lunedì 14 marzo 2011

Lazio, Campania e Sicilia, ecco dove nasce il 'buco Sanità'

Tre Regioni da sole - Lazio, Campania e Sicilia - hanno generato il 69% dei disavanzi accumulati dall'intero Sistema sanitario nazionale nel periodo 2001-2009.



Negli ospedali italiani i ricoveri continuano a diminuire e parallelamente si riducono le giornate di degenza. Lo afferma il Rapporto Osservasalute (2010), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle regioni italiane, presentata questa mattina all'Università Cattolica di Roma.

Meno giorni ricoverati
L'indagine conferma che anche nell'ultimo anno analizzato dal Rapporto si evidenzia una costante riduzione dei tassi di ospedalizzazione. Dal 2001 al 2008 il tasso di ospedalizzazione complessivo del livello nazionale si è ridotto di circa 22 punti percentuali (da 214,6 a 192,8 per 1.000 abitanti). Una curva verso il basso da ricondurre alla sola componente dei ricoveri ordinari, passata da 161,4 a 133,3, essendo invece leggermente aumentata nel periodo di riferimento, la quota di ricoveri in regime diurno (da 53,2 a 59,0).

Tutte le regioni meridionali, in particolare quelle sottoposte ai Piani di rientro, mostrano invece tassi di ospedalizzazione per acuti molto superiori alla media nazionale, spesso maggiori anche rispetto al valore medio nazionale del 2001.

Dove nasce il 'buco Sanità'
Tre Regioni da sole - Lazio, Campania e Sicilia - hanno generato il 69% dei disavanzi accumulati dall'intero Sistema sanitario nazionale nel periodo 2001-2009. Se si pensa però alle cifre procapite, disavanzi molto significativi si sono generati anche in Molise, Valle d'Aosta, Abruzzo e Sardegna. Solo nel Centro-Nord poche Regioni da alcuni anni chiudono i conti in sostanziale equilibrio, talvolta peraltro solo grazie all'integrazione rappresentata dalle risorse regionali 'extra-fondo'.

Investire nella formazione di buoni dirigenti sanitari
Per mettere d'accordo prestazioni, servizi e conti pubblici, avvertono gli esprti, sono necessarie almeno tre condizioni: regole di finanziamento stabili, eque e trasparenti; volontà politica, da incentivare tramite opportuni meccanismi di premi e sanzioni sia per le collettività amministrate, sia più direttamente per gli amministratori; capacità tecniche, da sviluppare tramite meccanismi di trasferimento delle conoscenze tra le regioni, uno spostamento di attenzione dalle fasi di programmazione del 'rientro' a quelle di effettiva implementazione e, più in generale, una nuova fase di sviluppo del management sanitario, di selezione e crescita di una classe dirigente competente e preparata rispetto ai problemi emergenti.

Budget ballerino
Si conferma peraltro l'incapacità del Ssn di rispettare i tetti di spesa. Per le singole aziende, il disavanzo è la normalità anziché l'eccezione. "Le aziende - ha spiegato Pessina - non hanno certezza sulle risorse effettivamente disponibili: da un lato, c'è l'aspettativa che nel corso dell'esercizio potrebbero venire stanziate risorse aggiuntive e che potrà esserci qualche forma di copertura dei disavanzi; d'altra parte, non c'è però certezza né sull'entità, nelle sulle tempistiche di queste coperture".
Sud male amministrato
Molto forte la frattura tra le regioni del Centro-Nord, molte delle quali hanno raggiunto condizioni di sostanziale equilibrio, e quelle del Centro-Sud, molte delle quali sono state sottoposte a piano di rientro e, in alcuni casi, a commissariamento.

E con il Federalismo?
Secondo gli esperti l'attuazione del federalismo comporterà forti tensioni: alle regioni del Centro-Sud si chiederanno ulteriori sacrifici per proseguire nel percorso di rientro dai disavanzi; le regioni del Centro-Nord continueranno a poter destinare al proprio Ssr una quota di risorse (misurata, per esempio, dal rapporto tra spesa e Pil regionale) inferiore a quella di aree europee analoghe per ricchezza e sviluppo economico.


da Rainews24.it del 08.03.2011

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