Populisti, xenofobi, destre "cattive". Eppure anche il voto di Helsinki, con la straordinaria affermazione dei "Veri Finlandesi" di Timo Soini allarga il contagio. Partiti comunque euro-scettici sono al governo in Olanda e Danimarca, oltre che da tempo in Italia con la Lega Nord e la sua linea dura sull'immigrazione.
In Germania la Merkel è condizionata dalle pulsioni antieuropeiste dei liberali e della Csu bavarese.In Francia Sarkozy è costretto a fare la "faccia feroce" per contenere la crescita del lepenismo di seconda generazione. Nel Regno Unito si ammette il fallimento del "multiculturalismo". E gli interventi finanziari in soccorso dei paesi malmessi (Irlanda , Grecia e adesso Portogallo) finiscono per avvalorare il dubbio che l'Europa sia ormai diventata una confraternita di banchieri e finanzieri che si sostengono fra loro, scaricandone i costi sui cittadini-sudditi.
L'Europa, le sue speranze e le sue promesse partivano dalla constatazione che il continente era "un gigante economico, un nano politico e un verme militare". Certo, adesso è unica la "moneta", ma la "feluca" e la "spada", ovvero gli altri capisaldi indispensabili di una costruzione interstatuale, dove sono? Ad ogni emergenza (che coinvolge la sicurezza, i confini, lo stesso welfare) l'Europa balbetta, irresoluta e paralizzata dalla sua stessa barocca burocrazia. Così da trasmettere ai cittadini la sensazione di pesare quando non serve e invece, quando serve, di non esserci mai…
Giuseppe Baiocchi
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