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lunedì 4 aprile 2011

La Lega avvisa i naviganti «No ai permessi di soggiorno»

ROMA
MATTEO Salvini, europarlamentare della Lega Nord, ma soprattutto profondo conoscitore della base padana, non mostra particolare entusiasmo per l’attuale fase politica. È cosciente dello stato di salute del Governo. Non arretra di un millimetro sulla questione-migranti («questa è la settimana decisiva», scandisce). Ammette le colpe di alcuni esponenti della maggioranza che, su temi come la giustizia, hanno alzato i toni di qualche decibel di troppo. Analizza lo stato di salute del suo partito-movimento e dei rapporti con l’opposizione (bocciando la ‘scesa in campo’ di Montezemolo: «Il suo valore aggiunto è pari a meno uno»).
Migranti e sicurezza: non avete esagerato?
«Guardi, prevenire è assai meglio che curare. Una frase che va di moda, lo so. Ma estremamente efficace. E quando qualcuno accusava il ministro dell’Interno Maroni di allarmismo si è dovuto ricredere e stare zitto. Maroni è stato l’unico a prevedere i giusti scenari. Quindi è stato più che ragionevole preparare le istituzioni e la pubblica opinione».
E la condotta della maggioranza di governo? Nessuna critica?
«C’è un punto fondamentale alla base di tutto il nostro ragionamento. Vale a dire la necessità di parlare una lingua comune. Troppe voci rischiano di creare solo pericolosi fraintendimenti».
E quindi?
«E quindi ora dobbiamo chiudere gli arrivi e avviare i rimpatri. Stia bene attento chi, anche nel centrodestra, lascia trapelare irrealizzabili ipotesi di decine di migliaia di permessi di soggiorno temporaneo».
Obiezione: come fanno gli italiani, popolo d’emigrazione per eccellenza, ad avercela con i migranti di oggi?
«Il paragone con le navi che, a inizi Novecento, partivano dai nostri porti per andare nelle Americhe proprio non c’entra nulla. Quella era gente che andava ad arricchire il Paese che avrebbe dato loro ospitalità spaccandosi la schiena diciotto ore il giorno. E poi quelli di oggi non vogliono conformarsi ai nostri stili di vita».
Qual è lo stato di salute del Governo?
«Mah... Di estremamente positivo c’è che abbiamo portato a casa un altro pezzo di federalismo fiscale. Il che, ovviamente, ci fa molto piacere».
Sì, ma il resto?
«I numeri sono un po’ ballerini e fare una prognosi è impresa ardua. I Responsabili? Li metteremo alla prova dei fatti. Del resto, c’è chi stava con noi ed è passato dall’altra parte. Vedremo gli atti concreti di questo nuovo ministro dell’agricoltura».
Oggi si apre una settimana impegnativa.
«Direi più che impegnativa. È una settimana cruciale. Dagli incontri in Tunisia a tutto quel che può accadere alla Camera».
E poi questa giustizia...
«Dobbiamo prendere atto che il clima è, purtroppo, quello di un infinito Milan-Inter. Ora, che la giustizia vada riformata è assodato. Ma in una situazione così è difficile, se non impossibile, prevedere come uscirne. Certo, se tutti, e dico proprio tutti, facessero un passo indietro...».
Ma La Russa ha sbagliato o no?
«Certo, eppure con quel clima mi pare difficile non comprenderlo».
E l’opposizione?
«C’è una parte dei democratici, penso a Chiamparino, Errani, Letta, che vuole discutere nel merito. Poi, ci sono Casini e Di Pietro che dicono ‘no’ a prescindere. Sempre a proposito di Pd come non rilevare che hanno diciotto volti diversi?».
Ecco Montezemolo...
«Il suo valore aggiunto è pari a meno uno. Pensi a stare ai box delle Ferrari».
I sondaggi per le amministrative vi danno in calo.
«Non ci risulta. Noi della Lega i sondaggi li facciamo battendo palmo a palmo il territorio e ci incontriamo con i cittadini. Che chiedono soluzioni chiare. Siamo soddisfatti. Magari, mi riferisco al Pdl, qualche nostro alleato arranca un po’ e sarà meno soddisfatto...».
Vi volete allargare?
«Vedremo con Bologna. Se superiamo il 10 per cento...».
Toscana, Marche e Umbria?
«Crescono. Bene».

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