitta alla prossima settimana e un clima tesissimo tra il premier e il Carroccio. Il cambio di strategia in Libia sta creando parecchi grattacapi a Silvio Berlusconi e rischia di incrinare l'asse con Umberto Bossi. Che dopo aver manifestato ieritutto il suo disappunto («le guerre non si fanno e non si annunciano», ha detto il Senatur assai contrariato), ha ribadito oggi alla Padania l'irritazione per la scelta dell'alleato. Così il Consiglio dei ministri, possibile teatro dello scontro tra il premier e il Senatur, è stato fatto slittare alla prossima settimana per dare il tempo alle diplomazie delle due sponde di provare a ricucire la frattura. Senza contare il pressing dell'opposizione che preme per un voto delle Camere. «Bisognerà verificare in Parlamento lo stato delle cose», avverte il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.
Il quotidiano del Carroccio racconta anche di una telefonata tra Bossi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano in cui il Senatur avrebbe ricordato al presidente della Repubblica che «il Consiglio dei ministri non ha mai detto sì» ai bombardamenti. Insomma, nessuna cambiale in bianco firmata dal Carroccio per una inversione di rotta nella partecipazione italiana all'operazione "Odissea all'alba". Oggi alle 14 sono previste le comunicazioni dei ministri Franco Frattini e Ignazio La Russa sulla crisi libica alle commissioni congiunte Esteri e DIfesa di Camera e Senato e la Lega potrebbe disertare la riunione come già avvenne all'inizio dell'intervento militare italiano in Libia quando ci fu invece il sì di Pd, Udc e Fli. Berlusconi è convinto di riuscire anche stavolta a persuadere Bossi. Ma intanto il Pd guarda con attenzione alle mosse leghiste e sta valutando la presentazione di una mozione da votare in Parlamento per far esplodere la frattura interna alla maggioranza.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-04-27/salta-venerdi-crisi-libica-121555.shtml
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