Manovra economica. Il presidente del Consiglio cerca una sintesi tra le diverse posizioni all'interno della sua maggioranza, in vista dell'arrivo, martedì, alle Commissioni del Senato del maxi-provvedimento. Si potrebbe mettere mano al contributo di solidarietà per i redditi oltre i 90mila euro e rivedere l'età pensionabile, come vorrebbero i 'frondisti' del Pdl
Calderoli e Bossi
ROMA -Sarà ''un'unica proposta comune sulle modifiche da apportare alla manovra'' a garantire credibilità al governo e a far superare l'impasse fra Pdl e Lega su alcuni aspetti decisivi del provvedimento all'esame del Parlamento come il nodo sulle pensioni e gli enti locali. Ma se Roberto Calderoli lo ha voluto chiarire, lanciando un appello soprattutto ai suoi alleati, da Umberto Bossi arriva, nella tarda serata di sabato, un nuovo stop a interventi sulle pensioni, che suona come un ultimatum: ''L'ho detto al premier - dice il senatur nel consueto comizio serale - non toccare le pensioni, troveremo un'altra via''. E dal palco il leader del Carroccio lancia insulti anche Pier Ferdinando Casini, colpevole di essersi dichiarato favorevole ad una revisione delle pensioni (''uno stronzo'') e non risparmia i giornalisti (''delinquenti'') per i loro resoconti sulle sue vacanze in Cadore. Lunedì in via Bellerio sarà riunita la segreteria politica per decidere una linea unitaria del Carroccio (pressato, in una difficile sintesi, dalla base e dalle esigenze di governo) sulle modifiche alla manovra mentre i tempi stringono. E il ministro della Semplificazione ha chiesto che anche il Pdl faccia altrettanto, prima di un confronto definitivo in seno alla maggioranza. ''In questo momento - ha sostenuto Calderoli - è davvero troppo importante avere un'unitarietà nella maggioranza rispetto ad un altrettanto troppo evidente attacco dei poteri forti''. I quali, a suo giudizio, sono pronti a tentare ''l'ennesima spallata'' al governo, tanto da paventare ''un'emergenza democratica''. Ma non è solo col Pdl che appare necessario uno scatto. È anche - e forse soprattutto - all'interno della stessa Lega che si deve trovare una sintesi delle proposte da avanzare, alla ricerca di un risultato che influirà certamente sugli umori di un partito diviso e con un leader, Bossi, definito oggi da 'Famiglia Cristiana' ''un ombra'' sulla scena politica e difeso a spada tratta da Calderoli (''sono come mercanti nel tempio''). Insomma nel Pdl si registrano tensioni sulla manovra. Ma non solo. Il governatore Roberto Formigoni''ricorda'' ad Alfano che ''occorre andare a primarie rapidamente'' ed indica anche un termine: ad ottobre. Immediata arriva la replica del capogruppo Fabrizio Cicchitto: ''Tutto si sta svolgendo secondo gli impegni presi'', afferma spiegando che ''prima bisogna chiudere il tesseramento''. Cicchitto poi si rivolge alle Lega ed interviene sulla manovra: ''L'eventuale diminuzione dei tagli sugli enti locali - dice - deve essere per forza accompagnata e bilanciata da un intervento strutturale sulle pensioni''.
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