Il presidente: «Obbligatoria
la gestione associata
Rimarranno i Consigli
comunali con meno seggi»
Finora la strada dell’associazione tra Comuni è stata perseguita da un numero limitato di amministrazioni. Perché ora dovrebbe funzionare? «Perché la proposta arriva dagli enti locali. Abbiamo preso atto del loro senso di responsabilità. Io credo che nel testo nazionale dovrebbe essere stabilito l’obbligo di esercitare in forma associata i servizi per i cittadini. Solo così diventa credibile voler difendere l’identità dei piccoli Comuni».
A proposito di legge regionale. Che cosa farà la giunta rispetto al tetto di 5 mila abitanti fissato per formare le Unioni dei Comuni? «Il Piemonte è una delle regioni più interessate per l’alto numero di piccoli Comuni. Abbiamo intenzione di applicare tutte le possibilità concesse per salvaguardare identità e municipalità. Identità e municipalità, del resto, sono i valori fondanti del nostro movimento. Per questo applicheremo la discrezionalità prevista nel decreto».
Come? «È evidente che il tetto di cinquemila abitanti ha una logica a livello generale e non a caso si lascia discrezionalità. Vista la specificità piemontese ci vuole flessibilità e siamo disposti a valutare, in accordo con gli enti locali, tutte le soluzioni che possono permettere di salvaguardare le singole comunità senza per forza accorpare piccoli Comuni con quelli che hanno migliaia di abitanti. Ci sono realtà, soprattutto montane, dove faremo in modo di salvaguardare quelle identità anche se fatte di micro-municipi».
Ci saranno incentivi regionali per anticipare l’associazionismo comunale nei servizi? «L’assessore Maccanti si è impegnata a pubblicare entro settembre i bandi per i piccoli Comuni che accelerano sulla gestione associata. Un bando che vale 9 milioni di contributi regionali».
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/416662/
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