domenica 2 settembre 2012

Non siamo più il bancomat d’Italia. Perché non ci pensa la Regione Puglia?


Ilva, manifestazione sindacale a Taranto in sostegno ai lavoratori
di Massimiliano Capitanio
Articolo originale: "Il vostro quotidiano"
Ben 50 tra artigiani e piccoli imprenditori veneti sono stati “suicidati” dalla crisi in Veneto dall’inizio della crisi (dati Cgia Mestre). Oltre 8mila lavoratori del settore metalmeccanico, nella sola operosa Brianza, da ottobre, secondo l’allarme lanciato dai sindacati, rischiano di restare a casa. La Provincia di Milano, compreso il capoluogo della Regione seconda in Europa per ricchezza e produttività (dati Eurostat), ad oggi rischia di vedere oltre 650 bambini e ragazzi non vedenti o non udentisenza l’assistenza scolastica grazie alla scure della spending review. Ci sono questi numeri (e purtroppo molto di più) dietro le parole di Roberto Maroni, quando dice che il salvagente all’Ilva è l’ennesimo atto razzista del Governo.

Quella di Taranto è una vicenda dolorosa e drammatica, che merita il sostegno ai lavoratori ma impone fermezza e rigore, soprattutto in questo momento. Quella dell’Ilva non è una calamità naturale, è l’epilogo di un presunto disastro ambientale colposo e doloso: è una porcheria speculativa (secondo le ipotesi degli inquirenti) di cui tutti erano a conoscenza e per cui la magistratura ha fatto scattare otto arresti. Come si dovranno sentire i terremotati veri di Emilia Romagna e Mantovano, quelli che oltre al lavoro devono sommare la perdita della casa, e a cui il Governo ha detto che dovranno pagare pure le tasse?

Un Governo, quello guidato da Mario Monti con la supervisione della Bce di Mario Draghi e l’appoggio di Pd-Pdl-Udc-Fli-Api, che qualche mese fa ha messo in atto un’operazione da 3,9 miliardi per salvare il Monte dei Paschi di Siena.

Le parole di Maroni vanno drammaticamente pesate: il Nord purtroppo per tutti non è più la cassaforte d’Italia. Si  muore, si perde il lavoro, si resta indietro (in Lombardia, dati Sidal, domani su1.227 autonomie scolastiche, ben 800 partiranno senza preside grazie ai concorsi farsa), si fa la fame anche “su al Nord”.

L’altolà all’Ilva è l’equivalente del nuovo dogma maroniano: “Prima il Nord”. Che vuole dire prima delle banche e prima dei presunti disastri ambientali privati, per rimediare ai quali potrebbero dare una mano i Comuni del tacco e la Regione Puglia. Secondo i dati Inps, nel 2011 la Regione guidata da Nichi Vendola era la prima in Italia per falsi invalidi, truffe e denunce all’Inps. L’Ilva si può salvare partendo anche dalla Puglia.

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