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venerdì 4 marzo 2011

La Regione Piemonte approva le legge urbanistica. COTA: qualcosa di nuovo e moderno

La nuova legge urbanistica regionale del Piemonte, approvata mercoledì, inverte la rotta impostata dalla precedente amministrazione di centrosinistra nel recepimento del piano casa nazionale.
Voluto dal Presidente Roberto Cota, che l'aveva annunciata già in campagna elettorale come «qualcosa di nuovo e moderno», il provvedimento si propone di «semplificare le procedure urbanistiche che ingessano l'economia, garantendo comunque il sistema dei controlli».
È stata approvata con i voti a favore della maggioranza di centrodestra, contrarie le forze dell'opposizione. Il primo effetto sarà quello di rendere più facili gli aumenti di cubatura degli edifici in deroga ai piani regolatori dei Comuni. La decisione di aumentare le cubature infatti diventerà un diritto dei privati, seppur con alcuni limiti.
Gli ampliamenti inoltre saranno possibili anche per alcune categorie di immobili in precedenza esclusi, come i fabbricati artigianali, produttivi e direzionali (fino a duemila metri quadrati, e fino al 20% della superficie totale) e gli alberghi (fino a 1500 mq, e fino al 20% del totale).

Inoltre sarà imposto il miglioramento energetico dell'edificio solo per la parte di nuova costruzione e non più per l'intero immobile. E vengono previste possibilità di ampliamento anche per porzioni non residenziali degli stabili.
«Dovevamo intervenire - ha spiegato Cota - perchè la legge precedente del 2009, non solo non aiutava il rilancio, ma era addirittura una zavorra».
«Con l'approvazione di questa legge - aggiunge l'assessore Ugo Cavallera, che firma il provvedimento - incentiviamo l'edilizia, settore considerato trainante dell'economia».
«La legge del centrosinistra - dice il capogruppo del Pdl, Luca Pedrale - era eccessivamente restrittiva, vincolante e farraginosa, tanto da essere difficilmente recepibile».
Sul fronte avverso, il capogruppo del Pd, Aldo Reschigna, che ha ottenuto l'eliminazione di una articolo che permetteva di interventire anche nei centri storici purchè l'edificio non fosse di particolare pregio, boccia la legge. «Disattende - afferma - l'accordo fra Governo e Conferenza delle Regioni per il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici». Il capogruppo di Sel, Monica Cerutti, aggiunge che «la legge non darà vantaggi economici, ma comporterà rischi ambientali, oltre a espropriare i Comuni delle loro competenze».

da Il Sole 24 Ore

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